Il volume, dedicato alla morale fondamentale e generale, è il primo di quattro destinati a fornire un quadro globale della teologia morale. Il titolo dell'intera opera, In novità di vita, esprime bene l'orizzonte entro il quale la riflessione si colloca: si tratta dell'annuncio del messaggio morale evangelico, insieme radicale e liberante, destinato a tutti gli uomini di buona volontà. Parola di Dio ed esperienza umana, come suggerisce il Concilio Vaticano II, sono i due pilastri attorno ai quali ruota l'esposizione della dottrina. Alla prima parte, caratterizzata dalla preoccupazione di fornire i fondamenti - dal messaggio biblico all'excursus storico, fino alle prospettive teologiche e metodologiche -, si affianca la seconda, che illustra in modo sistematico le categorie che formano l'impianto strutturale dell'etica cristiana: persona e agire morale, coscienza e norma, peccato, conversione e vita virtuosa. Un testo completo, destinato non solo agli addetti ai lavori (gli allievi delle facoltà teologiche e degli istituti di scienze religiose), ma anche a quanti sono interessati alla problematica etico-teologica.
La crisi economica, l'amore, la morte, la politica, l'immigrazione, il '68, la scuola, la famiglia, il governo della Chiesa. Il rapporto tra Stato e Chiesa, tra scienza e dottrina, tra fede e ragione. La vita e il suo senso. Da quasi dieci anni, un uomo di punta della Chiesa italiana, il cardinale Angelo Scola - prima patriarca di Venezia, poi arcivescovo di Milano - e una firma del "Corriere della Sera", Aldo Cazzullo, dialogano sull'attualità politica e i temi ultimi dell'esistenza. Da queste conversazioni, che sono state discusse, commentate, criticate, difese da parte di politici, religiosi e laici, sono emerse parole-chiave divenute lessico comune del dibattito pubblico, come "meticciato di civiltà e culture" - agli antipodi sia dei retori del relativismo culturale sia dei nemici della società multietnica - e "nuova laicità": quasi un manifesto del modo della Chiesa moderna di stare nella società e partecipare alla discussione e alle decisioni politiche. Per quanto ogni dialogo faccia storia a sé, e sia stato pensato come fine a se stesso, a rileggerli ora, ricomposti in un'unica sequenza, risulta evidente come ognuno rappresenti il tassello di un sistema di pensiero autonomo, che il cardinale Scola tratteggia, saldamente ancorato nel deposito della fede e della dottrina cattolica e nella lettura che ne è stata data dai papati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma con tratti di libertà in sintonia con la tradizione della diocesi di Milano, che ora è stato chiamato a reggere
Perché tanti legami si spezzano e tanti matrimoni falliscono? Perché è diventato così difficile costruire relazioni affettive stabili e durature? Perché tante persone vivono amori brevi e difficili? Questo libro, partendo da una diagnosi della crisi culturale odierna che ha portato alla crisi della relazionalità, intende offrire una terapia che consenta di giungere alla maturità affettiva.
Una ricerca sulla Teologia della coscienza morale.
Oggi come ieri, autori eccellenti si sono misurati con i vizi capitali e con le virtù. Questo piccolo saggio intende fare altrettanto, affrontando temi che intrigano e fanno sorgere interrogativi.
Di carattere divulgativo e non tecnico, il volumetto include una breve integrazione bibliografica, che potrà essere d’aiuto al lettore nella ricerca di approfondimenti e di ulteriori sviluppi sul tema.
Destinatari
È rivolto a credenti interessati all’approfondimento e valido anche come strumento per la catechesi e la formazione pastorale.
Autrice
Cetonia Militello ha conseguito la laurea in filosofia presso l’Università di Palermo e la laurea in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ricopre vari ruoli d’insegnamento in Sicilia e a Roma. È direttrice presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum della Cattedra “Donna e Cristianesimo” e, dal 1983, dell’Istituto Costanza Scelfo per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa. Già presidente della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), è membro del direttivo della Pontificia Accademia Mariologica Internazionale (PAMI). Ha all’attivo un cospicuo numero di pubblicazioni
Questa breve riflessione sulla bestemmia vuole essere un richiamo ad arrestare il dilagare del vizio di pronunciare oltraggio contro Dio e il suo Creato. Ogni bestemmia è una ferita procurata al cuore di Dio Padre ed è una spinta in più sulla via delle tenebre. È dunque imperativo rinunciarvi e contribuire a sradicarne la pratica.
