Per Paolo VI "l'amicizia crea un'armonia di sentimenti e di gusti, che sviluppa fino a gradi assai elevati, ed anche fino all'eroismo, la dedizione dell'amico all'amico". È questa la profonda amicizia nata tra Don Carlo Gnocchi e Giovanni Battista Montini, raccontata in queste pagine. Un'amicizia tra "santi", che ha reso possibile felici sviluppi per la straordinaria opera di carità nata dal cuore del "padre dei mutilatini".
La situazione della nostra società si è fatta così seria da far nascere in noi il bisogno di testimoni sicuri, si accresce il bisogno di fari e di bussole. Anche la canonizzazione di Paolo VI risponde a questa esigenza. Ci viene offerto un testimone che ci richiama alla santità. La caratteristica delle sue scelte e delle sue affinità spirituali avevano come loro centro unificante la figura di Cristo. Tutta la vita e il magistero di Paolo VI ci mostrano che la santità è possibile e doverosa. Non è la vocazione esclusiva ed eccezionale di alcune grandi anime. Per questo, auspicava: «Ogni onesta condizione di vita può non solo essere santificata, ma diventare santificante... Attendiamo medici, giuristi, parroci, studenti sugli altari. Lo stesso si pensa a fanciulli santi, a madri di famiglia sante, a uomini celibi santi... La Chiesa oggi tende ad una santità di popolo». E quanto Montini auspicava nel lontano 1957 oggi è confermato da Papa Francesco nella sua recente Esortazione apostolica "Gaudete et exsultate": la santità è una meta alla portata di tutti: «mi piace vedere la santità nel popolo...»
Dopo il primo volume in due tomi, uscito nel 2012, che pubblicò il carteggio di G.B. Montini (poi Papa Paolo VI) per gli anni 1914 -1923, esce ora il primo tomo del secondo volume, che pubblica in edizione critica e con ricco apparato di note il carteggio di G.B. Montini per gli anni 1924-1933, caratterizzati dal suo servizio pastorale principalmente nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI). Si tratta di un carteggio di grande importanza per la storia religiosa, civile, culturale dell’Italia e dell’Europa negli anni del fascismo e della formazione della classe dirigente cattolica del Paese. A questo tomo seguiranno più avanti altri cinque tomi a completare l’arco del decennio fucino.
Con la canonizzazione Giovanni Battista Montini, Paolo VI, sarà il quarto papa del Novecento a diventare santo. Un fatto eccezionale perché la santità dei pontefici è sempre stata problematica e rara.
Il libro affronta sul piano storico un nodo intricato e illumina di riflesso la figura moderna di Montini, il rapporto con i suoi predecessori Pacelli e Roncalli, l’uso politico e il significato della santità. Una dimensione che quando è autentica riesce ad attrarre l’attenzione non solo dei credenti.
Giovanni Maria Vian (Roma 1952), docente di filologia patristica all’Università di Roma La Sapienza e direttore dell’«Osservatore
romano», studia Montini da più di un trentennio.
Il libro - in seconda edizione riveduta e ampliata - ricostruisce il percorso di Giovanni Battista Montini dalla formazione bresciana nei primi decenni del Novecento agli anni romani come assistente della Fuci e nella segreteria di Stato accanto a Pio XI e Pio XII, dalla nomina ad arcivescovo di Milano all'elezione al soglio pontificio, dal compimento del Concilio Vaticano II agli anni tormentati della sua attuazione. Con scavo documentario analitico, una scrittura chiara e l'uso di innovative categorie interpretative - ad esempio la "Chiesa totalitaria" della prima metà del secolo -, l'autore mostra come nella biografia di Montini si rifranga, non senza conflitti e tensioni irrisolte, un cambiamento di paradigma della Chiesa stessa: la fuoriuscita dal sogno di un ritorno a un regime di cristianità e la necessità di porre in dialogo, grazie alle riforme conciliari, il mistero teologico della Chiesa con il Moderno. Al punto che non è improprio affermare che l'avvenire della Chiesa coincide con "il montinismo del futuro".
Uno sguardo sulla natura misteriosa e divina dell’amore, dell’amore umano, temporale, ma con la sua radice profonda innestata sull’eternità. Un amore sensuale e spirituale insieme, un amore accogliente e generativo, strumento dell’atto più alto e misterioso della Creazione di Dio: la vita umana. Ripercorrendo la corrispondenza di padre e madre, dei genitori con il figlio e i documenti che Montini-Paolo VI ha dedicato all’amore, alla coniugalità, alla famiglia e alla procreazione, questo sguardo si compone in una visione. Non è senza significato che la santità di Papa Montini sia proclamata proprio nel cinquantesimo dell’enciclica più grande e insieme contestata, l’Humanae Vitae. La sua appare così, in questo sguardo sull’amore e sulla vita, anche nella sua dimensione sacerdotale, come una poetica. Una poetica dell’umano comprensibile a tutti.
