L'origine di tutto ciò che ci circonda, del mondo e dell'intero universo, ha sempre interrogato gli esseri umani. Questo volume affianca due narrazioni di questa origine, quella biblica e quella della scienza moderna, con un linguaggio accessibile e coinvolgente. Un percorso affascinante che costringe il lettore a superare il pregiudizio della contrapposizione tra i due racconti per scoprire, nella loro diversità, inaspettate convergenze.
L'Italia sta diventando sempre meno cristiana, più secolarizzata, con una consistente presenza musulmana, e soprattutto più individualista: spesso anche chi crede lo fa a modo suo, senza curarsi dei dogmi della fede. Come reagisce il cardinale Ruini a una situazione del genere? Non facendo sconti sulle esigenze del cristianesimo ma dando dei motivi concreti per credere e vivere da cristiani. La Chiesa sembra spesso in ritirata, sul piano pastorale come su quello culturale e su quello politico. Ruini sottolinea i legami profondi che uniscono la fede alla cultura e la cultura alla politica, legami che la Chiesa non deve stancarsi di promuovere. Due grandi domande gli stanno particolarmente a cuore: anzitutto la domanda su Dio, non solo sulla sua esistenza ma sulla sua rilevanza per noi. In secondo luogo la vita oltre la morte, quella vita piena che ci è promessa nella risurrezione di Cristo. Il cardinale è realista, non si nasconde le difficoltà che stiamo attraversando. Crede però nella libertà. Perciò ritiene che il futuro sia sempre aperto. Le sue parole danno serenità e aprono alla speranza.
Sono qui raccolti tre brevi testi di Karl Rahner. Egli ci invita a cogliere le nostre giornate come un avvento, esortandoci ad andare verso quel Dio che è venuto nel nostro mondo per trasformare tutto nel suo futuro. Ne saremo capaci? Se il tempo liturgico di Avvento è spesso identificato con quelle quattro settimane che ci lasciamo alle spalle non appena festeggiamo il Natale, qui Rahner intende allora sottolineare che questo tempo è molto di più: perché le nostre vite, abitate da ricordi e attese, sono accompagnate da una nostalgia profonda. In che cosa consista questa nostalgia e come essa trovi un approdo è il contenuto delle riflessioni spirituali di Rahner sull'Avvento, che qui sono state sapientemente raccolte dal gesuita A.R. Batlogg, curatore dell'Opera omnia di Rahner, e dal teologo e psicoterapeuta P. Suchla. «Dio ha già cominciato a celebrare il suo avvento nel mondo, e anche in noi. E se noi a nostra volta accogliessimo la vita come un avvento?». I tre brevi testi di Karl Rahner qui raccolti aiutano a rispondere a questa domanda, invitando ad andare verso quel Dio che, in Cristo, è venuto nel nostro mondo per trasformarlo.
Credere o non credere in Dio? La fede dell'uomo si scontra con numerose e angoscianti "ragioni per non credere": lo scandalo del male, la schiacciante trascendenza di Dio, la natura illusoria di ogni verità, gli sviluppi della scienza, la storia della Chiesa. In Silenzio di Dio, pubblicato per la prima volta nel 1982, Sergio Quinzio cerca risposte al terribile enigma. E gli stessi dubbi che intaccano la fede diventano altrettante ragioni per credere. Paradossale profeta - troppo laico per i cattolici e troppo cattolico per i laici -, Quinzio rifugge le analisi lunghe e tortuose procedendo per intuizioni, sintesi, frammenti. Coinvolge il lettore in una singolare e attualissima apologia del cristianesimo travestita da antiapologia, che è stata oggetto delle feroci critiche dei teologi più istituzionali, e insiste in un dialogo sempre diretto e serrato con Dio; mai nega la sua esistenza, e rileva piuttosto la miseria dell'uomo nei suoi confronti. In queste pagine il lettore non scoprirà un autore, ma un uomo: un novecentesco Pascal, in cui le riflessioni teologiche si intrecciano inevitabilmente ai motivi di un disagio autobiografico. Dal dubbio trarrà una consapevolezza: il nostro travaglio contemporaneo deriva dal fallimento di quella speranza di perfetta redenzione dal male e dal dolore promessa da Gesù Cristo. Per questo "la disperazione del mondo è pensabile solo all'interno della fede". E se per il cristiano c'è ancora una speranza, questa non può che risiedere in Dio.
