J. E. Stiglitz, economista, affronta i nodi irrisolti dell'economia globale. La condizione prevalente è oggi quella di una grande incertezza, determinata da un'imperfetta distribuzione delle informazioni, e dalla connessa difficoltà di porre in atto adeguate politiche di stabilizzazione. La globalizzazione porta infatti con sé il paradosso di porre domande nuove agli Stati-nazione, ma di ridurre al tempo stesso drasticamente la loro capacità di affrontare simili domande. Oggi, la globalizzazione è priva di istituzioni in grado di affrontare le conseguenze. Abbiamo un sistema di governance globale, ma ci manca un governo globale.
L'idea del Banco Alimentare in Italia è stata realizzata da due grandi personaggi: Danilo Fossati, Presidente della Star e Monsignor Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. Dal comune desiderio di un atto di carità cristiana e dall'indignazione verso lo spreco nella società occidentale è nato un servizio di distribuzione delle eccedenze dei prodotti alimentari.
GLI AUTORI
Gianluigi Da Rold, milanese, è stato per vent’anni al "Corriere della Sera", e ha girato tutto il mondo come inviato speciale. Ha intervistato due volte mons. Giussani, ha scritto due libri sulla storia del "Corriere": Da Ottone alla P2 e La battaglia di via Solferino, cercando di descrivere il mondo della disinformazione. Il suo ultimo libro è stato pubblicato l'anno scorso: ... Annientate Tobagi, cronaca dell’uccisione di Walter Tobagi, uno dei più cari amici di Da Rold.
In Ruanda come nella ex Jugoslavia, in Medio Oriente come nella ex Unione Sovietica, abbiamo assistito in questi ultimi anni a conflitti sanguinosi e violenti che pensavamo ormai impossibili dopo la fine della guerra fredda e la caduta del Muro di Berlino. Quali sono le cause e le caratteristiche di queste nuove guerre? E quali le possibili risposte della comunità intrnazionale?
QUESTO TESTO TESTIMONIA DUE REALTA, ENTRAMBE, A LORO MODO ECCEZIONALI: QUELLA DEI SOBBORGHI DEL CHIAPAS E DI GUERRERO E LA VITA DI EDUARDO MISSONI, MEDICO CHE DEDICA TUTTA SUA VITA ED ENERGIE PER SOLLEVARE TANTA POVERA GENTE. La descrizione di un'opera in esausta e sempre supportata dall'ottimismo, dal sorriso, da lla diligenza diagnostica del clinico che lascia l'ambulato rio per offrire la propria comrmai, tutto il mondo; dopo il volontariato, dopo il nicaragua, dopo i progetti ralizzati in africa, in cile questo autentico missionario" non ci sorp"
La globalizzazione viene comunemente rappresentata come complesso di fenomeni dotato di un dinamismo inarrestabile, alla stregua di una forza della natura. La rapida strutturazione su scala mondiale dei flussi di merci, capitali e nuove tecnologie è all’origine di trasformazioni economiche, politico-sociali e culturali dagli esiti non facilmente immaginabili. Per molti questa realtà che contrassegna la nostra epoca va salutata con estremo favore. Essa costituisce la forma compiuta del grande ideale liberale: una sempre più ampia integrazione dell’economia planetaria andrebbe generando uno straordinario accrescimento della prosperità, i cui vantaggi ricadrebbero anche sui paesi poveri. E tuttavia, questa rappresentazione mostra la sua parzialità proprio a fronte dell’inconfutabile evidenza di un crescente divario non solo tra paesi ricchi e paesi poveri, ma anche all’interno delle stesse società e democrazie dell’Occidente. Sorgono allora domande ineludibili per chi ha a cuore un profilo di civiltà che non si contragga attorno al mero interesse economico, ma abbia consistenza etica: la globalizzazione è un processo a cui lasciare uno svolgimento del tutto indipendente, o non va piuttosto orientata? Come immaginare un ruolo nuovo della politica perché la competizione non trionfi sulle istanze della giustizia? In quali maniere e attraverso quali soggetti la comunità internazionale, nelle sue diverse articolazioni, deve operare per porre un argine agli elevati costi di questa nuova frontiera del capitalismo? Queste preoccupazioni accomunano le autorevoli riflessioni qui pubblicate. Nella loro diversità, esse si compongono attorno all’esigenza decisiva di un nuovo umanesimo, che richiede il rigore del pensiero, l’intransigenza dell’etica e il cuore della solidarietà. Le inedite questioni poste dalla globalizzazione domandano non meno di questo, se non si rinuncia all’idea di una società che dia forma al proprio destino anziché abbandonarsi inerme al corso degli eventi.