Già maestro del realismo, Gogol' si distinse per la grande capacità di raffigurare situazioni satirico-grottesche, sullo sfondo di una desolante mediocrità umana, con uno stile visionario e fantastico. Pubblicato originariamente nel 1832, nel secondo volume della raccolta "Veglie alla fattoria presso Dikan'ka", "La notte di Natale" è un racconto lungo ambientato in Ucraina durante il regno di Caterina II. Vakula, giovane fabbro innamorato della bella Ocsana, sottomette le forze del male per esaudire il desiderio della ragazza: possedere gli stivaletti della zarina. Accostato da alcuni critici al realismo magico sudamericano, "La notte di Natale" ha ispirato opere liriche di Cajkovskij e Rimskij-Korsakov, pellicole cinematografiche e perfino film d'animazione.
I racconti pubblicati in questa raccolta uscirono in un unico volume nel 1852: l'intento di Dickens era di scrivere delle fiabe per grandi e piccini, e la capacità dello scrittore di raccontare la tenerezza della famiglia e del focolare domestico nel giorno più gioioso dell'anno ha trasformato quei testi in capolavori universali e senza tempo. A partire dal celeberrimo "Canto di Natale" per proseguire poi con "Le campane", "Il grillo del focolare", "La lotta per la Vita" e "Lo stregato e il patto col fantasma", Dickens dà voce in queste storie alla sua poetica fatta di attenzione per il quotidiano, per la vita umile e per le piccole cose di ogni giorno. E ancora oggi i racconti di Dickens continuano a infondere in noi tutta la dolcezza e la poesia del Natale, catturandoci e commuovendoci con il loro linguaggio semplice e carico di magia.
Anselm Grun medita e commenta alcuni brani biblici natalizi particolarmente attuali aiutando a comprenderli con occhi nuovi. E’ sorprendente vedere come l’autore sappia scoprire per noi, oggi, nei testi antichi pensieri positivi e buoni auspici che suonano come messaggi di felicità per il nostro futuro. Infine, propone alcuni riti e benedizioni per immergersi nell'annuncio natalizio profondo e così attuale, oggi come duemila anni fa.
Da autentico mago delle parole Gianni Rodari sapeva trasformare ogni occasione in poesia. Questa antologia, che raccoglie storie e filastrocche di tema natalizio tra le più note e divertenti del grande autore per ragazzi, è un magnifico biglietto di auguri per una festa che abbraccia tutto il mondo. Davanti ai regali che tradizionalmente ci si scambia il 25 dicembre, sotto l’albero addobbato a festa, in mezzo alla neve, durante il passaggio dal vecchio al nuovo anno o vicino alla calza della Befana, Rodari ricrea magnificamente la speciale atmosfera delle feste, e parla al cuore e all’intelligenza di lettori piccoli e grandi.
Dio continua a benedire le persone e le famiglie, le case e i lavori, i sogni e le feste. Dio continua a effondere la sua benedizione per consolare le lacrime, per seminare speranza nella desolazione, per manifestare la sua presenza nella solitudine, per promettere vita eterna anche quando la morte sembra invincibile. Dio continua a benedire. La sua benedizione bussa discreta a ogni porta. Entra nella vita e nella casa per la porta della preghiera. La vita troppo indaffarata, troppo rumorosa, troppo superficiale, troppo arrabbiata, troppo gaudente può rischiare di non accorgersi che la benedizione di Dio sta alla porta, in attesa di essere accolta. Un po' di silenzio, un po' di preghiera, un po' di umiltà. Trovo sorprendente come sia facile e desiderato sperimentare la benedizione di Dio. È l'augurio e la preghiera con cui accompagno queste pagine: sono nomi e storie ordinarie, sono gesti minimi, sono esercizi semplici. Sono pagine appena cominciate. Chi sa quante se ne devono aggiungere per dire la verità del nostro vivere! Siamo benedetti da Dio e siamo capaci, lieti, fieri di diventare benedizione per chi vive vicino a noi. Siate tutti benedetti, nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.
Il Natale e la “carezza di Dio” all’umanità, dice papa Francesco. Il libretto raccoglie alcune delle tante espressioni del Papa per dire a ogni cristiano, e non solo, che cos’e il Natale.
Un minilibro spillato, illustrato a colori, con tre miniracconti sul Natale e pagine di dedica per trasmettere agli amici e alle persone care gli auguri e il calore della stagione natalizia.
Librettino per augurare Buone feste! A cura di Renzo Sala
Un vestito non serve solo a coprirsi, ma dice qualcosa di noi. Una colorata Novena che ci accompagna per mano verso il Natale; nove personaggi che con i loro abiti ci aiuteranno a capire come essere veri discepoli del Signore. Per arrivare da Gesù rivestiti di luce e colmi di quella gioia che non finisce mai.
Che cosa permette che 145mila italiani (e altri, nel mondo) spendano gratis una fetta di un loro sabato per chiedere ad altri di donare qualcosa ai poveri, incontrando milioni di concretissimi «sì»? E che cosa ha in sé di così potente un gesto capace di coinvolgere tutti e dappertutto, dagli alpini in congedo agli ultras degli stadi, dai detenuti agli immigrati, e famiglie, studenti, pensionati... un popolo, insomma?
