La generazione è l'esperienza più fondamentale, intensa e imprevedibile che un essere umano possa vivere. Questa verità, comune a ogni cultura in ogni tempo, è attestata dalla Bibbia, con una stupefacente varietà di storie, dalla prima all'ultima pagina: essere padre, madre, figlio è uno dei primi modi della rivelazione di Dio, forse quello privilegiato. Esiste un intimo legame tra il mistero di Dio e la catena delle generazioni, come se Dio fosse il ?testimone' consegnato da una generazione all'altra e insieme il custode di quella realtà affascinante e temibile che è il generare. Il libro di Jean-Pierre Sonnet si apre con la esigente domanda sulle origini, che ogni genitore prima o poi si sente rivolgere: «Quando tuo figlio ti chiederà: perché?». L'interrogativo, tratto da un passo-chiave della Scrittura, impedisce di pensare e vivere in modo ripetitivo e automatico il rapporto tra le generazioni. Costringe i padri e le madri a raccontare che cosa li ha tenuti in vita e ha dato anima ai loro giorni, mettendoli così in condizione di essere genitori non solo secondo la carne, ma secondo la parola. Generare alla vita significa narrare, un atto sacro portatore di una fecondità segreta. La narrazione parla di come Dio si è fatto presente nella trama, quasi sempre nascosta, della storia, senza mai arrendersi ai rifiuti, ai rovesci, ai fallimenti, ma trovando con misericordia e ingegnosità incrollabili un varco sempre nuovo per incontrare gli uomini. Di tutto questo ci parla Sonnet attraverso un libro eccezionalmente luminoso, e a tratti commovente. La sua sapiente esplorazione restituisce alla fiducia i molti padri e le molte madri che in questo tempo rassegnato si scoprono privi di parole e racconti da dire ai figli. Saranno i figli stessi che reclameranno ai genitori il misterioso appuntamento tra le generazioni: «I più giovani possiedono l'arte di far tornare alla vita i loro genitori assenti, dimentichi della vita di Dio. Ancora e sempre, Dio visita il suo popolo attraverso la generazione che viene».
"La famiglia è un luogo altissimo della realizzazione del progetto di Dio su ciascuno. Sforzarsi di rispettare la dignità di coloro che vivono con noi, privilegiare il dialogo anche nei momenti di stanchezza e di delusione, sono modi concreti, possibili, anche se a volte difficili, di seguire Gesù nella propria vita quotidiana". È una ricetta semplice e insieme consapevole delle difficoltà quella che Carlo Maria Martini propone di fronte alle complesse sollecitazioni che si addensano sulle relazioni affettive e sull'istituzione familiare stessa. In diverse occasioni, negli anni del suo ministero pastorale, l'amatissimo arcivescovo di Milano è tornato su questi temi, con la sollecitudine e l'originalità, l'approfondita conoscenza della Scrittura coniugata alla concretezza della vicinanza pastorale, che sempre sono state la cifra dei suoi interventi. Questo volume raccoglie le conferenze e i discorsi più significativi del cardinal Martini sulla famiglia e il matrimonio, che vanno da riflessioni di carattere generale sul sacramento del matrimonio e sul profondissimo legame esistente tra eucaristia e famiglia a indicazioni di cammino per affrontare le fatiche legate all'educazione dei figli, le prove portate dalla precarietà del lavoro, le insidie dei percorsi di concordia e riconciliazione.
Parlare oggi di virtù significa interrogarsi con forza sul significato antropologico dell'eccellenza umana. In prospettiva pedagogica, quest'invito si fa sempre più urgente, poiché si confronta apertamente con alcuni snodi educativi fondamentali per la crescita come la formazione del carattere, il valore della testimonianza e il senso della vita buona per l'uomo. La virtù, perciò, non si esaurisce nel possesso di particolari abilità o specifiche competenze, ma vivifica l'incontro, sempre imprevedibile, fra educatore ed educando. Ne consegue come il testo, pensato in particolar modo per tutti coloro che sono impegnati educativamente con gli adolescenti, vuole andare alla radice di quelle dinamiche relazionali intersoggettive che proprio l'atto virtuoso, indagato tenendo anche conto delle più recenti prospettive neuroscientifiche, consente di avvalorare e che ritrovano nel mondo emozionale, nella disponibilità empatica e nel perdono le sue rivelazioni esistenziali più incisive.
Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è uno dei migliori al mondo: ha infatti assicurato agli italiani un buon livello complessivo di salute, rispondendo, nel tempo, alle aspettative di assistenza sanitaria di tutti i cittadini. Eppure, complice anche la recente crisi economico-finanziaria internazionale, si profila all'orizzonte una possibile 'tempesta perfetta' che rischia, in assenza di un significativo cambiamento di rotta, di farlo 'naufragare'. Gli Autori, attraverso un'oggettiva e sistematica analisi, presentano una fotografia articolata della storia e delle prospettive del nostro 'sistema salute': i trend demografici e sanitari, le colpe di chi è 'guida' o è 'a bordo' della nave, gli allarmi lanciati e rimasti inascoltati per anni, le principali carenze strutturali e qualitative. Seguendo il percorso logico disegnato, si possono così già scorgere i primi segnali che ci dicono chiaramente che non c'è tempo da perdere. Il libro rappresenta un prezioso strumento, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per tutti i cittadini che vogliono capire meglio cosa sia stato, cosa è e cosa potrà essere il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Prefazione di Beatrice Lorenzin.
Il contributo di una quarantina di autori di fama internazionale confluito in questo volume in onore di Giovanni Reale, ciascuno con il suo tema e il suo punto di vista, dimostra quanto fosse efficace l'esempio di libertà di ricerca che Reale offriva alla comunità scientifica. Il fatto che i vari interventi siano per lo più concentrati su argomenti aristotelici e platonici riflette il medesimo percorso che ha seguito il Maestro, che tanto impegno ha profuso su questi temi fondamentali. I contributi sul pensiero cristiano, caratterizzanti le sue ultime opere, vedono proprio in esso e nello spirito della patristica l'esito del pensiero classico per effetto di una costante, ma sempre discreta, ispirazione apologetica. Infine la circostanza che tutti i contributori siano riuniti proprio in queste pagine dipende dalla inconfondibile e coinvolgente passione per la ricerca di Giovanni Reale, irresistibile dispensatore di entusiasmo.
Il posto delle donne nella Chiesa: non è una questione nuova, e neanche semplice. Perché non si tratta solamente di aprire alle donne posti di potere e di prestigio finora negati, ma di andare dritti al cuore del cristianesimo stesso, a quel "maschio e femmina li creò" che ci restituisce l'immagine completa di Dio, a quell'audacia originaria dei Vangeli che raccontano i rapporti rivoluzionari di Gesù con le donne della Galilea patriarcale. Occorre insomma che il cristianesimo torni alla dirompente novità delle sue fondamenta e in un certo senso restituisca il dono ricevuto secoli fa. Solo in questa prospettiva, ricongiungendosi alle proprie radici, si può arrivare a una nuova concezione del ruolo femminile: interrogandosi, rileggendo con occhi nuovi la Bibbia, riscoprendo con rinnovata attenzione le vite e gli scritti delle donne che sono state protagoniste della storia millenaria della Chiesa. È questa la disposizione che anima gli autori degli interventi qui raccolti: donne e uomini che, accogliendo l'invito di Papa Francesco a impegnarsi in una "profonda teologia della donna", dialogano fra loro mettendo in luce prospettive, criticità, esempi e proposte di vita. La loro interazione, la loro disponibilità verso le specificità di ognuno e le somiglianze reciproche, diventa essa stessa modello della corretta ricerca di quella che Lucetta Scaraffia, curatrice del libro, chiama "complementarità diseguale", un dinamico alternarsi di ruoli all'interno della collaborazione...
Il servizio pubblico rappresenta il contributo più importante e originale che l'Europa abbia offerto alla storia mondiale della televisione. Il libro di Jerôme Bourdon colma un'importante lacuna e rappresenta il primo tentativo di raccontare una storia integrata delle televisioni europee: l'autore individua una serie di fili rossi, di scambi e di sovrapposizioni che s'intrecciano lungo sessant'anni e che riguardano sia le vicende istituzionali e politico-economiche sia i contenuti e i grandi generi (dall'informazione alla fiction, dall'intrattenimento alla reality tv) nei cinque Paesi più importanti dell'Europa occidentale (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), con incursioni anche in nazioni più piccole (come i Paesi Scandinavi, il Portogallo e i Paesi Bassi). Quella che emerge è una storia avvincente, caratterizzata da importanti somiglianze e altrettante differenze, che riguardano, per esempio, i modi in cui i diversi sistemi televisivi hanno affrontato cambiamenti epocali come la deregolamentazione, l'avvento delle reti commerciali, la sfida dell'Auditel e dei sistemi di quantificazione del pubblico, la circolazione internazionale dei format e la progressiva "americanizzazione" della cultura popolare del Vecchio Continente.
