Una meditazione qualificata e argomentata sul sacerdozio alla luce delle trasformazioni in atto nella società di oggi. L'autore, teologo e pastore, analizza il rito dell'ordinazione presbiterale mettendo in luce gli aspetti essenziali della missione del prete nel mondo contemporaneo, mostrando la sintonia profonda dell'insegnamento di papa Benedetto XVI e di papa Francesco nell'individuare la relazione personale con Dio come il punto qualificante di ogni vocazione sacerdotale.
Il 2024 si colloca al centro di celebrazioni francescane in ricorrenze di ottavi centenari: il 2019 l'incontro di Francesco con il Sultano Melek-el-Kamil, il 2021 la redazione della Regola non bollata, il 2023 l'iniziativa del Presepio a Greccio, il 2025 verrà ricordato il Cantico delle Creature, il 2026 la morte di San Francesco, il 2028 la canonizzazione del Poverello. Dunque l'anno 2024, VIII Centenario della Stimmatizzazione di San Francesco a La Verna sembra il fulcro interpretativo della sua vicenda umana e cristiana. L'evento fu fedelmente annotato dai biografi contemporanei, qualcuno pure testimone delle ferite sul corpo del santo dopo la morte, e variamente interpretato da teologi come San Bonaventura o autori francescani. In tutti si riscontra un accordo: esso ebbe caratteristiche uniche (le mantiene fin ad oggi), fu il primo tramandato nella storia della Chiesa ed è mistero. Il presente studio ha voluto rispondere ad alcune domande rimaste sospese, cercare di capire il contenuto e il messaggio del "mistero di La Verna".
Spesso Papa Francesco ha proposto ai cristiani e all’umanità intera una “rivoluzione di tenerezza”. Con questa espressione, il Santo Padre incoraggia a raggiungere le periferie del mondo, avvicinandole a Cristo “per attrazione”: l’attrazione dell’amore vissuto in modo sacrificato, universale, trasparente e allegro. Da queste parole ben si comprende l’importanza di sapere amare davvero, in modo maturo, vivendo, in particolar modo fra i futuri sacerdoti della Chiesa, la castità cristiana, «segno della limpidezza nelle relazioni e nel dono di sé» come dice la recente Ratio sulla formazione sacerdotale (n. 21).
A febbraio 2018, il Centro di Formazione Sacerdotale della Pontificia Università della Santa Croce ha organizzato la V Settimana di Studio per Formatori di Seminari, con il titolo Insegnare ed imparare ad amare. L’affettività umana e la castità cristiana. Questo incontro, a cui hanno preso parte sacerdoti venuti da 17 paesi, è stato l’occasione per una riflessione interdisciplinare (teologica, filosofica, pastorale e psicologica) sui diversi aspetti della formazione dell’affettività nei candidati al sacerdozio. Dalle relazioni e dal dialogo tra i partecipanti sono emerse delle linee guida utili per presentare questa virtù in modo più gioioso, integrativo, significativo, paterno e apostolicamente efficace ai candidati al sacerdozio, e più in generale, anche ai giovani che cercano aiuto per vivere una vita cristiana.
Il presente volume raccoglie alcune delle relazioni tenute durante la Settimana di Studio. Vuole essere uno strumento destinato ai diversi protagonisti della direzione dei seminari, perché possano aiutare i canditati ad amare Dio e gli altri con un cuore sempre più puro. Così, dalla propria esperienza, i sacerdoti potranno insegnare alle persone che ricorreranno alla loro guida spirituale a crescere in questo amore.
