Capolavoro della letteratura medievale, l’opera più nota di Caterina da Siena vede la luce in una nuova traduzione che rende più accessibile il suo idioma trecentesco, suddividendo in modo più chiaro il contenuto, arricchendo i vari paragrafi di note esplicative e corredando il tutto con un indice tematico per una lettura comparativa. Il testo rivela lo sforzo faticoso di sintesi delle principali idee della santa già emerse nelle numerose lettere ma anche la preoccupazione di sviluppare maggiormente la parte dottrinale ancorandola saldamente più alla sua straordinaria esperienza mistica che alla sistematicità della teologia. Queste pagine documentano infatti l’apice della sua esperienza religiosa che la introduce negli abissi della pietà divina tutta rivolta all’umanità da riscattare e riabilitare completamente. Questa nuova edizione del Libro di Caterina da Siena è stata condotta sull’ultima edizione critica del manoscritto Casanatese pubblicato da Giuliana Cavallini. Con questo volume si completano all’interno della collana Minima le opere di Caterina da Siena.
Con questa raccolta di studi, per lo più inediti o, se editi, largamente rielaborati e fondati su nuove ricerche archivistiche e sulla più recente bibliografia, si intende contribuire ad una conoscenza più approfondita della famiglia di Caterina Benincasa e di taluni ambienti nei quali si affermò la sua vocazione e si diffuse il culto per la “beata Caterina”prima della sua canonizzazione, delineando con maggiore precisione alcune figure tra le più rappresentative di “caterinati”, seguaci e discepoli che continuarono a venerarla anche dopo il suo “transito”, o più semplicemente di personaggi, anche meno noti, destinatari delle sue epistole, per poi accennare a personalità che, nel corso dell’ultimo secolo, si sono distinte nel celebrare con opere e iniziative diverse la santità della Vergine senese.
André Vauchez punta l'attenzione sulle molte contraddizioni della vita di Caterina da Siena, tali da rendere vano ogni tentativo di classificarla. In rottura con la famiglia e con tutti gli affetti 'carnali', pur convinta sostenitrice della superiorità della vita contemplativa nei confronti della vita attiva, Caterina ha mantenuto fino alla fine la sua condizione di penitente che viveva in modo autonomo in mezzo al mondo, sempre in movimento, per poter essere più libera ed efficace nella sua azione a favore della Chiesa e della sua riforma. Si è considerata una messaggera di Dio incaricata di recapitare all'umanità moniti e consigli per il conseguimento della salvezza, ma non ha preteso di essere imitata nel suo genere di vita né di fare scuola su questo. Il suo comportamento e il suo modo d'intervenire nella storia sono innovativi, in quanto non ha esitato a uscire dalla sfera privata per invadere lo spazio pubblico e a rovesciare a proprio vantaggio il rapporto di dipendenza che normalmente le donne intrattenevano nei confronti degli uomini, dei potenti di questo mondo e dei dotti. Favorita da una crisi profonda delle istituzioni e dei poteri del suo tempo, la sua azione e quella di altre donne coeve ha inaugurato una nuova stagione nella storia dell'Occidente, aprendo la strada a un 'cattolicesimo al femminile'. Ma lei è l'unica il cui ricordo abbia attraversato i secoli e fino a oggi non abbia mai cessato di esercitare il suo influsso sulle menti.
Nonostante guerre intestine, pestilenze, tirannie e invasioni di milizie straniere, il 300 è stato la culla di alcune fra le menti più brillanti della storia italiana. E forse non è un caso che santa Caterina sia nata in un periodo così terribile e magnifico. Il racconto della sua vita esemplare, percorsa da ardori mistici, fu per Ada Negri l'occasione per una feconda riflessione sulle virtù cristiane e sui valori che fondano un'esistenza timorata di Dio e insieme emancipata e moderna. Dalla tormentata decisione di prendere i voti alle sofferenze fisiche patite, fino alle nozze mistiche con Gesù Cristo e all'inflessibile indipendenza da convenzioni e regole, Caterina visse pienamente nel proprio tempo, ma lo fece in nome di una giustizia più alta. Meditare con Ada Negri sul miracolo della vita della santa senese significa tuffarsi «tra vampe d'incendio e odore e bollore di sangue» e ammirare il miracolo della Passione incarnato in una donna spinta da una potenza così viva da permetterle di farsi ascoltare, obbedire e temere da pontefici, sovrani, porporati e capitani di ventura.
