L'esperienza che trapela dalle oltre cento lettere raccolte in questo libro e scritte da padre Aldo Trento dal Paraguay ai suoi amici in Italia trasmette la febbre di vita che arde in quest'uomo semplice e appassionato che, davanti al dolore di tanti fratelli e sorelle raccolti dalle miserie delle favelas di Asunción, non fugge via ma si pone con la faccia e le mani di un Altro. Il parroco della parrocchia San Rafael e il direttore della Clinica per malati terminali è Lui, Cristo, il Rio Sole, la luce divina che splende su questa terra ancestrale e benedetta dove il popolo guaraní aveva trovato la sua tierra sin mal nelle antiche reducciones dei gesuiti.Oggi quel popolo vive in condizioni di schiavitù morale e fisica e il sole che splende sul Chaco, un tempo il loro territorio di caccia, si trasforma nell'Altro Sole, l'ostia dell'Eucaristia che splende nell'ostensorio con cui padre Aldo benedice tre volte al giorno i suoi malati. Le cure mediche ad alto livello, le attenzioni umane, l'ordine e la pulizia fanno il resto; così la Clinica per malati terminali si trasforma per tanti nell'anticamera del Paradiso, mentre nel cortile gli oltre 300 bambini salvati dalla strada giocano, studiano, imparano un lavoro che darà speranza al loro futuro.
Questo secondo Rapporto sulla Povertà a Roma e nel Lazio potrebbe avere un sottotitolo: "come vivere nella crisi". Ma anche: "come vivere meglio, invece che peggio, al tempo della crisi". In ogni capitolo c'è uno sforzo di analisi. Ma anche le storie e i percorsi per trasformare difficoltà straordinarie in chance per una nuova, possibile, qualità della vita.
Il libro presenta il punto di vista di diciotto esperti in riferimento agli attuali avvenimenti che caratterizzano il bacino del Mediterraneo: una discussione ampia ed articolata maturata in seno alla Summer Ethics Conference che si tiene a Venezia ogni anno. Un utile sussidio per comprendere quello che è stato provando ad immaginare quanto ancora ci aspetta.
"Il mio auspicio è che il volume possa avere una adeguata diffusione per suscitare, ai diversi livelli, una maggiore attenzione alle persone che vivono l'esperienza di una continua mobilità: attenzione alla loro vita, alla loro storia, alla loro cultura, al loro lavoro, alle loro esigenze sociali, alla loro fede. E insieme suscitare attenzione verso tante altre realtà umane esistenti, poco appariscenti e silenziose, ma ricche di umanità e desiderose di un riconoscimento, di una solidarietà e di un annuncio di speranza e del Vangelo." (dalla Presentazione) Nato come riflessione sull'esperienza di accompagnamento pastorale dei circensi, il libro introduce nell'ambiente con competenza e ironia, offrendo un gustoso e unico spaccato di questo popolo perennemente in cammino e del suo mondo viaggiante. Presentazione di mons. Sergio Pintor. Prefazione di Alessandro Serena.
Prakash, Alì, Karima ed i loro figli li incontriamo sul pianerottolo, mentre aspettiamo l'ascensore o sull'autobus o al supermercato mentre scelgono prodotti come quelli che cerchiamo noi. Ogni mattina entrano a scuola con i nostri figli. In alcune classi, addirittura, sono più loro con quei nomi esotici e con la pelle che tradisce la provenienza da un altro mondo che ci è arrivato fino alla porta di casa, con le fantasmagorie di colori, odori, idiomi, con le feste che non conoscevamo.
Questo libro è dedicato a I Fratelli della Sacra Famiglia, congregazione fondata circa duecento anni fa da fr. Gabriele Taborin e diffusa in vari continenti. Il volume sottolinea in modo particolare la loro attività missionaria in Africa, soprattutto in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo, dove ha operato lo straordinario fr. Silvestro Pia, piemontese, capace di piantare e far produrre uva anche nel deserto del Sahel! Questa attività missionaria si è riverberata anche in Italia, dando vita a un movimento missionario laicale che ha coinvolto migliaia di giovani.
Il primo volume di una nuova collana nata per raccontare la ricchezza dei carismi presentata attraverso i fondatori, le vicende storiche, le missioni delle congregazioni e delle diverse realtà che compongono il ricco mosaico della vita consacrata.
Destinatari
Religiosi, semplici credenti.
