"Vogliamo percorrere decisamente e profeticamente un itinerario per essere-carità, con un'attenzione ai poveri mai dissociata dal mistero di Cristo povero"
La liturgia fondamentale, i diversi sacramenti, l’anno liturgico, la liturgia delle ore, i sacramentali e le benedizioni.
La liturgia è celebrazione del mistero pasquale di Cristo, vertice di tutta la storia progettata da Dio dall’eternità, preparata nell’Antico Testamento, compiuta da Cristo attraverso la sua morte e risurrezione per donare agli uomini la salvezza. E’ memoriale del mistero pasquale: lo evoca e lo rende presente, costituita da azioni simboliche rituali comunitarie. In essa la Chiesa radunata in assemblea è associata a Cristo, ma la celebrazione nello stesso tempo manifesta ed edifica la Chiesa come corpo di Cristo e popolo di Dio. I saggi raccolti in questo volume percorrono in maniera esemplificativa l’intero arco della liturgia: la liturgia fondamentale, i diversi sacramenti, l’anno liturgico, la liturgia delle ore, i sacramentali e le benedizioni
Sotto il nome di Gelasio si conoscono due importanti opere compilate, in realtà, dopo la sua morte: il Decretum Gelasianum e il Sacramentarium Gelasianum.
La prima è una raccolta di decretali, mentre la seconda (il cui titolo risale al sec. IX) è una raccolta di testi liturgici e costituisce l'oggetto della presente pubblicazione. Dall'VIII secolo, tempo in cui il sacramentario risulta essere stato compilato -, probabilmente nel nord est della Francia - il contenuto rimane in ombra fino al 1680 quando il card. Giuseppe M. Tomasi lo edita per la prima volta.
Testimone di una liturgia romana ma con influssi di altri contesti geocultuali, il Gelasiano rivela una ricchezza di testi cui ha attinto anche la riforma liturgica promossa dal Vaticano II, e a cui si può ancora attingere man mano che la conoscenza dei suoi tesori si sviluppa. Ed è in vista di questa "conoscenza" che si è sentito il bisogno di completare la trilogia delle Concordantiae con la presente opera. In tal modo è ora possibile acquisire un orizzonte più organico circa la tradizione eucologica soprattutto romana, alla luce dei tre più antichi sacramentari.
La lettura dei tre testi permette di cogliere aspetti pressoché inesauribili circa la ricchezza del linguaggio orante della Chiesa attorno alla metà del primo millennio: una ricchezza che si è poi riversata nei libri liturgici del secondo millennio giungendo fino ai tempi del passaggio tra secondo e terzo millennio quando con la riforma liturgica del Vaticano II si sono potute recuperare molte composizioni.
La conoscenza più approfondita dei sacramentari permetterà anche in futuro di scoprire ulteriori testi che possono contribuire ad ampliare l'orizzonte teologico del culto cristiano.
Tutto questo permette i1 confronto diretto con testi presenti nell'attuale Missale Romanum, anello più recente di una traditio che abbraccia l'esperienza orante delle Chiese in due millenni.
È possibile scorrere i lemmi per cogliere il numero della specifica occorrenza; vari lemmi pur sempre segnalati non sono stati considerati data la non rilevanza ai fini dello studio filologico e teologico dell'eucologia; questi, comunque, sono consultabili nel sito www.latinitas.unisal.it e www.liturgia.it unitamente ad Appendici come l'elenco dei prefazi e dei termini in ordine di occorrenza.
Le sublimi caratteristiche della liturgia sono espresse, studiate e articolate in possenti opere e brillanti riviste specializzate deposte con cura nelle biblioteche dei pontifici atenei, ma il popolo di Dio, o meglio i fedeli della domenica, non si avvicineranno mai - in generale - a tali meravigliosi testi, di cui ignorano tranquillamente l'esistenza. L'autrice confeziona qui un percorso divulgativo appassionato, approfondito ma anche ironico, per una formazione liturgica di base "per principianti": scorci biblici, aspetti storici, incursioni teologiche, scoperta del ritmo sotterraneo che sostiene la celebrazione, fino alla formazione di chi proclama la parola di Dio davanti all'assemblea.
Una piccola guida illustrata al significato dei diversi momenti della celebrazione eucaristica e al corretto comportamento per i chierichetti. Contiene anche un glossario degli abiti, dei colori, degli oggetti e dei libri liturgici.
È una catechesi/riflessione sul Triduo pasquale, fulcro dell'intero Anno liturgico e centro della fede dei cristiani. Il testo parte dalla Domenica delle Palme, che apre la Settimana Santa, accenna brevemente ai primi giorni: Lunedì-Giovedì, prima della Cena del Signore, che concludono la Quaresima e preparano al Triduo pasquale. Presenta una sobria, ma esauriente, spiegazione dei singoli giorni: Ciascuno dei quali ha una sua propria fisionomia: Il Giovedì santo è il giorno dell'istituzione dell'Eucaristia e del sacerdozio; il Venerdì santo è il giorno della passione e della morte in croce di Gesù; il Sabato santo è il giorno del silenzio e della riflessione; la Veglia pasquale e la Domenica di Pasqua celebrano la risurrezione di Cristo.