Il Dialogo è uno dei capolavori di Caterina da Siena, in cui rivive in tutta la sua immensa forza l'ardore della sua contemplazione e della sua carità. Lei lo detta tra la fine del 1377 e l'ottobre del 1378, in circostanze drammatiche della vita politica ed ecclesiale: Caterina ne è coinvolta ben più di quanto potesse normalmente accadere a una donna del Trecento. Ma nel suo Dialogo si solleva al di sopra di sé e delle contingenze del tempo e sintonizza i propri desideri su quelli di Dio stesso. Gli interrogativi che la realtà quotidiana suscita in lei e intorno a lei, Caterina li pone a Dio stesso, e il suo Dialogo è soprattutto un ascolto attento e una registrazione desiderosa di non perdere nulla di quanto Dio le dava di intendere. E una "scrittura mistica" che non prescinde mai, anche nel linguaggio, dal contesto umano: Caterina «con la mente parlava con il Signore, e con la lingua del corpo parlava con gli uomini», come scrive il suo confessore e biografo Raimondo da Capua. Abitualmente i discepoli di Caterina lo chiamavano il Libro, il titolo Dialogo nasce dal fatto che Raimondo, traducendolo dal volgare in latino per consentirgli una maggiore diffusione, osservò che esso «è strutturato a modo di dialogo fra il Creatore e l'anima ragionevole e pellegrina da lui creata». La struttura di dialogo è stata riscoperta da Giuliana Cavallini. Il volume riproduce l'edizione critica messa a punto dalla stessa Cavallini. A fianco è la traduzione in italiano corrente che aiuta il lettore a scoprire la bellezza e la profondità della prosa cateriniana.
"La nostra santa, nella sua natura di donna dotata di fantasia, di intuito, di sensibilità, di vigore volitivo e operativo, di capacità e di forza comunicativa, di disponibilità alla donazione di sé ... è una donna prodigiosa, che in quella seconda metà del Trecento mostra in sé di che cosa sia resa capace una creatura umana, e - insisto - una donna, figlia di umili tintori, quando sa ascoltare la voce dell'unico pastore e maestro, al quale, da "vergine saggia", ha generosamente consacrato la sua vita. "Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia"; anzi, io aggiungo: in tutta la Chiesa, in tutto il mondo. Di questo "fuoco" ha bisogno l'umanità anche oggi, ed anzi forse più oggi che ieri. La parola e l'esempio di Caterina suscitino in tante anime generose il desiderio di essere fiamme che ardono e che, come lei, si consumano per donare ai fratelli la luce della fede ed il calore della carità." (Giovanni Paolo II) "Passeggiare al tramonto, accarezzato dalla tiepida brezza estiva, nei luoghi Cateriniani, ascoltando i suoi passi, il suo pregare silenzioso, il suo anelito di Dio, mi ha suggerito un accostarmi alla Santa senese in maniera più profonda quasi a stringere conoscenza con lei, con la sua fede. Il venticello di quella sera di circa tre anni fa, oserei dire zefiro divino, ha portato la mia interiorità a veleggiare verso il Dialogo della Divina Provvidenza spingendomi al largo, apparentemente in balìa dei tempestosi flutti, difficoltà interpretative, in realtà placide onde che mi hanno cullato ponendomi, onorato di tanto grazia, come muto uditore, spettatore del sublime Dialogo tra Caterina ed il suo sposo. Due anni e mezzo di navigazione, solcando il mare del capolavoro di Santa Caterina da Siena, tra tempeste, nubifragi, splendide albe, meravigliosi tramonti, hanno cesellato, quotidianamente, questo mio omaggio alla Patrona d'Italia e d'Europa e alla sua straordinaria opera." (Gabriele Prigioni)