Agli antipodi di un cristianesimo triste e repressivo, Cencini conduce il lettore alla riscoperta dell’autentica dimensione della gioia, vero sale della vita del credente.
Cencini, approfondendo alla luce della parola di Dio e sotto l’aspetto psicologico il tema della gioia, afferma che essa "non la si può collocare tra gli optional della vita e della testimonianza credente, o ritenerla dote di natura o questione di carattere, e nemmeno semplice accessorio estetico che facilita l’approccio e rende simpatico l’annunciatore". La gioia è questione di contenuto, di maturità e solidità interiore, di esperienza e sapienza di vita, per cui i cristiani, uomini della gioia, del sorriso e del buon umore, devono diventare apostoli di un nuovo apostolato umanistico, quello dell’ottimismo cristiano, che nasce dalla speranza certa.
L'Autore
Amedeo Cencini, sacerdote, è docente dei corsi di “Formazione permanente” e di “Problematiche psicologiche della vita sacerdotale e religiosa” all’Università Salesiana e di “Accompagnamento personale: aspetti teorici e pratici” al corso dei Formatori Vocazionali; presso la stessa università insegna “Libertà e maturità affettiva nel celibato consacrato” alla Scuola di teologia e diritto, organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo la trilogia sul celibato sacerdotale e religioso (Per amore, Con amore, Nell’amore, Dehoniane, 1994-1996- 2001) e la trilogia sulla vita comune (Com’è bello stare insieme, Come rugiada dell’Ermon, Come olio profumato, Paoline Editoriale Libri, 1996- 1999). Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Vita consacrata. Itinerario formativo lungo la via di Emmaus (1994, 2003); Come fuoco che divampa. Il consacrato aperto al dono dello Spirito (1998); Il respiro della vita. La grazia della formazione permanente (2002, 2003).
Da qualche tempo c'è inquietudine nella chiesa cattolica, un'inquietudine che si riflette anche nel campo della teologia. E il motivo è questo: non è stata ancora risolta la questione di cosa significhi il concetto di libertà. Detto in termini più forti: la chiesa può impegnarsi con una Modernità imperniata sull'idea del diritto all'autodeterminazione individuale? Il saggio di Magnus Striet, che reagisce con energia a uno scritto polemico di Karl-Heinz Menke (La verità rende liberi o la libertà rende veri?, Queriniana, Brescia 2020), risponde in maniera chiarissima: l'autonomia della libertà dev'essere riconosciuta teologicamente come principio. Sicché la chiesa cattolica, da parte sua, dovrebbe abbracciare finalmente la Modernità basata sulla libertà, per giungere a una nuova, necessaria e urgente comprensione di sé. Non ne va quindi di una controversia qualsiasi: ci sono in gioco questioni cruciali che intrecciano libertà, verità e autorità.
«Essere tenuti solo a dare, e a ricevere solo donando: in questo paradosso vita e morte sembrano quasi risolversi, come trasfigurate, l’una dall’altra» Hans Urs von Balthasar.
Descrizione
Anche se rientra a pieno titolo nel nostro orizzonte, la morte è al contempo quanto di più incomprensibile esista.
In tre profonde meditazioni von Balthasar indaga il mistero della morte. Interroga l’aspirazione che abita ogni essere umano: quella di voler produrre, nel tempo che scorre, qualcosa che sappia di eterno. Il teologo scende nelle profondità del mistero pasquale, medita sulla morte e risurrezione di Gesù, riflette sulla comunione dei santi. E mostra così quale risposta il cristianesimo offra al paradosso della morte, dischiudendone il significato per i battezzati di oggi.
«La morte calpesta e sparge al vengo quel po’ di senso che ha fatica siamo riusciti a racimolare in un’intera vita. Quando muore una persona amata, tutto il senso della sua vita viene messo tra parentesi. Ora: il cristianesimo, presentandosi come messaggio di salvezza, quale soluzione sa offrire a questa contraddizione in definitiva insopportabile?».
Nella domanda Che significa amare Gesù? pulsa il cuore della fede cristiana. Ciò che la fede professa come sua realtà più intima, va incessantemente esaminato e fatto oggetto di riflessione se vogliamo sperimentare in maniera sempre più viva la sua incommensurabile profondità.
