"La Bibbia, mi sembra, non è mai stata pensata per funzionare come un manuale di istruzioni punto per punto. Piuttosto, si propone a noi come un invito ad esplorare. O meglio, la Bibbia, semplicemente per il suo essere antica, ambigua ed eterogenea, ci distoglie dal semplice percorso di aspettarci da essa risposte chiare e ci guida verso una ricerca più sottile, interessante e soprattutto sacra. Questa ricerca si riassume in un'idea biblica bella, profonda, troppo spesso non considerata, ma assolutamente centrale e liberatoria, che dà forma a tutto ciò che intendo dire in questo libro: la saggezza. Guidarci verso la saggezza, scalciando e urlando se necessario: questo è lo scopo della Bibbia. Peter Enns Con uno stile leggero, al limite dell'impertinente, Peter Enns ci accompagna in questo viaggio avventuroso alla riscoperta della Bibbia. La domanda di fondo che lo muove è: si può immaginare Dio in un modo diverso da come ce lo hanno presentato queste pagine sacre? La risposta è che non solo si può, ma si deve, perché questo è esattamente ciò che hanno fatto gli scrittori biblici rispetto a quelli che li avevano preceduti. Ogni epoca richiede una faticosa ridefinizione di chi sia Dio e di cosa dice alle nostre vite. [...] La comprensione del volto di Dio è l'oggetto di una sfida interminabile che coinvolge ogni nuova generazione che si affaccia a questo mondo. Non si tratta, certo, di archiviare le visioni precedenti considerandole irrimediabilmente superate, ma di saper cogliere quali aspetti della rivelazione hanno un valore permanente e quali possono (e devono) essere ricompresi alla luce della crescita umana. Il cantiere entro cui siamo invitati a entrare potrebbe non avere mai fine, ma è il prezzo da pagare quando si sceglie di costruire una cattedrale e non limitarsi a una cappellina." (Dalla Prefazione di Gian Luca Carrega)
Nell'attuale società plurale sembrano convivere e confrontarsi due «mondi»: quello dello spazio laico e quello dello spazio religioso. Il grande rischio è l'irrigidimento. Le religioni rischiano l'integralismo e lo spazio laico rischia una neutralità che esclude per principio le religioni. Questi due atteggiamenti non portano da nessuna parte. Sono sterili. Abbiamo bisogno che religioni e spazio laico entrino in dialogo; anzi, abbiamo bisogno di un'autocomprensione che ci renda adeguati ai giorni che stiamo vivendo, sia nello spazio laico che nello spazio religioso. L'orizzonte che si apre è amplissimo. E si preannuncia estremamente fecondo. Occorre pertanto dare l'avvio a una riflessione comune e partecipata, che possa progressivamente approfondirsi e rivelare strade nuove e promettenti. L'intenzione di questo testo è quella di stimolare un ripensamento del rapporto fra religione/i e spazio laico. Un ripensamento che produce anche una revisione della forma di entrambi. Desideriamo aprire questo cammino per amore della società di domani. Con l'intento di dare un piccolo contributo alla civiltà nuova che sta nascendo. In che modo le religioni possono diventare minoranze generative nella società? Come ripensare la laicità dentro una società plurale in cui permane un'intensa ricerca spirituale? Quale educazione adottare per formare uomini e donne capaci di abitare una nuova civiltà?
L'autore commenta alcuni testi del vangelo secondo Giovanni, offrendo suggestive meditazioni. Un viaggio attraverso le domande di Gesù nel Vangelo secondo Giovanni, che fa immergere nelle profondità di un dialogo divino che attraversa i secoli e raggiunge le corde più intime dell'essere dell'uomo. Le parole del Maestro possono scavare nel terreno fertile della coscienza, seminando interrogativi che sfidano, consolano e rivelano il mistero. Le domande di Gesù spronano a non accontentarsi delle risposte facili, a resistere alla tentazione di chiudere la mente dinanzi all'inaspettato; ci insegnano che nella danza incerta tra la luce e le tenebre, si trova spesso la vera essenza della nostra relazione con il divino.
«Durante ogni epoca i cristiani hanno tentato di giungere all'essenza, al nocciolo del cristianesimo. Ebbene, il Vangelo stesso ce lo trasmette con il Padre Nostro. È in una preghiera, e non in una dottrina o in un insieme di dogmi, che è riassunto il messaggio di Gesù. E ciò è denso di significato: pregare è l'evangelo. Buona, lieta e umana notizia fatta risuonare in una cultura che ha perso la fiducia, piena di divinità irate e di miti sfiduciati. Preghiera è relazione. Il Vangelo non si riassume in una verità, bensì in una relazione». Il commento al Padre Nostro di Ermes Ronchi avvince e penetra nell'animo, perché fonde sapienza biblica e afflato poetico, permettendo al lettore di gustare e di vivere come sua la "preghiera di Gesù". Un'edizione illustrata con i capolavori di Caravaggio, Lotto e i grandi artisti della tradizione italiana.
La crisi dei vari «abusi» del clero (non solo e tanto di tipo sessuale, ma di più quelli di coscienza, quelli economico-finanziari) e quella insistente denuncia (anche da parte di papa Francesco!) del persistere della patologia del clericalismo (un corollario del virus del potere) sono rivelativa di una crisi di sistema (ecclesiale, ministeriale, formativo) che richiedono un urgente processo trasformativo della figura del prete. Non è solo una lamento che si alza dalle comunità cristiane e da parte della società, ma è anche la comunicazione di problemi, lamenti e fatiche dei preti, dei parroci e di molti presbitèri diocesani. Emerge l’urgenza di una difficile «transizione». Sì, ma verso dove? «CredereOggi» si interroga a partire dalla dall’esperienza su come va interpretata la transizione oggi (I) e, guardando alla lezione della storia (II), tenta di tematizzarne le complesse dinamiche trasformative (III) guardando al futuro.
