Non ci si pensa, ma invecchiare significa anche vivere più a lungo di altri ed entrare in una età della vita dove non sempre si può contare su esperienze altrui, consolidate e condivise. Invecchiare richiede perciò una buona dose di consapevolezza e una disponibilità ad apprezzare le diverse prospettive che la vecchiaia offre. Martha Nussbaum e Saul Levmore, amici e colleghi di lunga data alla Chicago Law School e protagonisti di animate diatribe intellettuali, affrontano qui quegli argomenti, solitamente affidati a confidenze sussurrate o a riflessioni solitarie, oscurati nello spazio pubblico, legati come sono allo stigma sociale che accompagna la senilità. Prendendo a modello i dialoghi di Cicerone, gli autori si confrontano, talora con opinioni molto divergenti, su cosa significa, da vecchi, coltivare amicizie e amori, darsi alla filantropia e al volontariato, andare in pensione, scegliere alloggi assistiti, ricorrere alla chirurgia estetica, destinare la propria eredità, mostrando come la messa in comune e la discussione non solo siano utili, ma possano costituire anche uno dei grandi piaceri dell'invecchiare.
«Sarai sempre e solo un uomo di carta». L’impietosa sentenza del padre che rimprovera al figlio l’amore per i libri riaffiora alla memoria a distanza di decenni e risuona involontariamente profetica. Nella Bassa Vercellese, fra i miasmi e i vapori delle risaie e gli squarci delle colline del Monferrato, si staglia la figura torva e silenziosa del padre. Un uomo che conosceva i nomi di tutti gli alberi e riusciva a stabilire ad occhio il peso di un cavallo, ma credeva solo in ciò che le sue robuste mani toccavano e odiava l’arroganza del sapere libresco. Nel suo testo più intimo e sofferto, Ferrarotti opera uno scavo quasi archeologico della figura del padre per elaborarne l’incolmabile distanza, salvarne la memoria e riconoscersi pienamente nella profezia dell’«uomo di carta».
Nel 1989 Franco Ferrarotti scriveva un saggio dedicato alla nascita di una società multiculturale e mutirazziale. Sono passati trent'anni e questo è un argomento ancora di fortissima attualità. La società è profondamente cambiata e gli italiani? Sono ancora razzisti? Abbiamo riproposto al pubblico questo saggio, con una nuova introduzione dell'Autore. Quella che sembrava ad attenti analisti sociali un'intuizione azzardata, si sta rivelando una previsione scientificamente fondata. Franco Ferrarotti, uno tra i maggiori sociologi italiani, è tornato su questo argomento con nuove e importanti riflessioni.
Marietti 1820 propone in due volumi gli scritti teorici di Franco Ferrarotti, padre della Sociologia italiana e titolare della prima cattedra universitaria in Italia dedicata a questa disciplina. Il primo volume propone i seguenti testi: Trattato di sociologia • Una sociologia alternativa • Storia e storie di vita
Marietti 1820 propone in due volumi gli scritti teorici di Franco Ferrarotti, padre della Sociologia italiana e titolare della prima cattedra universitaria in Italia dedicata a questa disciplina. Il secondo volume propone i seguenti testi:
L’ultima lezione. Critica della sociologia contemporanea • Lineamenti di storia del pensiero sociologico • L’identità dialogica • L’empatia creatrice. Potere, autorità e formazione umana • La conoscenza partecipata. Crisi e trasfigurazione della sociologia • Filosofia e ricerca sociale
Quando si parla di famiglia, sul piano politico, etico e anche religioso e dell'importanza della sua integrità, si pensa sempre solo alle famiglie autoctone, raramente a quelle degli immigrati e tantomeno a quelle separate dai confini o dalle politiche migratorie. Ogni migrante finisce per avere almeno tre famiglie: la prima è quella del paese d'origine, immersa in un contesto sociale conosciuto che l'accompagna e la sostiene; la seconda è quella che deve affrontare la prova della separazione, quando uno dei membri adulti parte per cercare lavoro all'estero; la terza è quella che si ritrova nel paese di immigrazione, completamente o parzialmente (a seconda delle politiche sul ricongiungimento familiare): un «lieto fine» agognato che si trasforma spesso in un ricominciamento carico di incertezze. Sebbene in Europa negli ultimi anni, a fianco del riconoscimento dell'integrità familiare come diritto umano si fossero, più pragmaticamente, favoriti i ricongiungimenti per contrastare l'anomia degli immigrati, le politiche «sovraniste» con la contrapposizione netta tra «noi» e «loro» stanno erodendo tale possibilità e riportando una politica restrittiva.
