La necessità di fissare un'unica data di celebrazione della Pasqua in tutte le Chiese d'Oriente e d'Occidente mise in moto secolari ricerche e polemiche, legate all'uso di calendari diversi. In seguito alla proposta avanzata in merito da Dionigi il Piccolo (VI secolo), che si basava sulla conoscenza di numerose fonti anteriori e sui dati forniti dagli astronomi dell'epoca, prese piede anche la datazione dell'era cristiana. L'autore ripercorre le vicende, verifica le incongruenze tra antichi storici, cristiani e non, cerca di spiegare la loro origine e mette a confronto Dionigi e Giuseppe Flavio sullo spinoso argomento della morte di Erode il Grande, che ha portato a datare la nascita di Gesù a 6 o 7 anni prima di Cristo. Anche il ricorso ai risultati raggiunti dagli studi più recenti di astronomia, in particolare a quelli forniti dal U. S. Naval Observatory, confrontato con i racconti evangelici, appare confermare la datazione che fissa il Venerdì della Passione al 3 aprile 33 e alla successiva domenica 5 la Resurrezione. Fatta questa scelta, anche molte altre date appaiono recuperate con coerenza.
Il volume approfondisce alcuni temi che sono diventati cruciali nel dibattito sul giornalismo contemporaneo con l'avvento del web. L'utilizzo sempre più pervasivo della rete, e soprattutto la diffusione di dispositivi che consentono a tutti di filmare e poi riportare in tempo reale fatti un tempo trattati esclusivamente dai giornalisti, rende necessario riflettere tanto sugli eventi, quanto sui mutamenti mediali che si stanno verificando. Affrontando sia il versante teorico, che si fonda sull'attuale letteratura in sociologia dei media, sia il coté relativo alla realtà della professione e agli strumenti del mestiere, il volume propone l'analisi di chi il giornalismo lo studia teoricamente e lo vive quotidianamente sul campo. Prefazione di Pier Cesare Rivoltella.
La “magia” del diálogo estratégico reside en su rompedora esencialidad, o, parafraseando a los primeros Siete Sabios de la tradición helena, “nada en exceso, solo lo necesario”.
La obra que el lector tiene en sus manos representa la síntesis de un recorrido de investigación, aplicación clínica y consultoría empresarial, realizado a lo largo de más de quince años en el Centro di Terapia Strategica de Arezzo, después de su fundación a cargo de Giorgio Nardone y Paul Watzlawick.
El diálogo estratégico es una técnica evolucionada para dirigir un coloquio «terapéutico» capaz de inducir cambios radicales en el interlocutor. Se trata de una refinada estrategia para obtener el máximo con el mínimo, donde se estructura la primera entrevista como una verdadera intervención más que como una fase preliminar, cuyos sorprendentes efectos han abierto nuevas y prometedoras perspectivas de investigación y de intervención.
El diálogo estratégico resultará de interés tanto para profesionales de la psicología y de la comunicación como para lectores no especializados.
"I tre filosofi" di Giorgione, il dipinto più misterioso del Rinascimento, è oggetto di sempre nuove e diverse interpretazioni; una chiave per decifrare simili enigmatiche allegorie pittoriche può venire da un efficace connubio tra storia dell'arte e storia della letteratura. Il volume di Hirdt indaga visione del mondo e mondo visivo nel pittore di Castelfranco; individua le colonne portanti del suo orizzonte artistico nella poesia dantesca, nella filosofia neo-platonica e nell'officina veneziana di Giovanni Bellini; inscrive il quadro in un triangolo di formidabili referenti culturali e lo interpreta nell'intersezione tra filosofia, poesia e pittura, quale opera che volta le spalle al passato e intraprende con coraggio il cammino verso la modernità.
Le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia hanno visto una partecipazione popolare al di là di ogni aspettativa; si è così mostrata la profondità delle radici del nostro stare insieme come nazione, come Italia unita. Le parole scolpite nella Costituzione per definire la Repubblica - "una e indivisibile" - hanno trovato un riscontro autentico in milioni di italiani. Secondo la Carta costituzionale, il Presidente della Repubblica "rappresenta l'unità nazionale". Giorgio Napolitano ha colto ogni occasione per dare risalto alle ragioni di dignità e di orgoglio nazionale che ci offre la storia del movimento di unificazione. Questo libro tocca gli aspetti salienti di quel processo: la sapiente architettura ideata da Cavour, lo slancio eroico suscitato da Garibaldi, la partecipazione della società meridionale alla costruzione dell'Italia unita, i legami del movimento per l'unità nazionale con le esperienze europee, l'azione unificante della lingua e della cultura. Napolitano non nasconde le zone d'ombra e le promesse non mantenute, in particolare lo squilibrio tra Nord e Sud e l'attuazione parziale di quell'autonomismo ben presente nelle visioni risorgimentali e infine nel dettato della Costituzione repubblicana. Ma proprio la consapevolezza delle durissime prove che l'Italia è stata costretta a superare per diventare un grande, moderno Paese europeo deve darci quella fiducia indispensabile per superare le ardue sfide che ci attendono.
