Molti sono i motivi per riscoprire oggi, a cinque secoli dalla sua composizione, la Via spirituale di Mariano da Firenze. Anzitutto la personalità sfaccettata del suo prolifico anello di congiunzione tra i cronisti e agiografi: medievali e l'erudizione moderna, di cui qui possiamo comprendere le tecniche di lavoro quasi spiando il suo scrittoio.
Poi un testo ricchissimo di storie, che congiunge un'ampia tradizione memoriale con informazioni inedite, di prima e di seconda mano, sui tempi più recenti e che, con un interessante esperimento letterario, incanala i contenuti agiografici nel reticolo della trattatistica spirituale. Infine la sua copista, la volterrana suor Dorotea Broccardi, esempio di quella scrittura femminile claustrale di cui abbiamo imparato a riconoscere la ricchezza. Lasciata inedita e forse incompiuta per la prematura morte dell’autore, l' opera viene ora pubblicata per la prima volta, in edizione critica, a cura del Laboratorio di agiografia tenutosi presso la Scuola superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, con un'introduzione, che ne illustra gli aspetti letterari e la genesi compositiva e con la prefazione di Carlo Delcorno.
Lo scopo di questo piccolo volume è di presentare al lettore una breve riflessione del dottore dell'amore su ciascuno dei centocinquanta salmi per aiutarlo a pregare meglio questi testi ispirati dallo Spirito del Signore. Per ogni singolo salmo viene indicata nel titolo un'idea guida di san Francesco di Sales ed il versetto o alcuni versetti che hanno ispirato la sua riflessione e preghiera. Segue una breve meditazione con alcune citazioni dei suoi scritti.
Breve presentazione e antologia dei testi più belli di Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della chiesa che visse nel IV secolo d.C., un'età di importanti trasformazioni e fervore spirituale. Scrittore straordinariamente prolifico, noto soprattutto come l'iniziatore dell'innologia sacra occidentale, descrive con ineguagliabile delicatezza lo splendore del creato e l'universo interiore dell'uomo. Le sue opere ci invitano a riscoprire le stupende meraviglie del nostro intimo e del mondo che ci circonda, riflesso della somma bellezza di Dio: guardando al suo amore e accogliendolo nella nostra vita possiamo rivestire di gioia e vigore il nostro cammino verso di lui.
Un itinerario affascinante verso l'interiorità e la visione di Dio, sotto la guida di un antico monaco: infatti, il tesoro nascosto della conoscenza divina è sepolto nel campo dell'interiorità, a cui si accede dalla via dello stupore, della meraviglia e dello sgomento. I destinatari diretti delle Lettere di Giovanni erano dei monaci, tuttavia chiunque è assetato di Infinito trova coinvolgente la lettura di questi testi, che cantano con una lirica appassionante l'esperienza d'incontro con Dio. L'esperienza di Giovanni, seppur vissuto in tempi e latitudini così distanti, risulta ancora molto significativa e capace di coinvolgere e suscitare desideri di ricerca.
Le Confessioni di Agostino, pagine gocciolanti lacrime, sue e della madre Monica, ripercorse in maniera lieve e delicata alla ricerca di motivazioni non solo psicologiche di queste parole del silenzio. Che cosa rivelano o nascondono le lacrime di Agostino? L'impossibilità del pensiero a diventare parola? I suoi amori giovanili, l'uragano della pubertà? L'abbandono e rinuncia alla donna che gli ha dato la gioia della paternità? Una fragilità emotiva incombente? Un rapporto malato tra madre e figlio? Pagine appassionanti ed emotivamente cariche.
Strumento agile e denso per introdurre allo studio della letteratura cristiana antica. Presentata in seconda edizione rivista e ampiamente aggiornata, essa coniuga la chiarezza espositiva con un'accurata informazione sullo stato degli studi italiani e stranieri.
Nella sua opera dedicata al Discorso della montagna Sant'Agostino scriveva: «Se qualcuno esaminerà con fede e serietà il discorso che nostro Signore Gesù Cristo ha proferito sulla montagna, come lo leggiamo nel Vangelo di Matteo, penso che vi riscontrerà la norma definitiva della vita cristiana». Questo libro nasce con lo scopo di dare un contributo in tal senso. I testi qui proposti sono di diversa natura. Dall'età antica e attraverso il Medioevo ci è arrivato un repertorio, seppure incompleto, di commentari e di omelie sistematici su tutto il vangelo di Matteo, che trattano quindi specificamente il discorso della montagna. Abbiamo poi i trattati sul Padre nostro, che è il "centro" letterario e concettuale del discorso. Troveremo anche testi di altra provenienza, dato che la predicazione patristica, in situazioni e contesti d'ogni genere, fa frequentissimi riferimenti alle affermazioni del discorso della montagna, considerato dai Padri come la descrizione dell'uomo nuovo, ossia di Cristo stesso, a cui il cristiano è chiamato a unirsi per realizzare l'ideale che sarebbe impossibile alle proprie forze.
