L’agile volume introduce al secolo conclusivo del medioevo, che vede il fiorire della dimensione umana, artistica, religiosa prima del rapido tramonto. La guida sicura è Raoul Manselli che, a vent’anni dalla scomparsa, continua a produrre molti frutti a testimonianza di un’attività intensa di scrittura, di un assiduo lavoro di ricerca, di una passione per la storia. L’inedito ora pubblicato è relativo a un periodo che Manselli ave¬va esplorato in più aspetti e momenti. Il noto storico si confronta con il dilemma causato dal¬lo sviluppo dell’Ordine che provoca un netto allontanamento dallo stile di vita della primitiva comunità minoritica.
Un saggio storico alla portata di tutti.
Raoul Manselli è stato uno dei massimi medievisti italiani e forse europei del Novecento. Dalla metà degli anni Sessanta si è sviluppato il suo interesse per la figura di san Francesco d’Assisi, attorno a cui Manselli ha prodotto una serie considerevole di studi, coronati dalla biografia San Francesco d’Assisi. Editio maior, pubblicata dalle Edizioni San Paolo nel 2002. La morte prematura, avvenuta il 20 novembre 1984, ha sottratto l’Autore ai suoi studi, ma nulla ha tolto all’eredità scientifica che ha lasciato.
3 settembre 2000: davanti alla folla festante riunita in piazza San Pietro, Giovanni XXIII viene iscritto nell’albo dei beati. Tra i presenti, don Loris Francesco Capovilla, ex segretario particolare di Papa Giovanni. Sopraffatto dall’emozione, al momento egli non è in grado di proferire parola. Solamente più tardi ha trovato la forza per esprimere i suoi sentimenti, per rivivere i momenti salienti del pontificato, per trasmettere ancora il testamento dell’amato pontefice. Lo fa con delle lettere scritte direttamente al Papa beato, nel desiderio di riprendere un colloquio mai interrotto.
Il libro raccoglie le lettere del segretario al “suo” papa.
Loris Francesco Capovilla, segretario particolare di Giovanni XXIII e arcivescovo di Mesembria, è autore di numerose opere dedicate a Papa Giovanni.
La profonda, anche se scomoda, obbedienza alla Chiesa, la fedeltà alla propria parrocchia, il rifiuto di strumenti potenti e consumistici (televisione, cinema, bar...) e l'esclusiva dedizione di don Milani alla gente del suo popolo, hanno fatto di Barbiana il luogo dell'incarnazione e della sovranità suprema raggiungibile dall'uomo.
Padre Raffaele conobbe p. Pio nel 1964 in occasione di un suo ricovero di quattro mesi a San Giovanni Rotondo. Immediatamente affidò a un diario (10 quaderni) il resoconto di quella straordinaria esperienza. Nel 1970 rielaborò tutta la materia in modo più ampio e oggettivo, raccogliendo le sue riflessioni sotto il titolo La prima linea di p. Pio. Nel suo scritto egli mostra la grandezza del santo del Gargano vista da un confratello cappuccino e sacerdote come lui. L’opera ha anche la caratteristica di essere una sorta di testamento, presentando il vertice della ricerca umana e spirituale di p. Raffaele.
Note sull'autore
P. Raffaele Spallanzani nasce a Mestre il 15 marzo 1922. A 17 anni entra nell’Ordine dei frati minori cappuccini. Ammalato per 29 anni, i suoi giorni sono caratterizzati dalla consapevolezza che l’amore di Dio è qualcosa di meraviglioso che vale la pena di essere vissuto. La sua disponibilità ad alleviare le sofferenze morali e spirituali del prossimo è smisurata. Muore il 5 dicembre 1972. Lascia molti scritti e un numero considerevole di discorsi, conferenze, ritiri spirituali.
Nei decenni scorsi ci si è accostati alla figura ed all'opera di don Lorenzo Milani spesso con le lenti deformanti di una visione eccessivamente ideologizzata. A distanza di quasi quaranta anni dalla sua morte e dopo migliaia di testi scritti pubblicati su di lui, oggi non ci si può certamente esimere dal guardare a don Milani come ad un grande educatore che ha avuto una forte influenza sullo sviluppo della scuola e che occupa certamente nella storia della cultura italiana un posto importante che gli va riconosciuto anche a livello scolastico.
