Nel cercare le radici della scienza economica molti studiosi hanno finito per concentrare la loro attenzione sulle dottrine sviluppate a partire dal XV secolo in Inghilterra e nei Paesi del Nord-Europa. Fin troppo note sono le tesi di Max Weber, che individua nella riforma calvinista il seme dello sviluppo del capitalismo moderno. In realtà, la scienza economica affonda saldamente le sue radici nel basso Medioevo. L'intento di questo libro è quello di mostrare come lo spirito del capitalismo sia intrinseco alla riflessione giuridica e teologico-morale sin dall'alto Medioevo e si sia manifestato molto prima della Riforma protestante.
Il dizionario è il primo ad offrire un testo lessicale di facile consultazione a chiunque si occupi di Relazioni Pubbliche, campo ancora dominato dalla terminologia in lingua inglese. L'autore ha voluto rispondere così alla crescente richiesta di spiegazioni di termini ed espressioni a volte fantasiosi, a volte di oscura origine. Ogni voce è corredata dalla trascrizione fonologica per capire la corretta pronuncia sia nella "Received Pronunciation" della Gran Bretagna, sia nel "General American", la varietà più diffusa dell'inglese americano. Le definizioni spesso invitano ad approfondire l'argomento in questione con rimandi ad altri termini pertinenti. Pur essendo un dizionario monolingue, quando esiste un termine italiano corrispondente che viene comunemente usato da operatori italiani del settore, ne viene data indicazione.
"L'Abbozzo di parte de La richezza delle nazioni", qui pubblicato in una nuova traduzione e con in appendice una serie di materiali sulla divisione del lavoro, rappresenta il primo tentativo di Smith di dare forma scritta alla parte economica delle lezioni da lui tenute a Glasgow intorno al 1760. In queste pagine Smith enuclea per la prima volta la sua divisione del lavoro, cui l'autore riserva un posto d'onore che la definisce quale base e punto di partenza dell'intera costruzione teorica dell'economia, e che colpisce ancora oggi per la sua capacità di cogliere uno degli aspetti essenziali del concreto sviluppo della produzione capitalistica.
Nella società di massa la logica economica è diventata la mentalità corrente che orienta i rapporti sociali, uniforma il senso comune, emargina la morale e ogni forma di solidarietà; l'economia non consiste più in un problema di dislocazione di risorse, ma diventa una logica per la gestione della società. La sua funzione è allora politico-ideologica e si può parlare di "economia come ideologia". Questo libro si propone di svolgere una serrata critica di questa ideologia e dell'illusione che essa genera di poter trasformare il mondo dandogli un assetto coerente, simmetrico e planetario. Esso tende a dimostrare che, divenendo totalizzante e con l'etichetta di scienza, l'economia si trasforma in una tecnica di controllo e dominio del mondo.
Silvio Berlusconi si è presentato agli italiani come il campione della libera iniziativa, l'uomo che avrebbe garantito meno tasse e crescita in tutti i settori. In questo libro Roberto Petrini spiega perché non è andata così, esaminando le questioni più calde: il fisco e le nomine bancarie, i condoni e la spesa pubblica, il mercato del lavoro e le pensioni, le privatizzazioni e il rapporto con l'Europa.