Il volume intende reinterpretare il lessico contemporaneo della crisi attraverso gli strumenti della teologia politica ed economica. Vengono dunque analizzate le complesse articolazioni del mondo contemporaneo in cui è sempre più urgente un coinvolgimento libero e consapevole di ciascun individuo nei processi rappresentativi e decisionali. La categoria teologica e filosofica di "partecipazione" può rappresentare un modello privilegiato per trasformare, in una prospettiva critica e inclusiva, gli equilibri economici e politici della nostra epoca.
La presenza pervasiva di dinamiche oggettivanti, fondate sul modello produttivo e commerciale di massa, pare aver inesorabilmente eliminato la possibilità di parlare di etica, di uguaglianza e di dignità degli uomini. In uno scenario entro cui tutto ha un prezzo, la svalutazione di ogni valore passa attraverso la riduzione di ogni orizzonte morale a contenuto di fede trascurabile. Oggi, per riprendere la questione della dignità, si dovrà quindi riandare a ciò che di inviolabile c'è nell'uomo, per ricercarne il fondamento di una vita politica morale.
È forse venuto il momento di accogliere Sturzo di ritorno dall'esilio, evidenziando il presupposto fondamentale della sua straordinaria esperienza: l'identità sacerdotale su cui si è innestato un ministero intrecciato di vita, di cultura e di arte, di azione cattolica e di attività amministrative, di lotte politiche e religiose, lungo l'asse della retta intenzione di servire Dio e di non lavorare per sé, ma per gli altri e per Dio (cfr. LNS, p. 104). A più di cinquant'anni dalla sua morte, quest'opera intende riproporre, questa volta con il solo metodo del rigore scientifico, dal teologico al sociologico, dal filosofico allo storico, dall'economico al politico, i capisaldi del ricco pensiero del sacerdote di Caltagirone. Lungi dal rappresentare un compendio dogmatico o ideologico, il "Lessico sturziano" si propone di offrire a una nuova generazione di studiosi e cultori, una prima forma di storicizzazione del pensiero di don Luigi Sturzo. Si dirà: con i limiti stessi della storicizzazione! E per fortuna! Perché è così che sarà possibile rilanciare la ricerca su don Luigi Sturzo, ben al di là di ogni approccio ideologico, unitamente all'intera storia del movimento democratico cristiano europeo.
"C'è chi pensa che la politica sia un'arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenza, si attua con furberia. È anche opinione diffusa che alla politica non si applichi la morale comune, e si parla spesso di due morali, quella dei rapporti privati, e l'altra (che non sarebbe morale né moralizzabile) della vita pubblica. Ma la mia esperienza lunga e penosa mi fa concepire la politica come saturata di eticità, ispirata all'amore del prossimo, resa nobile dalla finalità del bene comune." (don Luigi Sturzo)
Dopo il Concilio Vaticano II alcuni amici di Hélder Câmara raccolsero scritti, discorsi, conferenze, prediche che l'autore accettò di organizzare nel presente volume, uscito nel 1968, dandogli il titolo "Rivoluzione nella pace". L'opera è un "classico" di una delle grandi figure della Chiesa del secolo scorso, la cui silenziosa presenza lasciò nel Concilio un segno indelebile, così come indelebile fu il suo straordinario operato in America Latina. Questo volume ripropone in sintesi il pensiero e l'azione del vescovo brasiliano cinquant'anni dopo: evangelizzazione e umanizzazione, Chiesa e mondo, cristianesimo e democrazia, sviluppo e sottosviluppo trovano nella prospettiva di Câmara una proposta con cui confrontarsi. Il presente volume è ben sintetizzato dallo storico Juan Maria Laboa: "Câmara è un uomo del Vangelo, libero da paure e pregiudizi, disposto anzitutto a incarnare la Chiesa in mezzo alle angustie, alle necessità, ai dolori e alle gioie degli esseri umani". Prefazione di Silvia Scatena. Con uno scritto su Hèlder Câmara di Almeri Bezerra De Melo.
Gli elementi essenziali del credere cristiano - che per l'autore è un "mistero di semplicità" - proposti alla luce delle grandi sfide del nostro tempo, in particolare la visione evoluzionistica dell'universo. "Leonardo Boff ha scritto un libro denso con la levità di una prosa luminescente, minimalista e breve. Boff dà ancora una volta prova inconfutabile della portata del suo fare teologia, nel solco di una cultura di pace e di emancipazione". (O Globo di São Paulo)
Sperare la salvezza di Dio, sperare nell’uomo,
non è forse questa la testimonianza
che i cristiani sono chiamati a dare?
È qui proposto un itinerario che vorrebbe condurre il lettore a una piena consapevolezza della responsabilità cristiana verso la creazione; e al tempo stesso introdurlo, nel solco della spiritualità dell’oriente cristiano, a ritrovare la profondità e la bellezza del rapporto con le cose e gli esseri viventi, contemplati nella loro destinazione alla salvezza, che è connessa a quella dell’uomo.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XX Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa, che ha approfondito il tema della salvaguardia della creazione nei suoi fondamenti biblici e teologici, e nei suoi risvolti etici e sociali nel contesto dell’attuale crisi ecologica.
