Dei Templari s'è scritto e detto molto, e non sempre con la dovuta serietà e prudenza dello storico professionista, che "si muove" solo con quella documentazione di cui abbia potuto verificare la consistenza. In questo libretto tre storici hanno scelto una prospettiva inusuale: invece di indagare sui Poveri Cavalieri Templari (Poveri Compagni d'Arme di Cristo e del Tempio di Salomone, come recita il loro nome completo), si è scelto da un lato la figura di uno dei persecutori dell'Ordine, il papa Clemente V, sia nella sua posizione giuridica e politica, sia a un livello meno "concreto", ovvero sul destino del suo nome (pomeri est omeri, dicevano i Latini), così come sulle profezie correlate proprio all'evento capitale dell'estinzione dell'ordine: il rogo del Gran Maestro Jacques de Molay e del Precettore di Normandia, Geoffrey de Charnay, il 18 marzo 1314 a Parigi. Completa il volumetto l'appendice di un poeta, sul "senso" del cavallo nella storia della cavalleria, in cui i Templari si collocano. Non mancano le sorprese.
Due filosofi e due storici delle religioni espongono le loro opinioni su un affascinante edificio 'misterioso', che la Sovrintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area Archeologica di Roma ha negli ultimi anni restituito alla città e al mondo della cultura, salvandolo dal degrado e dall'infestazione micotica che ne disgregava i pregevoli stucchi. Si tratta della Basilica sotterranea di Porta Maggiore, a Roma, rinvenuta per caso durante i lavori della linea ferroviaria Roma - Napoli nel 1917. Da allora molti studiosi si sono cimentati per attribuirle un'appartenenza cultuale e religiosa, e per decifrarne il messaggio nei pregevoli stucchi che la adornano. In questo volumetto il mondo degli stucchi dell'ipogeo viene considerato da prospettive diverse, fornendo al lettore un prospetto 'a rilievo' di un monumento che elude conclusioni definitive.
Un bambino è già un uomo. Un istante prima della nascita l'angelo gli spegne con un soffio la fiammella e il bambino dimentica tutto: tutta la sua vita dovrà essere dedicata allo studio della Torah, a cercare di ricordarsi quello che aveva già imparato. Gli viene spenta la fiammella che portava sulla testa nel ventre della madre e questa viene sostituita dalla luce del mondo esterno. Nei meandri oscuri del ventre materno aveva una luce interna, questa si spegne e al suo posto viene la luce del sole, che abbaglia invece di illuminare. Per questo, continua la leggenda ebraica, il neonato piange al momento della nascita, poiché ha dimenticato tutto e dovrà dedicare tutta la sua vita a cercare di ricollegarsi faticosamente al sapere perduto. Il neonato piange poiché non sa più o, per meglio dire, non ricorda più ciò che già sapeva. Le maggiori tradizioni culturali e sociali costituiscono il patrimonio ed il fondamento della Tradizione Esoterica occidentale, il processo per pervenire alla Conoscenza è eminentemente un processo di ricollegamento a ciò che è già in noi, ossia alla Sapienza che ci proviene da Dio e che abbiamo rimosso.
La "Fonte" vuole riferirsi alla fontana, come la chiamavano gli abitanti del posto, ma anche all'origine dei rituali di iniziazione ad essa collegati, ai Templari e alle loro radici. "Nascosta" poiché nota solo a chi doveva esserlo. La Fonte di Pescosansonesco, apparentemente un luogo qualunque, cela un segreto, come la fontana delle 99 cannelle di L'Aquila, un ruolo straordinario che emerge dal contesto in cui si trova e dai numerosi simboli esoterici in essa contenuti. Essa non è che il punto di partenza per un viaggio nell'esoterismo.
Il romanzo vive due storie parallele - una che si snoda ai tempi di Gesù e l'altra che si sviluppa ai nostri giorni - destinate a ricongiungersi in un finale imprevedibile e di intenso significato per i destini del genere umano. La prima storia riguarda la straordinaria figura dello scriba Eleazar, che segue la predicazione di Gesù annotandone gli eventi miracolosi; il momento più importante della sua esperienza tuttavia è quello in cui Pietro gli rivela il segreto della Passione di Cristo e una profezia che si avvererà nella pienezza dei tempi. La seconda storia ruota intorno ad un frate occitano, Antonio d'Esquivel, il quale si convince che il vangelo di Matteo sia stato scritto in realtà dall'apostolo Mattia, quello che è subentrato a Giuda. Quando un'imprevedibile scoperta archeologica sembra dargli ragione, finisce per trovarsi al centro di un intricata vicenda che si snoda in Israele, e in specie in Galilea, coinvolgendo il Vaticano e i servizi segreti israeliani, mentre la profezia viene a delinearsi in tutta la sua drammaticità minacciando l'umanità intera.
