Questa breve antologia di testi di alcuni dei più noti autori delle Chiese sire, da Efrem il Siro a Giacomo di Sarug, da Giovanni il Solitario a Filosseno di Mabbug, ci invita a conoscere la spiritualità dell'Oriente cristiano, a trarne spunti di riflessione e insegnamenti per comprendere e praticare il Vangelo. Negli scritti di questi Padri della Chiesa si ritrova tutta l'antica "inculturazione cristiana, ma anche una pedagogia e una costante applicazione della fede alla vita, feriale o monastica"; le loro accorate preghiere ornano, come gemme preziose, il nostro cammino di fede.
Dagli esordi in politica alla scelta del sacerdozio, dagli studi come mariologo all'incarico di esorcista; in questo libro - un vero e proprio testamento spirituale - padre Gabriele Amorth ripercorre le fila di un viaggio che approda a una ferma certezza: "Se esiste un modo per distogliere il diavolo da noi, esso consiste nel lasciarci attrarre dalla bontà e dalla bellezza che promanano dal bene e dal nostro Dio e Padre". Forse "qualcuno potrebbe pensare che sia necessario il male perché venga esaltato il bene; come pure la menzogna perché venga magnificata la verità. Ma il bene e Dio stesso non hanno bisogno delle tenebre per dimostrare che sono luce".
Seguendo la metafora della traversata tra due sponde di uno stesso fiume, il testo di Emmanuel Falque ci offre un'avvincente lettura del rapporto tra filosofia e teologia nel terreno comune del loro incessante confliggere: quello dell'esegesi e dell'ermeneutica del testo biblico. Un'andata e ritorno che non si sottrae dal confronto con alcune delle più importanti esperienze filosofiche del Novecento, proponendo una propria e originale interpretazione di quella tradizione fenomenologica francese, in cui l'intera riflessione di Falque sorge e s'innerva. Breve sebbene densissimo per profondità di pensiero, questo saggio costituisce uno sguardo panoramico che l'autore getta a ritroso sulla propria riflessione, ripercorrendone i nodi filosofici e teologici più significativi. Il volume è arricchito da un saggio di Andrea Bellantone che introduce il lettore italiano all'interno del pensiero di Falque e dell'ampia galassia della fenomenologia francese contemporanea.
Perché «oltre il visibile»? Perché l'autore è non vedente dall'età di 26 anni ed è avvezzo, a causa della sua malattia, ad andare «oltre» ciò che i suoi occhi vedono e perché questa singolare biografia è un invito a conoscere se stessi in profondità attraverso una lettura attenta delle Sacre Scritture. Un libro che conduce il lettore in un percorso di guarigione interiore, da leggere tutto d'un fiato, per poi ritornare su ogni singola pagina, meditarla e lasciare che emerga ogni propria umana bellezza.
Con questo volume prosegue la pubblicazione delle opere di padre Vincenzo Cherubino Bigi (1921-2003). Nella raccolta che vede la luce, vengono riproposti gli studi bonaventuriani di p. Bigi, che nulla hanno perso della loro profondità e pertinenza. L’anno 2017, in cui si ricorda l’ottavo centenario della nascita di san Bonaventura, può essere l’occasione opportuna per riprendere lo studio di questo teologo francescano, che ha saputo tradurre in rigoroso sforzo di pensiero l’esperienza e le intuizioni spirituali di san Francesco.
L'intenzione che ha guidato la studiosa israeliana Nirit Ben-Aryeh Debby, docente presso l'Università Ben Gurion del Neghev, è stata quella di presentare la tradizione iconografica di santa Chiara, partendo dalle più famose immagini medievali per giungere sino alla prima età moderna.
Mentre a proposito di san Francesco e l'arte esiste una quantità abnorme di studi, gli storici dell'arte hanno invece prestato poca attenzione all'immagine di santa Chiara: le opere che la rappresentano sono state discusse in modo occasionale all'interno degli studi su san Francesco, soffermandosi soprattutto sulla tradizione antica testimoniata in Assisi fra Due e Trecento.
Il libro vuole mostrare come le rappresentazioni di santa Chiara nell'arte medievale siano lo sfondo essenziale a partire dal quale diviene possibile verificare gli elementi di novità o di continuità con la tradizione presenti nella prima età moderna.
All'origine del volume stanno alcune conferenze organizzate dall'Istituto Francesscano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum di Roma; l'apprezzamento manifestato dai partecipanti ha convinto a pubblicare i testi, puntualmente preparati da studiosi di comprovata competenza.
Il libro non ha la pretesa di presentare una storia esauriente della vita consacrata: vuole piuttosto esaminare alcuni punti nodali di questa storia, mettendo in luce in particolare le diverse forme che la vita consacrata ha assunto lungo i secoli della storia cristiana.
Questo libro parla di una pluridecennale iniziativa educativa e di annuncio evangelico nata nel seno della Chiesa di Ferrara-Comacchio. È stata concepita e fatta crescere, nell'arco dell'intera vita, da don Nevio Punginelli, sacerdote molto amato da tanti giovani e bambini della zona deltizia e litoranea della provincia di Ferrara, che hanno potuto così far parte di un'esperienza di 'creatività pastorale' unica nel suo genere. Si tratta di un complesso di proposte che permettono di toccare con mano l'appartenenza alla Chiesa, attraverso linguaggi, piccole tradizioni e simboli comuni a giovani residenti in località diverse. Una straordinarietà di percorsi, non solo rispondenti ad un bisogno sociale ed aggregativo, ma capaci di stimolare la partecipazione ecclesiale. Una vera e propria risposta alla chiamata dello Spirito e al compito evangelizzatore della Chiesa.