Le discipline insegnate al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, la filosofia della religione, la teologia e la liturgia, si occupano tutte, in un modo o nell'altro, della questione del sacro. Il centenario della pubblicazione del famoso libro di Rudolf Otto Il sacro. L'irrazionale nell'idea del divino e il suo rapporto al razionale (1917) è stata un’ottima occasione per riflettere ancora una volta su questo tema. Ad esso è stato quindi dedicato il colloquio interfacoltà del 2017, i cui atti sono presentati in questo nuovo volume di Studia Anselmiana. Se il libro e il pensiero di Otto offrono il punto di partenza, vengono molto rapidamente ripresi e reinterpretati in una prospettiva teologica prima che la riflessione sul sacro si apra e moltiplichi approcci, allontanandosi sempre più da questo punto di partenza, per parlare anche di sacrificio o di tempi e luoghi sacri. Sono quindi chiamate in causa la filosofia e la teologia sistematica, ma anche l'esegesi biblica, l'archeologia religiosa e la spiritualità dell’Oriente cristiano. Coinvolgendo il linguaggio come il dono, la filialità come l'essere-nel-mondo, l’antropologia come la creazione o la comunità, la questione del sacro è sempre cruciale per il pensiero, nel senso in cui appare centrale, ovviamente, ma soprattutto in cui si rivela come ciò che lo sfida in quanto pensiero.
Il concetto di intentio ha occupato finora un posto molto particolare negli studi agostiniani proprio a motivo delle posizioni divergenti esistenti tra gli studiosi dell'interpretazione del suo status epistemologico. La posizione prevalente è quella di trascurare il significato conoscitivo dell'intentio per il suo legame con gli atti volontari (volontà, desiderio, amore, ecc.), mentre l'altra posizione consiste nell'identificarla con il concetto moderno di intenzionalità. In questo contesto complesso, la presente ricerca si dedica a raggiungere il significato fondamentale dell'intentio per descrivere semanticamente l'uso del termine, per via induttiva, analizzando le sue occorrenze nei dialoghi filosofici (prima parte) e nel De trinitate (seconda parte). Per tale strada, sulla base del concetto agostiniano di intentio, che costituisce la struttura conoscitiva dell'anima, e riflette quella ontologica, si giungerà a chiarire il nesso dinamico della conoscenza sia con l'amore sia con l'essere stesso dell'anima, dimostrando infine la correlazione conoscitiva e ontologica tra l'anima e la Trinità.
Alla luce di una capillare analisi della Storia della Chiesa di Socrate di Costantinopoli, meglio noto con l'epiteto di Scolastico, il volume intende ricostruire l'attività intellettuale dello storiografo vissuto nella capitale orientale dell'impero tra IV e V secolo, i suoi rapporti con i circoli culturali della città, con il potere ecclesiastico e secolare, nonché la sua voce nel dibattito letterario contemporaneo. Ne emerge il ritratto di un fedele continuatore del genere storiografico inaugurato da Eusebio di Cesarea nel IV secolo, che non si limita alla continuazione cronologica degli eventi narrati dal predecessore, ma che del suo Maestro sposa la visione filosofica e teologica. Questo, anche in relazione alla controversia origeniana divampata tra IV e V secolo, ove le opere dell'Alessandrino sono da lui ritenute, nonostante la difficoltà di consultazione, deliberatamente conformi al credo niceno.
Le lettere, le conferenze e i documenti relativi alle sue opere costituiscono la testimonianza del generarsi del carisma vincenziano della carità. Il piano dell'opera prevede la pubblicazione nella traduzione italiana dei 12 volumi dell'opera omnia pubblicata negli anni 1920-1921 da Pierre Coste.
Leggendo i testi martiriali di Agostino si rimane colpiti dal culto e dalla venerazione dei martiri nella Chiesa antica e in particolare nordafricana. Nel nostro tempo, segnato dal riemergere dei totalitarismi e da un numero impressionante di martiri uccisi in odio alla fede, troviamo quasi sconcertante la loro eroica testimonianza di carità evangelica ed esemplare la fecondità delle loro vite per la Chiesa. In questo libro Antonio Bonato prende in esame i Sermoni e i testi ricavati da altre opere di sant'Agostino sui martiri. Sullo sfondo della concezione agostiniana, l'autore passa in rassegna alcune figure centrali nei primi secoli di vita della Chiesa: in relazione ai modelli di fede e di carità evangelica, il protomartire Stefano e san Lorenzo diacono; in relazione all'aspetto più propriamente ecclesiale, gli apostoli Pietro e Paolo, le sante Perpetua e Felicita e il vescovo Cipriano. Attraverso Agostino, il volume di Bonato ci restituisce così uno spaccato di sconvolgente attualità: la Chiesa, nata dalla croce di Cristo, si nutre del coraggio e della fedeltà ai valori evangelici di questi testimoni della fede.