Le fiabe sono un abbecedario antichissimo: insegnano a superare le paure esistenziali, a scoprire le soluzioni, ad affrontare i dilemmi che si pongono lungo il percorso della vita quotidiana; aiutano a scoprire le risorse personali che da sole indicano come procedere nel corso della vita, senza remare contro, senza forzare, facendo piuttosto maturare gli eventi. Anche fuori dall'ambito oncologico, questo lavoro può suggerire a quanti vivono una situazione di particolare complessità uno strumento per ritrovare la via della "saggezza" umana, capace di restituire sapore all'esistenza quotidiana.
Che cosa significa dire che la vita è sacra? Si tratta soltanto di un postulato appartenente alla tradizione giudeo-cristiana o è un concetto che può essere valido per tutti? Serve ancora per la bioetica? A queste domande, e altre simili, si tenta di dar risposta in questo volume. Nell’attuale panorama bioetico sembra che la sacralità abbia ceduto completamente il posto alla qualità della vita, e in minore misura alla dignità. Tuttavia, un’analisi profonda dell’origine di questo concetto, e la presentazione sistematica di ciò che significa per la dottrina cristiana, può aiutare a capire il perché può essere un concetto non soltanto valido, ma importante per le nostre società pluraliste. Queste pagine possono servire al fedele cattolico per avere una maggiore comprensione della grande ricchezza che è presente nel Vangelo della vita; e per il non credente possono servire a scoprire la solidità di un concetto che ha le sue radici nell’apparizione sulla terra dell’homo symbolicus.
Prendendo le distanze dalla radicale contrapposizione tra la bioetica cattolica e quella laica, Ermanno Genre propone non una bioetica protestante bensì un itinerario di "approccio protestante" ai temi del nascere e del morire che invita a una vera disponibilità all'ascolto e al confronto. Genre delinea così un percorso che, da un lato, riconosce l'esigenza di difendere lo statuto di laicità della ricerca, della pratica medica e della cura pastorale e, dall'altro, si ispira alla "saggezza pratica" della tradizione biblica ebraica e cristiana nonché della filosofia greca classica, lontane da ogni pretesa di assoluto e perciò capaci di confrontarsi con l'unicità dell'esistenza del singolo.
"Non possono esistere tentennamenti, dubbi, filosofie, opinioni diversificate perché, come diceva Madre Teresa di Calcutta, ogni aborto è un assassinio. Eppure Madre Teresa ha visto sfruttamento, strumentalizzazione, miseria, morte dell'infanzia, ma, nonostante ciò, mai, in nessuna situazione, ha cessato di predicare l'aborto come sinonino di assassinio. [...] E il diritto? Cosa ne fa il diritto della equazione di Madre Teresa di Calcutta tra aborto ed assassinio? È evidente che, se limiti a questa equazione sono conosciuti dalla morale e dalla filosofia, a maggior ragione non possono non appartenere al mondo del diritto, di quello secolare però, non di quello canonico." (dalla Presentazione di Carlo Taormina).
Il libro è opera della prof.ssa Lucia Priore ed è stato elaborato in diversi anni di insegnamento presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli.
Si tratta di lezioni in lingua inglese su alcune tematiche, anche d’attualità, affrontate in ambito bioetico: il rispetto per la vita, il rapporto tra medico e paziente, la qualità della vita, l’aborto, l’eutanasia, la clonazione umana, l’ingegneria genetica, la cura degli anziani, la sperimentazione animale.
Attraverso l’avvio di una idea progettuale di ricerca sullo studio della linguistica applicata all’insegnamento e la metodologia CLIL (Content and Learning Integrated Language/Apprendimento Integrato di Lingua e Contenuto), l’autrice ha potuto approfondire tecniche d’insegnamento specifiche che mirassero in modo particolare, attraverso lo sviluppo della motivazione allo studio e alla consapevolezza della identità personale in uno specifico contesto sociale, al potenziamento delle competenze linguistiche e al raggiungimento degli obiettivi preposti.
Un libro sulle domande essenziali: l'amore, il sesso, il bene e il male, la difficoltà della vita, la felicità e la sofferenza.
