"La Chiesa propone la conversione, ma non si converte: non cambia le sue metodologie, strategie, tattiche.Chiede agli altri di pentirsi, ma essa stessa non ha errori, comportamenti, colpe da denunciare e correggere?"
Il contributo del Sinodo dei Vescovi a un assetto sempre più sinodale della Chiesa oggi non può prescindere dalla questione del diritto di voto dei membri non appartenenti all'ordine episcopale. Bisogna percorrere la via della rappresentanza, o non sarebbe maggiormente costruttivo riscoprire il valore della rappresentazione fondata sul principio di partecipazione?
"L'autore ascoltando due voci "fuori dal coro", affronta un tema nuovo e scottante e prova a formulare una proposta per superare il rischio di conciliarismo implicito di un Assemblea sinodale con nuove concessioni del diritto di voto". (dalla Prefazione di don Dario Vitali).
Questo testo è prima di tutto un'espressione di fede che tenta, con semplicità, di condurre lo sguardo del cure al cospetto del Mistero di Dio Trinità. Don Daniele, in quest'opera, ci conduce per mano a intraprendere un cammino spirituale che ci porta a contemplare la vita intima di Dio. Lo fa partendo dalla Sacra Scrittura, dalla riflessione dei Padri della Chiesa e dalla Tradizione d'Oriente e d'Occidente, aprendo una porta verso orizzonti nuovi, anche ecumenici, attraverso l'ambito artistico, soffermandosi in modo speciale su un'icona particolarmente venerata: quella della Trinità di sant'Andrej Rublev» (dalla Prefazione di Sua Eccellenza Monsignor Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo).
L'intenzione di rendere ragione della fede, innanzitutto di fronte a chi non la condivide oppure la mette in dubbio, ha sempre accompagnato il cristianesimo. La credibilità ha una storia: il suo grembo è nella Scrittura, il suo significato si dipana nel tempo.
Dopo aver ricostruito sinteticamente questa storia, il volume mette a fuoco alcune fra le principali vie percorse oggi dalla teologia per mostrare la ragionevolezza della fede. La bellezza del Dio cristiano, l'inedito volto di Dio manifestato da Gesù di Nazaret, il Dio capovolto, costituisce la radice, e il cuore, di tale ragionevolezza.
Questo libro è molto di più di un testo per il titolo del dottorato.
È un piccolo (perché la teologia una questione complessa), ma valido contributo per il rinnovamento della chiesa e della teologia su cui tanto insiste Papa Francesco.
L'escatologia non è semplicemente il discorso che porta, spinge all'impegno morale, visto che pure presenta un futuro da raggiungere (paradiso) o da perdere (inferno). Anche, certamente, ma è anche quel discorso che viene come "formato" dalla prassi, ossia dalla concretezza della storia.
Per capire cosa significa questa forma pratica dell'escatologia, e perciò della teologia, si avvicinano due teologi contemporanei: Jürgen Moltmann, tedesco, e Leonardo Boff, brasiliano; due pensatori diversi eppure accomunati dall'esigenza di costruire una teologia non astratta, ma legata alla prassi e alla storia concreta che si vuole trasformare alla luce del regno di Dio.
Questo libro confronta e "spiega", attraverso l'analisi dei testi, queste due visioni, diverse ma uguali nello sforzo di contribuire a una teologia viva, cioè che ascolta la vita e così annuncia il vangelo.
(Dalla Presentazione di Antonio Nitrola)
Questo contributo affronta in prospettiva didattica gli impegnativi temi della cosmologia, dell'ontologia e della teologia razionale, cioè i cardini della filosofia sistematica. I problemi cosmologico, ontologico e teologico, la cosiddetta philosophia prima, sono trattati, in coerenza con l'insegnamento della Chiesa, privilegiando la prospettiva tomista o, ancor più precisamente, neo-tomista. Il fine, infatti, è di recuperare l'eredità tradizionale di San Tommaso, per farne tesoro nel dibattito filosofico contemporaneo. Il lavoro, quindi, viene sviluppato nel solco di una sorta di «impegno ontologico», quale rimedio alla perdita dell'essere che, in molteplici sue espressioni, tende a dissolvere i fondamenti della cultura contemporanea. La convinzione di fondo è costituita dall'armonia tra fede e ragione, nella consapevolezza dell'invalicabilità dei limiti del mistero, che trascende le facoltà di comprensione dell'uomo, ma che non ne offende la ragione. Molta importanza è stata riservata al tema del linguaggio teologico, che si riconduce all'esigenza di «dire Dio oggi», indagando sulle metodiche più idonee per incidere sul tessuto culturale dell'uomo secolarizzato.