Francisco Javier Insa Gómez (Siviglia, 1975) è Professore Incaricato di Bioetica e Segretario del Centro di Formazione Sacerdotale presso la Pontificia Università della Santa Croce. Medico psichiatra (2004), ha lavorato vari anni in ospedale e ambulatorio, e ha pubblicato diversi articoli nel campo della salute mentale. Dopo gli studi di licenza e dottorato in Teologia Morale è stato ordinato sacerdote (2011), incardinato nella Prelatura dell’Opus Dei. Da allora ha sviluppato diversi incarichi pastorali, tra cui la formazione di candidati al sacerdozio, e ha sviluppato la propria ricerca accademica soprattutto negli ambiti della bioetica e della psicologia applicata alla formazione cristiana
Si deve guardare in faccia la realtà: il sacerdozio sembra vacillare. Certi preti sembrano come marinai la cui nave è stata sconquassata dalla violenza di un uragano. Annaspano e vacillano. Quando si viene a conoscenza di qualche episodio di abuso sui minori, non possiamo evitare di porci delle domande. Non si può fare a meno di avanzare dei dubbi. Il sacerdozio, il suo statuto, la sua missione, la sua autorità, sono messi al servizio di quanto c'è di peggio al mondo. Il sacerdozio è stato strumentalizzato per nascondere, insabbiare, e persino giustificare la profanazione dell'innocenza dei bambini. Talvolta, la stessa autorità episcopale è stata piegata allo scopo di pervertire e distruggere la generosità di coloro che desideravano consacrarsi a Dio. La ricerca della gloria mondana, del potere, degli onori, dei piaceri terreni e del denaro, è penetrata nel cuore di sacerdoti, vescovi e cardinali. Com'è possibile tollerare tali episodi senza tremare, senza piangere e senza metterci in discussione? Non possiamo fare finta che tutto ciò non esista, come se si trattasse soltanto di un incidente di percorso. Dobbiamo guardare il male in faccia. Perché tanta corruzione, sviamento e perversione? È giusto che ce ne venga chiesto conto. È giusto che il mondo ci dica: "Siete come i farisei: dite e non fate" (cfr. Mt 23,3). Il popolo di Dio guarda con sospetto i suoi sacerdoti. Chi non crede li disprezza e diffida di loro.
Il volume costituisce gli Atti del terzo convegno di studi sulle nuove forme di vita consacrata, svoltosi nel 2016 presso l’Auditorium della Pontificia Università Antonianumin Roma.
Il convegno da un lato intendeva ribadire alcune caratteristiche delle nuove forme di vita consacrata o nuove comunità che, pur sostenendosi sugli stessi valori di fondo della vita consacrata, sentono di essere qualche cosa di nuovo nella Chiesa. E dall’altro lato c’è la Chiesa ufficiale, timorosa di fronte alle nuove forme di vita consacrata, così come lo era stata di fronte alle nuove congregazioni dell’Ottocento, che lentamente essa ha cercato di configurare in un quadro accettabile, non volendo correre rischi, correggendo e approvando le loro costituzioni. Le nuove forme di vita consacrata o nuove comunità sono e vogliono essere una vocazione della Chiesa e nella Chiesa, il che richiama un dialogo costruttivo, impegnato e a lungo termine, al quale questo volume vuol contribuire.
CURATORI
ROBERTO FUSCO è docente stabile di Teologia spirituale presso la Facoltà Teologica Pugliese di Bari e presso la Facoltà Teologica di Lugano.
GIANCARLO ROCCA, laureato in Teologia con specializzazione in Mariologia, è direttore del Dizionario degli istituti di perfezione, ed è stato docente invitato presso la Pontificia Università Gregoriana -Facoltà di Storia della Chiesa, presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, e presso la Pontificia Università Lateranense -Istituto Claretianum.
STEFANO VITA, laureato in Giurisprudenza, dottorato in Teologia e licenziato in Diritto canonico, è stato Vicario generale della Delegazione Pontificia Santa Casa di Loreto, Vicario Generale della Fraternità Francescana di Betania e Direttore del Centro Studi Lauretani, nonché docente incaricato presso la Facoltà Teologica Pugliese di Bari.
