Del poema "Sulla natura", che raccoglie gran parte del pensiero filosofico della scuola eleatica, ci sono pervenuti ampi frammenti: il prologo, la prima parte e parte della seconda, oltre a numerose testimonianze. Il volume è curato da Giovanni Reale.
Lo "Ione" è stato a lungo considerato dalla critica un dialogo minore all'interno della produzione letterario-filosofica di Platone. Questa edizione, curata da Giovanni Reale, ribalta i giudizi in modo radicale e mette in evidenza la rilevanza concettuale dell'opera il cui nucleo tematico consiste nel dimostrare che l'attività del rapsodo e la stessa poesia non sono frutto di conoscenza ma, sono il risultato di un'ispirazione divina.
L'autore, noto filosofo, indaga sul nesso tra filosofia e mistica, in particolare sul rapporto tra esistenza e super-esistenza.
Nell’ultimo decennio, Alasdair MacIntyre ha svolto nel panorama filosofico l’ambivalente ruolo di una scomoda presenza-assenza. Presenza inevitabile, una volta pubblicato nel 1981 il suo celebre Dopo la virtù, è poi lentamente passato sullo sfondo, divenendo l’ispiratore o l’avversario obbligato in buona parte dei dibattiti di etica, da una parte e dall’altra dell’Atlantico. A partire da una prospettiva aristotelicotomistica, in un serrato dialogo con le correnti filosofiche e di pensiero a lui contemporanee, MacIntyre elabora nel corso degli anni una suggestiva proposta fondata sulla centralità delle comunità entro le quali possono nascere e maturare le virtù che costituiscono la vita buona per l’uomo. Le virtù rispondono, è la tesi di questo volume, al propo-sito di promuovere la specificità razionale dell’uomo, ma nella consapevolezza che egli è anche ed essenzialmente il proprio corpo, e quindi deve fare i conti con l’imperfezione, il limite, la malattia. Per questa via, attraverso analisi fenomenologiche, proprio dalle condizioni di vulnerabilità e dipendenza si ricavano le ragioni ultime dell’indispensabilità delle virtù: quelle «del ragionamento umano indipendente» e quelle della «dipendenza riconosciuta», queste ultime fondamentali per la comprensione del vero bene personale e altrui, e quindi necessarie per con-durre una vita veramente solidale. Mentre discute le posizioni di Heidegger e Davidson, dialoga con Nietzsche, Adam Smith e Rorty, e non disdegna incursioni tra le ultime scoperte dell’etologia e delle scienze umane, MacIntyre si mantiene sempre vicino anche alla prospettiva del lettore non specializzato. Questo infatti non è un libro scritto esclusivamente per filosofi: secondo lo spirito di Aristotele, suo compito è cercare di venire in aiuto a quanti, nei meandri dell’attuale società complessa e multiculturale, si pongono gli interrogativi fondamentali di sempre sul senso del proprio agire.
Alasdair MacIntyre (Glasgow 1929), professore di Filosofia morale presso l’Università di Notre Dame (Indiana), è autore di numerose mono-grafie dedicate a figure importanti della storia delle idee (Marx, Marcuse, Freud, Hegel, Hume) e della prestigiosa A Short History of Ethics, che ha collezionato numerose edizioni inglesi e traduzioni all’estero. MacIntyre è autore anche di numerosi saggi, che spaziano nei campi della teoria dell’azione, della storia della filosofia, dell’epistemologia delle scienze morali e della filosofia della religione. Nelle sue opere ha cercato con insistenza un dialogo tra la filosofia morale e le altre scienze, soprattutto quelle sociali. In edizione italiana ha pubblicato: Dopo la virtù (Milano 1987), che segna la svolta aristotelica del suo pensiero; Enciclopedia, Genealogia e Tradizione (Milano 1993) e Giustizia e razionalità (Milano 1995), nelle quali l’aristotelismo viene coerentemente riletto in una prospettiva tomistica.
Il primo libro della "Scienza della logica" (contenente la dottrina dell'essere) uscì nella primavera del 1812, il secondo (la dottrina dell'essenza) nel maggio 1813, il terzo (la dottrina del concetto) nel 1816. Un ventennio più tardi Hegel si accingerà a rivedere il testo dell'opera per una nuova edizione; ma la morte gli impedirà di andare oltre il primo libro, uscito in seconda edizione, largamente rielaborata, nel 1831.
Scritto nel 1845, "In vino veritas" è uno dei testi filosofico-letterari più seducenti della modernità. Si tratta di un dialogo a cinque - il Giovinetto, Constantin Constantius, Victor Eremita, il Mercante di mode, Johannes il Seduttore - sul tema dell'amore, dove si incrociano gli aspetti dell'etica e dell'estetica.
Questo volume presenta al lettore tutto ciò che Seneca ha scritto in prosa e in poesia. L'introduzione di Giovanni Reale è una vera e propria monografia in cui vengono spiegate le novità del neostoicismo senecano e la struttura concettuale che ne sorregge i messaggi.
Una raccolta di riflessioni per trattare adeguatamente il gentil sesso...