La psicoanalisi permette al soggetto di parlare di ciò che non va: non per lamentarsi né per maledire, ma per "dirlo bene", perché del "patologico" una cosa è certa: è qualcosa che si dice male, che è male-detto dalla persona, non dalla società. La clinica psicoanalitica è dunque un punto di vista realistico dal quale incontrare e leggere la vita umana come esperienza di un soggetto: molte domande ne scaturiscono. Mario Binasco propone questo punto di vista radicale per valutare l'interesse della psicoanalisi per ogni antropologia, anche teologica.
«Il Signore guarisce tutte le tue malattie», recita il Salmo 103. Ma come affrontarle? La sofferenza ha in sé un senso salvifico che tutti gli uomini, compresi i non credenti, possono sperimentare. Malattia e sofferenza vanno combattuti e superati con la scienza, la tecnologia, la medicina ma anche con la speranza. Come ha scritto Vittorino Andreoli, «il dolore rivela all’uomo i fondamenti del suo essere uomo: la propria fragilità, l’aver bisogno dell’altro, l’importanza dei legami e dei sentimenti, la bellezza di una condizione di bisogno e di dipendenza». In questo libro alcuni grandi autori illustrano il loro modo di concepire malattia e speranza: si passa dalla significativa esperienza di Lourdes (Alessandro De Franciscis) alla vicenda personale, riportata con profonda partecipazione (Paola Bassani); dalla persona malata tra crisi e progetti e tra scienza e fede (Carlo Casalone) all’approccio terapeutico nei bambini (Momcilo Jankovic) e alla malattia nella Bibbia (Gianfranco Ravasi).
Contenuto
Frutto di un lavoro di analisi e ascolto di varie esperienze umane e del loro «vissuto» di fronte alla sofferenza, questo libro è un viaggio insieme con l’uomo che soffre, nudo di fronte alle problematiche della vita. Solo «camminando insieme» si può fare esperienza di umanità, entrare in empatia con l’altro e percepirne la verità e il modo in cui si relaziona con la sofferenza, la malattia e la morte. Sono riflessioni che vogliono stabilire un dialogo costruttivo tra i contenuti della fede, colti anche nel loro esprimersi rituale e il pensiero filosofico e scientifico moderno.
Destinatari
* Tutti e in particolar modo chi segue i malati: familiari, medici, infermieri * Chi opera nel settore sociale, ospedaliero e pastorale
Autore
RENATO ZANCHETTA è laureato in medicina e chirurgia e specializzato in endocrinologia e biologia clinica presso l’Università di Padova. Ha conseguito la licenza in teologia presso la Pontificia Università Lateranense, Roma, e il dottorato in teologia con specializzazione in liturgia pastorale presso l’Istituto di Liturgia di Santa Giustina in Padova. È autore del volume Malattia, salute, salvezza (Edizioni Messaggero, Padova 2004), di alcuni saggi pubblicati da «Credere oggi» (2005), «Rivista liturgica» (2006) e nel volume Liturgia e inculturazione, a cura di A.N. Terrin (Edizioni Messaggero, Padova 2009).
La prefazione, che in genere si scrive alla fine della ricerca, crea un'illusione, perché ti fa credere di aver concluso un percorso e di essere approdato, dopo una lunga e faticosa navigazione, a un porto sicuro. E, invece, ti accorgi che anche quel porto è agitato dai venti e non è così profondo da poter gettare l'àncora definitiva per l'approdo. Bisogna riprendere il largo e cercare un altro approdo. Sono passati ormai più di quarant'anni dalla nascita della bioetica. Dal 1970 ad oggi molti sono stati i cambiamenti nella storia socio-economica, politica, nel pensiero scientifico, filosofico, nella cultura, nelle neuroscienze, nelle tecnologie.
