Oggi, a Vespro, improvviso, nella parte più spirituale del mio essere, non saprei come dire, mi sono sentita chiamare per nome e mi sono sorpresa ad ascoltare parole senza voce: "Per te non voglio la solitudine della cella, per te ho aperto la solitudine di questo cuore. Per te non voglio il silenzio delle creature, per te ho preparato il mio eterno silenzio; e ti ci condurrò attraverso un lento, dolorosissimo annientamento. Non ti abbattere se la sofferenza troppo acuta ti smarrisce e ti fa commettere molte piccole mancanze esterne: l'umiliazione e il dolore che ne provi mi fa piacere; conosco la tua miseria, ma conosco pure il tuo immenso desiderio di amarmi. Sono in te, stai tranquilla".
Se domani il Signore mi condurrà davvero fuori dal Carmelo per dare inizio a un nuovo tipo di vita contemplativa, questa dovrà fare suo il fiat mariano, e di Maria dovrà rivivere lo spirito. Mi strugge il desiderio di andare oltre. Troverei ancora, sì,
stelle, galassie, silenzio; ma su tutto e in tutto troverei Dio. Perché, Signore, camminiamo sempre tanto chiusi e distratti, vivi solo d'egoismo, senza saperci aprire ad un'armoniosa comprensione, incapaci di fonderci in un unico concerto amore! Madre Maria Teresa dell'Eucaristia
"Siamo la societa dell'immagine dove nessuno immagina; pensateci: nessuno pensa più".
Matteo Salvatti. In una società dove l'informazione compulsiva ha sostituito la riflessione, c'è urgenza di tornare ad affrontare i grandi temi della vita, e al tempo stesso fronteggiare quelli quotidiani con profondità.
Matteo Salvatti convoca scrittori del passato, scienziati, filosofi, artisti, teologi a confortare le sue tesi e ad aprirci squarci di pensiero acuto e spesso simpatico sull'esistenza.
Una carrellata di immagini composte con il godibilissimo stile che contraddistingue questo autore, in grado di accompagnare il lettore a interrogarsi con uno sguardo curioso e intelligente sulle "cose del mondo".
Capitoli croccanti che spaziano dalla burocrazia ai Cambiamenti, dal mistero ai privilegi, dal buonsenso alla saggezza, dal gusto agli eroi; parole capaci di incidere e scrollare dal torpore della retorica, stimolando riflessioni su argomenti con i quali forse non ci si era mai confrontati, dilatando i nostri parametri mentali.
Ne risulta una serie di sagge chiacchierate ideali in grado di scuotere con colta originalità e di istruire, tener compagnia e far sorridere: un giardino di osservazioni dove confrontarsi con se stessi e con gli altri.
"Siamo entrati in una fase della storia umana a tinte fosche: guerre ed epidemie hanno messo in crisi le false sicurezze sulle quali la società poggiava. La gente si è improvvisamente scoperta confusa e inquieta, priva di prospettive e di certezze, timorosa di essere vittima di un grande inganno. La «pandemia spirituale» di questi nostri giorni sta portando rapidamente il mondo alla catastrofe e questo avverrebbe in poco tempo, se la Madonna non avesse in tutti questi anni preparato il suo piano di salvezza che nulla e nessuno potrà fermare. Lei non si stanca di ripetere che la nostra vita è breve e che alla fine dovremo lasciare tutto. Ai confini dell'eternità conterà la sola realtà che ci appartiene, la nostra anima, creata a immagine di Dio e destinata alla gloria celeste. Fino all'ultimo istante della vita l'uomo può aprirsi a Dio o resistere alla sua grazia, è in grado di scegliere e quindi di decidere del suo destino eterno. L'istante successivo, quando l'anima si divide dal corpo, è quello in cui l'anima viene giudicata e si trova immediatamente o in paradiso o in purgatorio o all'inferno. Nell'istante prima della morte è ancora possibile una decisione. Quello della morte invece è il momento in cui tutto viene eternamente deciso dal giudizio inappellabile di Dio". (Padre Livio)
Michele, arcangelo supremo, ci ha lasciato una traccia molto speciale del suo passaggio sulla terra. Un sentiero da seguire, un messaggio di vicinanza e protezione. Si tratta della Linea sacra o Linea angelica: un asse tracciato tra Europa e Asia che unisce i punti di una devozione senza confini, nel tempo e nello spazio. Sette luoghi sacri - dagli impervi scogli al largo del Kerry (Irlanda) e della Cornovaglia al Monte Carmelo arso dal sole della Galilea passando per Mont-Saint-Michel, la Sacra in Val di Susa, Monte Sant'Angelo e Simi - uniti da una linea retta, che segue il corso del sole nel giorno del solstizio d'estate, siti di cui gli antichi conoscevano i flussi energetici capaci di creare un ponte tra l'uomo e il divino. Qual è il significato di questo misterioso allineamento? La tradizione cristiana ha una sua risposta: prima ancora che esistesse l'uomo, il bene e il male lottarono per il dominio sull'universo. Michele, arcangelo a capo delle schiere celesti, combattendo contro l'angelo caduto Lucifero, gli inferse l'ultimo colpo di spada che segnò la vittoria del bene, imprimendovi tanta forza da lasciare sul terreno un solco. Lungo questo solco sono sorti, in luoghi impervi e ardui da raggiungere, i suoi sette santuari principali, che vengono descritti dall'autore con intensa partecipazione e competenza storica, artistica e devozionale. In questo testo viene inoltre proposto un pellegrinaggio virtuale ai siti consacrati al culto dell'arcangelo che si trovano anche fuori dal percorso ideale della Linea di San Michele.
