Questa prospettiva trova il suo nucleo concettuale più significativo nella «legge» che caratterizza Dio, il Dio che si fa conoscere all’uomo mediante Cristo: in quanto pienezza d’Essere coincidente con l’Amore, Egli ama e vuol essere amato.
Emerge, così, un’esperienza mistica vissuta secondo una radicalità amante che, nell’implicare sia la trascendenza divina, sia la libertà dell’uomo, risulta feconda anche nei confronti della riflessione filosofica sull’autenticità del vivere umano.
Prendendo spunto dagli scritti teologico-mistici di Augustin Guillerand l’autore giunge alla conclusione che l’uomo è l’essere che, grazie al privilegio della libertà, può fare esperienza di dio.
Destinatari
Quanti sono interessati al rapporto Fede/Ragione.
L’autore Giuseppe Gioia insegna Filosofia morale presso l’Università di Palermo ed è uno dei maggiori studiosi della mistica certosina. Nel biennio 1977-’78, presso l’Institut Catholique di Parigi, sotto la direzione di Dominique Dubarle e di Xavier Tilliette, ha approfondito le sue ricerche sulla filosofia riflessiva. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: L’esperienza contemplativa. Bruno il certosino (1989); La divina filosofia. La Certosa e l’amore di Dio (1994); La contemplazione della Verità. La prospettiva cristologica di Guigo I (1999); Nello spirito della Visitazione. La testimonianza contemplativa di Madre MariaAmata Fazio (2006);ha anche curato l’opera di Augustin Guillerand, La preghiera (1991), e gli Scritti spirituali di Margherita d’Oingt (1997). È redattore del «Giornale di Metafisica».
Il volume contiene una raccolta di saggi cristologici, scritti dal Prof. Marcello Bordoni e risalenti al periodo che va dalla pubblicazione della Dominus Iesus (6 agosto 2000) ad oggi, incentrati principalmente sulla tematica dell'unicità e dell'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa. Il libro, curato dalla Pont. Acc.Teol. Costituisce il quinto volume della collana Itineraria, ed è un omaggio che l'Accademia rende al Prof. Bordoni, unanimemente riconosciuto come uno dei più importanti teologi italiani per i suoi studi di cristologia e per la sua dedizione alla causa della Verità del Vangelo di Gesù.
In occasione del suo 70º genetliaco i professori dell’Istituto di Dogmatica vogliono esprimere la gratitudine, la riconoscenza, il rispetto e la stima per Sua Ecc. mons. Angelo Amato, già Decano della Facoltà di Teologia e Direttore dell’Istituto di Dogmatica, dove il suo apporto è stato decisivo per la ricerca scientifica e per la docenza universitaria nella formazione di tanti giovani teologi, avviati alla riflessione matura sulla fede, all’insegnamento e alla prassi pastorale. L’esperienza diretta del lavoro teologico di mons. Angelo Amato nell’ambito dell’Istituto di Dogmatica della Facoltà di Teologia nell’Università Salesiana, ha offerto ai colleghi e agli studenti la percezione che la passione per Cristo diventa anima del fare Teologia. Nei sei contributi del presente volume emerge l’attenzione al dato positivo, sul quale si applica un lavoro interpretativo che è sollecito nel rispettare la fonte, per esprimere la sua vitalità e il suo senso; si presenta così la relazionalità teologica che evita la chiusura in cerchi troppo ristretti e si preoccupa di trattare le questioni con la maggiore apertura possibile. Gli studi sono realizzati con quella sensibilità pedagogica, che offre percorsi concreti per far teologia, di modo che il lavoro compiuto non sia soltanto un punto di arrivo, ma significhi anche suggestione e proposta per ulteriori contributi.
L'intento di questo lavoro è offrire un piccolo segno di speranza, una compagnia, come espressione del ministero della consolazione.
La storia della ricerca moderna sulla vita di Gesú è stato il tentativo, di tempo in tempo rinnovato, di ridisegnarne l'immagine tradizionale per portare alla luce ciò che essa cela: l'uomo del proprio tempo, un personaggio marginale vissuto nella Palestina del primo secolo che osò credere in un rivolgimento prossimo dell'esistenza del proprio popolo ad opera di Dio stesso, ma che pagò con la vita il suo sogno. Su quell'evento, decisivo per la civiltà occidentale, storici, sociologi, teologi ed artisti oggi s'interrogano di nuovo, affollandosi intorno a una questione che quante piú risposte ragionevoli riceve, tanto piú sembra sottrarsi ad una comprensione effettiva
Una lettura estetica della Rivelazione. L'intento del libro è quello di operare una lettura estetica a partire dalla luce, vista come il contesto in cui la bellezza si offre nella sua manifestazione eventica, ed anche come ciò che ci permette di cogliere la stessa bellezza...