Lo studio parte da un’analisi delle forme d’itineranza presenti nella storia d’Israele, popolo in cammino, per poi concentrarsi sull’esperienza dell’itinerante Gesù e sui motivi che la sostengono. Una breve rassegna storica sull’esperienza dell’itineranza sopravvissuta nella Chiesa dei primi secoli e nel monachesimo medievale, sia pure con una valenza ascetica, introduce a cogliere la centralità che san Francesco ha riconosciuto all’essere “pellegrini e forestieri”. Egli ha caricato di contenuti e di nuove intenzionalità l’andare per il mondo, espressione di un bisogno di comunione e di relazionalità che si può tradurre nella volontà di ‘essere per gli altri’ e di ‘essere con gli altri’. L’itineranza francescana appare così una forma di testimonianza da leggere entro un’ecclesiologia di comunione, L’attenzione alla storia successiva della famiglia francescana mostra come l’ideale di Francesco abbia trovato espressioni diversificate nel tempo. Emerge con chiarezza la necessità di recuperare il senso della vita come pellegrinaggio, in controtendenza rispetto al modo comune di vivere la mobilità con la mentalità del turista.
Il volume avvia una nuova collana a cura dell’Istituto francescano di spiritualità del Pontificio Ateneo Antonianum.
Sommario
«Pellegrini e forestieri in un’epoca di mobilità»: storia e senso odierno dell’itineranza francescana (L. Padovese). Itineranti alle origini, itineranti nel tempo: una visione biblica (F. Raurrell). L’itineranza di Gesù e dei suoi discepoli: storia e vangeli (S. Légasse). Alcune riflessioni sull’itineranza di discepole nel NT e sul farsi eunuchi per il regno dei cieli (Mt 19,12) (M.L. Rigato). La sequela Christi: forme d’ascesi itinerante nel primo cristianesimo (L. Padovese). Itinerari e itineranti nell’alto medioevo (secoli VIII-XII) (C.G. Bove). L’itineranza alla luce degli Opuscoli di san. Francesco d’Assisi (O. Schmucki). L’itineranza francescana nelle opere di Tommaso da Celano (N. Kuster). Essere uomo - essere itinerante: un’ontologia dell’itineranza in prospettiva francescana (J. Freyer). Significati e rapporti dell’itineranza francescana (C. Cargnoni). Spunti per una fondazione giuridica dell’itineranza nella legislazione del I Ordine francescano: tra memoria, attualità e “profezia” (P. Etzi). Attualità dell’itineranza fraterna come forma testimoniale della fede (P. Martinelli). La dimensione antropologica dell’itineranza francescana: un valore? (G. Salonia). Itineranti “glocali”: tra la libertà del turista e la schiavitù del vagabondo. Stimoli per una riflessione sull’itineranza francescana oggi (H. Punsmann). “Itinerare” nel mondo dei media per una nuova evangelizzazione (R. Giannatelli).
Note sul curatore
Luigi Padovese, nato a Milano nel 1947, religioso cappuccino, professore ordinario di patristica, insegna all’Istituto francescano di spiritualità del Pontificio Ateneo Antonianum dove è preside, alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia Accademia Alfonsianum. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Turchia. I luoghi delle origini cristiane, Piemme 1987; Il problema della politica nelle prime comunità cristiane, Piemme 1998; Cercatori di Dio: sulle tracce dell’ascetismo pagano, ebraico e cristiano dei primi secoli (Uomini e Religioni), Mondadori 2002. Ha inoltre curato le seguenti edizioni: Massimo di Torino, Sermoni, Piemme 1989; Agostino di Ippona, Sermoni per i tempi liturgici, Paoline 1994.
Padre René Latourelle raccoglie in questo libro quei passi evangelici che, meditati, permettono di entrare in intimità con Gesù, di conoscere il suo volto, così come gli apostoli e gli evangelisti hanno fatto. Mediante uno schema diviso in tre parti invita ognuno a mettersi in ascolto della Parola, ad assaporarla, a contemplarla, per poi eventualmente annunciarla.
Breve storia di Angelo Giuseppe Roncalli il Papa del Concilio Vaticano II. Salito agli onori degli altari come Beato Papa Giovanni XXIII.