Quando uno psicologo, seppure "sui generis" come Roberto Marchesini, scrive un libro che parla di birra, vino e spiriti, i casi sono due: o è impazzito e ha deciso di cambiare mestiere e darsi all'alcol; oppure si tratta di una metafora. Per fortuna, vale il secondo caso. La metafora in questione è la stessa che dà il titolo al libro: la vita è un bicchiere. In realtà, utilizzando queste comuni ma straordinarie bevande, Marchesini parla del senso della vita e del lavoro, dell'importanza delle relazioni, di come mantenere la propria esistenza in equilibrio in mezzo alle mille e più difficoltà che quotidianamente incontriamo. L'invito alla lettura è di don Pietro Cesena, parroco di Borgotrebbia, recentemente balzato agli «onori» delle cronache per la sua predica del Natale 2020. Ecco le sue parole: «Vi invito oggi a mangiare bene, a mangiare tutto. A bere con abbondanza. Ma non la Coca-Cola! Vino buono, perché il vino è segno della vita eterna! In paradiso, fratelli miei, gli astemi non potranno entrare... perché si beve il vino!». Un giornalista presente alla Messa ha registrato un video della predica e lo ha lanciato sui social rendendola un caso mediatico. Le parole di don Pietro, manco fossero quelle del papa, hanno fatto il giro del mondo, sono state tradotte in altre lingue. Dando alle stampe questo lavoro coltiviamo la speranza che le parole di don Pietro, unite a quelle di Marchesini, inducano le persone che quotidianamente portano alla bocca un buon bicchiere, a riflettere sulle questioni più importanti della vita.
"I promessi sposi. Dietro le quinte del grande romanzo" è una rilettura del capolavoro di Alessandro Manzoni al di là di schemi e interpretazioni cristallizzate dell'opera, nella prospettiva di cogliere il sugo della storia, episodio dopo episodio, alla ricerca di risposte su tante curiosità che sorgono al lettore e di quanto è nascosto dietro le quinte del palcoscenico. Tante sono le piste di ricerca e le domande che il saggio pone: se il manoscritto ritrovato fosse reale come Manzoni ha scritto all'amico Grossi in una lettera ora scomparsa? Quali sono le vere ragioni per cui il romanziere ambientò la storia proprio negli anni in cui vivevano due suoi parenti delinquenti: Bernardino Visconti (da parte di madre), meglio noto come l'Innominato, e Gian Giacomo Manzoni (da parte di padre), appaltatore di delitti, processato come untore nel 1630, al cui seguito erano molti bravi? Da quale prete contemporaneo ha tratto ispirazione Manzoni per don Abbondio? Come andò il processo alla monaca di Monza? E come finì il suo amante? Era lecito il matrimonio di sorpresa nel Seicento? Perché compaiono più osterie che chiese nel romanzo? A tante altre domande cerca di dare risposta Giovanni Fighera accompagnandoci alla scoperta dell'attualità e della modernità di un'opera che sa parlare al lettore di ogni tempo.
Sono sempre meno le persone che vanno a Messa e non è semplice, per un credente che oggi pratica ancora la fede, comprendere che cosa essa sia veramente e pienamente. Le statistiche sono impietose e raccontano di un tracollo in accelerazione, aggravato dall'attuale situazione pandemica, che ha sconvolto tutti gli ambiti della vita, compresa quella spirituale. Secondo le statistiche annuali pubblicate dalla Conferenza Episcopale, tutta l'Europa è coinvolta da questo fenomeno, compresa l'Italia. La generazione sessantottina sta ben lontana dalle chiese, mentre i nipoti del cattolicesimo progressista, malpreparati dal punto di vista catechetico, non sanno né farsi il segno della croce, né dare un senso alla loro vita «cattolica». Di fronte a questo baratro di massiccia ateizzazione, la Chiesa frena bruscamente sulla Messa tradizionale, l'unica che, dopo il Sommurum Pontificum di Benedetto XVI, stava raccogliendo straordinari frutti in quattordici anni di applicazione. Il polo d'attrazione gravitazionale della Chiesa è sempre e solo stata la Santa Messa: un rito non costruito a tavolino, come invece è accaduto con la rivoluzione liturgica del 1969, ma che si è formato solo intorno all'altare, mattone dopo mattone. Proprio per questa Messa, martoriata e perseguitata dai protestanti nel XVI secolo e dai novatori degli anni Sessanta del XX per un cattolicesimo svenduto al mondo, si sono innalzate cattedrali, abbazie, santuari, monasteri... dando vita e vigore all'immensa Civiltà europea cristiana. L'antico rito di Santa Romana Chiesa, mai abrogato, a molti pastori di oggi fa paura e in queste pagine tentiamo di spiegarne il perché, attraverso le fonti storiche.
