Descrizione
La teologia trinitaria è da sempre impegnata nell’indagine sul mistero dell’unità e della pluralità in Dio. In questo percorso riveste un importante ruolo la dottrina delle processioni, con la quale si richiamano reciprocamente l’unità della sostanza divina e la pluralità delle persone. La Summa theologiae – dove lo studio su generazione e processione dello Spirito trova una decisiva sistematizzazione – presenta un impianto logico in cui le processioni rivestono un ruolo causale per la pluralità divina: dalle due processioni si passa alle quattro relazioni, delle quali tre sono sussistenti. Ciò che in questo modello appare carente è la reciprocità: se da una parte la Scrittura mostra il mutuo volgersi di ciascuna persona verso le altre, dall’altra la dottrina delle processioni si articola soltanto su quattro relazioni fra tre persone.
Bulgakov, Pannenberg e Greshake criticano il modello causale delle processioni e consentono di riflettere sulla generazione del Figlio e sulla processione dello Spirito in Dio da tre diversi punti di vista – monarchia, causalità e reciprocità – abbozzando un pensiero nel quale la dottrina delle processioni possa interagire maggiormente con i dati biblici.
Sommario
Ringraziamenti. Prefazione (D. Kowalczyk). Introduzione. I. La riflessione di Bulgakov sulle processioni. 1. Le critiche alle processioni. 2. Il Soggetto Assoluto Triipostatico. 3. La reciprocità delle relazioni nel Soggetto Assoluto Triipostatico. 4. La monarchia del Padre secondo Bulgakov. 5. Bulgakov e le processioni: sintesi e osservazioni. II. La riflessione di Pannenberg sulle processioni. 1. La reciprocità tra le divine Persone nella Scrittura. 2. Gli elementi filosofici di Pannenberg. 3. La critica all’impostazione causale delle processioni. 4. Il suggello della monarchia del Padre. 5. Pannenberg e le processioni: sintesi e osservazioni. III. La riflessione di Greshake sulle processioni. 1. Un potenziale non valorizzato e il ruolo causale delle processioni. 2. La reciprocità nella communio. 3. L’apparente abbandono della monarchia del Padre. 4. Greshake e le processioni: sintesi e osservazioni. IV. Le processioni divine: riflessione sistematica. 1. La premessa dell’analogia. 2. Ripresa di Bulgakov, Pannenberg e Greshake: guadagni e limiti. 3. La dottrina delle processioni: linee di reinterpretazione. Conclusione. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Federico Franchi, presbitero dell’arcidiocesi di Pisa, è vicario parrocchiale, direttore del Centro pastorale diocesano «Evangelizzazione e catechesi» e docente di Teologia dogmatica allo Studio Teologico Interdiocesano di Pisa e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana. Alunno dell’Almo Collegio Capranica dal 2013 al 2017, ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana.
Descrizione
La necessità di una riscoperta dei concetti-chiave dell’evangelizzazione si impone per il rischio effettivo di una sua deformazione, che consiste nell’assimilazione a una precettistica morale. Per la verità, il malinteso è antico, poiché già l’apostolo Paolo polemizzava con quanti annunciavano «un altro vangelo». Anche se allora si trattava di una forma di giudeo-cristianesimo, oggi il fatto è sostanzialmente impresa di una cultura secondo la quale il cristianesimo e la moralità sono in un rapporto non solo indissolubile, ma anche di semplice equivalenza.
Il riduzionismo etico del cristianesimo, tipico di ogni posizione illuministica o semplicemente laica, e l’esito polemico dello stesso illuminismo nei confronti del cristianesimo e della sua dimensione morale suggeriscono di approfondire i testi originari del cristianesimo. È il solo modo per scoprire o riscoprire quale sia l’effettiva identità del cristiano e della evangelizzazione che l’accompagna.
Sommario
Introduzione. Il rischio di un travisamento moralistico. 1. Al primo posto c’è una missione. 2. L’evangelo consiste nella Parola. 3. Il contenuto vantaggioso: annuncio di un favore. 4. Il fattore-Chiesa. 5. L’inculturazione. 6. La componente dello scandalo. 7. La risposta della fede. 8. La conseguenza etica. Conclusione. Il vangelo è per l’uomo.
Note sull'autore
Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento nelle Università pontificie, ha approfondito la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Per EDB ha pubblicato Paolo scriba di Gesù (2009); L'Evangelo come criterio di vita. Indicazioni paoline (2009); Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (22010); Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (2010); Profili di Gesù (2011); Gesù di Nazaret nelle culture del suo tempo. Alcuni aspetti del Gesù storico (22013) e Gesù e Socrate. Cultura greca e impronta giudaica (2014); La Lettera di Paolo ai Romani (2018).
