La Fondazione Beato Federico Ozanam - San Vincenzo De Paoli Ente Morale Onlus è nata nel 1999 per iniziativa della Società di San Vincenzo De Paoli e dei Gruppi di Volontariato Vincenziano allo scopo di promuovere la cultura della solidarietà sociale. Così come fece nel corso della sua breve vita il Beato Federico Ozanam, un intellettuale francese del XIX secolo, fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli, che si consacrò ai poveri e al volontariato e il cui messaggio, sempre attuale, ha raggiunto ogni angolo del mondo. Nel corso degli anni sono stati prodotti ricerche, studi, documenti e pubblicazioni sulla solidarietà sociale e sulla tutela dei diritti civili. Sono strati promossi convegni e seminari di formazione culturale e tecnica per animatori di volontariato. Recentemente la Fondazione si è fatta promotrice di incontri e dibattiti sui problemi sociali delle carceri, del disagio minorile e della violenza sulle donne. Gli studi e i saggi prodotti sono stati supervisionati da un autorevole Comitato scientifico composto da docenti universitari e da esperti con diverse competenze.
La Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro onlus è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, nata nel 1999 e riconosciuta Ente morale nel 2000, ha lo scopo di mantenere viva la memoria, il pensiero e l’azione esemplare e profetica di don Luigi di Liegro. Nei suoi 15 anni di vita ha sviluppato e promosso attività e progetti in Italia e all’estero per contribuire a migliorare le condizioni di vita e il benessere sociale di tante persone fragili e indifese. Questo volume raccoglie alcune riflessioni dei maggiori esponenti della Fondazione sulla vita e le opere e il pensiero di Luigi Di Liegro.
Misericordia, inquietudine e felicità sono esperienze centrali nella ricerca moderna di una nuovo umanesimo. Sono intrecciate tra loro e nessuna è davvero possibile nel mondo globalizzato se manca una delle altre due. Il libro presenta alcuni protagonisti, pensieri e proposte vissuti da cristiani nel mondo contemporaneo, come se ci svegliassimo e vivessimo ogni giorno in un ospedale da campo. Fatti e storie personali dimostrano che nessuno può cambiare davvero e per sempre la vita di qualcun altro, ma attraverso la misericordia, l'inquietudine e la felicità ognuno può scegliere il proprio destino. E così, molti altri potranno seguire lo stesso filo di Arianna, per uscire dal labirinto di contraddizioni, guerre e infelicità del nostro tempo.
Fare spazio agli altri significa dare una casa all'Altro. L'accoglienza ci rende inquieti ma ci spalanca orizzonti nuovi. Domani saremo ricordati per aver aperto il cuore e le città o per esserci trincerati nell'egoismo?
Il Banco Alimentare rifornisce oltre 8 mila strutture caritative che aiutano un milione e seicentomila poveri grazie al recupero di 75 mila tonnellate di cibo e di 1 milione 100 mila piatti pronti. I volti e le storie di chi deve fare i conti con la fame, dei volontari che li aiutano a "ripartire" e delle aziende che donano le eccedenze. Viaggio-inchiesta alla scoperta di un pianeta dove la dimensione della gratuità e la condivisione di un bisogno elementare si sposano con la lotta agli sprechi. Uno spaccato dell'Italia solidale che ogni anno trova nella Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (5 milioni e mezzo di donatori in 11 mila supermercati) la sua espressione più popolare. Con un intervento di papa Francesco.
Nell'anno di Expo 2015, la quinta edizione del rapporto di Caritas Italiana, "Famiglia Cristiana" e "Il Regno" sui conflitti dimenticati nel mondo si focalizza sul legame tra guerra e problema alimentare. Gli interrogativi di fondo sono due: in che misura la guerra può essere determinata da fattori legati alla produzione, distribuzione e consumo del bene alimentare? Che tipo di conseguenze sono prodotte dai conflitti in riferimento alla malnutrizione e alla cattiva distribuzione delle risorse alimentari? Il testo è diviso in tre parti. La prima parte fornisce al lettore le principali coordinate culturali e scientifiche sui fenomeni di guerra e sul rapporto tra guerra e cibo. La seconda parte riporta i risultati di due indagini sul campo: una ricerca relativa alla presenza delle persone in fuga dalla guerra nel circuito di accoglienza Caritas e un'altra indagine sulla diffusione dei video di guerra e terrore sulla Rete. La terza e ultima parte presenta alcune proposte e linee di intervento sul tema del conflitto e del problema alimentare, rivolte ai principali attori, pubblici e privati. Alla stesura del rapporto hanno contribuito studiosi ed esperti del mondo accademico, del volontariato, della Chiesa e del privato sociale internazionale.