Al centro di questo saggio vi è un momento particolare della storia recente della Chiesa: i movimenti di contestazione sorti anche all’interno di gruppi cattolici attorno al 1968 e la reazione di Paolo VI di fronte ai fermenti di questa protesta tutta ecclesiale ed interna. In quegli anni una chiesa in aggiornamento – che usciva cioè dal Vaticano II trasformata nella liturgia, nell’organizzazione interna, nella comprensione di sé e del suo rapporto con la società moderna – incontrò i fermenti della contestazione sessantottina e assistette così alla nascita di un vero e proprio dissenso ecclesiale.
Si ripercorrono qui gli avvenimenti e si passano in rassegna i protagonisti, guardando anche al movimento generale di pensiero, alle sue radici, all’ancoramento al concilio da un lato e al Sessantotto dall’altro, ai principali temi emersi e agli sviluppi successivi.
Di fronte a questa straordinaria vitalità come reagiva il papa? L’autore coglie tutto il sentire di Paolo VI, ascoltando la sua viva voce e l’espressività sempre ricca, partecipe ed evocativa della sua parola. Nelle esortazioni di papa Montini emerge uno sforzo di comprensione raro e davvero umanissimo, che rende la sua figura molto più contemporanea a noi di quanto si possa pensare.
La storia di un uomo straordinario che da semplice prete diocesano entrò in servizio in Vaticano, fu nominato arcivescovo di Milano e poi eletto papa Paolo VI.
Paolo VI era un Papa del secolo scorso. Ha guidato la Chiesa in un momento importante della storia e l'ha condotta verso i tempi moderni. È stato un cristiano coraggioso e un esempio per tutti. Età di lettura: da 4 anni.
«Se qualcuno mi chiedesse quale era la virtù più evidente in Paolo VI, direi che era la virtù del Perdono. Lui possedeva un grande senso del Perdono... Non aveva mai una parola di condanna per nessuno, sempre scusava. Mi ha detto: "Guarda che per un sacerdote la prima virtù dev'essere quella del perdono, perché il sacerdote è il dispensatore del perdono di DIo; e se noi non conosciamo la misericordia di Dio nei nostri confronti, come possiamo dispensare il perdono e la misericordia di Dio agli altri? Noi sacerdoti dobbiamo essere i primi a sentire in noi l'opera del perdono di Dio. Io non devo mai condannare nessuno, devo essere sempre il ministro del perdono"»
mons. J. Magee, segretario di Paolo VI
Scrivere un «Ritratto» non significa scrivere una biografia, ma delineare un Volto. Se poi si tratta di un Santo, allore il Volto è quello di un innamorato di Cristo, che si va plasmando nella contemplazione, nell'adorazione e nella carità operosa per la «sua Chiesa» e per l'intera umanità. Ed è anche un Volto che permette a Cristo di rivelare alcuni tratti del Suo stesso volto.
Antonio Maria Sicari
Con un gesto profetico, in pieno Anno Santo del 1975, Paolo VI lanciò il seme di redenzione della Esortazione apostolica "Gaudete in Domino", sulla gioia cristiana. Suscitò stupore che un Papa anziano avesse sentito la felice necessità interiore di indirizzare una specie di inno alla gioia divina, per suscitare una eco nel mondo intero e anzitutto nella Chiesa. Questo fa capire che Paolo VI possedeva il segreto della vera gioia cristiana, radicata nella fede e nella speranza. Per Paolo VI la vita cristiana non può essere senza gioia. Se la vita cristiana comprende la Croce, la rinuncia, la mortificazione, il pentimento, il dolore, il sacrificio, pure non è mai priva di un conforto, di una consolazione, di una gioia interiore, che non mancano mai quando le nostre anime so-no in grazia di Dio. Sì, noi cristiani dobbiamo sentirci felici. La salvezza che Cristo ci ha meritato, e con essa la luce sui più ardui problemi della nostra esistenza, ci autorizzano a guardare ogni cosa con ottimismo. Per questo si è voluto riproporre il testo profeti-co di Paolo VI sulla gioia. Perché dalla meditazione di queste pagine sappiamo riscoprire le ragioni della bontà di Dio in ogni avvenimento, in ogni quadro della storia e dell'esperienza.
Biografia di Giovanni Battista Montini, il papa dal carattere schivo e riservato, ma uomo sensibile, aperto all'amicizia e alla gioia. La gioia cristiana è stata elemento essenziale della sua spiritualità e della sua vita, alla quale ha dedicato un documento, Gaudete in Domino, che egli stesso definì «una specie di inno alla gioia divina». Paolo VI è il papa che ha saputo gestire con intelligenza, avvedutezza e coraggio l'utopia di Giovanni XXIII traghettando nel mondo la Chiesa del Concilio. È stato il primo papa del Novecento a varcare i confini italiani, a tornare dopo 2000 anni in Terra Santa, a viaggiare in Africa, America, Oceania, Australia e Asia, fino ai confini della Cina.