«Educare è un compito complesso che non può prescindere da come noi stiamo al mondo, da come affrontiamo gli imprevisti e le fatiche della vita, nella consapevolezza che le risposte contengono qualcosa di utile anche in chiave educativa. La scommessa è che educare sia un'esperienza che non sopporta alcuna rigidità ma esige comunque fermezza, e che questa si giochi soprattutto nell'accettazione di involontari sconfinamenti in territori sconosciuti e incerti, senza tuttavia mai smarrire l'ostinazione per la fioritura della vita.» (Lucia Vantini) Agape+ offre una riflessione su parole che intendono provocare, far riflettere, avviare un dialogo tra persone con storie e culture diverse, per promuovere un confronto sulla società di domani. Lucia Vantini rilegge il tema dell'educare interrogandosi sul modo in cui ci si pone nei confronti del mondo, non dissociando mai la "questione educativa" dalle grandi domande etiche, politiche e spirituali della vita adulta e dell'universo simbolico in cui ci troviamo a vivere. Una riflessione che prende le mosse dall'icona biblica dell'incontro di Gesù con la donna siro-fenicia
In queste pagine scorrono più di vent'anni vissuti nella scuola media Andrea Mandelli di Milano in cui sono presenti i volti di centinaia di ragazzi che insieme al loro professore di matematica hanno riflettuto, pensato, costruito, realizzato opere straordinarie. Leggendo i capitoli di questa narrazione si entra nel mondo delle giornate scolastiche fatte di persone che si incontrano e condividono tempo lavoro, ricerca e scoperta. Si entra anche nel mondo ricco e contraddittorio dei ragazzi nell'età della scuola media e si incontra la loro misteriosa e a volte indecifrabile natura. Ragazzi a volte scontrosi e lontani, spesso problematici e provocatori, alla costante ricerca di sé e del significato del proprio esistere. Questo deve accadere in una scuola: la felicità di conoscere il mondo e se stessi, scoprendo la propria e l'altrui insostituibile unicità.
Il Centro di ricerca educativa CeRFEE Zelindo Trenti per rispondere alle problematiche educative evidenziatesi in seguito alla pandemia ha deciso di avviare una collana di sussidi pedagogico didattici denominata "Strumenti di pedagogia ermeneutica esistenziale". Questo testo su "Il profilo dello studente nei processi di apprendimento religioso" costituisce il terzo contributo della collana, dopo quelli di "Educare con il teatro" ed "Educare alla cittadinanza". Questo strumento nasce dalla ricerca di un gruppo di lavoro sul tema dei profili educativi nella progettazione didattica religiosa scolastica. La risorsa è stata costruita per rispondere alla richiesta degli insegnati ed educatori di Religione di un riferimento oggettivo che li aiutasse nella identificazione dei bisogni educativi dei ragazzi per la progettazione di percorsi didattici in una prospettiva ermeneutica esistenziale. Alcuni docenti dei diversi gradi scolastici si sono messi così al lavoro, sulla base della loro esperienza didattica e sotto la guida di una psicologa e di un pedagogista hanno costruito degli esempi di Percorsi di Apprendimento per le diverse fasce di età. Il tema esemplare che attraversa i vari percorsi, in senso verticale, è quello ecologico della responsabilità nella custodia del creato.
Un volume dedicato ai genitori, ma anche a insegnanti e educatori che si trovano a gestire episodi di bullismo e cyberbullismo. Per aiutarli a riconoscere un fenomeno diffuso, mettere a punto strategie di intervento, dedicare tempo alla prevenzione. Con schede pratiche, attività e spunti concreti di azione. Perché i ragazzi trovino un adeguato supporto negli adulti a loro vicini e possano maturare la consapevolezza necessaria per vivere relazioni serene e costruttive.
"I processi formativi delle giovani generazioni, in ambito scolastico, richiedono l'interazione tra soggetti, attraverso un percorso cooperativo, capace di creare un incontro tra le differenze, di riconsiderare il valore dell'essere umano, di ascoltare le suggestioni dei vissuti antropologici del mondo contemporaneo. Occorre ripensare una cultura dell'educazione, indicando ai docenti un possibile raccordo tra ricerca scientifica, competenze professionali, motivazioni individuali e responsabilità collettive per attuare una scuola realmente inclusiva e democratica. Il presente volume, esito del progetto didattico per i docenti di ogni ordine e grado delle Province di Bari e di BAT, promosso dall'Ufficio di Pastorale Scolastica della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, in collaborazione con il Consiglio regionale della Puglia, con enti locali e associazioni, vuol essere espressione di tali attese. Tra le sue pagine, mediante la narrazione delle esperienze educative scolastiche e il racconto delle azioni sociali per una cittadinanza attiva, il lettore potrà scorgere la ricerca interdisciplinare delle questioni di senso e la riconferma della vocazione della professione docente nell'arte di essere umani."
Cinema e pedagogia possono andare a braccetto. La visione di un film può guidare un percorso educativo e portare in superficie visioni del mondo, pensieri e sentimenti capaci di interpretare la realtà, darle forma e sostenere la costruzione di relazioni positive. Con queste premesse, l'autore - docente di scuola secondaria di secondo grado, impegnato nello sviluppo di percorsi di educazione al linguaggio cinematografico e animatore di rassegne cinematografiche - mostra concretamente a educatori e insegnanti come usare efficacemente il testo filmico, senza tradire il cinema ed esaltandone invece la grande forza comunicativa. Non solo riflessioni teoriche ma anche un approccio pratico e sperimentato in contesti scolastici e di comunità offrono al lettore prospettive inedite e affascinanti per gustare e far gustare film di ieri e di oggi.
