L'idea che al di fuori di noi gli uomini o altri enti possano influenzare il corso delle cose nella natura e nella storia è presente in tutte le culture. Ma è nel bacino del Mediterraneo, nel corso del primo secolo avanti Cristo, che diviene popolare la pratica di rappresentare gli dèi in forma umana. Poiché essi compiono azioni destinate ad avere effetto sugli uomini, vengono ricordati i grandi avvenimenti in cui non manca l'intervento di un dio chiamato in soccorso. La cultura greca offre la possibilità di rendere pubblici questi racconti sia nel teatro che nelle espressioni tradizionali della poesia e del canto. È in questo contesto che i miti si configurano come storie o, più semplicemente, come "esposizioni". Essi, infatti, sono essenzialmente racconti tradizionali rilevanti per chi parla e per chi ascolta, caratteristiche che consentono di interpretare le narrazioni di molte culture come miti, di compararle e di sottoporle allo sguardo della storia delle religioni. Tuttavia, un'unica disciplina non basta a esaurire il fenomeno della narrativa tradizionale nel mondo antico poiché i miti sono un punto di intersezione culturale - un crocevia - in cui si incontrano la prassi e la riflessione religiosa, la semantica e l'immagine della storia, le forme di comunicazione e la vita quotidiana degli antichi.
Nella Bibbia i riferimenti alla figura del medico sono scarsi e frammentari, se si fa eccezione per il Siracide, per le pagine del Vangelo di Marco dedicate all'attività terapeutica di Gesù e per un proverbio molto conosciuto nella letteratura antica, "medico cura te stesso", noto ancora oggi grazie al Vangelo di Luca. Un breve viaggio in Egitto e Mesopotamia oltre che nell'Antico e nel Nuovo Testamento, nei testi ebraici, arabi e nel corpus ippocratico consente di ripercorrere il rapporto tra medicina e religione nel mondo antico e di attualizzare e declinare il significato del proverbio in chiave biblica (salva te stesso), filosofica (conosci te stesso), psicologica (analizza te stesso) e professionale (abbi cura di te). Una riflessione che riguarda ogni persona e, in particolare, coloro che hanno il compito di aiutare chi vive situazioni critiche e ha bisogno di attenzioni e cure.
L'impulso a conservare e venerare le parti del corpo dei santi defunti ha caratterizzato l'esperienza umana sin da quando Buddha perse il suo primo dentino e Giovanni Battista la propria testa. "La bottega delle reliquie" di Peter Manseau, con i suoi racconti su Gesù, Buddha, Maometto e una folla di altre anime sante, narra le storie nascoste di quei corpi che, nei secoli, hanno significato così tanto. Lungo questo viaggio incontriamo una californiana attirata in un convento di Gerusalemme dalla mano recisa di una suora, un esperto forense francese che gira per il metrò con la presunta costola di Giovanna d'Arco, due giovani fratelli siriani che imparano l'inglese nel cortile della moschea dove si conserva il pelo di barba di un profeta, scoprendo così molti particolari delle popolari e dubbie leggende sui santi defunti. Manseau ha scritto un libro toccante sulla vita, sulla molteplicità delle fedi e su come vita e fede si sostengano a vicenda. "La bottega delle reliquie" è un grande viaggio, che attraverso la profonda curiosità dell'autore e l'incontro con chi si prende cura dei morti, mette insieme un affresco delle religioni del mondo. Dietro un tono leggero e ironico emerge una profonda riflessione sull'indissolubile nesso tra dimensione spirituale e materiale: necessitiamo di simboli per sopravvivere e siamo noi stessi simboli.
Oltre agli dei e agli eroi, il mito conosce altri esseri ancora più strani e misteriosi. Creature bizzarre come le Sirene e i Ciclopi, i Centauri e i Satiri, le Sfingi e le Arpie. E poi tutta l'immensa schiera di demoni e draghi, ninfe e giganti, mostri e folletti che si annida nelle selve del mito. Figure nate dalla fantasia di un mondo che praticava la magia, usava i filtri d'amore, credeva alle apparizioni divine, alle statue piangenti, alle guarigioni miracolose. Dall'immaginazione dei greci e dei romani discendono anche i vampiri e i licantropi, le storie di fantasmi e i racconti di streghe, i viaggi sulla luna e le spedizioni in fondo al mare. In questo libro, Giorgio Ieranò indaga il lato oscuro e irrazionale del mondo antico, raccontando le leggende arcane che sono alla radice dei nostri sogni e dei nostri incubi. Perché i demoni pagani, magari travestiti da diavoli cristiani o da personaggi del mondo fantasy, sono ancora tra noi.