La norma giuridica trova la sua ragione non in sé, ma in altro che precede il diritto stesso e al cui interno quel diritto si spiega: "Normatività e norma canonica non trovano in esse stesse il loro preciso senso e scopo. Vanno riportate, come ragione ultima, fondata al permanere reale e non appena simbolico del Mistero, ovvero a Cristo, il Presente in una concreta forma storica". Il fatto che la Chiesa esiste come relazione, come comunione, porta dunque inevitabilmente con sé la sua specifica "giuridicità". L'autore considera poi l'esistenza del fenomeno giuridico nei suoi prerequisiti costitutivi: la ragione e la libertà, il cui esercizio non risulta in alcun modo ridotto dall'appartenenza dell'io-persona al contesto comunionale della realtà ecclesiale.
Quando una persona cara è costretta in via definitiva a un'infermità invalidante veniamo ineludibilmente ricondotti alla dimensione della corporalità, nella quale ogni atteggiamento e pensiero è ricondotto all'essenziale del senso della vita davanti al mistero del morire.
«È un giovane di nome Gilles Mauvoisin il viaggiatore che sbarca nel porto di La Rochelle, in faccia all'Atlantico, da un cargo proveniente da Trondheim, in Norvegia. Il giovane indossa un lungo cappotto nero e un berretto di lontra anch'esso nero. A Trondheim ha perso entrambi i genitori, artisti giramondo di varietà, asfissiati dalle esalazioni di una stufa. Ora quell'orfano povero e smarrito si trova a La Rochelle come unico erede di una fortuna immensa: così ha disposto il fratello di suo padre, il temibile, solitario, inaccostabile Octave Mauvoisin ... "Monsieur Atmosphère", come Simenon è chiamato, ha già messo in moto la sua infallibile macchina romanzesca. C'è "un mondo bianco e grigio nel quale i suoni, soprattutto le sirene delle navi, diventano più penetranti, struggenti perfino" e intorno il groviglio di torbidi interessi, di sospetti, di velate minacce, di ipocrisie, di viltà, di ambigui ritorni del passato, che l'arrivo di Gilles ha scatenato». (Giulio Nascimbeni)
Qual è il senso del riposo sabbatico nella Sacra Scrittura? Può il riposo sabbatico divenire un principio in grado di salvaguardare la natura, la società e l'uomo in ogni sua dimensione? L'autore di questo studio ne è fortemente convinto.
Prima dei romanzi della "Milano nera", Giorgio Scerbanenco creò una serie di polizieschi investigativi di stampo più classico incentrata sulla figura di un detective tutt'altro che classico, sul quale il padre nobile del giallo all'italiana poggiava la sua voglia di sperimentare. Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston, come carattere saliente presenta un'estrema timidezza e si considera un comune impiegato, anzi: "Il più oscuro degli impiegati". Ma la memoria di una miriade di casi, filtrata dal talento di psicologo, ne fanno un imbattibile risolutore di enigmi, dal tratto garbato e schivo che disarma il colpevole. In "Sei giorni di preavviso", un attore, famoso e narcisista, si barrica in casa perché riceve avvisi, sempre più minacciosi. La scoperta del mittente dei messaggi di morte è affidata all'archivista della polizia. In "La bambola cieca", il milionario Déravans, accecato da un incidente, può essere guarito solo dall'ardita chirurgia del professor Linden. Questi riceve una minaccia di morte prontamente eseguita, minaccia trasmessa per mezzo di una bambola cieca. Il timido archivista capisce che l'unica via da seguire è capire cosa Déravans non avrebbe dovuto vedere se restituito alla luce. In "Nessuno è colpevole", Jelling affronta un caso senza problemi: un uomo è ucciso durante una partita di caccia e il suo compagno è reo confesso. La soluzione acquieta tutti. Solo l'archivista dal rossore facile non è pago e architetta una astrusa dimostrazione per assurdo.
Con l'aiuto di un angelo interprete" che conosce tutte le lingue, l'autore fa un balzo nel presepe e dialoga con Maria e Giuseppe, con i pastori, i Magi, i soldati romani (in latino...). "