La "Lettera dottrinale valentiniana" fu scritta in greco attorno alla metà del II secolo dopo Cristo, ma è giunta a noi tramite Epifanio di Salamina che l'ha riportata nel suo Panarion. Essa rappresenta un vero e proprio caso: è stata fin qui quasi completamente trascurata, pur costituendo uno dei rari documenti in lingua originale relativi allo gnosticismo antico. Lo studio di Giuliano Chiapparini ricostruisce le vicende di questa lettera, ne indaga le caratteristiche e ne analizza i contenuti così da motivare la sua valorizzazione. La lettera si presenta come una rivelazione esoterica di una dottrina gnostica valentiniana molto peculiare. L'anonimo autore illustra con precisione le 'modalità' della manifestazione del sommo dio, riorientando per i propri scopi una terminologia e un bagaglio concettuale derivati dal contesto medioplatonico e soprattutto dagli scritti neotestamentari, in particolare quelli di estrazione paolina. Propone, quindi, una rilettura della dottrina di Valentino, uno dei più noti maestri gnostici del tempo, caratterizzata, pur in un contesto protologico di natura dualistica, dalla tendenza a intendere il divino sommo in maniera molto compatta; in questo modo prende le distanze da altre interpretazioni diffuse fra i seguaci di Tolomeo, continuatore di Valentino, che sembravano inopportunamente accentuare l'ipostatizzazione delle differenti 'modalità' con cui il divino si è voluto mostrare 'senza veli'.
Un filo rosso collega le pratiche di preghiera in varie parti del mondo e attraversa fedi e religioni diverse. Questo filo rosso è il rosario. Strumento tra i più antichi dell'umanità, si trova tra le mani dei fedeli cristiani cattolici, copti, ortodossi, siriaco-caldei - come di quelli islamici, dal Marocco all'Indonesia, dai sufi di Istanbul fino alle lontane isole di Giava e Sulawesi. Scandisce i mantra del mondo buddista da Lhasa ad Hanoi e a Tokyo. Unisce l'induismo indiano a quello praticato a Bali. Questa ricorrenza così puntuale ci dice una cosa interessante: quando la gente prega, lo fa in un modo che è molto simile nelle pratiche, anche se può essere differentissimo nei contenuti. La preghiera può assumere i connotati dell'ascesi, per liberarsi dei condizionamenti mentali e fisici e focalizzarsi sul proprio centro interiore, o esprimere la richiesta della grazia del Dio cui si rivolge, o ancora dar voce alla lode attraverso l'elencazione dei molteplici nomi divini. Ma sempre, in questa varietà di intenzioni, chi ripete una formula, una preghiera, una lode, specialmente se aiutato dal cerchio del rosario, intraprende una sorta di pellegrinaggio. Un pellegrinaggio compiuto da fermi, con l'intensità e la forza di chi bussa più e più volte alla porta di Dio. Questo libro, ricco di foto, segue il filo rosso del rosario attraversando i mondi e i modi della preghiera quale esperienza umana tra le più intime e necessarie...
Ripercorrere la storia del libro cristiano non vuol dire solo conoscere più approfonditamente autori e opere che hanno fatto dell'esperienza di fede la loro cifra spirituale e letteraria. Vuol dire anche comprendere da una prospettiva privilegiata lo sviluppo della cultura umana, nel quale il libro cristiano, nella varietà delle sue espressioni e delle sue forme, ha esercitato un ruolo dinamico e spesso insostituibile. A quest'impresa si è dedicato Giuliano Vigini, figura di spicco nel panorama dell'editoria italiana, in un'opera in tre volumi, in cui colloca il libro cristiano nei vari contesti religiosi, culturali ed editoriali in cui si è sviluppato e diffuso ed esamina le opere che maggiormente hanno illustrato questo cammino sotto il profilo teologico, spirituale e letterario. In questo primo volume si parte dalla letteratura biblica per arrivare alla metà del VI secolo, quando si conclude un grande ciclo della patristica e inizia un'epoca nuova. Per la portata che a vario titolo rivestono nella storia della nostra cultura, un particolare accento viene posto sul corpus biblico e sull'opera di Agostino. Il "Libro dei libri" occupa uno spazio e un'importanza senza confronti non solo nell'ambito spirituale, ma nella storia dell'editoria tout court, grande codice religioso, morale ed etico delle comunità di fede che lo hanno assunto come loro imprescindibile riferimento, è stato anche la fonte d'ispirazione primaria per tutta la cultura occidentale.