DESCRIZIONE: Accostarsi alla filosofia dell’interculturalità significa sostare sui suoi termini andando oltre il senso comune. Filosofia: crediamo sia patrimonio indiscusso della Grecia antica e “amore per la sapienza”; ma si può ritenere questa definizione una prerogativa assoluta della filosofia della physis e dell’essere, da contrapporsi al pensiero cinese di dao e qi, o hindu di Atman-Brahman? Ci soccorre il concetto di intercultura, assunto qui nell’accezione più forte: la possibilità e la necessità del confronto, non solo di una contaminazione, fra le diverse culture. Il passo in più è porsi in prospettiva filosofica: ciò si traduce nel problematizzare i propri sistemi di riferimento, nel mettersi in discussione prendendo sul serio le domande altre: è l’indicazione di un cammino da compiere, che ha nell’altro l’attore principale. Il volume si scandisce in vie di accesso tematiche e coppie concettuali che invitano alla riflessione dialogica: rovesciare lo sguardo per cogliere le differenze, e la loro origine – l’essere uomini quale condizione che rende possibile pensare e sciogliere gli attriti.
COMMENTO: L'interculturalità è la sfida del presente. L'autore ne traccia i lineamenti confrontando i concetti chiave su cui si dividono la cultura occidentale e orientale, per stabilire invece la base di un dialogo: identità/differenze, proprio/estraneo, sapienza/saggezza...
MARCELLO GHILARDI svolge attività di ricerca presso l’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’enigma e lo specchio. Il problema del volto nell’esperienza estetica contemporanea (Padova 2006); Una logica del vedere. Estetica ed etica nel pensiero di Nishida Kitaro (Milano-Udine 2009); Arte e pensiero in Giappone. Corpo, immagine, gesto (Milano-Udine 2012); Il visibile differente. Sguardo e relazione in Derrida (Milano-Udine 2012).
In bioetica ci si imbatte spesso nel problema del cognitivismo e del non cognitivismo e quindi nella legge di Hume. Che cosa implica per la bioetica conoscere la filosofia di David Hume? Ancora oggi molte figure di etica, anche in bioetica, sono collegate al pensiero di Hume, a cominciare dall'utilitarismo. In questo saggio si prendono in considerazione alcuni temi di fondo della filosofia di Hume per cercare di dare fondamento alle figure morali, che si rifanno alla tradizione humeana. Viene così compiuto un breve excursus, che, passando attraverso un particolare modello di scienza dell'uomo, attraverso i concetti di "impressione" e di "idea", nonché attraverso le condizioni del rapporto causale, l'uniformità della natura come postulato e la conoscenza, arriva a far dire che la ragione è e deve essere schiava delle passioni, non dando alla ragione alcun risalto. Venendo meno il logos ordinante, si ha la necessità di trovare un qualche "cemento" dell'universo, che Hume ha individuato nei principi di associazione, che si possono ritenere il cemento più duttile per tenere insieme e unito il mondo. Essi sono come un nostro schema mentale, reti, simili alle leggi newtoniane, ma più flessibili, quasi convenzioni evolutive, applicabili al mondo esterno, ai nostri pensieri, ai rapporti tra noi e gli altri, che ci consentono di scorgere l'uniformità del mondo, senza dover attingere ad un fondamento, né materiale né spirituale.
"Particolarmente significativo è il risveglio di una riflessione etica attorno alla vita: con la nascita e lo sviluppo sempre più diffuso della bioetica vengono favoriti la riflessione e il dialogo - tra credenti e non credenti, come pure tra credenti di diverse religioni - su problemi etici, anche fondamentali, che interessano la vita dell'uomo". Con queste parole contenute in una delle ultime encicliche di Giovanni Paolo II (Evangelium Vitae, n. 27) si è voluto assegnare alla bioetica un compito che va al di là di una particolare visione religiosa e che interpella direttamente la ragione dell'uomo, chiamandolo a riflettere sull'intimo significato della sua stessa esistenza e dell'ambiente nel quale si trova. Il presente Manuale vuole essere innanzitutto uno strumento didattico, informativo e orientativo per quanti, studenti del Corso di laurea e dei Corsi di specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia, intendano prepararsi a svolgere in modo coscienzioso e corretto la professione medica. Viene perciò offerta una impostazione chiara sui criteri etici di fondo, applicandola ad alcuni rilevanti e attuali problemi, scelti fra i più conosciuti e dibattuti nell'ambito dell'esercizio della medicina.