Il tema del pluralismo religioso torna periodicamente ad affacciarsi alla ribalta, e in questo momento storico sembra essere più che mai attuale. Infatti, se è vero che le ideologie totalitarie sono state bandite dalla scena europea è altrettanto vero che nonostante questo ne permangono tracce evidenti, pur se mascherate da nazionalismi culturali, fondamenti etnici, rivendicazioni di tradizioni locali, autonomismi e settorialismi, rifiuti all'integrazione con emigrati stranieri appartenenti ad altre religioni. Quale può essere, in questo contesto, il ruolo delle chiese? Questo libro raccoglie le discussioni di un folto gruppo di studiosi di storia religiosa, diritto e diritto ecclesiastico circa le relazioni tra Stato e confessioni religiose in un sistema democratico contemporaneo. Molti sono i punti di vista esposti, ma emerge la convinzione comune che la collaborazione tra chiese e istituzioni civili, nel rispetto del pluralismo religioso, sia un valido strumento di rafforzamento della democrazia, mentre la presenza di una sola chiesa dominante difficilmente garantirebbe eguaglianza di condizioni a tutti i soggetti.
Negli ultimi anni della sua vita, benché malato e sofferente, Giovanni Paolo II si è impegnato in una battaglia diplomatica senza precedenti con due obiettivi: dire no all'uso della forza come strumento per affrontare le controversie internazionali e scongiurare lo scontro di civiltà tra occidente cristiano e mondo islamico. Questa la sua eredità: il dialogo tra culture e fedi diverse non è un'utopia ma l'unico mezzo per affrontare i problemi dell'umanità. Il libro vuole essere un omaggio a Giovanni Paolo II nel primo anniversario della sua morte. Con uno stile coinvolgente, l'Autore fa parlare personalità da lui incontrate nei viaggi papali: rappresentanti religiosi, intellettuali, giornalisti...
Una lettura del fenomeno dell'apertura al trascendente" nella tensione tra aspetto individuale e aspetto universale, con una particolare attenzione al dialogo interreligioso. "
Un'indagine sui molteplici volti di Yehoshua ben Yossef nelle principali religioni e culture non cristiane, e nelle prospettive del cristianesimo africano e latinoamericano.
Una breve e chiara esposizione della sfida posta dal male alla ragione e alla fede, mettendo in dialogo la filosofia e le grandi tradizioni religiose.
Il dialogo interreligioso monastico come una delle vie per scoprire i valori delle varie religioni. La tradizione monastica cristiana ha sviluppato nel corso della storia una spiritualita del deserto": solitudine, silenzio, incontro di se favoriscono l'apertura alla divina presenza trasformatrice. Questa presenza interiore si manifesta oggi, con audace creativita, nel dialogo: e il deserto dell'alerita. Incontrare l'altro senza pretendere di condurlo alla nostra "verita", ma nella ricerca del reciproco arricchimento. Questa la grande scoperta dei monaci e monache in dialogo, buddhisti, indu, cristiani, ove i monaci cristiani invitano la Chiesa a camminare tra dialogo e silenzio, apertura all'altro e interiorita. Il dialogo interreligioso, vera vocazione, sollecita a non convertire che se stessi ed offre a un'umanita in crisi "i fondamenti spirituali necessari al suo esistere". "
Questo volume si rivolge a tutti coloro che hanno a cuore il ristabilimento dell’unità dei cristiani e costituisce uno strumento particolarmente utile a coloro che hanno responsabilità in questo ambito. È una guida indispensabile per mettere in atto e rafforzare l’ecumenismo spirituale, linfa di ogni impegno teso a radunare di nuovo i cristiani divisi. Usando le parole dell’autore «la presente pubblicazione offre dei suggerimenti pratici per mettere in atto e rafforzare quell’ecumenismo spirituale che costituisce il fulcro di ogni sforzo teso a radunare di nuovo insieme i cristiani divisi [...] Lo scopo centrale di questo testo consiste nell’applicare l’insegnamento, le direttive e le norme dei documenti del Concilio Vaticano II e dei documenti successivi, che hanno ulteriormente esplicitato l’impegno della Chiesa cattolica nella ricerca dell’unità dei cristiani». (dalla Prefazione) Il Cardinale Walter Kasper, dal 2001 alla guida del Dicastero per l’unità dei cristiani, è autore di numerose opere teologiche: per i tipi di Città Nuova ha già pubblicato “Il ministero petrino. Cattolici e ortodossi in dialogo” (2004, volume 49 della Collana di Teologia, serie diretta da Piero Coda).
