Il volume intende comunicare la novità di vita" portata da Gesù di Nazaret così che l'esistenza di ogni lettore, modellata su di Lui, possa risultare più amabile e colma di speranza. "
Queste omelie di don Gino Tedoldi rispondono all'esigenza di non conformare il cervello alle mode, nella convinzione che la catechesi e l'apologetica rappresentino l'unica via per proporre la verità, senza alcuno sconto e fuori dagli equivoci di un dialogo malinteso e di un ecumenismo interpretato peggio.
Il libro raccoglie le relazioni del XVII Convegno di studi della Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università della Santa Croce. Nei diversi interventi sono stati individuati alcuni nuclei tematici nei quali emerge con particolare chiarezza la rilevanza diretta della fede nel diritto ecclesiale: la questione fondamentale circa il rapporto tra fede e ragione nell'ambito canonico; le problematiche giuridiche relative al munus docendi Ecclesiae; i diritti e i doveri dei laici nell'evangelizzazione, sia nei loro compiti ecclesiali che nella loro azione nel mondo; il riconoscimento e la tutela civile dell'identità cristiana sia delle persone che delle istituzioni che si ispirano alla fede; il rilievo della fede nell'organizzazione della Chiesa, con particolare riferimento al diritto missionario e agli strumenti che tutelano la fedeltà dottrinale e morale.
Il percorso che propone l'autore prende le mosse dalla crisi del matrimonio così come la conosciamo ormai da diversi anni. In particolare pone al centro la questione della validità sacramentale del consenso emesso dai nubendi. Uno studio che prende le mosse da una questione concreta e che vuole ritornare, dopo aver interrogato il pensiero antropologico di Giovanni Paolo II, ad illuminare l'annuncio di un amore che chiama ad un unione fedele ed esclusiva gli uomini del nostro tempo.
Una riflessione sull'atto del condividere il cibo, molto più che una quotidiana necessità.A tavola si fa esperienza di compagnia e umanizzazione, e i commensali possono divenire pane uno per l'altro.
Molto è già stato scritto sul lavoro in équipe, perché ritornare sul tema? La realtà ecclesiale, pur abituata a un linguaggio comunionale, partecipativo e sinodale, dimostra fragilità nell'uso dei metodi di azione. Questo non per malafede o superficialità ma per mancanza di una adeguata frequentazione dell'ambito pedagogico. L'elemento cognitivo continua ad avere preminenza nel modo di procedere in pastorale, sovente in prospettiva deduttiva e assertiva. Il presente contributo si offre come suggestione di tipo pedagogico-pastorale, con l'intento di sottolineare la necessità di una prospettiva pedagogica nella pastorale ordinaria di una comunità cristiana. La convinzione scaturisce anche dalla presenza di modifiche in atto nel panorama ecclesiale, sia nelle strutture (Unità Pastorali) che nei soggetti (équipes e gruppi ministeriali). Questo comporta una modifica nelle relazioni e nelle modalità di fare pastorale. La volontà di mettersi insieme non è necessariamente garanzia di riuscita né di raggiungimento degli obiettivi. Lavorare insieme è un'arte che va affinata e collaudata. Da qui la necessità di impostare e gestire la pastorale con strumenti che aiutano a mettere in luce l'importanza del legame tra contenuto e metodo, in particolare di segnalare opportunità, difficoltà e rischi del lavoro in gruppo.
Il tema della vocazione è centrale per ogni persona per poter raggiungere la propria identità.
"Da queste pagine emerge la passione di Mons. dal Covolo per l'educazione delle nuove generazioni, vocazione che egli ha sempre vissuto e alla quale è sempre rimasto fedele nella molteplicità dei ministeri che ha esercitato." (dalla Presentazione)
Il testo nasce dall'esperienza di insegnamento di logica a studenti di filosofia che proseguono il loro studio con la teologia. In ogni capitolo si mostra concretamente una possibile applicazione delle nozioni apprese di logica a questioni di ambito teologico. In particolare, un filo conduttore è dato dalle prove dell'esistenza di Dio. Il capitolo finale presenta il pensiero di Abelardo, in cui logica, linguaggio e teologia si presentano intelligentemente connessi.
L'umanità sta vivendo un periodo di profondi cambiamenti, un periodo di vera e propria crisi globale - educativa, economica, ecologica, morale - ebe coinvolge "tutto un modo di intendere la realtà e di intendere noi stessi." Di fronte al "senso di sradicamento e di abbandono" ebe sperimentiamo sulla nostra pelle bisogna essere forti e "non perdere la speranza". È questo il messaggio ebe papa Francesco consegna al lettore attraverso le meditazioni qui raccolte perché, giorno dopo giorno, ci accompagnino per un intero anno. Sono frammenti presi dai suoi scritti e dai suoi pensieri, parole semplici che vengono dal cuore del papa e parlano al cuore degli uomini: imitano a recuperare il senso della gratuità, del rispetto per l'altro, della solidarietà; a "tendere le mani di fronte al dolore e alla povertà", a "inchinarsi ai bisogni dell'altro", a superare le divisioni, a non cedere alle tentazioni del "facilismo"" che rende deboli, a dare la priorità all'amore sulla ragione senza voltare le spalle alla verità, ad avere il coraggio di piangere. Non grandi rivelazioni o frasi a effetto, ma le parole del pastore che parla al suo gregge con la tenerezza di un padre: quella stessa tenerezza che Dio ha verso tutti i suoi figli.