Che cosa c’entra Dio col cinema? Quale rivelazione viene offerta dallo sviluppo di un’arte che mette le immagini in movimento? Che rapporto esiste tra le categorie di patto narrativo e di alleanza biblica?
Questo volume riprende il filone di ricerca costituito dai film studies e delinea le analogie tra le liturgie religiose e il rito laico dell’andare al cinema, desiderando di vedere «cose mai viste». L’autore suggerisce inoltre una prospettiva narrativa per l’etica teologica e verifica la pertinenza dei miti dell’origine - per come essi sono rappresentati nei film - rispetto all’enigmatica presenza del male nel mondo e alle diverse soluzioni offerte alla sua giustificazione. Si documenta altresì il contributo che la riabilitazione del sensibile e dell’immaginario hanno prodotto in riferimento all’elaborazione di una specifica teologia del cinema.
Sommario
Premessa. Una teologia di. 1. Teologia sul cinema. Il rito e il patto. 2. La cura e il racconto. 3. Etica narrativa, in teologia. 4. Teologia narrativa e cinema. 5. Dio e il male. La teodicea nel cinema. 6. Teologia e immaginazione. 7. Il sensibile e l’estetica teologica. 8. Lo stile trascendentale, nel cinema. 9. Teodrammatica e cinedrammatica. 10. The End. L’aura del cinema. Filmografia. Indice biblico. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Paolo Cattorini è professore ordinario e docente di Bioetica clinica al Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita e alla Scuola di Medicina dell’Università degli Studi dell’Insubria, Varese. Ha fatto parte del Comitato nazionale per la Bioetica e della Commissione nazionale per la lotta all’Aids. Tra i suoi libri: Bioetica e cinema. Racconti di malattia e dilemmi morali (Franco Angeli, 22006), L’occhio che uccide. Criminologi al cinema (Franco Angeli, 2006). Per EDB ha pubblicato: La morale dei sogni. Lo statuto etico della psicoanalisi (1999); I Salmi della follia. Disturbi mentali e preghiere di liberazione (2003); La morte offesa. Espropriazione del morire ed etica della resistenza al male (22006); Estetica nell’etica. La forma di un’esistenza degna (2010); La libertà del cervello. Neuroscienze, etica e cinema (2013); Frasi di famiglia. Il linguaggio della vita domestica (2015) e Mangiare solo pensieri. Etica dell'anoressia (2016).
Quest'opera di Giacomo Biffi, che risale al 1970, conserva intatta, col suo linguaggio limpido e preciso e col suo pensiero profondo e trasparente, la sua freschezza e il suo vigore. Non è frutto di mode teologiche tutte volte all'"orizzontale"; propone al contrario: «una teologia del tutto "verticale", una pura contemplazione del Cristo come vivente e della sua gloria». Scrive ancora Biffi: «È una contemplazione della verità assoluta, come esiste in sé stessa e come si offre in cibo spirituale agli uomini»; «la verità ci sembra così importante e così bella, da meritare qualche rara volta l'omaggio anche solo di un tentativo di ricerca diretta, gratuita e disimpegnata». La verità contemplata è quella del disegno divino che è il Crocifisso risorto, o Gesù Signore alla destra del Padre, con il quale e nel quale tutto l'universo, e specialmente l'uomo, è stato predestinato. E in questo disegno divino tutti gli aspetti principali del mistero cristiano - il peccato e la redenzione, i sacramenti e la vita cristiana, la Chiesa e i «novissimi» - si trovano esplorati e unificati. Alla destra del Padre sa infondere in chi lo legga e lo assimili una gioia profonda. Il mistero esplorato è un «mistero di gioia», che viene dalla consapevolezza della «nostra condizione di uomini sulla terra che hanno un "Signore nei cieli"». Prefazione di Inos Biffi.