Descrizione dell'opera
«Nell'attuale dibattito circa l'unicità e l'universalità dell'azione salvifica di Gesù Cristo mi è stato chiesto ripetute volte di affrontare il tema della salvezza. Perché Cristo è il salvatore di tutti? Perché noi cristiani dobbiamo mantenere questa pretesa che non poche volte risulta inintelligibile e perfino scandalosa a molti dei nostri contemporanei?» (dal Prologo).
Per esplicitare fin dal primo momento l'intimo legame tra la persona di Gesù e la salvezza da lui offerta, il titolo del libro parla di Gesù Cristo come salvezza dell'uomo e non semplicemente come suo salvatore. Egli infatti non ha portato dei beni, per quanto grandi, che siano estranei alla sua persona. E l'influsso salvifico di Gesù e del suo Spirito non conosce frontiere, se non la possibilità, tremenda, che si apre a ogni essere umano, di dire di no.
La mediazione universale di Gesù e la rilevanza della cristologia per la dottrina della creazione dell'uomo sono i temi fondamentali che l'autore affronta da diversi punti di vista nei contributi confluiti nel volume.
Sommario
Prologo. 1. Cristo «perfetto uomo» e «uomo perfetto». 2. L'antropologia cristiana come proposta di un nuovo umanesimo. 3. Salvezza di Cristo e salvezza dell'uomo. 4. L'incarnazione di Dio e la teologia cristiana delle religioni. 5. Il cristianesimo e l'universalità della salvezza.
Note sull'autore
Luis F. Ladaria sj, nato nel 1944 nelle Baleari, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1966. Dopo gli studi di diritto e filosofia a Madrid e di teologia a Sankt Georgen, viene ordinato sacerdote nel 1973 e nel 1975 consegue il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana. In seguito insegna teologia alla Pontificia Università Comillas di Madrid e poi alla Gregoriana. Nominato membro della Commissione teologica internazionale, ne diventa segretario generale; nel 2008 viene nominato segretario della Congregazione della dottrina della fede e arcivescovo. Le sue numerose pubblicazioni - ha al suo attivo 25 volumi e un centinaio di articoli scientifici - sono dedicate soprattutto alla teologia patristica e all'antropologia teologica.
Il presente libro si propone di verificare se nella Bibbia al tradimento dell'alleanza da parte del partner umano abbia fatto seguito il rinnegamento della stessa da parte di Dio e in che rapporto si pone l'evento Gesù Cristo con la struttura dell'alleanza del Sinai. Il titolo, Liberare la libertà, sottende che il rapporto tra antica e nuova alleanza concerne il senso e il ruolo della libertà umana nella sua relazione con il trascendente e con il mondo. La tesi che nel presente scritto cercheremo di esibire e supportare afferma che, nella prospettiva biblica, non c'è rottura tra antica e nuova alleanza, tra il patto sinaitico e il patto siglato da Gesù Cristo.
Lettura dei saggi di Giacomo Biffi In dialogo sul cristocentrismo è la raccolta delle varie introduzioni di Inos Biffi ai saggi teologici di Giacomo Biffi che, nel volgersi di non pochi anni e per diverse vie, hanno percorso il tema del cristocentrismo, sul quale fin dalle prime ricerche si erano intrattenuti il suo gusto e la sua compiacenza. Una riflessione ampia e puntuale, a introduzione della raccolta, precisa il senso di questa originaria progettazione di tutta la realtà nel Cristo crocifisso e risuscitato, e ne illustra le risorse per un rinnovamento della teologia e della vita medesima della Chiesa, in questi tempi di diffuso smarrimento della fede cattolica. Inos Biffi come nessun altro aveva le carte in regola per cimentarsi fruttuosamente nella rilettura dell’itinerario teologico di Giacomo Biffi; è questi stesso ad affermarlo: «Il mio itinerario teologico si è svolto, per così dire, passo passo sotto i suoi occhi, favorito e lievitato dalle molte ore di una periodica conversazione che reciprocamente ci arricchiva e ci illuminava. Sicché ambedue trovavamo naturale che il più delle volte le mie pubblicazioni fossero supportate e impreziosite da una sua puntuale, oggettiva, benevola introduzione»; «È bastato radunare questi interventi, aggiungendovi un nuovo prologo ampiamente orientativo, perché fosse felicemente raggiunto lo scopo di accreditare con l’autorevolezza incontestabile del teologo acuto, invidiabilmente informato e teoreticamente robusto la mia modesta ma appassionata proposta cristocentrica».
