Dopo il calcio potrebbe essere la volta del giornalismo. Redattori corrotti e direttori compiacenti hanno tradito i lettori. I giornali sono zeppi di pubblicità clandestina. Si pensa di leggere un innocuo articolo di costume e invece ci si ritrova una serie di consigli per gli acquisti. Si cerca qualche idea per investire i risparmi e invece si sta per cascare in una trappola. Si inseguono le ultime novità della medicina e non si sa che il giornalista è stato invitato in una località esotica, coccolato e pagato per divulgare un nuovo farmaco. Insomma, quotidiani, settimanali e mensili per non parlare dei notiziari di radio e televisione sono controllati dagli inserzionisti che dettano legge in redazione, perché sono loro che possono decidere la vita o la morte di un organo di stampa, grazie alla complicità dei giornalisti il cui livello etico sembra sprofondato. In questo libro vengono riportati fatti e circostanze a supporto di queste ipotesi.
Una rassegna di bugie costella la politica internazionale. Foa elenca i misfatti perpetuati sopratutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dagli "spin doctor", personaggi quasi sconosciuti perché, appunto, il loro lavoro si svolge lontano dalle telecamere. Si scopre così come l'opinione pubblica internazionale sia stata "guidata" a condividere scelte azzardate e a volte disastrose: dalle famose "armi di distruzione di massa" irachene alla guerra nei Balcani motivata da una "pulizia etnica" mai interamente dimostrata. Si scopre inoltre che la "fanciulla kuwaitiana" volontaria in ospedale, che testimoniò sulla strage di neonati gettati fuori dalle incubatrici dai soldati di Saddam, era in realtà la figlia dell'ambasciatore del Kuwait all'ONU.
La nuova tecnologia ha delineato nuovi equilibri globali, una vera e propria metamorfosi del sistema di valori, visioni, idee e identità culturali, politiche e sociali. Se le società tradizionali sono gerarchiche, su delega, strutturate e governate, quelle digitali al contrario sono reticolari, orizzontali e autorganizzate. Il vero problema oggi, quindi, non è tanto più definire l'esistenza o meno di una società digitale ma applicarsi a comprendere quale sia il suo funzionamento, in modo da imparare anche come utilizzarne le norme e i valori.
Lo scopo di questo libro è quello di servire come introduzione allo studio della società italiana contemporanea come esempio di società post-moderna. L'opera, che fa continui riferimenti ai fenomeni attuali, sulla traccia di autori contemporanei come Giddens, Bauman, Beck, Maffesoli, Appadurai e altri ancora, propone un modello di società centrato sul "costituirsi" dell'attore sociale sospeso tra realizzazione personale e accettazione di modelli (o maschere) socialmente determinati dalla sua partecipazione sociale, definita da una rete di rapporti sociali, interpersonali o virtuali. Una rete di relazioni, ma soprattutto di informazioni e significati.
Una pedagogia che sollecita, attraverso le parole, a un cammino interiore per ritrovare ciò che è essenziale per la persona e re-imparare un linguaggio capace di comunicazione autentica; un itinerario sulle parole per scoprire il volto di Colui che è all'origine di ogni cosa e che tramite la nostra vita e la realtà ci indica il cammino da percorrere. Così può essere definito questo sussidio di F. Balbo e R. Bertoglio. Gli autori provano a scendere nel cuore delle parole più usate nel linguaggio quotidiano per cercarne l'origine, scoprirne il significato profondo, per poi risalire e raccontare a giovani e adulti il gusto del comunicare. Per trovare la radice delle parole si fanno aiutare dalla lingua greca e latina, due lingue antiche che costituiscono la base e il fondamento della nostra lingua italiana. Questo cammino in profondità nasce dall'esperienza personale degli autori di pellegrini, di educatori, di cercatori di Dio, di appassionati di relazione; si approfondisce nella riflessione, nel confronto reciproco, nel dialogo con gli alunni a scuola, nelle relazioni di amicizia; e si apre all'applicazione pratica e all'uso corretto della parola nella comunicazione quotidiana.
Con l'espressione "nuovi media" ci si riferisce non solo alle tecnologie ma anche ai prodotti e alle pratiche d'uso che si delineano sulla scena mediale sotto la spinta dei processi di informatizzazione e digitalizzazione. Si tratta di un mutamento assai significativo che il dizionario ripercorre attraverso una serie di concetti chiave (come telefonia mobile, motori di ricerca, interattività ecc.) e interpreta collocandolo nel contesto storico e sociale.
In questo testo vengono esaminati gli aspetti linguistici del discorso mediale, utilizzando gli strumenti della linguistica testuale e della pragmatica attraverso i quali è possibile esplicitare la relazione, talvolta trasparente ma più spesso implicita o nascosta, tra scelte linguistiche e significati espressi e comunicati.
Non più vittima passiva delle scelte di palinsesto operate dai dirigenti delle televisioni pubbliche e private, il pubblico sarà in grado, sempre di più, di determinare attivamente gli orientamenti dei programmatori televisivi. Cambieranno quindi anche le politiche di audience delle televisioni, pubbliche e commerciali? O sceglieranno di tenersi stretta la fetta di spettatori fedeli e poco innovativi? Un quesito che ha risvolti non solo culturali ma economici di grande rilievo per il Paese.
In mezzo al vuoto di contenuti e al pieno di merci di ogni tipo, i bambini sono ostaggi di educatori e psicologi che tentano di giustificare strategie di marketing: perché i bambini non hanno bisogno della televisione, è la televisione che ha bisogno di loro. Un libro radicalmente contrario alla foresta di schermi (della tv, del computer, dei videogiochi, dei telefonini), che ha invaso le camerette dei ragazzi e il salotto di casa. Un libro per tutti, ma in particolar modo per genitori e maestri, che spiega cos'è la televisione, a chi serve, quali interessi rappresenta e perché bisogna aspettare che un bambino compia dodici anni prima di fargliela guardare.