Autore
Domenico Agasso jr, nato nel 1979 a Carmagnola (TO), laureato in Scienze politiche, giornalista e scrittore. Scrive sul quotidiano La Stampa, e ha collaborato con Il Sole 24 Ore e Il nostro tempo (su cui ha tenuto le rubriche «Il vostro santo» e «Parole di vita»). Ha curato per il settimanale Famiglia Cristiana l’opera editoriale in tredici volumi «I Santi nella Storia», ed è autore di vari libri, tra i quali Un profeta dell’Africa. Daniele Comboni con una riflessione del card. Carlo Maria Martini (con Domenico Agasso sr, San Paolo); Il piombo e il silenzio. Le vittime del terrorismo in Italia (1967-2003) (con Renzo Agasso, San Paolo); Dentro la storia. Carlo Tancredi testimone di speranza (San Paolo); Il Risorgimento della carità. Vita e opere di uomini e donne di fede (con Domenico sr e Renzo Agasso, Effatà Editrice); Fratel Luigi Bordino (Effatà Editrice). twitter@agasso_domenico
In queste pagine l’autore racconta la propria esperienza di vita itinerante con i Rom, sia tra quelli di Nicastro (Catanzaro) sia tra quelli del Montenegro. Vincenzo De Florio si serve della narrazione di episodi singolari e coinvolgenti per squarciare il velo di diffidenza che spesso «copre» agli occhi dei più
il mondo dei Rom, apparentemente tanto diverso da quello di chi nomade non è.
Attraverso le domande e i commenti dei quattro «nipoti adottivi» di don Vincenzo – Remì, Josevania e Giovanni e Matteo –, i lettori (soprattutto i giovani, ma anche gli adulti) potranno conoscere forme di solidarietà semplici e credibili, e aprirsi all’accoglienza di un mondo capace di una grande fede e di valori condivisibili.
Destinatari
I giovani delle scuole e degli oratori, opera- tori pastorali ed educatori.
Chi pratica volontariato e chi, a vario titolo, si occupa di missioni.
Autore
Vincenzo De Florio (Palagiano, 1928) è sacerdote della diocesi di Castellaneta dal 1952. Già direttore spirituale in Seminario, ha ricoperto diversi incarichi in Curia. Da sempre sensibile alla presenza dei Rom nel territorio della sua parrocchia, dopo un decennio di condivisione di vita nomade tra i Rom khorakhané del Montenegro, avverte l’urgenza di una maggiore presenza di Chiesa tra i Rom cristiani calabresi nella baraccopoli di Lamezia Terme. Nel 1989, richiamato in diocesi come vicario generale, fonda una Comunità per l’accoglienza di tossicodipendenti e di vite precarie. Il gemellaggio della diocesi di Castellaneta con quella di Propriá (Brasile) riaccende in lui la scintilla missionaria e nel 1996 raggiunge Santana do São Francisco, tra i Sem Terra sfruttati e oppressi del Nordest brasiliano, avviando la nascita e la crescita della città come parrocchia. Dal 2011 è richiamato in Italia per una presenza missionaria nella sua Chiesa.
Sandali ai piedi e borsa di lana a tracolla, il missionario olandese Frans van der Hoff ha fondato nel 1989 il primo marchio equo e solidale, Max Havelaar. Nel suo Manifesto dei poveri, un testo conciso, appassionato e profetico, spiega che un altro mondo è davve­ro possibile e lui l'ha sperimentato e continua a viverlo tra i contadini coltivatori di caffè dello stato messicano di Oaxaca.
L'idea è semplice e insieme rivoluzionaria: il lavoro umano ha una sua dignità e un suo prezzo. Se la logica delle multinazionali sfrutta la fatica dei produttori, bisogna metterli in contatto diretto con i consumatori, aggirando così l'idolo e il Moloch delle leggi del mercato. Con il commercio equo e solidale - spiega - si smonta la sacralità del mercato, oggi intoccabile e indiscutibile. E quando si rimette l'economia al suo posto, che non è il primo, che spetta invece alla vita delle donne e degli uomini, al loro lavoro, alla loro dignità, il mondo diventa davvero migliore. Per la nostra generazione, e soprattutto per le generazioni che verranno.
"Il capitalismo non esiste che da duecento anni e noi abbiamo potuto constatare, in modo definitivo, che le contraddizioni che gli sono proprie portano in se stesse i germi del suo superamento: il commercio equo e solidale è uno di questi".
Per i palestinesi che vivono nei Territori Occupati, a Gaza e in Israele, la casa rappresenta il luogo simbolo delle sofferenze e delle ingiustizie, ma anche della voglia di riscatto e di normalità.
Per questo gli autori hanno dedicato queste pagine alle case palestinesi o, meglio, ai loro abitanti, ai loro modi di resistere perseguendo per se stessi e per i loro figli tutte quelle modalità che consentono di continuare a vivere come se ogni giornata fosse normale, quando ormai nulla, nella quotidianità delle famiglie palestinesi, assomiglia alle situazioni che gli occidentali considerano quantomeno «ordinarie».
