Giovanna Silva coglie negli oranti gli stati d'incertezza che s'intravedono nella loro certezza di fedeli, di uomini e donne in preghiera. E come se volesse certificare con i suoi scatti il brusio e la confusione dei pensieri (delle lingue e dei pensieri insieme) che si levano dagli oranti stessi. Il mondo è là fuori, impreciso, impercettibile, inafferrabile. Ci sono gli uomini e le donne - gli oranti - non c'è nessun Dio. Prefazione di Marco Belpoliti.
Nella storia d’Italia,Adua evoca la clamorosa sconfitta che l’esercito italiano subì nel 1896 per opera delle truppe abissine del negus Menelik II.
Proprio sotto quelle montagne che videro la disfatta di una politica colonialista, oggi ad Adua sorge la Missione Kidane Mehret, che suor Laura Girotto, salesiana, ha fondato negli anni Novanta con un esiguo gruppo di religiose. La Missione si prende cura di donne, bambini, ha un’officina per l’avviamento al lavoro, ha una scuola, ed esiste già un progetto per la costruzione di un ospedale.
Insomma, le armi della guerra sono state sostituite da quelle della solidarietà, dell’impegno umanitario, dei progetti a favore dei bisognosi. Mai imposti ma sempre concordati con le autorità locali, ascoltando le vere esigenze della gente del posto.
«Questa è la storia», scrive l’Autore, «forse istruttiva e di sicuro sconosciuta ai più, di come nasce una Missione. Del “bene” che riesce a produrre attorno a sé. Delle fatiche quotidiane, delle delusioni da superare, delle ostilità da aggirare. Ma è, soprattutto, la storia di un sogno diventato realtà. E che, come tale, ha ancora e sempre bisogno di essere sognato».
Tra i collaboratori di sr Laura c’è anche il fratello Silvano, la cui autobiografia – Mi chiamavano Frate Mitra – è stata pubblicata da Paoline nel 2002.
Punti forti
La forza della testimonianza di sr Laura Girotto, capace di superare difficoltà e pregiudizi.
ricorrenze particolari
Destinatari
Pubblico ampio, di giovani e adulti, interessati soprattutto all’impegno sociale.
Autore
Niccolò D’Aquino (Atene, 1948), giornalista, è corrispondente dall’Italia di America Oggi, il più importante quotidiano italiano all’estero. Nella sua lunga carriera è stato,tra l’altro,capo servizio al Giornale di Indro Montanelli, corrispondente da New York dell’agenzia Ansa, capo servizio dei notiziari italiani di Radio Montecarlo, inviato del settimanale economico Il Mondo e poi di Io donna, settimanale del Corriere della Sera. Si occupa di globalizzazione con Globus et Locus, il think tank milanese fondato da Piero Bassetti. Con un gruppo di altri professionisti ha inoltre fondato Italic Digital Editions, società che si occupa di e-book e di editoria elettronica.
Un missionario presenta a noi occidentali l'Africa in termini positivi (ma senza idealizzazioni forzate), quasi per dare una scossa al nostro torpore, al nostro appagamento superficiale. Sono esperienze vissute sul campo, battaglie per la giustizia e i diritti dei poveri, testimonianze di una spiritualità viva e affascinante. Il libro, scritto con autentica passione, è destinato a non lasciare indifferenti i lettori e le lettrici.
L'autore scende nelle viscere della sua città, una città di provincia, graziosa e apparentemente tranquilla permostrarne la "basùra" ossia la spazzatura. Ciò che cacciamo dai nostri pensieri e che non abbiamo voglia di vedere: le donne e gli uomini messi ai margini della società. Persone normali che per qualche strano motivo, si ritrovano a vivere per strada, chiedendo l'elemosina all'uscita dal supermercato o prigionieri di droghe e alcool. La sua città rappresenta tutte le città italiane e la difficoltà di questo viaggio nei bassifondi sarà quella di entrare nella loro vita, ascoltarli sul serio e vincere i pregiudizi.
Il concetto di catechesi missionaria, tradizionalmente legato alla catechesi nei paesi di missione, è stato esplorato negli anni in varie pubblicazioni. L'aspetto originale di questo volume è l'interdisciplinarietà, ogni autore offre un significativo approfondimento dall'interno della sua area.
Il dialogo ecumenico (inteso come confronto tra i fedeli che riconoscono la centralità di Gesù Cristo) si presenta come una necessità ineludibile: non solo per raggiungere l’unità predicata da Cristo, ma anche per testimoniare al mondo che attraverso il dialogo si possono superare divisioni prodotte nei secoli. Del resto i cristiani hanno in comune molto più di quanto li separi e divida: il confronto che anima i loro dialoghi potrà portare a costruire un’unica chiesa capace di salvaguardare la pluralità delle chiese.
L’attuale stagione ecumenica è caratterizzata più da prudenza che da slanci profetici.
Tuttavia questo libro mette in luce come lo sforzo di conoscersi e riconoscersi, di incontrarsi, studiare, lavorare e pregare insieme, possa rafforzare la scelta di ciascuna chiesa ad impegnarsi con il proprio carisma a partecipare ad un processo irreversibile.
Con saggi di M. Bracci, L. Attanasio, R. Filippini, S. Nannipieri, A. Ruberti, E. Tamassone, T. Rimoldi, C. Cianitto, E. Ragusa, P. Consorti, E. Morelli, P. Moneta, M. Salani.
