Tra interrogazioni, compiti in classe, piani ministeriali che dettano l'agenda scolastica come se fosse la tabella di produzione di una catena di montaggio, disinteresse, svogliatezza o eccessiva esuberanza, pianti, urla, frustrazioni e disillusioni, la scuola sembra talvolta distribuire più sofferenza di conoscenza. Perché? E come uscirne vivi, prima che un'esperienza scolastica negativa marchi indelebilmente il percorso di apprendimento e di formazione, e quindi di vita, dei nostri ragazzi, fino a indurli alla sfiducia, magari all'abbandono scolastico e, con esso talvolta, alla rinuncia ai loro sogni per il futuro? L'autore propone un singolare viaggio alla scoperta dei motivi reali che si celano dietro tante difficoltà e alla ricerca di una scuola di qualità, rigorosa, accogliente e da vivere con passione e tanta curiosità. Un obiettivo che si delinea attraverso il racconto delle storie, dei desideri, delle preoccupazioni che caratterizzano l'esperienza quotidiana degli adolescenti, dei genitori e degli insegnanti. Un obiettivo che si realizza in una scuola, quasi, alla rovescia: la scuola di Lucignolo.
In questo volume raccogliamo i più significativi testi di Papa Francesco sull'educazione e la scuola. Li abbiamo raggruppati con un criterio tematico e non meramente cronologico per far meglio emergere una visione globale che appare molto coerente e compatta: da un discernimento di fondo sulla realtà storica al riferimento - cruciale e decisivo - a Gesù Maestro, per poi focalizzare l'attenzione sulle opportunità e le responsabilità del tempo presente e sull'educazione alla fraternità e alla solidarietà. Ecco perché il suo importante magistero educativo - come limpidamente emerge da questi testi - è insieme vivace e fresco, nascendo da una lunga esperienza sul campo e dalla contemporanea riflessione pedagogica sulla stessa: frutto maturo di un sapere pratico e di una ricerca sapienziale.
Un nuovo libro della Comunità di Caresto – specializzata e conosciuta per gli incontri e i corsi matrimoniali collegati alla famiglia e alle sue problematiche – che affronta uno dei temi più avvertiti, come l’affettività e la sessualità, soprattutto tra gli educatori alla fede e coloro che hanno a cuore la felicità dei ragazzi.
Si tratta di due libri in uno: una parte è rivolta all’educatore mentre un’altra parte è rivolta al ragazzo. Un’audace e intelligente proposta di accompagnamento in undici tappe che non parte dalle esigenze degli adulti bensì dalla vita stessa dei più giovani e delle difficoltà che devono affrontare.
Punta i piedi per un no. Urla non appena vi allontanate. Viene travolto da un'onda di incontenibile rabbia quando lo aiutate a mangiare o a vestirsi. Spesso i capricci dei bambini sono così spiazzanti che i genitori non sanno più che comportamento adottare. Gli autoritari aumentano la fermezza, i permissivi si colpevolizzano. Ma il problema resta. E alla fine alzano bandiera bianca: "Le ho provate tutte! Non so più cosa fare". Ma farsi ubbidire non basta, la vera domanda resta: perché il bambino si comporta così? Vuole davvero provocare o sfidare il genitore? È in grado di architettare strategie? E se il suo comportamento avesse un'origine fisiologica, o fosse una reazione a provocazioni inconsapevoli da parte del genitore? Con linguaggio semplice e chiaro, Isabelle Filliozat, psicologa e psicoterapeuta di lunga esperienza, affronta i comportamenti più difficili dei bambini tra 1 e 5 anni e offre un punto di vista diverso sulle situazioni della vita quotidiana che mandano in crisi mamma e papà. Grazie ai molti esempi concreti, illustrati con simpatici disegni, risolvere i conflitti con il proprio bambino diventerà semplice come un gioco e regalerà a tutti tempo e serenità.
Che cosa farebbe un bimbo se avesse a disposizione un telecomando magico con cui spegnere le persone e spostarle nello spazio? Quali sono i nove modi in cui gli adulti finiscono per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura? E perché una professoressa può addirittura diventare allergica ai genitori, con tanto di irresistibile "orticaria morale"? Dall'inventore della "Grammatica della fantasia", una raccolta di articoli, saggi e interventi, pubblicati lungo l'arco di oltre vent'anni, sulla scuola e sul rapporto educativo tra adulti e bambini. Con tante proposte concrete per restituire all'immaginazione, grazie al potere liberatorio della parola, lo spazio che le compete nella vita dei nostri figli. E, perché no, nella nostra. Introduzione di Mario Lodoli.