In nome di quella trasparenza tante volte invocata da Papa Francesco per la Chiesa, il libro apre spiragli di luce su una grave problematica interna alla vita consacrata femminile: gli abusi di potere, di coscienza o sessuali all'interno di ordini, monasteri e istituti, che portano donne e ragazze a spegnere il fuoco della vocazione e abbandonare il percorso religioso intrapreso, anche dopo anni. Sono loro stesse, suore o ex suore, che stanno per lasciare o hanno già lasciato quella che per anni è stata la loro "casa-, a raccontare ciò che hanno subito: mobbing, ricatti, manipolazioni, discriminazioni in base alla nazionalità, violazione del foro interno (cioè dei segreti della propria coscienza), problemi di salute sottovalutati o usati come pretesto per l'emarginazione. Il volume raccoglie - in forma assolutamente anonima - le testimonianze di donne di tutto il mondo e di diverse età che, dopo anni di silenzio, per paura o perché sotto forte pressione psicologica, hanno deciso di far sentire la loro voce, in modo da poter aiutare chi ancora non ha il coraggio di reagire. Un "velo-, come quello tolto dal proprio capo, che ora cade per rivelare storie altrimenti nascoste. Per questo, il libro offre anche degli spunti sui percorsi di "rinascita-, quindi sugli strumenti del Diritto canonico o della psicoterapia in supporto e a tutela delle consacrate oppure sulle iniziative all'interno della Chiesa che aiutano queste donne a riprendere la vita in mano e ad andare avanti, a volte anche ricominciando il cammino religioso. Voglio rendere omaggio a queste donne che hanno coraggiosamente accettato di parlare e dare la loro autentica testimonianza. Dobbiamo ascoltarle, sentirle e prendere coscienza che la vita consacrata, nella sua diversità, come altre realtà ecclesiali, può generare sia il meglio che il peggio. Dalla prefazione di suor Nathalie Becquart.
Da prete a prete, da fratello a fratello. Una lunga lettera di consigli e raccomandazioni a un giovane sacerdote da parte di un altro giovane prete. Un testo contemporaneo che richiama lo stile dell'Imitazione di Cristo. "Quando al mattino ti alzi e ti guardi allo specchio ringrazia il Signore, non per quello che fai, ma perché il dono ricevuto ti trasforma, giorno per giorno. Sei prete: davvero un dono grande, per la tua vita e per la Chiesa tutta. Sappilo sempre, anche quando ti verrà il sospetto che potevi fare dell'altro e ti verrà voglia di cambiare rotta. Ritorna, nei momenti difficili, davanti a quel Crocifisso che non ti ha imbrogliato, ma ti aveva annunciato, da subito, la buona, vera notizia sulla tua vita. Ritorna senza rimpianti a quei giorni di libertà, di gioia e di pace in cui hai dato consapevolmente la vita al Signore e lo hai ringraziato e amato con tutto te stesso."
Nella Costituzione Apostolica Veritatis gaudium Papa Francesco parla di «un vero e proprio cambiamento d'epoca, segnalato da una complessiva "crisi antropologica" e "socio-ambientale"» (n. 3). Per rispondere a tale sfida, la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis segnala l'importanza di «una visione integrale della formazione dei futuri chierici, che tenga conto ugualmente di quattro dimensioni che interessano la persona del seminarista: umana, intellettuale, spirituale e pastorale» (Introduzione, n. 1). La dimensione intellettuale si mostra indispensabile per un'adeguata e profonda comprensione di Dio e degli altri, di se stessi e della missione. Ciò che non viene in qualche modo riflettuto e ponderato non diventa vita consapevolmente vissuta e non si può trasmettere efficacemente alle generazioni future. Quando invece la dimensione intellettuale è ben integrata con le altre, il futuro pastore è in grado di avere «un cuore saggio e intelligente» (1 Re 3, 12). A febbraio 2020, il Centro di Formazione Sacerdotale della Pontificia Università della Santa Croce (Roma) ha organizzato la VI Settimana di Studio per Formatori di Seminari, con il titolo "Ti concedo un cuore saggio e intelligente". La dimensione intellettuale della formazione dei candidati al sacerdozio. Sacerdoti provenienti da 25 paesi si sono riuniti nella Città Eterna per riflettere su questo argomento da una prospettiva inter e transdisciplinare (teologica, filosofica, pastorale e pedagogica). Il presente volume raccoglie le conferenze che si sono tenute in quell'occasione. La comunità dei formatori e i professori troveranno suggerimenti utili per aiutare i candidati ad integrare la loro preparazione intellettuale con le altre dimensioni (umana, spirituale e pastorale) in beneficio della comunità che sarà loro affidata.