Questa meditazione teologica dimostra ancora una volta l’arte di Karl Rahner nel porre domande feconde, le quali fanno vedere come in ciò che appare la cosa più ovvia si celi la realtà più misteriosa: domande esistenziali,
che incalzano ogni cristiano. Come si invera propriamente, nei confronti di Gesù, quella vicinanza che ogni amore ricerca? Com’è possibile che Dio, in Gesù, mi abbia promesso se stesso in maniera definitiva e insuperabile?
La riflessione di Rahner si trasforma così in un incessante tentativo di ascolto di quanto Dio stesso dice, in Gesù, a ciascuno di noi.
L’AUTORE
Karl Rahner (1904-1984) fu filosofo
e teologo gesuita. Comunemente considerato tra i maggiori teologi cattolici del sec. XX, partecipò come perito al concilio Vaticano II. La sua amplissima e varia produzione teologica (più di 30 volumi e, complessivamente, circa 1.600 pubblicazioni) costituisce un autentico patrimonio per la riflessione credente del nostro tempo.
Chiesa latina XII secolo : primo periodo
Scritto subito dopo la seconda guerra mondiale e pubblicato per la prima volta dalla Libreria Editrice Fiorentina poco dopo il 1950, è il classico di La Pira sulla politica votata alla piena occupazione, secondo le idee dell'economista Keynes e in obbedienza agli imperativi della coscienza ispirata dal vangelo.
A quell’epoca, appena usciti da una guerra devastante, con la disoccupazione alle stelle, l'estremo bisogno di stipendi unito alla capitolazione dell'Italia agli alleati, ci aveva reso doppiamente fragili davanti all'opulenza americana e alla sua economia dei consumi. Ma intendere l'occupazione soprattutto come lavoro salariato, con gli anni ha penalizzato moltissime piccole attività contadine, artigianali e commerciali, tipiche del modo italiano di vivere, gravandole di sospetti, burocrazie e tasse, dando poi alla figura dell'imprenditore il monopolio del lavoro in quanto datore di stipendi.
Ma col solo lavoro salariato e senza moltiplicazione dei mestieri, la piena occupazione non è raggiungibile, percio.la povertà, la disoccupazione, insieme all'inquinamento dei beni comuni e delle nuove carenze alimentari hanno imboccato strade impreviste, soggiogate da capitalismi sempre più intensi con relativa divaricazione fra ricchi e poveri. L'enciclica Laudato si di papa Francesco ha manifestato le nuove forme di attesa della-povera gente per rispondere alle quali ritornano in parte attuali le idee di Keynes con il finanziamento pubblico della rinascita di libere attività agricole, artigianali e commerciali per la sovranità alimentare, l'abolizione degli sprechi e la rigenerazione dei beni comuni.
Con il commento del dott. Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
Gli inquisitori possono essere stati martiri? I vichinghi che approdarono nel Nuovo Mondo erano cristiani? Davvero una famiglia araba era custode del Santo Sepolcro? E chi sospetterebbe mai che negli Stati Uniti protestanti (e fondatori di una religione civile) un gran numero di celebrità si convertì al cattolicesimo? Queste e altre storie controcorrente provenienti dal passato (spesso sconosciuto e vittima di calunnie) sono al centro di questo libro che approfondisce le nostre radici religiose e culturali: nel panorama odierno in cui l'unico orizzonte è il like facile e il successo social, è importante scoprire che una volta il modello a cui si guardava non era l'influencer ma il cavaliere e il santo.
Quest’opera di Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira rappresenta un importante contributo alla teologia del XX secolo per il rigore intellettuale con cui affronta un tema difficile e mai adeguatamente approfondito: quello della possibilità di un Papa eretico. L’autore non si limita ad offrirci un quadro sintetico ed esaustivo delle diverse posizioni teologiche e canoniche emerse nel corso dei secoli, ma propone una equilibrata soluzione del problema, invitando i teologi a cercare una posizione condivisa. Lo studio venne pubblicato nel 1975 in lingua francese, ma ebbe diffusione solo tra gli specialisti. Oggi viene presentato per la prima volta al grande pubblico offrendo un contributo primario al dibattito, anche per il suo distacco dalla contingenza dell’ora presente.