A centodieci anni dalla morte, il volume intende contribuire nuovamente a diffondere l'opera di Antonio Labriola: fra i maggiori filosofi italiani e primo originale interprete della filosofia di Marx in Italia. Attento alla rielaborazione hegeliana di Spaventa, Labriola approfondisce in maniera originale alcuni classici della filosofia e i testi della scuola herbartiana. La "Prolusione" prelude alla lettura di Marx culminata con la scrittura dei "Saggi". La raccolta offre un quadro esaustivo della produzione teorica del filosofo, ripubblicando in unico volume testi da tempo non più disponibili, l'insieme dei "Saggi sulla concezione materialistica della storia" nella forma voluta dall'autore per l'ultima edizione apparsa in vita (1902), oltre a "Inediti giovanili", e ad altri inediti che si ripubblicano nel testo stabilito da Croce e Dal Pane. L'ampio saggio di Luca Basile costituisce un'introduzione compiuta al pensiero dell'autore. Le note e gli apparati a cura di Lorenzo Steardo accompagnano anche il lettore meno esperto nella lettura dei testi. La bibliografia ripropone, integrandolo, il ricco repertorio di opere labrioliane e studi critici curato da Nicola Siciliani de Cumis alla fine degli anni Settanta. Postfazione di Biagio De Giovanni.
In una prospettiva aperta e democratica si cerca di presentare in questo lavoro una riflessione pedagogica che si propone di offrire un approccio convergente e divergente del pensiero e che intende fornire risposte problematiche e non dogmatiche agli effettivi e reali bisogni formativi di ogni singolo allievo in situazione di differenza per cultura, per appartenenza sociale, per status economico, per disabilità e per identità sessuale.
Una giovinezza vissuta pericolosamente, una stabilità conquistata a fatica. I bassi, Barra, la scuola, la camorra, Felice Sciosciammocca e le zeppole di San Giuseppe, fino a un sospetto certificato di sana e robusta costituzione. Con la prefazione e i disegni originali di Marco Rossi Doria, già maestro di strada, oggi sottosegretario all'istruzione.
"La paternità non è un fatto di sangue. Per come la vedo io, la paternità è qualcosa d'altro: è un susseguirsi di domande e voglia di esserci. Non esiste un manuale di istruzioni sulla paternità buono per tutte le occasioni. Esiste soltanto una risma di fogli bianchi che i tuoi figli ti aiutano a riempire. Fogli pieni di inevitabili errori, poesie improvvisate, arrabbiature ricorrenti, dolci sorprese. Fogli dove giorno dopo giorno annoti i tuoi goffi tentativi di regalare loro il dono più prezioso: quello di essere liberi e di non rinunciare mai a essere se stessi. Dei miei tre figli, uno è disabile. Moreno non vede, non parla e non può capire quasi nulla di quello che gli succede intorno. Moreno non sarà mai un uomo libero, anche se io fossi il padre migliore del mondo. Perché Moreno non può scegliere. Con Jacopo e Cosimo, posso provare a mettere nelle loro tasche un gettone di libertà. Magari minuscolo e un po' ammaccato. Ma posso sperare di riuscirci. Con Moreno, invece, so che non sarà mai possibile. Insomma, ho imparato presto che alcune partite non si potranno mai vincere. (In questo, essere interisti aiuta...) E col tempo ho anche imparato che, in ogni caso, non è soltanto la tua responsabilità di padre a importi di giocarle." A due anni dalla pubblicazione di "Zigulì", Massimiliano Verga racconta gli ultimi dodici, e decisivi, anni della sua esistenza in una sorta di cronaca-riflessione sulla paternità.
Non è la bacchetta magica, ma un moderno sistema di valutazione può aiutare la scuola italiana a rinnovarsi, evitando i rischi di declino. Come? Fornendo analisi per capire le debolezze del nostro sistema d'istruzione e le ragioni dei suoi ritardi. Offrendo a ciascuna scuola strumenti di diagnosi per fare meglio il proprio lavoro e migliorare i risultati degli studenti. Infine, mettendo a disposizione delle famiglie efficaci bussole per orientarsi. Ne è convinta la Fondazione Agnelli, che arriva a questo rapporto dopo un lungo percorso di ricerca. Non mancano certo i dilemmi da affrontare. Chi valutare? I singoli docenti, le scuole, il sistema scolastico nel suo complesso? Con quali strumenti? Quale uso fare dei risultati della valutazione? E, soprattutto, come costruire il consenso e guadagnare la fiducia degli insegnanti, superandone le resistenze? Un quadro della valutazione della scuola in Italia e le soluzioni possibili, a partire dalle evidenze che vengono dalla ricerca, dall'esperienza internazionale e dalle sperimentazioni nazionali.
