Quest'opera è apparsa in prima edizione nel 1943 e consiste nella rielaborazione del testo di una conferenza tenuta nel 1930. Questo documento segna la cosiddetta "svolta" nell'itinerario speculativo di Heidegger e costituisce una via d'accesso privilegiata al cuore del pensiero di uno dei maggiori e più influenti filosofi del novecento.
I Colloqui sulla metafisica e la religione (1688), integrati coi Colloqui sulla morte (1696), rappresentano il frutto più maturo della produzione filosofica di Malebranche – la "summa" del suo pensiero tutto proteso a giustificare la verità della fede cristiana alla luce della ragione cartesiana – e un documento del suo profondo interesse per la scienza.
In questa edizione:
Saggio introduttivo, di Amalia De Maria
Scheda biografica
Nota bibliografica
Colloqui sulla metafisica e sulla religione
Colloqui sulla morte, di Nicolas Malebranche
Note di commento, di Amalia De Maria
Indice dei nomi
Nicolas Malebranche nacque il 5 agosto 1638 a Parigi, dove morì il 7 ottobre 1715. Fra le molte sue opere questiColloqui sulla metafisica offrono un quadro completo dei più importanti problemi della sua filosofia e anche, ma velatamente, delle molte polemiche che le sue soluzioni hanno suscitato. Ampia scheda biografica all’interno del volume.
Le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. In edizione economica, con testo a fronte e nuovi apparati didattici, le traduzioni che hanno definito il linguaggio filosofico italiano del Novecento.
Quest'opera vuol essere una risposta razionalistica al rifiuto dei soggetivisti di riconoscere l'oggettività della ragione, vale a dire il fatto che la ragione (se esiste) deve necessariamente riflettere principi effettivi la cui validità è indipendente dal punto di vista personale. E' la ragione così intesa a permetterci di elaborare una concezione del mondo in cui noi, le nostre impressioni e le nostre pratiche siamo contenuti, poiché essa non dipende dalla nostra prospettiva personale.
Che gli esseri umani siano animali, siamo tutti d'accordo. Che siano animali un po' speciali, anche. Quando però cerchiamo di precisare la natura e la misura di tale specificità, emergono le differenze filosofiche. Alcuni arrivano a riconoscere un soggetto separato da quanto vi è di specificamente umano nell'animale uomo: un soggetto che una volta si chiamava anima, e oggi più spesso si chiama mente. Per il filosofo americano gli esseri umani non sono solo capaci di prestazioni cognitive di cui altri animali sono incapaci, ma si muovono entro il cosiddetto "spazio delle ragioni".
L'affermarsi della razionalità scientifica e della pratica tecnica in tutti i domìni del vissuto sono l'aspetto caratterizzante della nostra cultura, l'"ambiente" nel quale ci troviamo a vivere e ad agire. Lo sviluppo scientifico-tecnico, dalla modernità fino ai giorni nostri, ha prodotto un effetto di sradicamento e di destabilizzazione: l'uomo non è più davanti a una realtà stabile alla quale può rapportarsi, bensì a una realtà incompiuta che egli stesso quotidianamente trasforma. L'universo non è più un 'cosmo', ma un mondo penetrato dall'azione dell'uomo che, pertanto, è chiamato a riflettere sempre di nuovo sulla propria incidenza e responsabilità. Tale situazione determina un maggior rilievo dell'etica, posta di fronte a problemi inediti. Scienza ed etica sono entrambe "dimensioni" dell'esistenza. In quest'opera, Jean Ladrière, mostra come l'etica sia dimensione originaria dell'esistenza, ma esistenza e azione si svolgono in un orizzonte che non è più solo il "mondo della vita" né solo il mondo della natura: è il "mondo degli artefatti", prodotto dal nostro intervento scientifico-tecnico. La scienza e le sue molteplici applicazioni tecniche sono un aspetto determinante con il quale bisogna fare i conti, non per esorcizzarlo, ma per meglio comprenderlo nelle sue potenzialità e nei suoi limiti, affinché l'intervento dell'uomo nel mondo sia veramente azione umana, libera, ragionevole e responsabile.