Uno studio sistematico sulla redenzione nella teologia cristiana, che conduce il lettore lungo un percorso stimolante vuoi ritornando alle fonti bibliche e patristiche, vuoi attingendo all’innologia sacra e alla liturgia, vuoi ponendosi infine a confronto con la letteratura religiosa e le arti visive.
Dalla quarta di copertina:
L’opera si apre con tre domande cruciali: come possono gli eventi della redenzione, che sono avvenuti nel passato, esercitare i loro effetti nel presente? Perché gli esseri umani hanno bisogno, sia come singoli che come genere umano preso nel suo insieme, della redenzione? Quali immagini di Dio sono proposte dalle azioni salvifiche di Cristo? Il capitolo 1 illustra termini e immagini della redenzione e della salvezza. I capitoli 2-4 descrivono il contesto della redenzione, riflettendo sulla creazione, la condizione umana e il peccato (incluso il peccato originale). Il capitolo 5 sostiene che l’azione redentrice di Cristo non può essere limitata alla sua morte, ma si estende – lungo un percorso composto da otto differenti stadi della sua vita – dalla sua nascita alla sua seconda venuta. I capitoli 6-9 affrontano i quattro modelli secondo cui è stata pensata la redenzione, e cioè le teorie della liberazione, della sostituzione penale, del sacrificio e dell’amore trasformante. I tre capitoli finali (10-12) trattano il compimento della salvezza nella vita della Chiesa, la salvezza dei non-cristiani e il destino finale della vita umana e di tutta la creazione.
Uno studio sistematico che attinge agli studi biblici, agli studi patristici, agli inni religiosi e alla liturgia, alla letteratura religiosa e alle arti visive.
Il pensiero di Ricoeur, nutrito anche da una fede cristiana mai ostentata, lascia spazio al paradosso e gli riconosce la forza di spiazzare, di intrigare, di inquietare, di disorientare, fornendo così all’uomo l’occasione di rimettersi in cammino rompendo con la pigrizia delle abitudini. In questo libro, come grata memoria per la sua preziosa testimonianza, abbiamo voluto raccogliere alcuni suoi contributi che riguardano problematiche religiose e di fede. Significativamente Ricoeur preferisce parlare di Dio onni-amante piuttosto che onnipotente. Sì, “l’unico potere di Dio è l’amore disarmato” (dall' Introduzione di Enzo Bianchi, priore di Bose).
Paul Ricoeur (1913-2005) è stato uno dei testimoni e dei protagonisti più sensibili della coscienza filosofica del Novecento. Insignito di numerosi riconoscimenti, tra i quali il Grand Prix de l’Académie Française e il Premio Paolo VI, resta ancora oggi il modello dell’intellettuale sempre disposto a lasciarsi interpellare dagli eventi e a cercare nel dialogo una risposta “pensata” e feconda.
I saggi di questo piccolo volume trattano il tema della teologia come intelligenza del mistero di Cristo, sia nella sua prospettiva generale – si potrebbe dire il metodo –, sia nei suoi singoli e articolati contenuti.
Nella varietà dei temi trattati in questo libro l’idea di fondo è unica: la Rivelazione e quindi l’intera realtà è stata divinamente concepita in Cristo, così che non esiste spazio o tempo alternativo a lui.
Tutto il discorso riguarda quello che la Lettera a Diogneto definisce come il «disegno grande e ineffabile concepito nel cuore del Padre».
Una elaborazione compiuta e articolata richiederebbe una specie di nuova Summa Theologiae. Qui viene proposto solo un abbozzo o uno schema, tuttavia sufficiente ad alluderne i temi e gli orientamenti. E soprattutto ad indicare la radicale e avvincente reimpostazione che tutta la teologia dovrebbe avere per essere compiutamente cristiana, ossia per essere semplicemente l’unica concreta e possibile teologia.