“La bestemmia è il peccato più enorme fra tutti” (S. Tommaso D’Aquino).
Spesso si ha l’impressione che la concezione di peccato diserti le chiese e le coscienze degli uomini di oggi, ma storia, teologia e fede smentiscono tale convincimento.
Senza degenerare in un senso di colpa paralizzante, il peccato permette di comprendere il rapporto dell’uomo con Dio, ma non solo: chiunque si interroghi sul senso dell’esistenza si imbatte nel peccato.
Che non è pertanto una questione riservata ai credenti, ma dice qualcosa di fondamentale sull’uomo, sulla sua libertà, sulla sua vocazione, sulla sua responsabilità, sul rapporto di solidarietà che lo lega agli altri uomini. Allo stesso tempo Euvé ricorda che non è la nozione di peccato che occupa il primo posto per il cristiano bensì quella della remissione del peccato, che è esclusivamente opera di Dio.
Destinatari
Per gli studenti dei corsi universitari di teologia, sacerdoti, catechisti.
Autore
Allievo dell’École Normale Supérieure di Cachan, laureato in fisica e docente di questa disciplina (1976), François Euvé ha fatto il suo ingresso nella Compagnia di Gesù nel 1983 ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. Docente di teologia all’Istituto San Tommaso di Mosca (1992-1995) e, dal 1997, al Centre Sèvres (facoltà dei gesuiti di Parigi). Particolarmente interessato ai rapporti tra scienze moderne e tradizione cristiana, ha appena pubblicato Darwin et le christianisme. Vrais et faux débats (Buchet Chastel, 2009).
Un'accesa condanna della fede cieca nel sistema del libero mercato. Hans Kung torna a esercitare il suo acume critico contro un dogma del nostro tempo.
Un tema sempre e di nuovo attuale, atteso il forte incremento – soprattutto qualitativo – delle scienze empiriche, che interpellano in modo nuovo la teologia morale. Un tema a cui non solo non nuoce ma si addice la modalità seminariale, che si manifesta sempre più consona ad affrontare lo stato interdisciplinare e plurale delle questioni moderne, nelle loro interconnessioni e nelle loro stratificazioni dimensionali. Il volume, che raccoglie gli atti del Seminario di studio svoltosi ad Assisi nel luglio 2011, appuntamento biennale dell’intensa attività dell’ATISM, presenta una istruzione aggiornata ed una seria articolazione degli snodi, al momento inaggirabili, del dialogo tra le ‘scienze empiriche’ e una ‘scienza interpretativa pratica’, quale è la teologia morale. L’avvertenza critica della portata e del limite della competenza di ogni scienza, senza invadenze e resistenze improprie e nocive, è la premessa per ogni proficuo dialogo interdisciplinare, un obiettivo sempre di nuovo in gioco, l’obiettivo promozionale di questo volume.
Paolo Carlotti è ordinario di teologia morale presso la Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana e docente invitato presso le Pontificie Università Gregoriana, Urbaniana e altre Istituzioni accademiche.
Paolo Benanti è dottorando in teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana e docente presso l’Istituto Teologico di Assisi (Perugia) e il Pontificio Seminario regionale di Anagni (Frosinone).
Oggi si parla molto di crisi, nei più diversi campi del vivere e del pensare. Il termine di solito indica una situazione d'incertezza e di difficoltà, sul piano individuale o comunitario. Il volume di Pernigotto intende riflettere sull'esperienza della crisi, non solo ampliandone il significato, ma anche apprezzandone l'utilizzo nei vari ambiti della vita umana (politico, economico, antropologico), e soprattutto coniugando la crisi al discorso propriamente morale. In altre parole ci si chiede se l'agire morale non sia di per sé un agire critico
Sedotto dal pensiero del filosofo tedesco von Hildebrande e dalla sua fenomenologia realista, l'autore "interroga" il filosofo per approfondire il concetto di vizio capitale nella morale teologica cristiana. L'autore vuole promuovere l'intraprendere di un cammino morale autentico per ogni persona che si libera dal suo orgoglio e da ogni cecità interiore di fronte allo splendore del valore. Da questo riflessione prende forma quel cammino che ogni persona dovrebbe percorrere per arrivare al bene.