Una riflessione che parla d'amore. La vita monastica è circondata dalla preghiera e immersa in un continuo ambiente orante. L'autore iscrive questo dato all'interno di un contesto sponsale. Il testo affronta, infatti, il tema di una Chiesa orante e consapevole della propria povertà, che si apre al bisogno degli innamorati.
Da dove nasce l’istituzione del celibato come condizione indispensabile per l’accesso al sacerdozio cattolico? Esiste da sempre? Ma, soprattutto, è valida ancora oggi? Sembra che l’opinione comune tra i cattolici sia a favore di una libertà di scelta tra stato matrimoniale e celibatario per i sacerdoti. Forse, dunque, i tempi sono maturi per affrontare il discorso con spirito critico? Jean Mercier, autore di una fortunata commedia narrativa di ambientazione parrocchiale, ha firmato, poco prima della sua scomparsa, un saggio sul tema, tra i più discussi all’interno della Chiesa di oggi. La sfida di Mercier in questo libro è rispondere alle obiezioni al celibato e farlo senza perdere di vista la tradizione ecclesiale, puntualmente indagata e sviscerata. Con uno sguardo sulla storia l’autore offre, dunque, informazioni sia sui fondamenti della disciplina cattolica celibataria, sia sui campi “sperimentali” in cui si è dato un clero cattolico coniugato: i “convertiti” provenienti dalla Riforma e dall’anglicanesimo, per esempio, o l’esperienza delle Chiese cattoliche orientali. Mercier ci conduce al centro delle domande, serie e meno, che assediano il tema celibatario oggi, offrendo una prospettiva originale e lucida sul mondo dei preti di oggi e del prossimo futuro.
Il tema della formazione dei consacrati con l’obiettivo della trasformazione del loro cuore e delle loro menti è di grandissima attualità. Il magistero della Chiesa in questi ultimi anni chiede di proporre delle offerte formative capaci di favorire il cambiamento delle persone consacrate. A questo scopo servono dei mezzi metodologici e delle strategie d’intervento capaci di toccare il cuore.
Il metodo di accompagnamento personalizzato, definito “iniziatico” in alcuni documenti, è uno dei più efficaci. La trasformazione indica il cambiamento radicale che si opera in tutta la persona. Per questa ragione, la riflessione ha preso
in considerazione tutte le dimensioni della formazione che si riferiscono alla globalità della persona, così come ci suggeriscono le parole di san Paolo che esorta alla trasformazione spirituale guidata dal rinnovamento della mente (cfr. Rm 12,2). Le proposte comuni, menzionate nel testo, tendono a tracciare alcune linee operative nella dimensione umana e spirituale, e senza dirlo esplicitamente, anche in quella comunitaria.
È un nuovo e agile profilo del padre dell'Ordine dei Predicatori, scritto da due storici domenicani e aggiornato sui più recenti e rilevanti risultati di attente ricerche. Offre uno sguardo completo sulla vita del Santo, sulle fonti che lo riguardano, sulla sua spiritualità e sulla sua eredità. Si rivolge al grande pubblico con lo scopo di far conoscere, fugando ogni pregiudizio e precomprensione, uno dei più grandi santi della storia e, forse, uno dei più sconosciuti, incompresi e mal giudicati. Domenico di Caleruega non solo è Padre dell'Ordine dei Predicatori, ma è riconosciuto "patriarca" della grande Famiglia domenicana, cioè di frati, monache, suore, laiche e laici. Domenico, insieme a Francesco d'Assisi suo contemporaneo, appare ancor oggi più vivo e attuale che mai nella sua figura di originale riformatore della vita religiosa in chiave apostolica, di maestro di preghiera e di verità, di testimone della povertà e della predicazione evangelica. Prefazioni di fra Gerard F. Timoner III, maestro dell'Ordine e del cardinale Matteo Maria Zuppi. In appendice Papa Francesco, Lettera "Praedicator Gratiae".