IL LIBRO
Islam e cristianesimo – pubblicato per la prima volta nel 2004, a dieci anni dalla morte dell’autore – riunisce due testi inediti. Il primo, intitolato I tre pilastri del conformismo, si compone di tre capitoli: «Siamo tutti figli di Abramo», «Il monoteismo » e «Le religioni del Libro», nei quali l’autore analizza e smonta, in maniera chiara ed efficace, i tre concetti utilizzati in maniera sempre più frequente per avvicinare da un punto di vista teologico le tre religioni rivelate.
Secondo Ellul, la comune discendenza abramitica sulla quale si fonderebbe la parentela tra ebrei, cristiani e musulmani è del tutto priva di fondamento. Nel Vangelo, infatti, solo colui che «compie il bene» è proclamato da Gesù «Figlio di Abramo»: la filiazione dal patriarca risulta così appartenere più a un piano spirituale che carnale. L’Islam, inoltre, nega al cristianesimo lo statuto di religione monoteista: a Gesù Cristo, incarnazione di un Dio d’amore che si è fatto uomo per salvarci attraverso il dolore e la sofferenza, i musulmani contrappongono Allah, sovrano unico e inaccessibile nonché giudice implacabile delle azioni umane.
L’autore, infine, nell’analizzare i testi sacri alla base delle due religioni, evidenzia alcune differenze inconciliabili: se il Corano è il libro della costrizione, della sottomissione e non offre all’uomo alcuna speranza di salvezza, la Bibbia, al contrario, contiene una promessa di libertà, e la rivelazione di un Dio che parla al credente e soffre con lui.
Il secondo testo è una prefazione scritta da Ellul per il libro di Bat Ye’or The Dhimmi. Jews and Christians under Islam, in cui è affrontato il problema della dhimmitudine, cioè la condizione degli «infedeli» nelle società islamiche. L’Islam vi è presentato come una religione che non si evolve né dal punto di vista giuridico né da quello politico, e che ha stabilito uno status di inferiorità per i popoli sottomessi non dissimile da quello dei servi della gleba nel Medioevo.
L'AUTORE
Jacques Ellul (1912-1994), giurista, storico, teologo e sociologo di fama internazionale, è stato professore di Storia e di Sociologia delle Istituzioni all’Università di Bordeaux. La sua opera include studi sulle istituzioni medievali d’Europa e sugli effetti della tecnologia moderna nella società contemporanea. Tra i libri pubblicati in Italia ricordiamo: Anarchia e cristianesimo, La speranza dimenticata e Storia delle istituzioni.
Alain Besançon, storico e filosofo della politica, è professore all’École des Hautes Études en Sciences Sociales e membro dell’Académie des Inscriptions et des Belles Lettres.
RECENSIONI
«Brescia Oggi», 3 dicembre 2006
L’analisi di Ellul, travalicando rapidamente la teologia, ha un impatto politico fortissimo. […] I due saggi che compongono il libro di Ellul affrontano punti nodali del rapporto Occidente.Islam: il primo riguarda la pretesa "parentela" tra le due religioni. […] Il secondo saggio è ancora più denso di conseguenza politiche perché affronta la condizione dei "dhimmi", ovvero i non musulmani.»
Guido Ceronetti, «La Stampa», 10 gennaio 2007
«Notiamo ancora una volta l’infinita distanza che separa i due libri. Nel Corano non si parla di amore, ma ci troviamo in presenza di un obbligo e di una costrizione illimitati, pena l’inferno per chi disubbidisce. L’Islam è sottomissione completa, e che cosa s’intenda con essa è spiegato appunto nel Corano. Il libro degli ebrei e dei cristiani contiene una promessa e una speranza di libertà, mentre il Corano è il libro della costrizione definitiva. Infatti, se per noi Gesù Cristo è venuto a portarci la salvezza eterna, la rivelazione contenuta nel Corano non ammette alcun ripensamento, né in essa si trova qualunque speranza di salvezza (che non ci meritiamo). Si tratta di una differenza abissale...