Gli autori ci presentano una visione evangelica del Calvario e della Croce, sottolineando più i frutti della redenzione, che il dolore e la sofferenza. La morte di Gesù, piuttosto che essere tragica, è affascinante. Quando è alzato sull'alto del patibolo, ci seduce e attira a sé.
La croce di Gesù ci libera dalle croci prive di senso o sterili, e che sono frutto del peccato. La croce di Gesù non è per farci morire sopra di essa, ma per fare morire in noi tutto quello che non ci lascia vivere come figli di Dio. Mediante l'Arcobaleno della Nuova Alleanza, firmata all'ombra del Calvario, si interpretano i simboli utilizzati dall'evangelista Matteo, così alla fine ognuno di noi può fare la stessa confessione del centurione romano: Veramente egli è il Figlio di Dio.
La questione circa l'«Essere» è al cuore della riflessione filosofica di Emmanuel Levinas. Essa costituisce da un lato una critica radicale dell'ontologia fondamentale e dall'altro essa sposta l'esperienza della soggettività del soggetto verso la questione dell'identità ebraica, irriducibile, secondo Levinas a ciò che egli stesso chiama «Essere ebreo». La discussione sull'Essere ebreo è condotta con gli accenti tragici del dopo guerra, nella misura in cui Levinas non separa mai l'esistenza ebraica dalla sua precarietà e dalla coscienza di una identità segnata per sempre dalla Shoah. La riflessione di Levinas in questo testo del 1947 trova un prolungamento in una lettera inedita rivolta a Maurice Blanchot, del maggio 1948, scritta al momento della creazione dello Stato di Israele.
Las preguntas escuetas del Evangelio es escrito por Ermes Ronchi. Este libro contiene los ejercicios dados al Papa Francisco y a la Curia Romana.
Si buscamos en el diccionario de la Real Academia el significado de la palabra Escueto encontramos: Sin adornos o sin ambages, seco, estricto.
Así es el modo como el autor presenta las preguntas que hace Jesús en los evangelios, «porque la palabra de Dios no es nuestra respuesta sino su pregunta escueta, que entra y trabaja en nosotros como una mano que abre senderos y señala horizontes. Una mano experta en nacimientos».
Las preguntas son como el cofre que guarda un pequeño tesoro, te desarman y te invitan a dar una respuesta creativa. El libro consta de diez preguntas, diez «escuetas preguntas» del evangelio, que nos invitan, con palabras sencillas, a abrirnos a la palabra de Dios y a dar una respuesta personal. No te dejan indiferente: ¿Qué buscáis? ¿Por qué tenéis miedo? ¿Pero vosotros quien decís que soy yo?… Son diez preguntas que sirven para muchas meditaciones, diez preguntas para dejar que resuene interiormente de forma provocativa la palabra de Jesús.
Por eso es importante la invitación del P. Ronchi para que, en lugar de precipitarnos en buscar respuestas, nos paremos a considerar las preguntas, las preguntas escuetas del evangelio. Amemos las preguntas, apreciemos las preguntas, que son una revelación.
En este libro el P. Ronchi invita al Papa Francisco y a la Curia Romana que participan en los ejercicios espirituales, a no interrogar al Señor, sino a dejarnos cuestionar por él. Se trata de vivir bien las preguntas de Jesús, que son palabra de Dios en forma de camino. Abren puertas y trazan senderos en el corazón, porque Jesús usa las preguntas para hacer crecer a sus amigos. Sus preguntas son chispas que encienden algo, que ponen en movimiento y hacen crecer, transforman a las personas y las invita a no quedarse como espectadores pasivos, sino a mirar hacia adelante y caminar.
Se trata, como dice Rainer María Rilke en el libro Cartas a un joven poeta, de vivir bien las preguntas, de no correr inmediatamente de puerta en puerta, de libro en libro, de maestro en maestro en busca de respuestas. Amar las preguntas y dejarlas trabajar dentro de sí mismo, como una gestación.
Pero las preguntas de Jesús deberían provocarme, deberían cuestionarme porque podemos caer en nuestras reuniones, más que en hablar de Jesús y de su palabra, que hablemos de cosas menos importantes. Jesús es un maestro de humanidad que no adoctrina a nadie, sino que estimula respuestas. Y haciendo así, fecunda nacimientos.
El P. Ronchi también nos invita a que no dejemos dormir las preguntas pues si antes quien preguntaba era considerado como que no tenía fe, hoy día es más necesario que nunca preguntarse el porqué de aquello que creemos, y eso significa que deseamos ir al fondo de nuestra fe. Pues las preguntas nos ayudan a vencer cada día la costumbre y consiguen que vivamos con entusiasmo nuestra vida como creyentes.
El libro contiene también la carta con la que el Papa Francisco ha invitado a Ronchi a darle los ejercicios a él y a la curia romana y otra a la conclusión de los mismos, donde el Papa Francisco agradece al autor las meditaciones de estos días.