Tradizione integrale, magia e politica. C'è un filo rosso, un interrogativo, che fa da sfondo all'intera opera di Julius Evola: nell'età moderna o, per dirla con le stesse parole del barone romano, nel Kali Yuga, l'età oscura, come può l'uomo accedere alla realizzazione spirituale? Tutte le sfaccettature del personaggio evoliano, dal pittore dada al teorico dell'individuo assoluto, dallo studioso della spiritualità originaria al filosofo della contestazione, sono il tentativo di rispondere a tale quesito. Il pensatore Evola ha sempre riposto nel soggetto, nell'"Io", il cardine della propria ricerca ideale. Dagli anni giovanili, segnati dalla personalissima ricezione dell'idealismo tedesco, che ha portato alla stesura della "Teoria e fenomenologia dell'individuo assoluto"; fino all'elaborazione del profilo "dell'individuo differenziato" di Cavalcare la Tigre. In questo percorso la speculazione evoliana è stata arricchita dallo studio di alcune delle grandi correnti dell'esoterismo tradizionale che ne hanno influenzato il pensiero. Un viaggio metafisico tra Oriente e Occidente.
Contro la diffusa opinione accademica secondo la quale "la Qabbalà è indefinibile", l'autore si propone di darne una visione d'insieme, chiara quanto possibile, per un pubblico generico, poco aduso alle sottigliezze della lingua e della cultura ebraica, ma restio, al contempo, ad ogni sorta di superficialità, fanatismo, arbitrarietà.
Il volume tratta l'antica arte dei magistri costruttori, lungamente elaborata nel corso dei secoli e tradizionalmente trasmessa con l'esempio pratico e l'insegnamento "da bocca ad orecchio". "De secreta Architectura" indaga molteplici fattori, tecnici, filosofici, metafisici, geometrici, musicali, astronomici e simbolici, per comunicare i tanti segreti costruttivi dell'architettura del passato, dall'età dei Greci e degli Etruschi ai Romani e poi dal Medioevo sino agli inizi del Rinascimento. Un piccolo trattato che conduce il lettore attraverso le immutabili armonie geometrico-metafisiche e armonico-musicali che risuonano e si amplificano nel cuore e nella mente del cercatore della verità che vuole coscientemente penetrare nel mistero dell'universo. Gli edifici sacri di cui si tratta nel libro costituiscono, infatti, un'allegoria, una proposizione di leggi super umane, sintesi di materia e spirito, in modo che ogni elemento abbia quale scopo ultimo l'agire sulle corde emozionali dell'uomo per aiutarlo ad accedere a una realtà a lui sconosciuta.
La città di Napoli è stata, sin dai tempi più antichi, crocevia di religioni e associazioni iniziatiche, vantando nondimeno una tradizione ermetica e alchemica impareggiabile. Dai culti egizi alla Scuola Pitagorica, dalla sapienza araba a quella ebraica, dai templari agli altri ordini cavallereschi non vi fu tradizione che non ebbe a Napoli un centro privilegiato. Accademie, scuole, letterati, personaggi illustri, esoteristi, filosofi, maestri tutti trovarono nella capitale del Regno delle Due Sicilie un clima ideale per crescere ed espandersi, gettando semi prolifici in ogni parte d'Italia e d'Europa, alcuni dei quali non sono mai stati esaminati in maniera approfondita. Dietro eventi che sembrano confusi e slegati tra di loro, si intravvede uno scenario di fondo che, ricostruito, potrebbe gettare luce laddove è calato il buio dell'oblio e rigenerare l'importanza culturale di una città che è stata faro di civiltà. Esaminando le vicende storiche e analizzando i documenti disponibili, il libro cerca di dare risposte a molte domande insolute, ponendole per contro di nuove agli studiosi di vari campi del sapere.
"Questo volume si pone lo scopo di presentare il mito partendo da un'introduzione utile a favorire una conoscenza di base dell'argomento e propone, di seguito, alcuni saggi di approfondimento tesi ad estendere ed affinare la comprensione di ciò che possiamo considerare come la prima vera forma verbale di comunicazione di tipo sacro e il primo tentativo dell'uomo di conoscere se stesso attraverso la religiosità, l'immaginazione ed il racconto. Il libro si apre, pertanto, con una presentazione generale seguita da un lungo saggio risalente ad oltre sei anni fa (e solo lievemente ritoccato) dal titolo: "Introduzione al mito", la cui prefazione è stata composta dal caro e compianto Bent Parodi di Belsito di cui desidero ricordare il vastissimo magistero spirituale e laico e soprattutto il ruolo di primo piano che egli seppe svolgere, ai livelli più alti, anche in ordine agli studi sul simbolo, sul mito, sur Rito e sull'iniziazione."