"Il Vangelo ci insegna che scandalizzare un fanciullo è il peggiore dei peccati. Questo saggio precetto è sempre stato, e giustamente, connesso all'abuso sessuale. E sa il Cielo quanto oggi sia attuale. Ma c'è un'altra forma, certo meno scellerata, ma non per questo meno perniciosa, di strumentalizzazione infantile. È quella operata dai genitori nella risoluzione dei propri conflitti, sentimentali e patrimoniali, laddove il bambino viene trattato come oggetto di scambio, come arma di pressione, e persino di ricatto. Creature docili e inconsapevoli, sulle quali si scaricano le tensioni, le frustrazioni, i rancori e le bassezze morali di genitori aridi e prepotenti, che utilizzano i cavilli legali per impadronirsi di un bene da gettare, al momento opportuno, sul piatto della bilancia di una giustizia impotente." (dalla Presentazione di Carlo Nordio).
Il fondatore delle Équipes Notre Dame segnalava come "i migliori sposi cristiani, quelli che non mancano mai al dovere di inginocchiarsi, trascurano spesso il dovere di sedersi". Partendo dal principio che il matrimonio è dialogo, in quanto comunità di persone, l'autore del libro dimostra che è proprio attraverso il dialogo che l'amore si alimenta e permette una libertà interiore, in cui marito e moglie si rivelano, si comprendono e si aprono per accogliere il mistero e il dono dell'uno per l'altro. Spiega, in modo estremamente vivo, che il dialogo della coppia cristiana comprende sempre una terza persona, Gesù Cristo, presenza reale capace di trasformare la realtà della vita matrimoniale in segno di salvezza. Il testo non si limita a esporre l'importanza del dialogo di coppia, ma si preoccupa di trasmettere consigli preziosi per rendere concreto questo stile di vita nella quotidianità, luogo e appuntamento irrinunciabile dell'amore che unisce la coppia.
Lo studio, effettuato su un campione rappresentativo di 31 associazioni che aderiscono al Forum, offre i risultati di un'analisi dettagliata e approfondita sulla comunicazione delle associazioni familiari in Italia. L'obiettivo principale della ricerca, mettere a fuoco l'immagine che la famiglia vuole offrire di sè in alternativa a quella proposta dal mainstream culturale, in particolare quella rappresentata da alcuni mezzi di comunicazione dominanti nella sfera pubblica, è stato suddiviso per obiettivi intermedi.
Una pur rapida scorsa dei temi trattati in questo libro, mostra che questa riflessione sui diritti dei minori e della famiglia non appare di circostanza, semplice celebrazione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. L’attenzione si focalizza su alcuni nodi relativi all’ampia mappa rappresentata dalla Carta dei diritti: non si limita a questioni meramente teoriche, ma si muove dal vissuto; dalla stretta connessione dei diritti dei minori con quelli della famiglia; dalla prassi di protezione a cui hanno titolo; dalla rete di istituzioni e di soggetti coinvolti.
Proprio in questo consiste il grande pregio della pubblicazione.
È, dunque, da questo punto prospettico e pratico che essa può essere di valido supporto all’impegno quotidiano di difesa e di promozione di tutti questi diritti, sia sul piano pedagogico che su quello delle istituzioni.
(dalla Prefazione di Sua Ecc. Mons. Mario Toso, SDB, Segretario, Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace).
"La lettura del testo tocca le corde più profonde dell'animo umano e delle sue aspirazioni più vere. Il lettore coglie il percorso di ricerca dell'autore e nello stesso tempo è invitato a confrontarsi con il proprio cammino. È una lettura che non lascia indifferenti, che costringe ad interrogarsi, a mettersi in gioco. Il tema del "cammino personale" è infatti molto presente. In qualche modo possiamo dire che diventa il luogo dell'anima: nel suo procedere la persona ritrova se stessa, la sua anima, il suo essenziale. I suoi scritti ci fanno così gustare 'antichi sapori' aperti comunque alla novità, adeguati al tempo d'oggi." (Don Arturo Cecchele Vedelago)
Le politiche familiari ereditate dal secolo XX stanno incontrando una profonda crisi. Accanto ad alcuni successi, emergono vistosi fallimenti ed effetti inattesi. Nei regimi più spinti di welfare state svanisce l'oggetto stesso della politica familiare (cioè la famiglia). I cambiamenti della famiglia diventano una sfida per le stesse politiche sociali, le quali, senza una accorta politica familiare, girano a vuoto. Le attuali politiche adottano un mix di principi liberali e socialisti (assetti lib/lab) che non rispondono all'esigenza di riconoscere il giusto ruolo alla famiglia nella società, soprattutto perché non riconoscono che essa è un soggetto sociale avente un proprio ruolo societario e un connesso complesso di diritti-doveri. La politica familiare necessita di un referente (la famiglia, definita in maniera relazionale) e non può essere efficace, efficiente ed equa se non conferisce alla famiglia una soggettività sociale e giuridica. Si tratta allora di orientarsi verso un nuovo approccio basato su due pilastri fondamentali: l'adozione di un principio di sussidiarietà nella governance delle politiche familiari e il riconoscimento della cittadinanza complessa (politica e civile) della famiglia.
L'opera raccoglie gli Atti del Seminario di Studio sul tema dell'amore umano, della famiglia e del ruolo fondamentale della 'chiesa domestica' per il futuro dell'umanità, in dialogo tra cattolici, ortodossi e comunità appartenenti a chiese di tradizione bizantina in comunione con Roma, tenutosi a Roma 16-17 marzo 2010.