Massimo Salani è responsabile del secondo modulo del Master universitario in “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi” dell’Università di Pisa. Docente di religione cattolica dal 1986, insegna nello Studio teologico interdiocesano di Camaiore (Lu) e nell’Istituto superiore di scienze religiose di Pisa, dove è anche responsabile della Scuola di formazione teologico pastorale. È autore del volume A Tavola con le religioni, Edb (2000), Il figlio della strada. Per una fede che accoglie, EDB (2004). Per la Plus ha curato Fedi e conflitti. Le religioni possono costruire la pace (2010).
C'è una grande letteratura sulla povertà. E c'è un importante dibattito statistico internazionale sugli strumenti per misurare la povertà: relativa, assoluta, estrema. Non è solo un problema terminologico. È necessario per cogliere alcuni passaggi del cambiamento in cui siamo immersi. Capire meglio la "povertà" per aiutare a combatterla, evitando che si radicalizzino sentimenti di fragilità sociale e di insicurezza nella popolazione, che possono fare crescere antagonismi sociali, fino a combattere i "poveri" e non la povertà: è una necessità. Questo Rapporto, nato dalla collaborazione tra la Comunità di Sant'Egidio e la Camera di Commercio di Roma, parte di un progetto assieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, scaturisce da questa esigenza. Il centro di questo Rapporto è Roma e il Lazio, anche se in molti casi c'è un raffronto nazionale e, in qualche misura, si offre un quadro del Paese, almeno delle tendenze. Non c'è la pretesa di fare il punto statistico, per l'impossibilità di unificare e confrontare fonti diverse, anche cronologicamente. Ma è uno sforzo di comprensione, dal basso, che cerca di leggere nelle fonti esistenti e attraverso approfondimenti che provengono dall'esperienza e dallo studio di ricercatori della Comunità di Sant'Egidio sulla marginalità, le linee di cambiamento, le tendenze, i tratti reali della sofferenza, avanzando, quando possibile, qualche suggerimento e linea di risposta e di contrasto del disagio.
Allievo e poi amico di Norberto Bobbio, Enrico Peyretti propone in queste pagine un resoconto di quasi vent'anni di dialoghi e discussioni con Norberto Bobbio, dal 1984 a poco prima della morte del grande filosofo, nonché la trascrizione di trentanove sue lettere inedite. Tra i temi toccati ci sono la politica, in primis quella di pace e nonviolenza, il senso della vita, la religione, la fede, la mitezza - di cui Bobbio scrisse un mirabile elogio -, il male e la morte, senza dimenticare l'amicizia, grande sostegno dell'esistenza.
Che cosa pensano gli immigrati, questi nuovi esuli che cercano il lavoro mutando continente, spezzando legami di lingue, culture e tradizioni? Il volume è un insieme di racconti di immigrati in Italia; mai come in questo secolo, per lo meno quanto al nostro paese, le migrazioni si sono incrociate con una capillarità che ha aspirato uomini e donne dal sud-est asiatico, dalle regioni andine, dall'Africa magrebina e subsahariana, dall'Est europeo per mezzo secolo sigillato e incomunicante. Coloro che in questo testo scrivono non sono dei nuovi arrivati: della lingua italiana hanno un possesso fermo, la dominano come una lingua propria. Sono il risultato, dunque, di un'integrazione riuscita, hanno trovato un loro luogo in Italia.
«Mi sento laico, umile credente sempre in ricerca, prete per un servizio disponibile, disinteressato, gratuito nella comunità cristiana e nella società; anticlericale, cioè non appartenente ad una categoria; non funzionario della religione. Si può così intuire quale sia a livello di comunicazione l'effetto del cercare giustizia, verità, uguaglianza, pace, condivisione».
Parla don Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro di accoglienza per stranieri Ernesto Balducci di Zugliano, e racconta la sua storia di uomo e di prete, di insegnante e di animatore culturale, alle prese con i temi più discussi nelle comunità cristiane: le delicate posizioni dei separati e divorziati nella Chiesa, l'aborto, l'omosessualità, il celibato dei preti, il sacerdozio delle donne, la pedofilia, la malattia e il fine vita.
Descrizione:
Studiosi ed esperti di problemi demografici hanno formulato prospettive poco incoraggianti: nei prossimi vent'anni, senza immigrazione la popolazione europea perderebbe oltre 30 milioni di abitanti, mentre il mondo giovanile (di età compresa dai 20 ai 40 anni) diminuirebbe di oltre 50 milioni. Il titolo di questo volume definisce subito, con la persistenza e l'ampiezza del fenomeno, anche il limite e la precarietà di questi "contrappunti". Il cammino di ricerca sviluppato dal volume è svolto attraverso il racconto di piccoli episodi, brevi ritratti di persone e personaggi: frammenti vaganti nel gran mare dell'emigrazione, misurati con il metro valutativo evangelico, che definisce grande e meraviglioso ciò che è piccolo e ordinario.
Biografia di Massimo Barbiero (1973-2010), giovane missionario laico di Fossò (Venezia) - diocesi di Padova - della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. Dopo aver trascorso più di dieci anni nella baraccopoli di Soweto alla periferia di Nairobi, venne inviato a Mérida (Venezuela) dove morì assieme al volontario Simone Montesso, durante un’escursione sulle Ande.
Autore
LUIGI FERRARESSO, maestro elementare dal 1962 al 1998, è stato docente di pedagogia all'Istituto superiore di scienze religiose di Padova. Esperto in temi di catechetica e storia, svolge anche un'intensa attività pubblicistica. È direttore della presente collana «I Testimoni» per le Edizioni Messaggero Padova.