"Emergenza profughi", "invasione di immigrati", "allarme rifugiati"? I giornali strabordano di titoli simili. Ma in Valle Camonica, nel Bresciano, 11 comuni hanno fatto squadra nell'accogliere 116 persone fuggite dall'Africa perché colpite da guerre, fame e terrorismo. Tramite il privato sociale, che ha attinto a fondi europei (quelli che le Regioni non usano...), si è operata una microaccoglienza diffusa che ha puntato sull'integrazione: impegni nel volontariato, stage di lavoro, attività di agricoltura, tirocini nel verde pubblico? Così gli "ospiti" si sono sentiti accolti e stimati, la cittadinanza ha trovato nuova linfa, l'emergenza è diventata risorsa.
Nel testo introduttivo il Card. Maradiaga, presidente della Caritas Internationalis e S.E. Mons. Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, spiegano e presentano questo volume. Si tratta di diversi interventi al Seminario dal titolo "La famiglia, una risorsa per superare la crisi" tenutosi il 18 settembre 2014. Le riflessioni e i contributi provengono da tutti i continenti e insieme con essi vi si trova anche il messaggio "We care! Una proposta pastorale che ci impegna in prima persona" indirizzato ai Padri Sinodali da parte dei partecipanti al Seminario, che si sono impegnati essi a vivere queste proposte pastorali come "comunità cristiana guidata dal Signore Gesù e illuminata dalla Parola di Dio". Nel corso del Seminario si è cercato di incamerare l'appello di papa Francesco per una "Chiesa povera per i poveri", sottolineando il valore di una "famiglia povera per i poveri", cioè di una grande famiglia in cui ci si sappia riconoscere tutti "poveri" e bisognosi gli uni degli altri, capaci di diventare comunità "madri" che sanno accogliere e amare chi è ferito dalla vita e dagli affetti.
Due testi che si intrecciano, in un continuo richiamo al carisma francescano e allo "spirito di Assisi", per riaffermare l'impegno dei figli di san Francesco nel campo della pace e del dialogo tra le religioni. Fra Pierbattista Pizzaballa svela particolari inediti e retroscena dell'invocazione per la pace tenutasi in Vaticano l'8 giugno 2014. E insiste sul valore della preghiera: "La preghiera non produce; la preghiera genera. Non sostituisce l'opera dell'uomo, ma la illumina. Non esonera dal percorso, ma lo indica". Fra Michael A. Perry riflette sul dialogo tra le fedi come strada privilegiata per la pace. Partendo dalla propria esperienza, traccia alcune linee guida e mette al primo posto l'impegno per un lavoro comune e condiviso, purificato dal desiderio tipicamente umano di controllare e "possedere" tutto.
"Quelli delle ong ti uccideranno!", si è sentito dire l'autore. Ma lui non è d'accordo. Ritiene che siano invece le ong, con la loro strategia sempre più appiattita sulla ricerca di fondi, ad andare verso il suicidio. Denuncia quindi, tra il saggio e il racconto, le ipocrisie dell'attuale cooperazione non governativa. Ma, soprattutto, formula una proposta di rilancio, consapevole che volontari internazionali possiamo essere tutti, anche rimanendo a casa. Occorre però rispolverare molti valori messi da parte troppo in fretta perché considerati obsoleti. E ci vuole l'umiltà di farsi aiutare dagli africani, che quei valori hanno saputo conservarli meglio. Solo così riusciremo a uscire dalla situazione di sottosviluppo dell'armonia in cui ci siamo cacciati. Una prospettiva ribaltata, dunque: smettiamola di giocare ai soccorritori buoni, e riconosciamo di avere anche noi bisogno degli altri. Pronti a scoprire con gioia che quanti ci sembravano soltanto "poveri" possono invece rivelarsi "diversamente ricchi". A loro va lasciato lo spazio economico per accedere a una vita meno disagiata, mentre noi dobbiamo recuperare una quotidianità meno ansiogena. Vivere con armonia il presente, rivalutando quanto di buono è emerso nel passato, è il miglior modo per guardare con fiducia al futuro. È questo il senso di "Ripartire da ieri".
Il motore che funziona a pipì, brevettato da quattro adolescenti nigeriane; la città di Ifrane (Marocco), secondo centro urbano più pulito al mondo; Vuya, il tablet made in Sudafrica che si ricarica con la luce del sole; il pepe bianco di Penja, la spezia camerunese più pregiata della terra; il primo corso per donne imam lanciato in Mauritania, antidoto all'estremismo religioso; Natnael Berhane, ciclista eritreo in fuga dalla dittatura e nuova stella del ciclismo afro. Con la sua vivace penna di cronista Eyoum Nganguè ci fa conoscere un'altra Africa rispetto a quella dei soliti cliché. Una terra di donne e uomini che costruiscono una società migliore grazie a fantasia, talento e inventiva. L'Africa vanta mille vicende di bene spesso (e purtroppo) a noi sconosciute. In questa carrellata spiccano numerose storie al femminile che raccontano un continente intriso di speranza e capace di futuro: scrittrici e fumettiste, modelle e attrici, esploratrici e cuoche di fama internazionale. Grazie a Nganguè vediamo l'Africa da una prospettiva diversa. E ci nutriamo di un "afrottimismo" che ribalta tanti (e ormai vecchi) luoghi comuni.