La passione di don Lorenzo Milani per la parola e l’urgenza da lui percepita di doverla restituire ai poveri è nota e ampiamente studiata. E, tuttavia, non altrettanto investigato e messo a fuoco, almeno fino a oggi, è il vero e proprio laboratorio di scrittura che egli realizzò nella scuola popolare di Calenzano e, soprattutto, a Barbina. Una scrittura che doveva essere limpida, essenziale, diretta, frutto di una ricerca che ha contribuito non poco anche alla modernizzazione della lingua italiana.
Il Cantico dei tre giovani nella fornace ardente, comunemente conosciuto come il Cantico di Daniele, è uno dei testi biblici più frequentemente usato nella liturgia. Dai primi secoli del Cristianesimo il Cantico ha goduto di grande fama ed è stato presente in celebrazioni cardini, quali la Vigilia di Pasqua, la Vigilia di Pentecoste e le Vigilie delle Quattro tempora. Nonostante le varie riforme nella storia della Liturgia delle Ore, il Cantico non ha perso mai il suo posto nelle Lodi della domenica e di molte feste e solennità. L'autore di questo libro sostiene che, l'interpretazione della salvezza dei tre giovani dal fuoco della fornace alla luce della risurrezione di Cristo ha fatto del Cantico dei tre giovani un inno pasquale. L'uso del Cantico in vari contesti liturgici non solo attesta la sua popolarità nella liturgia cristiana, ma mostra anche come la comunità cristiana abbia usato questo testo biblico per far emergere lo spirito pasquale delle celebrazioni nel quale esso è usato.
«In qualità di Gran Cancelliere del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo è per me un vero piacere presentare questo volume in cui si raccoglie quanto avvenuto nell'Atto Accademico in onore del Prof. Elmar Salmann, O.S.B., in occasione del suo 75° genetliaco. Quello che ho potuto comprendere di lui, seppur indirettamente, è la sua grande capacità empatica di entrare in relazione con i suoi interlocutori anche in università, in cui, alla parte più squisitamente accademica, ha sempre unito un'attitudine ed una qualità primariamente monastica: l'approccio sapienziale alla vita; non solo a quella di fede, ma alla vita e all'esistenza in generale. A questo si aggiunge la sua grande capacità di spaziare tra le varie discipline e di entrare in quelle che sono le pieghe delle emozioni umane, le uniche capaci di muovere l'essere umano ad una decisione vera, profonda, duratura e perseverante. Sono certo che la lettura del volume risulterà utile a chiunque vi si accosti, sapendo che ciascuno di noi in modo personale ed unico è chiamato a riscoprire nella sua chiamata la voce leggera di Dio». (Rev.mo P. Gregory J. Polan, O.S.B.)
A San Martino le campane della chiesa non suonano più da quando il vescovo ha trasferito don Angelo. Lentamente, tra mille incertezze, alcune donne prendono l'iniziativa per tenere viva la loro tradizione religiosa e la loro comunità, fino all'arrivo di Angelo e Irene. «Ma lo sapete che voi state facendo una cosa bellissima? Diglielo te» e si rivolse ad Angelo «che idea ci siamo fatti». «Ci sembra», aprì finalmente la bocca Angelo, «che siate come i primi cristiani, quelli di duemila anni fa». Un piacevolissimo racconto per riflettere su un tema scottante, il calo delle vocazioni, e sulla partecipazione dei laici «all'opera salvifica della Chiesa». Una narrazione schietta e genuina da cui traspare l'amore di un parroco per la sua gente.
I rapidi sviluppi delle neuroscienze e della neurofarmacologia portano a considerare l'ipotesi di poter intervenire sui processi cerebrali, potenziando le capacità cognitive umane: memoria, consapevolezza, attenzione, riconoscimento di cose e persone, ragionamento, soluzione di problemi. Di fronte a un simile scenario, le previsioni e valutazioni degli osservatori sono molto contrastanti. Alcuni denunciano gli esiti distruttivi di un ricorso non solo terapeutico ai farmaci potenzianti. Altri, invece, salutano con entusiasmo il superamento finalmente possibile della "condizione umana" finora conosciuta e il passaggio a un'inedita condizione vitale finalmente libera dai vincoli biologici. Il dibattito è quindi aperto e le sfide molto insidiose. Il tempo di un'analisi accorta e coraggiosa sembra davvero arrivato.
Presentazione di padre Raniero Cantalamessa.
El desafío de la postmodernidad, en sus diversas configuraciones, es el gran reto que tiene ante sí Occidente y particularmente el cristianismo.
A lo largo de su historia bimilenaria, la Iglesia no ha dejado de relacionarse con la cultura. En muchas épocas, ella misma ha sido un importante agente creador; en otras, se ha enfrentado a los efectos deshumanizadores de la cultura dominante. Para realizar esta labor, la Iglesia se ha servido de la teología como instancia crítica.
Durante el siglo XX, el diálogo con la Modernidad fue especialmente fecundo (basta señalar los efectos beneficiosos del Concilio Vaticano II). Sin embargo, la Postmodernidad, o Modernidad tardía, ha abierto un nuevo escenario de confrontación dominado por el pluralismo, la fragmentación, el consumismo y la cibercultura. A este nuevo reto ha de responder una teología renovada (narrativa y estética), que ofrezca una propuesta humanizadora creíble y salvaguarde la identidad cristiana.
En el corazón de este desafío, cuyos límites son difusos, discurre la vida cotidiana, tanto personal como comunitaria, del creyente. Por ello, la Iglesia únicamente será fiel a su misión si es capaz de responder desde su propia lógica secular y de cuidar y acoger a cada ser humano vulnerable que transita por esta tierra.
João Manuel Duque es profesor de teología en la Universidad Católica Portuguesa, sede de Braga.
Il Signore non si stanca di chiamarci nell’:ordinarietà:. Non agisce in maniera roboante, è: discreto e –: soprattutto –: ci lascia massima libertà:. Se gli rispondiamo con cuore aperto ci ricolmerà: di infiniti doni. Spetta a noi scegliere da che parte stare. L’:autore individua sette tappe che aiutano ad ascoltare ciò: che Lui ha da dirci ogni giorno, nella quotidianità:. Ogni capitolo è: suddiviso in due parti: nella prima viene narrata una storia che introduce la seconda, l’:argomento vero e proprio, approfondito e meditato.
Giovanna di Chantal (1572-1641), sposa e madre, rimasta vedova, a seguito dell'incontro con Francesco di Sales consacrò: la sua vita a Dio, e fondò: l'ordine delle Visitandine e numerosi monasteri. Questo volume ne racconta brevemente la vita, evidenziando il cammino spirituale sotto la guida di Francesco di Sales. Quindi presenta le lettere da lei scritte ai figli, ai familiari, agli amici, passando poi alle lettere scritte in quanto Madre di una comunità: e punto di riferimento dell'Ordine della Visitazione, fino al 1622, anno della morte di Francesco.
Questo volume è il risultato di un ampio studio di carattere storico-giuridico e di analisi storiografica sulle origini e lo sviluppo della famiglia e del matrimonio, frutto di lunghi anni di insegnamento nelle Università italiane e nella Pontificia Università Lateranense accompagnati da una consuetudine di un dibattito a livello internazionale, segno di una dimistichezza di rapporti scientifici nati da una propria scuola riconosciuta come tale della Congregatio Doctorum.