Il libro rappresenta la prosecuzione della ricerca iniziata con Generazione Z. Guardare il mondo con fiducia e speranza (2018). L'obiettivo è guardare gli adolescenti utilizzando un approccio che mette in primo piano non gli aspetti deficitari, bensì le loro risorse, le capacità e gli interessi: essi dipendono dalle caratteristiche proprie di ciascun adolescente, ma possono trovare la massima espressione solo se il contesto in cui i ragazzi crescono è in grado di sostenerli in questa difficile sfida. Come lente di lettura è stato adottato il "Positive Youth Development", un approccio nato nell'ambito della psicologia di comunità che ha fornito spunti di riflessione interessanti in ambito di ricerca e di formazione. L'intento è rispondere alla domanda: Che cosa è "di valore" per la Generazione Z?
Le nuove tecnologie alla base della comunicazione digitale contemporanea ci fanno credere di essere meno isolati perché sempre connessi. Si tratta in realtà di una concezione del tutto illusoria: i nostri profili online esistono in funzione del numero dei contatti, tracce inanimate e intercambiabili che non fanno che acuire il nostro senso di solitudine. Allo stesso tempo demandiamo ai robot funzioni sempre più intime e invasive, dall'affidamento dei nostri figli alla loro trasformazione in veri e propri partner sentimentali. Questo il paradosso indagato dall'autrice: mentre gli amici in rete sono presenze prive di sostanza, molti desiderano, talvolta disperatamente, attribuire e ricevere dai robot emozioni umane. "Insieme ma soli" è una storia di dissociazione emotiva, ma anche di speranza, perché anche dove la saturazione digitale è più invasiva, molti, soprattutto fra i giovani, si interrogano su cosa sia davvero il rapporto umano, e chiedono il ritorno a forme più naturali di relazione.
Più che un'idea o un postulato, la libertà viene considerata, in questo saggio di Zygmunt Bauman, nella sua forma di relazione sociale. Come sostiene il sociologo polacco, la tendenza della società moderna è quella di individualizzare i suoi membri in attori che agiscano spinti da motivazioni personali e che si ritengano responsabili delle proprie azioni: di conseguenza la sociologia deve saper vedere, nella libertà della natura umana, un assunto più che un oggetto di ricerca. Partendo da questa tendenza, Bauman sostiene che nella società attuale il progresso ha aumentato le potenzialità di scelta dell'uomo, ma lo ha ingabbiato in una concezione individualista dell'esistenza umana, rendendolo prigioniero del consumismo. Che cos'è dunque la libertà e cosa significa essere liberi?
Il volume "Compendio di sociologia" si indirizza agli studenti universitari, ai candidati a concorsi pubblici e in generale a tutti coloro che si apprestano ad affrontare una prova orale. In questa edizione si è proceduto ad un rinnovamento radicale dei volumi al fine di soddisfare al meglio le esigenze di chi ha poco tempo a disposizione per preparare la prova e incontra difficoltà per l'elevato numero di nozioni (anche di materie diverse tra loro) da memorizzare. "I Compendi d'Autore" sono gli strumenti giusti per superare queste due difficoltà grazie a: chiarezza e semplicità nell'esposizione delle nozioni e dei principi fondamentali; sinteticità ma al tempo stesso completezza nei contenuti. In particolare, i volumi si connotano per: - articolazione chiara e immediata degli argomenti in paragrafo e sottoparagrafi interni; - esposizione schematica "per punti" delle principali tesi sulle questioni più problematiche; - evidenziazione, tramite l'utilizzo di grassetti e corsivi, dei concetti-chiave di ogni singolo istituto; - attenta selezione delle più importanti e recenti decisioni sulla giurisprudenza, segnalate in appositi box contenenti "La giurisprudenza più significativa"; - segnalazione delle principali domande d'esame alla fine di ogni capitolo, utili per un rapido riepilogo delle nozioni apprese e per "testare" il livello di preparazione raggiunto; - dettagliato indice analitico-alfabetico, per agevolare la ricerca degli istituti. Si tratta di strumenti appositamente pensati per aiutare chi non può fare ricorso a trattazioni troppo lunghe e necessita di un'opera, che, in un limitato numero di pagine, fornisca in modo chiaro e completo tutto ciò che non è possibile non sapere per superare la prova!
In questa sua ultima opera, lo studioso Zygmunt Bauman, che ha spiegato la postmodernità attraverso l'illuminante immagine di una «società liquida», affronta per la prima volta - in uno scambio con il giovane scrittore Thomas Leoncini - il mondo delle generazioni nate dopo i primi anni '80, quelle che a una società liquida appartengono da nativi. E, come sempre, Bauman coglie la realtà nella sua dimensione più vera e profonda, analizzandone i fenomeni considerati più effimeri. La trasformazione del corpo, i tatuaggi, la chirurgia estetica, gli hipsters, le dinamiche dell'aggressività (e in particolare il bullismo), il web, le trasformazioni sessuali e amorose. L'ultima lezione di un'icona della cultura, capace di parlare a tutti con un linguaggio comprensibile e mai riduttivo.