Oggi è in atto una nuova rivoluzione didattica, focalizzata sul paradigma dell'apprendimento. Di fronte alle sfide di una società complessa e in continua e rapida trasformazione, davanti ad un futuro indecifrabile, i cui scenari continuamente mutano, in una società nella quale le informazioni sono disponibili, accessibili e diffuse, la scuola deve ripensare il senso e i modi dell'insegnamento. L'obiettivo, sempre di più, diventa quello di fornire agli studenti gli strumenti per la loro autonomia di pensiero, di ricerca, di apprendimento. Insegnare ad apprendere, ecco la nuova missione per la scuola, il nuovo orientamento per la didattica.
Negli ultimi anni le prove INVALSI si sono imposte nel dibattito sulla scuola italiana, suscitando reazioni diverse e contrastate. Il volume intende proporre una lettura professionale di questa innovazione e accompagnare il lettore a una comprensione più attenta dei tratti qualificanti di tali prove, suggerendo modalità di utilizzo più consapevoli. Dopo aver ricostruito il contesto culturale e istituzionale entro cui inquadrare il Sistema nazionale di valutazione, vengono analizzati i quadri di riferimento su cui sono elaborate le prove valutative. Sulla base di essi si forniscono indicazioni operative ed esempi per la realizzazione di percorsi di analisi e interpretazione dei risultati delle prove, in funzione del miglioramento delle prassi didattiche e valutative. I destinatari del volume sono gli insegnanti e i dirigenti della scuola di base e della scuola superiore, in rapporto alle innovazioni normative connesse alla revisione dei curricoli nazionali e alla sperimentazione di modelli di certificazione delle competenze, oltre che gli studenti impegnati in percorsi di formazione all'insegnamento.
In questo libro l'autore mette a fuoco i passaggi cruciali che intervengono nel processo di apprendimento in cui sono implicati e interagiscono soggettività, relazioni, affettività ed emozioni. La teoria e la tecnica dei Gruppi Operativi costituiscono il fondamento di questo pensiero perché lo scopo dell'insegnamento, per Carraro, è quello di far sì che gli studenti diventino consapevoli delle proprie risorse mettendoli in condizione di servirsene.
Il libro presenta la normativa e i modi di accreditare l’insegnamento della religione nella scuola pubblica nei 28 Paesi dell’Unione Europea, come pure le politiche educative del Consiglio d’Europa e dell’osce. A partire dalle prospettive emerse nel 2007 da un’indagine del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa, oggetto del Magistero di Benedetto XVI, evidenzia lo spirito e le argomentazioni con cui la Santa Sede opera presso le Organizzazioni internazionali.
Questo Manuale di pedagogia e di didattica - in continuità con il Manuale di pedagogia generale di cui riprende i nuclei tematici e problematici fondamentali - presenta una rinnovata riflessione sulla struttura epistemologica e sugli orientamenti più attuali della ricerca pedagogica e didattica. Ciò alla luce delle teorie della complessità e delle emergenze storico-culturali degli ultimi anni. Le categorie della differenza, del pluralismo metodologico, dello sviluppo formativo-trasformativo, della ibridazione tra i saperi e tra le culture, dell'apertura alla totalità delle scienze umane, dell'integrazione degli alfabeti - così come dei luoghi e dei tempi dell'educazione - propongono al lettore un'idea di pedagogia critica e problematica, mobile e in continuo divenire.
Un valido strumento per formare le nuove generazioni. Sussidio per gli educatori, insegnanti e formatori su alcuni degli aspetti cruciali della società attuale. Il progetto si sviluppa attraverso 4 percorsi tematici: globalizzazione e fraternità, intercultura, economia e cultura della condivisione, ecologia, sobrietà e consumi responsabili. In ciascun percorso si arricchisce di spunti teorici, proposte didattiche, schede per attività, buone prassi, riferimenti bibliografici, filmografici e sitografici.
La suggestione suscitata dalla fine di un secolo induce a bilanci sintetici tesi a cogliere le traiettorie culturali, e non solo quelle politiche ed economiche, che ne hanno segnato il corso. Per quanto riguarda la cultura pedagogica, in generale molto più attenta verso la condizione dei minori, il Novecento si apre con la "rivoluzione copernicana" portata in Europa e negli Stati Uniti dal movimento per l'educazione nuova: una svolta significativa nel modo di guardare ai processi educativi, come all'organizzazione della scuola. Il passaggio dalla Pedagogia alle Scienze dell'educazione non è che una conseguenza del cammino segnato a inizio secolo da Dewey, Claparède, Decroly e Montessori. Ma il Novecento annovera anche altre esperienze legate alla pedagogia dei valori, all'educazione liberale, alla cultura politico-educativa marxista, alla psicanalisi, alle culture anti-autoritarie. Fra tradizione ed innovazione si pongono gli apporti della pedagogia cattolica, aperti al confronto con le altre correnti e sempre tesi a superare relativismi e soggettivismi, guardando all'"altro" come criterio e valore.