Il libro è rivolto a quanti desiderano approfondire le specificità proprie di questo rito latino, conservatosi fino a oggi non solo nella diocesi di Milano, ma anche in alcune aree limitrofe. L’attenzione è rivolta in modo particolare all’ordinamento della Santa Messa e alla Liturgia delle Ore. Dopo l’analisi delle peculiarità dei riti di introduzione e della liturgia della Parola, in rapporto alla tradizione romana, si dà spazio alla presentazione delle Preghiere eucaristiche. Completata la descrizione della Santa Messa, si offre un quadro sintetico della Liturgia delle Ore, per passare poi in rassegna i singoli momenti che la costituiscono: Vespri, Ufficio delle Letture, Lodi, Ora Media, Compieta. Il lettore ambrosiano viene così aiutato a cogliere con maggiore consapevolezza i tratti propri della preghiera liturgica a cui è abituato; a chi pratica normalmente la liturgia romana o proviene da altre tradizioni è offerta la possibilità di un iniziale accostamento alla tradizione rituale della Chiesa milanese.
Le preghiere eucaristiche nascono come "imitazione" di quanto Gesù fece all'ultima cena quando prese il pane e il calice, rese grazie e li distribuì ai discepoli. Tali testi che elevano a Dio un ringraziamento per l'opera della creazione e della salvezza in Cristo, chiedendo la discesa dello Spirito sull'assemblea, sul pane e sul vino, sono stati "riscoperti" e rivalutati solo negli anni '60 del secolo scorso. La riforma liturgica del Vaticano II ha messo in luce l'importanza dei dati storici dimostrando la possibilità di attingere ai testi arcaici delle anafore, soprattutto orientali, per ottenere una rinnovata "attiva partecipazione" all'eucaristia; sono state quindi composte nuove preghiere, rielaborando quelle arcaiche della tradizione, e sono state inserite nel nuovo Messale romano di Paolo VI. La nuova edizione dell'opera di Enrico Mazza, che riunisce in un solo volume il commento alle preghiere eucaristiche e il materiale documentario, si propone di approfondire la conoscenza di una parte fondamentale dell'eucarestia e di accompagnare il lettore alla scoperta di un prezioso capitolo della preghiera cristiana.
Un sussidio per accogliere i principi del concilio Vaticano II e i documenti successivi, relativamente alla preparazione di una mensa più abbondante della parola di Dio, e per scoprirne le innumerevoli potenzialità liturgiche.
Non sembra si possa intravedere un luogo ove l'Eucaristia - pane, alimento e sostegno della vita del credente - possa integrarsi, più autenticamente, come nel pellegrinaggio cristiano, poiché il mistero eucaristico si ritrova in questa pratica devozionale come in uno spazio proprio e, in qualche modo, alla sua sorgente. C'è un'evidente armonia e analogia tra pellegrinaggio ed Eucaristia per il fatto stesso che l'una e l'altra "riuniscono". Infatti, se il pellegrinaggio facilita l'incontro e la fusione ed è sua caratteristica quella di saldare insieme in una stessa esperienza spirituale i pellegrini, dove si completa la pienezza della comunione fraterna se non nell'Eucaristia? Quando il "popolo peregrinante" fa l'Eucaristia, l'Eucaristia fa la Chiesa, la genera, la costruisce, poiché è sorgente dell'unione che Dio offre in Gesù. Solo l'Eucaristia è sacramento del "corpo" del Signore che costituisce il "corpo ecclesiale" del Cristo. È logico, dunque, domandare all'Eucaristia di completare l'opera del pellegrinaggio: quest'ultimo riunisce un popolo; la Messa ne fa il corpo ecclesiale del Cristo. È evidente che il valore dell'Eucaristia è omogeneo (anche se sostanzialmente più ricco) all'efficacia del pellegrinaggio; secondo una logica interna si può dire che il pellegrinaggio, "che riunisce", esige come suo coronamento la "comunione" che è l'effetto tipico dell'Eucaristia.
Il tema di questo Convegno, ha posto la sua attenzione su alcuni fondamenti e dinamiche della celebrazione: dai riti alle persone, dall'esecuzione alla celebrazione, allo spazio celebrativo, dall'animazione al servizio del canto e della musica, riproponendo così alcune istanze dall'attuale riflessione teologica e pastorale.
Scegliendo di trattare della mistagogia nel Convegno, l'APL ha inteso affrontare un tema di grande spessore sul piano liturgico, storico, teologico e, non ultimo, pastorale. Sempre più spesso, infatti, si invoca l'assunzione di un "metodo mistagogico" nelle azioni formative che intendono introdurre e alimentare la vita cristiana dei fedeli. E sicuramente tale indicazione si muove nella direzione giusta, pur senza avere la pretesa di caricare la mistagogia di attese troppo ampie o di farne la risposta unica a tutte le esigenze che la vita di fede pone. Ripensare la mistagogia oggi significa riappropriarsi di un modo adeguato e fecondo di accostarsi alla liturgia, perché si muove dall'interno della liturgia stessa, rispettandone la logica profonda.