Il nuovo protagonismo delle fedi apre lo scenario a un'epoca postsecolare dove le religioni entrano nel dibattito democratico, spronando le istanze culturali e politiche a un reciproco apprendimento in forza del bene comune. In questo nuovo orizzonte si sono modificate categorie e paradigmi di interpretazione del reale con cui il cristianesimo deve fare i conti per elaborare nuove modalità narrative e immaginative, perché il Vangelo possa avere ancora rilevanza in uno spazio condiviso con altre visioni della vita. La stessa teologia è di nuovo sfidata a riconfigurarsi e a riposizionarsi nello spazio-mondo, il che oggi vuol dire una diversa presenza della fede cristiana "tra i popoli". L'apertura alla dimensione pubblica la sollecita a un'ermeneutica in cui questa istanza non è solo ambito di interesse, ma stile interpretativo che investe il senso delle sue categorie. La riflessione teologica è chiamata ad affinare i suoi strumenti linguistici, ad aprire canali comunicativi altri, più legati agli snodi esistenziali delle persone, per incrociare in modo adeguato le loro domande e poter accompagnare la loro ricerca di Dio. Occorre allora sperimentare nuove alleanze interpretative con la mistica, la letteratura e le arti per restituire una rinnovata vitalità all'annuncio del Vangelo.
La paura è l'emozione che più di altre sta segnando in profondità questi giorni: ci toglie il respiro, ci costringe sulla difensiva e al contempo ci rende istintivamente più aggressivi. Ma avere paura, suggerisce Vito Mancuso, non è sempre un'esperienza totalmente negativa, e nelle situazioni estreme sa far emergere con più chiarezza la verità su noi stessi: è solo infatti quando realizziamo di essere incatenati che possiamo intraprendere il percorso verso l'autentica libertà. Riscoprendo la secolare saggezza che accomuna la grande spiritualità orientale, la filosofia classica e gli insegnamenti della tradizione cristiana, Mancuso dimostra che il contatto con il pericolo può farci comprendere chi siamo: una mente impaurita, senza dubbio, ma in potenza anche un cuore che supera il timore, ed è capace di conoscere e poi sconfiggere con il coraggio i pericoli della realtà. Noi siamo paura, ma possiamo diventare coraggio e riuscire così a essere migliori.
Numero speciale
Nel cuore dell'epoca post-pandemia che sta cominciando, 40 sfide che decideranno il futuro della fede e dell'umanesimo.
Il contagio epidemico di questi mesi che è anche tempo di altri “contagi”: di relazioni e connessioni ritrovate nel distanziamento forzato e accompagnate da una speranza che affiora. Una sfida che ci interpella, spingendoci a guardare avanti, a pensare a un futuro in cui ripartire dalle priorità che abbiamo scoperto e a non smarrire il senso di comunità che abbiamo maturato. In questo Quaderno di «Dialoghi» una riflessione a più voci che restituisce la situazione che stiamo vivendo, vista con occhi e mente pensosi ma carichi di prospettive.
Due webinar sono stati realizzati in queste settimane, dando vita un confronto stimolante. Se li hai persi o vuoi riascoltarli li trovi qui
“Dialoghi sulla fede” https://youtu.be/4wanOA_OTy0
“Dialoghi sulla città” https://youtu.be/d3HUhaEU1Xw
«Se tu non ti occupi di te stesso, chi lo farà al tuo posto? Ma se tu non ti occupi degli altri, chi sei?» (Albert Sabin). Questi due interrogativi essenziali sono variamente considerati nel nostro tempo, in cui ogni persona desidera stare bene, ma in troppe occasioni ciò drammaticamente non avviene. Molti milioni di persone dedicano, comunque, la loro esistenza agli altri, nel campo sanitario, assistenziale e in tanti altri settori educativi e formativi. D’altra parte, si corre spesso il rischio di occuparsi di singole malattie o specifiche difficoltà, perdendo di vista la condizione e la dignità complessive delle persone. Questo libro divulgativo, realizzato grazie a varie competenze – bibliche, teologiche, mediche e sociali –, propone la rilevanza decisiva dell’attenzione alla globalità della persona, al di fuori di ogni possibile parzialità e strumentalizzazione. Queste pagine guardano, in modo concreto e diretto, al presente e al futuro della cura medica, sociale e educativa nelle sue esigenze basilari. Esse si rivolgono a chiunque desideri confrontarsi seriamente con questi temi davvero fondamentali anche a partire da tutte le emergenze sanitarie, sociali e culturali del nostro tempo.
La sinodalità, che è tra i temi centrali del magistero di papa Francesco, viene indagata in questo libro a partire dalla prassi collegiale delle prime comunità cristiane nel Nuovo Testamento. Svolgere un Sinodo non significa tanto cedere alla prassi democratica, quanto dichiarare la fedeltà della Chiesa alla propria vocazione; in altri termini, il tema della Chiesa sinodale è correlato al sensus fidei del popolo di Dio e al suo valore sociale. La radice profonda della difficoltà di rapporto fra i diversi soggetti ecclesiali che oggi si vive nella comunità cristiana va ricercata innanzitutto nell'inefficace assimilazione e attuazione del principio di ministerialità, come realtà riguardante non solo i ministri ordinati, ma tutta la Chiesa. Solo così ogni credente, nel camminare e decidere insieme, potrà sentirsi «pietra viva» nell'edificazione dell'unico Corpo di Cristo, che è la Chiesa.