La generosità, certo. Ce n’è una quantità enorme, in un fatto come la Colletta Alimentare del 25 novembre. E sarebbe già qualcosa da guardare con meraviglia, perché quando è così imponente e diffusa non può essere ridotta a un fatto sentimentale, a una ventata spuria di ottimismo tra i soliti pensieri neri sul futuro, i tempi «che non sono più quelli di una volta», i giovani d’oggi eccetera. Dopo un fatto così, certi giudizi andrebbero corretti, approfonditi, rimessi a fuoco.
Ma non basta. C’è di più, da scavare e capire. Perché al di là dell’aspetto - pur importantissimo - del “fare del bene”, un avvenimento come la Colletta è un’occasione enorme per una presa di coscienza. Se non si volta pagina in fretta per passare ad altro (fosse anche un’altra buona iniziativa: Natale è vicino...), può farci capire qualcosa di decisivo su chi siamo e di cosa abbiamo bisogno, come persone e come popolo. Siamo poveri, mendicanti di tutto perché fatti di un desiderio senza fine. E abbiamo bisogno di condividere la vita con i poveri, per non smarrire noi stessi.
È in momenti come questi che emerge con più nettezza la struttura dell’uomo, che ci si rende conto di come davvero il mendicante sia «il protagonista della storia» (lo ha ricordato anche papa Francesco tempo fa) e la carità «la legge della vita», per usare un’altra espressione cara a don Giussani. Ed è vivendo momenti del genere con consapevolezza, accorgendosi di cosa sta succedendo e senza dare nulla per scontato - neanche se si tratta di qualcosa a cui si partecipa da anni (la Colletta era alla ventunesima edizione) -, che si può riscoprire come certi gesti siano «espressione di un’origine» che non va persa di vista, come ha detto don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, nei giorni scorsi: «Sgorgano dalla fede» e aiutano ad approfondire la fede.
È per questo che dedichiamo il “Primo Piano” alla Colletta Alimentare e ad altri gesti simili, perché aiutano a imparare la «legge della vita». Gesti antichi, come le Tende di Natale di Avsi che ormai hanno una tradizione radicata. O nuovissimi, come l’evento nato in Romania da chi ha spalancato mente e cuore all’ennesimo regalo che papa Francesco ha fatto alla Chiesa: la Giornata mondiale dei poveri, il 19 novembre. Accoglierli, ha ricordato il Pontefice nel suo messaggio, è mettersi davanti a «maestri che ci aiutano a vivere la fede», perché «ci mostrano in modo sobrio, e spesso gioioso, quanto sia decisivo vivere dell’essenziale». Abbiamo bisogno di farlo. Per essere noi stessi.
I racconti dickensiani mettono in scena una famiglia raccolta, il desiderio di stare insieme, l'amore per le cose semplici, ma preziose in un mondo popolato da fate, spiriti, folletti e creature fantastiche che portano l'uomo in una dimensione surreale, ma vissuta in maniera totalmente realistica. Come nei romanzi, anche qui l'autore svela l'altra faccia dell'Inghilterra del suo tempo, quella del malessere sociale e l'immensa e caotica metropoli con le sue case fatiscenti e le sue strade degradate. Il tono non è però mai totalmente cupo e lascia spazio al sorriso o alla risata liberatoria, al comico e al grottesco. Nei suoi racconti, Dickens disegna le sue grandi utopie natalizie facendo spesso ravvedere gli indifferenti e i malvagi e regalando così al suo lettore l'atteso lieto fine.
Nella liturgia del Natale i Magi rappresentano una delle voci più misteriose ed affascinanti; venuti da un lontano Oriente al seguito di una stella, cercano il Salvatore tra mille difficoltà e (secondo la stessa narrazione evangelica) dopo averlo finalmente trovato, rischiano addirittura di metterlo in pericolo, se solo un angelo non li indirizzasse su un'altra strada ingiungendo loro di non fare ritorno dal perfido Erode. In principio né Re, né tre, i Magi hanno assunto molteplici identità, divenendo anche quattro, otto o dodici, ed hanno svolto una funzione ideologica cangiante a seconda delle distinte realtà in cui la storia che li celebrava si è affermata, magari solo attraverso la voce (meno nota, ma per questo non meno significativa) di una minoranza cristiana. Tale narrazione si è col tempo espansa grazie alla letteratura "apocrifa", in cui il tema dei Magi si è intersecato con quello della regalità, della mercatura, dell'ambasceria e della divinazione astrale, sempre conservando la "cifra" distintiva dell'universalismo cristiano come valore centrale, di cui tali viaggiatori si fanno testimoni, a conferma di una buona novella che viene per tutti. La ricchezza espressiva, teologica, concettuale e propagandistica che ha connotato tale ciclo narrativo non ha conosciuto confini nel mondo eurasiatico e successivamente anche negli altri continenti, generando una rete di tradizioni devozionali e spirituali straordinariamente ricca e variegata. Questa raccolta di saggi, curata da alcuni tra i maggiori specialisti della materia, propone, in armonia con la complessità del soggetto, una serie di percorsi interpretativi ed esegetici, volti a indagare l'eccezionale ricchezza espressa dal cammino dei Magi nella sua ininterrotta diffusione, nel tempo e nello spazio, tra simboli e riti capaci di ispirare ancora i moderni a dispetto della diversità delle lingue e delle distinte modalità espressive. Presentazione di Franco Cardini.