Con l’elezione a vescovo di Roma di Jorge Mario Bergoglio il vento latinoamericano è tornato a soffiare prepotentemente nelle vele della chiesa. Antichi sogni e antiche parole sembrano riprendere nuova vita dopo un periodo di latenza: chiesa povera e dei poveri, popolo, misericordia, servizio, tenerezza, custodia. Questo volume è pensato come uno strumento agile e documentato per conoscere il cammino recente della chiesa e della teologia latinoamericane e tentare, da questa prospettiva, uno sguardo sul futuro della chiesa cattolica. All’introduzione di Armido Rizzi, saggista e teologo, seguono tre contributi: il primo, firmato da Silvia Scatena, ricostruisce il messaggio delle cinque Conferenze generali dell’episcopato latinoamericano (1955-2007); il secondo, di Luiz Carlos Susin, tratteggia il dibattito attuale sulla teologia della liberazione; l’ultimo, di Sandro Gallazzi, biblista impegnato nella pastorale della terra in Brasile, descrive schematicamente il metodo popolare di lettura della Bibbia tipico delle comunità cristiane latinoamericane.
Autore
Sandro Gallazzi vive in Brasile, nella diocesi di Macapà. Membro del Centro ecumenico di studi biblici e della Commissione pastorale della terra, è autore di numerosi libri tra cui: "Piccola guida alla Bibbia. Attraverso la storia del popolo d’Israele, del suo libro e della sua fede" (EMI, Bologna 2009). Silvia Scatena lavora come ricercatrice in storia contemporanea presso l’Università di Modena e Reggio Emilia ed è membro della direzione internazionale di «Concilium». È autrice di numerosi articoli e volumi, tra cui "La teologia della liberazione in America latina" (Carocci, Roma 2008). Luiz Carlos Susin, frate cappuccino, è docente di teologia sistematica presso la Facoltà di teologia dell’Università cattolica del Rio Grande do Sul e presso la Scuola superiore di teologia e spiritualità francescana, entrambe a Porto Alegre (Brasile). Segretario generale del Forum mondiale di teologia e liberazione, è membro della direzione internazionale di «Concilium».
La teologia della liberazione, che ha preso forma in America latina nel corso degli anni Settanta, ha attirato l'attenzione mondiale sui fenomeni della povertà e dell'oppressione. Ha anche stimolato la chiesa sulla via dell'attenzione agli ultimi, orientandola verso un'«opzione preferenziale per i poveri» che ora vive un rinnovato slancio grazie alle parole e ai gesti di Papa Francesco, primo pontefice sudamericano che fin dai suoi primi interventi ha dichiarato di sognare «una chiesa povera per i poveri».
Gutiérrez, padre della teologia della liberazione, e Müller, già arcivescovo di Ratisbona e ora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, sono legati da amicizia pluriennale ma anche dalla preoccupazione per lo sviluppo dell'economia mondiale e della teologia europea.
In questo libro, l'arcivescovo tedesco e il parroco peruviano dei quartieri popolari dialogano sull'attualità della teologia della liberazione, convenendo sul grande impulso che da questa può giungere alla teologia europea e alla sua esperienza di fede, in particolare il risveglio della solidarietà globale dell'unica chiesa.
Cosa è l’Europa? Dieci anni dopo la fine delle II guerra mondiale il teologo gesuita E. Przywara cerca di ricostruire una Idea di Europa attraverso una prospettiva unitaria con la quale interpreta una molteplicità di dati filosofici, storici e teologici. Una rilettura che propone uno studio della dimensione 'cristiana' dell’Europa, nella quale, partendo da una comprensione del cristianesimo basata sul Vangelo, da una analisi attenta del rapporto con il popolo ebraico e dallo svelamento di alcune radicate ambiguità teologico politiche, egli pone ogni progetto politico che si vuole cristiano in una salutare 'crisi' di ripensamento e di rinnovamento politico e – soprattutto – ecclesiale. Un libro ancora di drammatica attualità che offre al lettore non specialista una bussola per comprendere fenomeni di lunga durata che vanno ben oltre il nostro stesso presente.
Alla fine di un dibattito che ha attraversato l'intero Novecento, il significato ultimo della nozione di "teologia politica" continua a sfuggirci. Nonostante i tentativi di venirne a capo, parliamo ancora il suo linguaggio, restiamo ancora nel suo orizzonte. Il motivo, per Roberto Esposito, sta nel fatto che la teologia politica non è né un concetto né un evento ma il perno intorno al quale ruota, da più di duemila anni, la macchina della civiltà occidentale. Al suo centro vi è l'articolazione tra universalismo ed esclusione, unità e separazione. La tendenza del Due a farsi Uno attraverso la subordinazione di una parte al dominio dell'altra. Tutte le categorie filosofiche e politiche che adoperiamo, a partire da quella, romana e cristiana, di persona, riproducono ancora questo dispositivo escludente. Perciò il congedo dalla teologia politica - in cui risiede il compito della filosofia contemporanea - passa per una radicale conversione del nostro lessico concettuale. Solo quando avremo restituito al pensiero il suo "posto" - relativo non al singolo individuo ma all'intera specie umana - potremo sfuggire alla macchina che da troppo tempo imprigiona le nostre vite.
Dopo il crollo delle "Twin Towers" a New York, l'11 settembre 2001, il "ritorno della religione" sulla scena mondiale ha coinciso con un conflitto teologico-politico che non si è ancora spento. Dall'avanzata dei settori radicali dell'Islam, alla reazione teocon, ai settori ultraortodossi in Israele, all'induismo nazionalista, il vento del "Dio degli eserciti" è chiamato ad alimentare il fuoco di identità antagoniste. Lo "scontro di civiltà" diviene uno scontro "teologico-politico". La critica all'integralismo trova il suo modello originario nel cristianesimo il quale, con il Concilio Vaticano II, riattualizza l'antico paradigma paleocristiano culminante nella "Città di Dio" di Agostino.