Categoria cruciale della fede cristiana, in relazione a Cristo, all'Eucaristia e alla vita dei credenti, il sacrificio appartiene all'esperienza universale dell'uomo nel rapporto con la sfera sovrumana. Esso prende la forma di uno scambio simbolico di beni, che ha il carattere dell'offerta, dell'immolazione e dell'unione, al fine di instaurare una relazione di riconoscenza, benevolenza e comunione con la sorgente della creazione e della storia. Per questo il sacrificio ha una dimensione cosmica, antropologica e sociale, si fonda sul racconto mitico dell'origine del cosmo, dell'uomo e della società e si attua nel rito, che rende presente quell'origine come possibilità per ogni nuovo inizio. Questo saggio indaga il tema nella storia moderna e contemporanea, svolgendo il rapporto tra mito e rito; recupera la memoria nella rivelazione biblica e nella storia della fede della chiesa, articolando il rapporto tra evento e rito; ne propone una rilettura teologico-spirituale, declinando il rapporto tra racconto e dramma. Per dire la singolarità del sacrificio di Cristo, dell'Eucaristia e della vita nello Spirito.
Sulla scena della storia, e soprattutto in questo nostro tempo disincantato e disorientato, sono tanti i momenti di buio che fanno parlare di morte di Dio, di silenzio divino, di notte della fede. Auschwitz, Hiroshima, i gulag, il terrorismo, la pandemia, ma anche l'esperienza dei dolori personali, l'angoscia del vivere quando il caos e l'assurdità sembrano avere la prima e l'ultima parola: tutto questo può portare a concludere che Dio sia lontano, nascosto. O che non esista. E, d'altra parte, le certezze delle routines spirituali, la verità rigida dei fondamentalismi, ma anche l'entusiasmo di una fede troppo facile finiscono per sfociare in una chiusura che impedisce di assaporare un vero incontro con Dio e con gli altri che lo cercano magari senza esserne consapevoli. Di fronte a questo stallo oggi più che mai evidente, Tomás Halík torna a invitarci a un cambio di prospettiva. Dio è mistero, e sia l'ateismo sia la fede intransigente mostrano l'impazienza di risolverlo. Troppa impazienza. Perché di fronte a un mistero occorre soffermarsi sulla soglia, serbarlo nel cuore come Maria nel Vangelo, attraversare il deserto e l'oscurità come Israele nell'esodo. Occorre avere «pazienza con Dio», che ci viene incontro nell'attesa, perché Lui per primo è paziente con noi, crede in noi. È qui che Halík ci parla di Zaccheo, il piccolo pubblicano che cerca confusamente Gesù ed è sorpreso dalla fiducia del Signore che lo chiama per nome e si invita alla sua tavola. E ci chiede di riconoscere gli Zacchei di oggi, quei 'cercatori' non credenti o credenti in un modo diverso che come noi sono in viaggio, qualcosa li attira, accanto a loro passa qualcosa di fondamentale. Forse dimostreremo allora la vicinanza di Dio cercando insieme a chi cerca, interrogandoci insieme a chi domanda, facendo di questi Zacchei i nostri prossimi. Uscendo dalle porte chiuse delle nostre certezze per andare insieme dove Dio ci precede e ci aspetta.
L’amore è la cosa più grande di tutte. Ma chi lo riduce a una cosetta graziosa come un sentimento romantico non sfrutta per intero la forza che racchiude.
I due autori, Eckhard Nagel e Katrin Göring-Eckardt, lo illustrano con chiarezza: sviluppano in modo creativo un discorso sulle diverse dimensioni dell’amore. E mostrano che è il cuore della fede cristiana: l’amore è più grande della morale, non conosce la paura, supera i limiti; l’amore può diventare energia vitale nelle più diverse situazioni della vita di persone e comunità, in quanto passione, dono di sé, solidarietà, dedizione, fiducia, stima reciproca, misericordia e coraggio.
L’amore è imprescindibile per la vita insieme, in famiglia e al lavoro, nella chiesa e nella politica. Nella fede ha il suo fondamento, che vuole sempre tornare a essere scoperto. Perché l’amore è essere cristiani di tutto cuore.