Con una esposizione chiara e sobria, Arnold Angenendt descrive la storia della tolleranza nel cristianesimo, dagli inizi fino ai giorni nostri, inclusi la dichiarazione dei diritti dell'uomo e il riconoscimento della libertà religiosa. Il libro, come lascia intendere il titolo tratto da Matteo 13, si incentra sulla parabola del grano e della zizzania. L'esortazione conclusiva di Gesù: «Lasciate che l'uno e l'altra crescano insieme fino alla mietitura» assegna soltanto a Dio il compito di giudicare gli eretici e i ribelli, alla fine dei giorni. È un giudizio che non spetta all'uomo. Ebbene, per Angenendt, questo comando biblico che ha ispirato nei secoli lo sviluppo storico del concetto di tolleranza religiosa è il contributo più significativo datovi dal cristianesimo. Quella della tolleranza nel cristianesimo, tuttavia, non è la storia solo di un progresso: la vicenda, più complessa di così, non manca di riscontri in senso radicalmente opposto. Papa Gregorio IX e Tommaso d'Aquino, per dire, approvano l'uccisione degli eretici «per il bene spirituale comune», seguiti a ruota da riformatori come Lutero, Zwingli e Calvino... Ecco l'interpretazione di una parabola evangelica lungo la storia della chiesa e del mondo occidentale, fra luci e ombre. Angenendt è geniale nel rendere la storia del cristianesimo e del pensiero teologico stimolanti per il presente.
Il volume Cristo e Logos presenta autori e temi della cristologia del VI secolo in Oriente, seguendo un percorso cronologico al cui centro è il Concilio Costantinopolitano II dell'anno 553. In tal senso, l'autore tratta di dodici teologi calcedonesi preconciliari, da Nefalio a Leonzio di Bisanzio, ai monaci Acemeti, ai monaci Sciti fino al monaco Eustazio, e di sette teologi calcedonesi postconciliari, da Eutichio di Costantinopoli a Leonzio di Gerusalemme fino al trattato De Sectis. L'opera vuole essere un contributo alla ricerca teologica teso a registrare l'evoluzione della teologia cristologica, definita come calcedonismo, dalle forme più conservatrici che non aprivano nessuno spiraglio al dialogo con i monofisiti, fino al cosiddetto neocalcedonismo, la forma più evoluta del calcedonismo, che aveva integrato in sé la teologia di Cirillo di Alessandria con la definizione di Calcedonia, divenendo poi la cifra dell'ortodossia cristiana e cattolica.
Lo specifico della teologia morale presuppone per il cristiano un modello di comportamento da seguire che non sia dettato soltanto dalla legge morale naturale, comprensibile anche da una ragione non illuminata dalla grazia e dalla fede, ma è Cristo stesso, icona ed epifania di Dio, che completando la rivelazione mostra all’uomo come vivere il suo “essere immagine somiglianza di Dio”. Il proprium dell’etica cristiana è l’imitazione di Cristo, per cui la conoscenza dei suoi insegnamenti è indispensabile per ricavare le proposizioni normative da seguire. Il presente lavoro si rivolge a tutti coloro che intendono avvicinarsi e approfondire le tematiche fondamentali della morale cristiana, con un linguaggio accessibile e pastorale.
«La Chiesa ha bisogno di concentrarsi sull'essenziale della sua missione, sull'evangelizzazione, ha bisogno di lasciar cadere, al centro come alla periferia, in Vaticano come nelle diocesi, tanti organismi e compiti secondari, ha bisogno di vescovi e preti che vivano in rapporto con il popolo, di laici testimoni della fede nella loro professione e nelle loro famiglie, di religiosi che, nei consigli evangelici, ci richiamino alla bellezza di ciò che non passa. Quale volto avrà la Chiesa di domani? Al momento in cui congedo questo libro non sono in grado di rispondere a questa domanda. Soltanto sono profondamente convinto che ogni vera rinascita della Chiesa avviene attraverso i santi». (dalla Prefazione del cardinale Matteo Zuppi)
Tra i gesti che esprimono il rapporto tra due persone, l'abbraccio è quello che sicuramente rappresenta al meglio il legame costruito giorno per giorno tra loro. Gesù lo ha prima affermato e successivamente mostrato salendo sulla croce per la nostra salvezza. è sulla croce che ci ha abbracciati ed è sulla croce che ci ha indicato, con le Sue braccia aperte per ciascuno di noi, che nessuno è un escluso e che tutti possono costruire un mondo migliore.
In questo volume, studiose e studiosi di diversi settori disciplinari con i loro contributi documentano e illuminano il lascito di donne scrittrici che sono state attive in Italia tra Cinque e Seicento in ambito religioso-devozionale, evidenziando in questo modo la consistenza, il peso, la varietà e l'importanza delle scritture femminili nell'Italia della prima età moderna. Il titolo scelto, Rivelazioni si giustifica non solo perché una parte cospicua studia 'rivelazioni' di mistiche, ma soprattutto perché la scrittura delle donne italiane di quel periodo è ancora una sorprendente rivelazione, oltre che per gli studi specifici, spesso anche per il largo pubblico.
«Giannino Piana testimonia in modo trasparente la bellezza della ricerca, la gioia del credere, l'attrattiva della verità, l'amore per l'essere umano. Se vogliamo uscire dalla soglia della teologia, divenendo partecipi della sensibilità di tante persone in ricerca, potremmo forse applicare a lui un asserto della Critica della ragion pratica di Kant: "L'etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità"» (dalla Postfazione di Gianfranco Ravasi).