Le famiglie con cui i due autori sono entrati in contatto hanno offerto loro l’occasione di condividere un momento di intimità domestica: quei gesti consueti che rendono unica la quotidianità della loro vita sotto assedio.
Tali spunti di resistenza domestica – vere e proprie «finestre» sul modo creativo di affrontare il dramma dell’occupazione – fotografano l’attimo, il presente dell’azione che ribalta la logica dell’oppresso e fissa in un istante l’immagine che dona speranza, certezza del cambiamento possibile.
Destinatari
Operatori pastorali; studenti e docenti; i pellegrini che si recano in Terra Santa e gli organizzatori di tali pellegrinaggi.
Autori
Nandino Capovilla (Venezia, 1962) è prete della diocesi di Venezia. Dal novembre 2004 è referente nazionale della campagna «Ponti e non muri» promossa da Pax Christi International. È inoltre responsabile delle azioni in Israele e Palestina per Pax Christi Italia, di cui dalla primavera del 2009 è coordinatore nazionale. Con Paoline ha pubblicato Un parroco all’inferno.
Abuna Manuel tra le macerie di Gaza (2009) e ha curato il volume di Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme, Voce che grida dal de- serto (20082).
Betta Tusset (Venezia, 1965), laureata in lettere moderne, è autrice del romanzo breve Chiuditi, cerchio! (2002). Vive al Lido di Venezia con il marito e i tre figli. Con Paoline, Nandino Capovilla e Betta Tusset hanno pubblicato: Nei sandali degli ultimi. In Terra Santa con Etty Hillesum (2005), Bocchescucite. Voci dai Territori Occupati (2007), Via crucis in Terra Santa. Dalla croce la pace (2010).
La condizione di chi sperimenta l’emigrazione a causa della precarietà della propria posizione nel Paese natale è da considerarsi una delle forme di povertà e di esclusione sociale.
Quello dell’immigrazione è un fenomeno incalzante, in costante aumento. Quanto più un Paese si sviluppa, tanto più è considerato la meta ideale di chi vive in condizioni disagiate.
L’immigrazione porta con sé fenomeni di razzismo, indifferenza, esclusione e rifiuto del diverso. Il pregiudizio sociale è la prima barriera da abbattere dentro di noi per fare chiarezza nella complessità del vivere quotidiano.
Questo libro offre una riflessione e propone una traccia di un possibile cammino verso l’accettazione dell’altro. È diviso in tre parti:
1. Stranieri tra noi: rapporto Migrantes 2011, Italiani nel mondo, Dossier Caritas 2010, l’immigrazione in cifre;
2. Le radici del razzismo: i giovani fra tolleranza e razzismo, i rom, storie di accoglienza e di multiculturalità;
3. La pace è possibile: la scienza per la pace, il no alle armi, la Marcia Perugia-Assisi, brevi storie di grandi testimoni di pace.
Destinatari
Quanti sono vicini al mondo dell’immigrazione, del razzismo e delle sue problematiche: volontari, cooperanti, forze dell’ordine, Caritas...
Assistenti sociali ed esperti del settore.
Autore
Vittorio De Luca già autore televisivo e scrittore, dirigente programmista RAI, dove ha lavorato per 35 anni, curando numerosi programmi e inchieste per adulti e ragazzi; ha coordinato una serie di programmi dedicati a personaggi e testimoni del nostro tempo e programmi dedicati a personaggi dell’Italian style nel mondo. È stato inoltre capo struttura di programmazione a RAITRE per GEO, viaggio nel pianeta terra, Un giorno in pretura, Voglia di tenerezza (storie di adozioni internazionali). È stato per 15 anni presidente dell’Associazione culturale di volontariato Polis duemila.
L'acqua di oggi è sempre la stessa da quando esiste la Terra e se continuiamo a inquinarla e a sprecarla non ce ne sarà più per tutti. Migliaia di bambini muoiono ogni giorno perché ne hanno poca a disposizione e oltretutto sporca. Nove Paesi al mondo ne possiedono più della metà delle riserve, ma questo non basta perché due di questi Stati non hanno acquedotti sufficienti per portarla a tutti i loro abitanti. Mentre si discute ancora se sia un bene comune o una merce come tutte le altre, alcuni sostengono che l'oro blu sarà sempre più causa di conflitti. Che fare, allora, come cittadini? Impariamo a conoscerla, a esaminarla, a risparmiarla e a sceglierla con intelligenza.