Un filo rosso collega le pratiche di preghiera in varie parti del mondo e attraversa fedi e religioni diverse. Questo filo rosso è il rosario. Strumento tra i più antichi dell'umanità, si trova tra le mani dei fedeli cristiani cattolici, copti, ortodossi, siriaco-caldei - come di quelli islamici, dal Marocco all'Indonesia, dai sufi di Istanbul fino alle lontane isole di Giava e Sulawesi. Scandisce i mantra del mondo buddista da Lhasa ad Hanoi e a Tokyo. Unisce l'induismo indiano a quello praticato a Bali. Questa ricorrenza così puntuale ci dice una cosa interessante: quando la gente prega, lo fa in un modo che è molto simile nelle pratiche, anche se può essere differentissimo nei contenuti. La preghiera può assumere i connotati dell'ascesi, per liberarsi dei condizionamenti mentali e fisici e focalizzarsi sul proprio centro interiore, o esprimere la richiesta della grazia del Dio cui si rivolge, o ancora dar voce alla lode attraverso l'elencazione dei molteplici nomi divini. Ma sempre, in questa varietà di intenzioni, chi ripete una formula, una preghiera, una lode, specialmente se aiutato dal cerchio del rosario, intraprende una sorta di pellegrinaggio. Un pellegrinaggio compiuto da fermi, con l'intensità e la forza di chi bussa più e più volte alla porta di Dio. Questo libro, ricco di foto, segue il filo rosso del rosario attraversando i mondi e i modi della preghiera quale esperienza umana tra le più intime e necessarie...
Soltanto in tempi recenti, la globalizzazione della religione è divenuta oggetto di studio nelle scienze umane, soprattutto in campo sociologico, mentre una simile intensa attenzione non sembra aver toccato l’analisi storica della mondializzazione del sacro e del secolare.
L’analisi dei rapporti instauratisi in passato tra religioni e secolarizzazioni sviluppata nelle pagine seguenti propone un approccio globale alla questione e, proprio considerando lo sfondo estremamente mutevole su cui si muove, intende offrire alcune coordinate introduttive utili a orientarsi in territori soltanto marginalmente esplorati dagli storici. La scelta di circoscrivere l’osservazione alle tre “religioni del Libro” è un limite consapevolmente posto a questa ricerca, non tanto perché altre confessioni non abbiano un peso rilevante o non siano toccate da fenomeni assimilabili alla secolarizzazione, ma in quanto le tre fedi monoteistiche hanno tra loro tratti, luoghi di influenza e traiettorie, almeno in parte, comuni. La comparazione risulterebbe, infatti, più frammentata se ampliata ad altre “esperienze del sacro” e, non da ultimo, richiederebbe specifiche ed estese competenze su mondi assai complessi.
Ricostruire le origini delle relazioni tra sacro e secolare in una prospettiva globale, evitando semplificazioni svianti e catastrofismi immotivati, può aiutare a capire le ragioni del loro instabile equilibrio, ma anche a comprendere come sia possibile tenere insieme libertà individuali e legami comunitari nell'ingarbugliato "villaggio globale".
La cronaca propone sempre più spesso occasioni per riflettere sul rapporto tra religioni e politica: dall’educazione familiare ai simboli religiosi nei luoghi pubblici, dai cambiamenti di regime alle intromissioni delle credenze morali nell’elaborazione delle leggi. Di fronte alle tensioni attuali è opportuno conoscere le origini di questo rapporto contrastato: misurare quale impatto abbiano avuto i conflitti tra sacro e secolare sulla scuola, sul matrimonio, sulla scienza o sulla organizzazione delle società aiuta a comprendere come le fedi hanno contribuito a forgiare il mondo globalizzato. La ricca dialettica tra fenomeni religiosi e processi di secolarizzazione è frutto di percorsi che nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam hanno seguito traiettorie diverse, ma che si sono tra loro continuamente incrociati. Uno sguardo plurale, che riflette su fedi e forme differenti dell’attuale pensiero laico e, allo stesso tempo, coglie le loro influenze reciproche lungo i secoli.
Indice
Introduzione
1. I confini della storia
2. Società in movimento
2.1. Fedi e società moderne
2.2. Famiglie nella secolarizzazione
2.3. Le religioni a scuola
3. La politica delle religioni
3.1. La laicità dello stato
3.2. Il potere della fede
3.3. Religioni rivelate e democrazia politica
4. I nuovi interrogativi
4.1. Un mondo uscito da Dio
4.2. “Multisacro” o “multisecolare”?