La pedagogia speciale nasce in Italia come pedagogia dei processi formativi di integrazione nella scuola e nella società, rivolgendo l'attenzione ai bisogni educativi speciali nei contesti ordinari. L'autrice analizza l'evoluzione di tali processi tenendo in considerazione il dibattito internazionale, che sottolinea l'importanza della progettualità attraverso reti di collaborazione e di confronto. Punti chiave dei processi di integrazione e di inclusione diventano le rappresentazioni sulla diversità, la formazione degli insegnanti, le sinergie tra i diversi attori che intervengono in tali processi, la trasformazione dei saperi.
Con questo libro, dal linguaggio diretto e coinvolgente, Biesta porta il lettore a riconoscere la centralità dell'insegnamento e del ruolo dell'insegnante, inteso non solo come una figura legata al mondo della scuola, ma come una professione strategica a livello sociale e politico, capace di promuovere emancipazione e sviluppo consapevole nei soggetti della società di oggi e di domani. Con continue domande e questioni che illuminano le conseguenze pratiche del suo ragionare, l'autore, dialogando con Emmanuel Lévinas, Paulo Freire, Jacques Rancière e altri pensatori, si chiede non solo cosa significhi fare l'insegnante, ma anche cosa voglia dire oggi esistere e agire come insegnante. Rivolto a ricercatori e studenti che lavorano nel campo della filosofia dell'educazione e delle teorie dell'insegnamento, il testo enfatizza il ruolo fondamentale degli insegnanti per un'educazione intesa come emancipazione.
Con i suoi quattromila ragazzi, una cinquantina di sedi in tutta Italia e un giro di ottocento volontari, Portofranco è una realtà semplice e grande insieme. Nato a Milano nel 2000 da un'intuizione di don Giorgio Pontiggia, amico di don Giussani e a lungo rettore di una grande scuola milanese, è un centro di aiuto allo studio, completamente gratuito, rivolto ai ragazzi delle superiori. Moltissimi di loro - circa un terzo - sono immigrati o italiani di seconda generazione: cinesi e sudamericani, mediorientali e africani, musulmani e ortodossi. Lavorano insieme, si incontrano, molto spesso diventano amici. E soprattutto trovano adulti disponibili ad accoglierli e seguirli, uno per uno. Oltre a essere un'esperienza educativa straordinaria e una risposta concreta a problemi come il recupero scolastico e la lotta alla dispersione, Portofranco è una finestra spalancata su temi cruciali - integrazione, dialogo tra generazioni, futuro - e sulle domande di senso ultimo, come testimoniano le storie e i ritratti di ragazzi e volontari che Davide Perillo ha raccontato in questo libro.
Mario Lodi è stato e continua a essere un maestro da ascoltare, leggere, studiare, perché la sua scuola era rigorosa ed esigente e insieme appassionata e divertente Franco Lorenzoni
Il paese sbagliato alla sua prima pubblicazione, nel 1970, mise a nudo le deficienze di una scuola rigida che escludeva i più fragili. Da allora è trascorso mezzo secolo, ma siamo ancora lontani dal garantire un'istruzione capace di contrastare ogni forma di discriminazione, mentre è cambiata profondamente la relazione dell'infanzia con il gioco, l'intrattenimento e le fonti di informazione. I bambini trascorrono sempre più ore davanti a schermi di ogni dimensione, spesso cercando nel virtuale una via di fuga dalla solitudine. Capire che scrivere è «scoprire gli altri», che le parole sono anche suoni e colori, che ci sono molti modi per incontrare la storia e che si può costruire conoscenza insieme, anche se diversi, è quanto hanno imparato gli allievi di Mario Lodi. Il suo diario racconta quell'esperienza suggerendo una scuola inclusiva e aperta che innanzitutto vuole educare, e che crede nello studio come occasione di crescita morale e civile. Con una "Lettera aperta ai giovani maestri".
Il volume raccoglie le voci, le storie e le esperienze di chi ha realizzato i 15 punti che costituiscono l'implementazione delle varie forme di didattica inclusiva. Una premessa, che inquadra a livello teorico l'argomento trattato, precede il racconto di ciascuna delle buone prassi, co-progettate e realizzate grazie a una proficua collaborazione tra insegnanti e una condivisione costruttiva con tutte le figure educative che quotidianamente lavorano per rendere la nostra scuola sempre più inclusiva. Le azioni concrete e significative qui presentate forniscono spunti e indicazioni per gestire i vari aspetti della complessità in ambito educativo-didattico, promuovendo così apprendimenti ed esperienze formative, nell'ottica della valorizzazione delle differenze di ciascun alunno.
Parlare di affettività e sessualità non è un compito semplice, a nessuna età. Ancor meno se gli interlocutori sono i nostri figli. Questo libro mette a disposizione le riflessioni e i consigli di due professioniste - un'ostetrica e una consulente esperta in educazione sessuale - per favorire nei bambini (dai più piccoli fino ai 10 anni) la formazione dei concetti di intimità, rispetto, permesso e prudenza nella relazione con gli altri. Si tratta di valori straordinari per accompagnare i figli nel loro cammino, con la consapevolezza che questo è un campo in cui i genitori possono fare la differenza, evitando deleghe in bianco e costituendo un modello di valori, di amore e di rispetto.