In questo volume vengono per la prima volta raccolti in edizione italiana gli scritti di Enrico Cantore sj (1926-2014), promotore di un originale approccio allo studio della dimensione umanistica della scienza, da lui definito "umanesimo scientifico". Si tratta di una raccolta di 17 saggi apparsi in riviste specializzate e di cultura scientifica generale nell'arco di quasi mezzo secolo. La narrazione appassionata di Enrico Cantore invita il lettore a riflettere sul senso dell'attività intellettuale e sul significato religioso della ricerca scientifica, attingendo dalle testimonianze degli scienziati di ogni tempo. Finalità dell'opera, in continuità con quella perseguita dall'Autore durante tutta la sua vita, è promuovere ed alimentare in studiosi e giovani ricercatori il gusto della riflessione filosofica, sapienziale e talvolta squisitamente teologica, mostrandone l'intrinseco legame con l'attività dello scienziato. Gli scritti sono preceduti da due saggi introduttivi di Giuseppe Tanzella-Nitti e di Claudio Tagliapietra.
La ricerca della verità è motore dell'impresa conoscitiva, il suo raggiungimento è l'obiettivo della ricerca scientifica, la sua contemplazione è il fine ultimo a cui tende ogni uomo. Al giorno d'oggi, il riferimento alla verità è spesso indebolito e sostituito da altri approcci o priorità: l'opinione, il sentimento personale, il consenso sociale, la semplice correlazione, ecc. La nozione di verità è ritenuta spesso inaccessibile, anacronistica e talvolta persino pericolosa. Eppure, sembrano esistere degli ambiti della conoscenza umana in cui distinguere il vero dal falso non solo continua ad avere senso, ma costituisce proprio il fine ricercato dall'intelligenza e anelato dall'esistenza stessa dell'uomo. Come contributo all'appassionante e imperitura discussione sul ruolo della verità nel pensiero scientifico, filosofico e teologico, il presente volume offre i frutti della riflessione comune maturata a partire dagli interventi al Seminario Permanente 2019/2020 e al XII Workshop della Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI).
Al capitolo 12 del libro dell'Apocalisse si descrive la lotta celeste al cui centro vi è precisamente una non meglio definita figura femminile. Chi è questa donna «vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle»? La tradizione l'ha identificata certamente in Maria. La questione è, però, più complessa. Una cosa è certa però: il racconto che vede protagonista questa figura femminile, in lotta con un "drago" e incinta, è un modo per narrare un tema profondo ed eterno: la drammaticità della condizione umana (e cristiana) nella storia. È, questo, il medesimo messaggio che incontriamo nell'apparizione di La Salette: c'è una lotta, nel tempo e nel mondo, che vede l'umanità in gioco; c'è una lotta in cui il male assedia e ferisce; e c'è, però, la possibilità di una vittoria definitiva del bene.
L'Eucaristia è ritenuta «fonte e culmine di tutta la vita cristiana» (LG 11). Quale spazio, allora, le singole Chiese lasciano aperto alla possibilità di un incontro attorno alla stessa mensa? Chi è il soggetto della reciproca ospitalità? Quale rapporto esiste tra l'unico Battesimo e la celebrazione dell'Eucaristia? Alla ricerca di spazi di dialogo scevri di rigidità dogmatiche, R. Penna, E. Genre e G. Getcha mettono sul piatto il presupposto, incontestabile, che ogni confessione cristiana è d'accordo sul fatto che l'Eucarestia sia il momento di maggior espressione della propria fede poiché la comunità, radunata dal suo Signore, si pone in ascolto della Sua parola e accoglie, appunto, il suo invito a partecipare alla sua mensa. E così fanno gli autori in questo settimo volume della collana di teologia interconfessionale, ponendosi in ascolto delle proprie e delle reciproche comunità per trovare terreno comune su cui costruire nuovi spazi di convivialità interconfessionale.
L'allusione al Salmo 8,15 intende suggerire che l'essere umano necessita di cura non soltanto in particolari situazioni: l'anthropos ne abbisogna strutturalmente. I contributi, taglio teologico e filosofico, problematizzano il concetto di cura declinandolo a situazioni concrete come la malattia e il congedo, o l'economia globalizzata ma anche nel senso della cura di Dio per l'uomo.
La Bibbia ci ha trasmesso due diversi testi che contengono i dieci comandamenti, chiamati significativamente, nella tradizione religiosa d'Israele, «le dieci Parole». Esse si presentano come un dono e non un peso. Pur antiche di migliaia di anni, sono sempre valide perché sono inscritte nel cuore e nella coscienza di ogni essere umano e corrispondono alla sua struttura fondamentale. Si offrono qui schede per la riflessione pastorale di gruppo.