Il tema della relazione educativa è tornato fortemente al centro della riflessione pedagogica e delle pratiche educative, facendo registrare un interesse crescente da parte di quanti risultano impegnati con i ragazzi. Il breve percorso formativo proposto dal volume (attraverso interventi di docenti e studiosi di Pedagogia) crea un'opportunità di riflessione e di confronto sulle modalità che dall'interno sostanziano il lavoro educativo quando è inteso e vissuto primariamente come lavoro che concorre alla costruzione di relazioni educative efficaci e significative per le persone coinvolte, perché il nostro modo di educare, di aiutare e di prenderci cura dell'altro riflette prima di ogni altra cosa il nostro essere persone.
"La naturale spinta della persona verso la propria autorealizzazione e il raggiungimento di uno stato adulto può venire stimolata e orientata verso il mondo dei valori, non tanto concentrando l'azione sui singoli tratti o dimensioni della personalità, quanto piuttosto offrendo alla persona in sviluppo, attraverso un sistema di autentici rapporti interpersonali, la possibilità concreta di mettersi esperienzialmente a contatto con se stessa, con il prossimo e con il mondo dei valori e di assumere progressivamente, in questo contatto, un atteggiamento adulto." (dalle Osservazioni conclusive). Il testo, ultimo lavoro del prof. Macario, è frutto di incontri con genitori, operatori di pastorale familiare e responsabili di gruppi giovanili. La prima parte presenta una riflessione di pedagogia preventiva, mettendo in evidenza sette atteggiamenti fondamentali e strategici per gli educati. Lo sfondo è quello della famiglia intesa come luogo educativo in cui scoprire la bellezza della vocazione all'amore e al servizio della vita. La seconda e la terza parte sottolineano lo stretto rapporto tra l'ambiente educativo e la maturazione umana, nonché l'importanza fondamentale dell'esperienza individuale e di gruppo nel processo di crescita della persona.
Erich Fromm, nel suo L’arte di amare, evidenzia una chiara distinzione tra l’amore immaturo e quello maturo. Nella prima forma, l’individuo ama in quanto ha bisogno dell’altro. Nella seconda forma, quella matura o che tende a una piena maturità, si è in presenza di un sentimento libero e liberante. Tale riflessione sull’amore umano ha spinto l’autore a raccogliere idee, esperienze, valori e convinzioni intorno al tema dell’amore familiare e di coppia, traendo spunto da una quasi trentennale esperienza di lavoro con le coppie e con le famiglie.
Nel primo capitolo, l’attenzione va al modello di amore e di coppia che viene veicolato dai mass media e, in particolare, dai testi delle canzoni. Nel secondo capitolo, la focalizzazione si sposta sul sistema famiglia e l’intenzione è quella di riflettere e possibilmente rispondere alla domanda sul senso della famiglia: dove sta andando? Quali scopi emergono nel contesto contemporaneo? Il terzo capitolo evidenzia il ruolo e le modalità di una comunicazione intra-familiare che sia funzionale e rispettosa della dignità e della crescita dell’altro. Il quarto capitolo sottolinea ulteriormente il tema della responsabilità, intesa come una abilità a fornire risposte adeguate alle diverse tappe evolutive e situazioni esistenziali. Infine, il quinto capitolo tira in qualche modo le fila delle riflessioni offerte in precedenza, guardando alla «crisi» delle relazioni affettive che caratterizza il mondo e la cultura contemporanea, non tanto in maniera negativa e disfattista, quanto piuttosto come vera occasione di crescita per una ripresa, un rinnovamento della propria capacità di amare, intesa come la tensione e il desiderio a mettere al centro l’altro.
Bellantoni utilizza un approccio di tipo fenomenologico-esistenziale, che cioè non si limita alle fonti teoriche e alle ricerche accademiche, ma che sa osservare e ascoltare gli uomini e le donne che ci camminano accanto e che ogni giorno incontriamo nella nostra vita. In questo gli è testimone e maestro insuperabile quel Viktor Frank, psichiatra viennese e fondatore dell’Analisi Esistenziale, che nella sua esperienza di vita ha saputo non solo riflettere sull’amore ma anche e soprattutto amare!
Il dieci settembre del 2008 nasce Anjes, una bambina nata prematura dopo sole ventiquattro settimane di gravidanza. Questo libro racconta con gli occhi di una madre la storia della lotta per la vita della figlia che alla nascita pesava appena seicentosessanta grammi. Una storia che si svolge tra l'Italia e l'Albania, tra Trento e Tirana, dove l'autrice vive dal 2001. Sullo sfondo della narrazione di Concetta Marotta troviamo la figura di madre Teresa di Calcutta che le darà forza e coraggio nei momenti di difficoltà e il cui nome di battesimo (Anjes Gonxhe Bojaxhiu) sarà il nome che questa madre deciderà di dare alla sua piccola bimba. Il dieci settembre 2009, ad un anno dalla nascita, Anjes verrà battezzata nella cattedrale di San Paolo di Tirana e saranno presenti anche le suore di Madre Teresa in missione a Tirana. Come sostiene Helena Kadare nella prefazione: "(...) è la storia primordiale dell'umanità, che si è ripetuta e si ripeterà miliardi di volte, ma questo racconto si legge con la stessa ansia e curiosità che circonda l'evento più straordinario del genere umano, la nascita di un bambino (...) una forte testimonianza del coraggio di una donna, dell'amore e del senso della vita che nasce e rinasce con ognuno di noi."
Ancora una volta nessuno dei due ha ragione o torto, ancora una volta quel senso di nausea che mi prende nonostante sia da trent'anni avvocato matrimonialista, quell'impotenza ad ergersi al di sopra delle parti per stabilire chi è il buono, chi il cattivo, chi è la vittima, chi il carnefice, unita alla consapevolezza che non esiste una verità assoluta, ma che ogni essere umano ha la sua e bisogna averne rispetto.