La nascita, ancor più della morte, è l'unica cosa che abbiamo davvero tutti in comune, da sempre e per sempre. Non solo è l'attimo irripetibile in cui veniamo al mondo. È anche il primo giorno di una stagione della vita bellissima e altrettanto irripetibile: l'infanzia. Essere stati bambini, per quanto una volta diventati adulti si tenda a negarlo, a ridurlo ad aneddoto o semplicemente a dimenticarlo, è un'altra cosa che tutti ci accomuna. Proprio l'infanzia è il filo rosso che lega tra loro una serie di istantanee di un mondo perduto, evocato dai mille umori dell'essere bambini: dal capriccio all'entusiasmo, dai pianti alle risate, dagli imbarazzi ai primi amori. Un viaggio indietro nel tempo che ci restituisce in dono i nostri primi anni di vita. Che ci proietta in un mondo popolato da bambini che, lungo le strade di una città ancora a misura d'uomo, emulano i loro idoli sportivi, leggono fumetti, imparano a vivere e fingono di morire. Di bambini e bambine che dietro i banchi di scuola affrontano ingiustizie che forse lasceranno un segno nella loro vita adulta. Di bambini che vedono la loro vita decisa a tavolino da adulti i quali pensano di aver sempre ragione, anche a scapito del loro bene. E di adulti che bambini non riescono a smettere di essere, fino al punto di ritrovarsi soli, incapaci di immaginare un futuro per la propria vita.
Dobbiamo rassegnarci all'idea che l'adolescenza sia un periodo turbolento? Certi comportamenti sono solo il risultato di una fase transitoria della crescita? Che cosa possiamo fare per aiutare i giovani ad affrontare in modo sereno i momenti più difficili?
Il testo, rivolto in particolare a genitori, insegnanti ed educatori, si propone di offrire alcune indicazioni pratiche per osservare le molte sfaccettature del comportamento dei ragazzi e un'analisi delle più frequenti forme di disagio che si verificano soprattutto nel periodo della scuola media e nei primi anni della scuola superiore.
Scegliere amicizie sbagliate, sentirsi inadeguati, non riuscire a raggiungere i propri traguardi, abbandonare la scuola, sono alcuni dei possibili rischi. Proprio per questo, evitando le scorciatoie della «psicologia del senso comune», si tratta di cogliere alcuni campanelli d'allarme e di interpretarli in modo corretto per non confondere ansia e depressione, abuso di videogiochi e uso di sostanze, timidezza e conseguenze del bullismo.
Sommario
Introduzione. Parte 1. Il comportamento questo sconosciuto. La scuola come lente d'ingrandimento. La psicologia del "senso comune". Quale classificazione per comprendere il disagio? Come e cosa osservare nel comportamento dei ragazzi. Il processo di osservazione. Pianificare l'osservazione. L'analisi funzionale. Parte 2. I segnali del disagio. Quando la famiglia non c'è più. Bullo, vittima e spettatori. È un bambino troppo timido e insicuro. Una crisi improvvisa: l'attacco di panico. È un casinista! Non sta fermo un attimo. È sempre triste. Cos'è successo? L'età della prima sbronza. Internet, pornografia online e videogiochi: i nuovi "amici del cuore"? Conclusioni.
Note sull'autore
Emanuele Palagi, laureato in Psicologia clinica, con specializzazione in Psicoterapia e master in Sessuologia clinica, è psicologo, psicoterapeuta e consulente sessuologo, titolo conseguito presso l'Università di Pisa. Scrive articoli divulgativi su vari periodici ed è comparso tra gli altri su Il Tirreno, La Nazione, Percorso Sanità. È presidente del comitato "Non la bevo" e dell'associazione culturale "Argomento Psicologia". È stato responsabile per il Comune di Viareggio dei progetti sul disagio giovanile e coordinatore della squadra dedicata all'assistenza psicologica delle vittime della tragedia ferroviaria del 29.6.2009. Per alcune aziende sanitarie locali si occupa di prevenzione e di percorsi per la prevenzione della ricaduta con alcolisti, cocainomani ed eroinomani. Fa parte dell'équipe dedicata al gioco d'azzardo problematico. Da anni realizza interventi di sensibilizzazione sul tema "alcool, giovani e disagio" e si occupa della formazione di operatori e insegnanti. È relatore in numerosi convegni e ha condotto la trasmissione divulgativa "Argomento Psicologia".