André Vauchez punta l’attenzione sulle molte contraddizioni della vita di Caterina da Siena, tali da rendere vano ogni tentativo di classificarla. In rottura con la famiglia e con tutti gli affetti ‘carnali’, pur convinta sostenitrice della superiorità della vita contemplativa nei confronti della vita attiva, Caterina ha mantenuto fino alla fine la sua condizione di penitente che viveva in modo autonomo in mezzo al mondo, sempre in movimento, per poter essere più libera ed efficace nella sua azione a favore della Chiesa e della sua riforma. Si è considerata una messaggera di Dio incaricata di recapitare all’umanità moniti e consigli per il conseguimento della salvezza, ma non ha preteso di essere imitata nel suo genere di vita né di fare scuola su questo.Il suo comportamento e il suo modo d’intervenire nella storia sono innovativi, in quanto non ha esitato a uscire dalla sfera privata per invadere lo spazio pubblico e a rovesciare a proprio vantaggio il rapporto di dipendenza che normalmente le donne intrattenevano nei confronti degli uomini, dei potenti di questo mondo e dei dotti. Favorita da una crisi profonda delle istituzioni e dei poteri del suo tempo, la sua azione e quella di altre donne coeve ha inaugurato una nuova stagione nella storia dell’Occidente, aprendo la strada a un ‘cattolicesimo al femminile’. Ma lei è l’unica il cui ricordo abbia attraversato i secoli e fino a oggi non abbia mai cessato di esercitare il suo influsso sulle menti.
Caterina da Siena è una donna a noi molto vicina. Così quale è stata per i suoi contemporanei. In particolare, per la "bella brigata, come soleva dire (figlie e figli spirituali, che con lei condividevano il "buon combattimento" spirituale). Sull'esempio di Paolo. Del resto, tra l'Apostolo dei gentili e Caterina da Siena vi è una sintonia profonda: entrambi innamorati di Cristo crocifisso. È la contemplazione del "dolce Verbo incarnato", infatti, che unifica la ricca personalità di questa giovane domenicana: questo è un aspetto di rilievo per il momento storico che attraversiamo, dove regna il disorientamento a causa della frantumazione e dispersione della cultura e della fede. Caterina può essere anche per noi "maestra" di unità interiore con il fuoco della carità.
Santa Caterina è stata nel corso della sua vita un'interlocutrice privilegiata di Dio Padre, si pensi al Dialogo con la Divina Provvidenza, dove Caterina in estasi parla direttamente con il Padre. Il volume prende in considerazione e analizza questo rapporto straordinario.
Una raccolta sistematica dell'epistolario di Santa Caterina, in una nuova traduzione in italiano corrente. L'interesse attorno alle Lettere di Caterina da Siena è sempre vivo. Lo dimostra la loro continua riedizione prima manoscritta e, dal 1500 in poi, stampata nelle lingue principali. La presente edizione delle Lettere in lingua corrente risponde al desiderio di rendere con un raffinato lavoro editoriale - la sua ricchissima spiritualità più accessibile e vicina agli uomini del nostro tempo conciliando fedeltà al messaggio e attualità della sua espressione. La freschezza del linguaggio diretto, espressione di una straordinaria e autentica esperienza interiore, e l'attenzione costante al mistero dell'uomo rendono la lettura di questo libro attuale e di piacevole lettura.
Enorme è stato l'influsso esercitato da Caterina da Siena (1347-1380) sulla vita della Chiesa e della società del suo tempo. E grandi sono state la stima e la venerazione di cui è stata circondata da molti dei contemporanei, al punto che alla sua morte si celebrarono ben tre funerali solenni: uno voluto dal papa, un altro dai rappresentanti del senato romano e il terzo dall'Ordine domenicano di cui faceva parte. Secondo i primi biografi, la vita di Caterina è interamente segnata da visioni e fatti straordinari, da numerosi esercizi di preghiera e penitenza e da pratiche di carità verso i poveri, gli infermi e i carcerati. Ma anche da un'intensa attività religiosa e diplomatica per invitare principi e capi di Stato a restare fedeli al papa di Roma e per convincere il pontefice a moderare il suo focoso temperamento. Dottore della Chiesa, Caterina è anche patrona principale d'Italia assieme a Francesco d'Assisi.
Il sacerdote nel pensiero di Santa Caterina e l'importanza del ministero sacerdotale nel progetto salvifico di Dio sull'uomo.