"La meraviglia di esistere" è un messaggio rivolto alla nostra generazione perché scopra la grandezza e la bellezza della vita, che è il più prezioso dei doni e il più impegnativo dei compiti. Le generazioni dei nostri «padri», che insieme alla vita avevano ricevuto la luce della fede, hanno affrontato la navigazione nel mare tempestoso del tempo conoscendo la meta verso la quale dirigersi e i mezzi per superare le difficoltà. Benché dovessero fronteggiare situazioni più difficili delle nostre per vivere e sopravvivere, avevano delle certezze che infondevano determinazione e coraggio a noi sconosciute. Oggi la situazione è profondamente diversa. La visione religiosa della vita si è offuscata, i valori nei quali credere e per i quali lottare si sono dissolti, gli interrogativi di fondo sul senso del vivere sono stati rimossi. La vita umana è diventata un progetto funzionale ai bisogni della società e alle esigenze di sopravvivenza personale. Gli obiettivi da raggiungere non vanno oltre orizzonti ristretti. I fini da perseguire si riducono all'accumulo dell'avere. Lo scenario nel quale l'uomo si muove è quello di una comparsa irrilevante. Questo libro è il frutto di una intensa comunicazione con i giovani via radio ed è un invito ad aver fiducia, perché l'uomo non è stato creato per la mediocrità.
«Con questo "La luce e le tenebre", giungo al quinto libro di una collana denominata "Vivaio" e che prende il nome da una rubrica fortunata da me tenuta prima sul quotidiano "Avvenire" e poi sulla rivista di apologetica "Il Timone". Questo quinto volume, che naturalmente può essere letto anche come autonomo rispetto agli altri, conclude in un certo senso un lungo ciclo. Qui le materie trattate, come negli altri volumi del resto, sono le più svariate, ma tutte inquadrate in tre grandi filoni, quello della storia, quello delle ideologie imperanti e quello dell'apologetica. In un certo senso riassumono il mio pensiero sempre più convinto con l'amato Pascal che se ci sono nel mondo abbastanza ombre per chi non vuol credere, non manca abbastanza luce per chi vuole credere. Ecco allora "La luce e le tenebre", un testo che parla di fatti a volte di qualche anno addietro, ma con uno sguardo contemporaneo, uno sguardo da credente che, attraverso le armi del cronista, scandaglia storia e cronaca per rintracciare i passi felpati ma non assenti del Signore della storia» (Vittorio Messori).
«L'autore tratta il delicato e doloroso argomento degli abusi sessuali sui minori con competenza professionale e saggezza spirituale. Ne delinea le sotterranee dinamiche psicologiche fino a raggiungere il suo nucleo profondo nei complessi meccanismi che generano l'abuso compiuto da sacerdoti. Analizza quindi l'inganno dell'abusatore come tradimento del significato più intimo della paternità, attraverso la rilettura della tragedia di Edipo e del mito di Narciso. Nella parabola del «figliol prodigo» giunge a considerare la genesi di una nuova forma di paternità, più profonda, che diventa costitutiva della identità del figlio e vero e ultimo limite preventivo ad ogni forma di abuso. Suggerisce quindi che, nei percorsi di formazione, prevenzione e guarigione, venga dato maggiore rilievo allo sviluppo di tale paternità interiore e considera la necessità e l'urgenza di operare un accurato screening psicologico e un adeguato discernimento spirituale, al fine di individuare i fattori di rischio che potrebbero ingenerare forme di abuso» (David Songy, St. Luke Institute, Maryland, USA). «Il testo di Salvatore Franco affronta un tema scomodo, la cui trattazione incontra ostacoli culturali, sistemici e individuali. Il mio augurio è che trovi ampia diffusione e contribuisca a una presa di coscienza e favorisca un atteggiamento pro-attivo nella creazione di un ambiente sicuro nella Chiesa e nella società» (Hans Zollner, Pontificia Università Gregoriana).