JACQUES ELLUL: Islam e Cristianesimo - Una parentela impossibile, Lindau 2006. Le edizioni Lindau stanno diventando sempre più interessanti (g.c.)»
Mirko Molteni – «La Padania», 28 dicembre 2006
«Un libro che fa piazza pulita di molti luoghi comuni sul rapporto fra le “religioni abramitiche” e “monoteistiche”, evidenziando che i cosiddetti tratti comuni, che pure esistono, sono nient’altro che una sottile crosta superficiale. Al di sotto della quale non vi può essere che un conflitto di prospettive.»
Claudia Gualdana – «Libero», 17 dicembre 2006
«È appena uscito un libro, piccolo per dimensioni ma non nel contenuto, perfetto per mettere in crisi le presunte verità dei buonisti del nostro tempo.
[…] Il vero bersaglio del "j’accuse" di Ellul non sono gli altri. Siamo noi. Che nel tentativo di scacciare la religione dalla storia misconosciamo le nostre tradizioni e perdiamo gli strumenti per capire quelle altrui.»
Salvatore Spera, «Città di vita», febbraio 2008
«Un inedito, come sempre nel carattere dell’autore, chiaro, diretto, polemico, condito d’ironia.»
Israele, ed in particolare Gerusalemme, diventano luoghi fondamentali per la storia dell'umanità e Jerushalaim stessa è definita come la porta dei cieli e l'ombelico della terra anche se poi proprio perché è considerata centro dell'umanità è anche il punto nodale, come purtroppo sappiamo, dei problemi, dei conflitti spirituali degli uomini. Ma è anche vero che nel Salmo 122, uno dei canti dei gradini a proposito di Gerusalemme, si può leggere questa espressione: Gerusalemme costruita come una città unificata.
Il libro e diviso in due parti: nella prima l'autore racconta la sua esperienza di incontro con i musulmani, nella seconda egli fonda teoreticamente la sua esperienza concreta di incontro.
Il libro si presenta come un approfondito reportage sull'Indonesia.
Il dialogo tra le religioni e le scienze della natura rappresenta oggi un compito di grande rilievo culturale e sociale. In un contesto contemporaneo che, da un lato, vede il fenomeno religioso spostarsi sul versante dell’irrazionalità e, dall’altro, conosce preoccupanti derive fondamentalistiche all’interno delle grandi religioni, il volume – frutto di un convegno teologico dallo stesso titolo – richiama un orizzonte culturale in cui le religioni diventano luogo di autentica ricerca intellettuale e in cui le scienze, partendo dagli ambiti di ricerca loro propri, vanno oltre se stesse e si pongono domande sul senso del tutto. È un orizzonte in cui si apre uno spazio di incontro tra religioni e scienze e che raccoglie il convergente apporto che sia le prime sia le seconde possono rendere alla costruzione del sapere umano.
Nella prospettiva di un rapporto dialogico i contributi raccolti nel volume focalizzano l’interesse sulla questione della “origine” del cosmo e della vita in esso, in particolare sull’origine dell’uomo e sul suo rapporto con gli altri esseri viventi. Le teologie intervenute rappresentano le tre grandi tradizioni religiose – ebraica, cristiana e islamica – che, dal punto di vista storico, sono state particolarmente legate agli sviluppi della cultura occidentale in cui è nata la scienza moderna.
Sommario
Premessa (A. Autiero). Introduzione (V. Maraldi). Teologia della creazione e scienze naturali (W. Pannenberg). La creazione nel pensiero cristiano. Il Dio trinitario, origine e compimento del creato (V. Maraldi). Il rapporto scienza-fede secondo il modello di Pierre Teilhard de Chardin (L. Galleni). La creazione dal punto di vista biblico-ebraico tra alterità e responsabilità (C. Di Sante). La creazione nell’Islam. Il Libro sacro, i teologi, i filosofi, gli estremisti (C. Baffioni).
Note sul curatore
Valentino Maraldi (Cesena 1963) ha studiato teologia a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana e a Francoforte presso la Scuola superiore di teologia e filosofia Sankt Georgen. Insegna teologia presso il Centro per le Scienze Religiose in Trento e presso l’Istituto di Scienze Religiose di Bolzano. Sui rapporti tra teologia e scienza ha pubblicato Lo Spirito Creatore, Milano 2002.