Viviamo in una società multietnica e multiculturale: flussi migratori e globalizzazione hanno portato a straordinari mutamenti della geografia sociale e alla convivenza di gruppi di persone appartenenti a culture e tradizioni molto differenti, prima disposti generalmente in spazi geografici separati. Uno dei fenomeni macroscopici conseguenti a questa nuova situazione è il pluralismo religioso: confessioni diverse si trovano a vivere in uno stesso territorio e a condividere uno spazio comune. La religione diventa quindi uno degli elementi fondamentali di identità di ciascun gruppo, intorno a cui si consolidano i legami di comunità e solidarietà. Si creano cosi le condizioni per il confronto ma anche per lo scontro. Il pluralismo religioso è un dato sociale e culturale assolutamente nuovo nelle sue dimensioni e implicazioni. E una realtà di cui ciascuno di noi fa quotidianamente esperienza: una realtà di problemi certo, ma anche di grandi opportunità, sulla quale è importante riflettere per risolvere i conflitti e costruire un futuro di vita comune.
Questo libro attraversa la storia, le religioni, le diverse culture. Fa il punto sul movimento mondiale che ha portato il pianeta, oggi, in maggioranza, a rinunciare alla pena capitale. L'autore, con la Comunità di Sant'Egidio, ha avuto un ruolo personale in questo cambiamento epocale. Un libro sulla vita, l'arte di vivere che si scopre assieme alle famiglie delle vittime, ai condannati, agli innocenti, mentre si fa un viaggio in luoghi sconosciuti. E leggere è quasi un'avventura: dentro il braccio della morte in Texas, nel sistema giudiziario e nelle sue contraddizioni, nella vita di un condannato a morte innocente, il numero 100 in America. Scritto in presa diretta, "Life" è anche un resoconto dettagliato del ruolo che l'Italia e l'Europa hanno in questa intelligente diplomazia umanitaria.
Breve saggio sulla necessità del dialogo interreligioso visto da un autorevole intellettuale non credente ma molto attento all'importanza del fatto religioso. Secondo l'autore, il dialogo tra le fedi vince le tentazioni integraliste di ogni credo e permette di individuare figure di riferimento e leader capaci.
Cristianesimo e islam nel passato e nel presente: un percorso tra divergenze e analogie, nodi e snodi
La Bibbia nel Corano: Adamo, Eva, Caino, Abele, Abramo, Giuseppe figlio di Giacobbe, Maria e Gesù
I musulmani in Europa: la sfida della multiculturalità e la necessità dell’accoglienza e dell’ascolto
E' possibile ai musulmani tentare una lettura islamica della Bibbia e ai cristiani un approccio cristiano del Corano sfuggendo a volontà proselitiste e a pretesti polemici?
Una riflessione alla ricerca dei presupposti culturali e teologici, per un confronto interculturale e un dialogo islamo-cristiano oltre gli stereotipi.
Dalla quarta di copertina:
E' possibile ai musulmani tentare una lettura islamica della Bibbia e ai cristiani un approccio cristiano al Corano sfuggendo a volontà proselitiste e pretesti polemici? E' possibile trovare nelle diverse tradizioni religiose forme complementari di una comune ricerca dell’unica Verità?
La riflessione di La Torre intorno ai concetti chiave della fede islamica e al rapporto teologico tra Bibbia e Corano si pone nell’ottica di un autentico confronto interculturale, del superamento di equivoci e incomprensioni, per un dialogo islamo-cristiano oltre gli stereotipi.
Analizzando convergenze e divergenze tra i due testi sacri, La Torre intende così fornire un contributo alla ricerca nell’"altro" del volto di Dio.
Nel suo ultimo saggio Stark dimostra con il consueto rigore l'infondatezza del mito secondo cui il mondo starebbe abbandonando la fede e la religione. Basandosi su un sondaggio che abbraccia più di un milione di persone in 163 nazioni, arriva alla conclusione opposta, ne spiega le ragioni e prevede le conseguenze sul nostro futuro, sbaragliando con dati e fatti l'opinione corrente. Soprattutto evidenzia come il crollo imminente della fede sia un'eventualità temuta e sbandierata da secoli: probabilmente “conclude“ la fede più «irragionevole» di tutte è proprio quella nella secolarizzazione.