È destino dell'uomo di ogni tempo, per i suoi limiti creaturali, di confrontarsi con il mistero e il non immediatamente comprensibile. E altrettanto inevitabile è il rifiuto di vedere insoddisfatta la sua fame di sapere. Luce e ombra di questa condizione è lo sforzo di conoscere il creato sensibile, ma anche la smania di dare risposte a quella parte di esperienza che non si concede con certezza e immediatezza. Oltre a mettere in guardia il lettore dai pericoli dell'invisibile affrontato senza rispetto e prudenza, l'autore apre una finestra su quel sublime mistero che appartiene al "velarsi e lo svelarsi" di Dio. Lo aiuta in modo discorsivo e fruibile a comprendere con l'intelligenza del cuore quanto nella Sacra Scrittura viene narrato con disinvolta semplicità. Liberandosi cioè da tante interpretazioni favolistiche riguardanti i prodigi che Dio Padre e Dio Figlio hanno compiuto, indica una strada affinché il Popolo di Dio possa radicare la propria fede in un'esperienza di prossimità sensibile con quel "Dio con noi" che lo sta accompagnando con fedeltà nella sua storia.
Nel suo secondo libro dedicato alle presunte rivelazioni ricevute dal palermitano Salvatore Valenti, don Marcello Stanzione analizza in profondità i messaggi trasmessi dall’arcangelo su tematiche importanti come la santità del matrimonio, il digiuno, la messa domenicale e il significato dell’appellativo di Regina degli angeli attribuito alla Beata Vergine Maria.
Leggendo i testi martiriali di Agostino si rimane colpiti dal culto e dalla venerazione dei martiri nella Chiesa antica e in particolare nordafricana. Nel nostro tempo, segnato dal riemergere dei totalitarismi e da un numero impressionante di martiri uccisi in odio alla fede, troviamo quasi sconcertante la loro eroica testimonianza di carità evangelica ed esemplare la fecondità delle loro vite per la Chiesa. In questo libro Antonio Bonato prende in esame i Sermoni e i testi ricavati da altre opere di sant'Agostino sui martiri. Sullo sfondo della concezione agostiniana, l'autore passa in rassegna alcune figure centrali nei primi secoli di vita della Chiesa: in relazione ai modelli di fede e di carità evangelica, il protomartire Stefano e san Lorenzo diacono; in relazione all'aspetto più propriamente ecclesiale, gli apostoli Pietro e Paolo, le sante Perpetua e Felicita e il vescovo Cipriano. Attraverso Agostino, il volume di Bonato ci restituisce così uno spaccato di sconvolgente attualità: la Chiesa, nata dalla croce di Cristo, si nutre del coraggio e della fedeltà ai valori evangelici di questi testimoni della fede.
Il volume raccoglie gli interventi offerti durante il corso di alta formazione promosso dalla Facoltà Teologica Pugliese, nell'anno accademico 2021/2022, sui temi di Amoris laetitia. Frutto di un percorso sinodale articolato, il documento di papa Francesco ha avviato riflessioni confluite in libri, articoli e lettere pastorali, non sempre di supporto. Cinque anni dopo ci si interroga ancora su svolte, traguardi e prospettive che Amoris laetitia pone alla teologia e alla Chiesa. Non solo all'etica teologica, chiamata a un cambio di rotta per divenire la casa paterna in cui c'è posto per tutti, ma anche a tutte le altre discipline teologiche, invitate a un sostanziale rinnovamento nel solco dell'esortazione apostolica. Il testo non offre risposte esaustive, ma prova ad aprire nuovi sentieri mostrando le svolte, esaltando i traguardi e indicando le prospettive che papa Francesco ha tracciato con Amoris laetitia. Nel libro contributi di A. Autiero, N. Becquart, V. Bulgarelli, E. Castellucci, P. Contini, C. Corbella, M. Cruciani, G. Del Missier, A. Fumagalli, G. Lacerenza, R. Massaro, V. Mignozzi, S. Pinto, A. Pitta, M. Sardella, S. Segoloni Ruta, M. Semeraro, E. Tupputi, F. Zaccaria.
"Sacro" è una parola magica, che oggi sembra ancora in grado di incantare il mondo. Il suo potere evocativo, apparentemente in crisi in seguito ai processi di secolarizzazione e di disincantamento del mondo, ma oggi di nuovo al centro dell'attenzione. Esso si manifesta nei settori più diversi della vita sociale sotto una duplice veste: come potere sempre vivo del sacro religioso che trae ispirazione dalle differenti tradizioni religiose nelle forme più diverse, dal sacro di comunione e condivisione al sacro della violenza tipico dei fondamentalismi religiosi; e come sacro secolare, che trae alimento da un fondo pulsionale individuale e sociale in grado di agire trasversalmente nei più diversi campi della cultura. Il saggio si sofferma in particolare sul modo in cui oggi il sacro secolare è all'opera nella nostra società, a prima vista sempre più secolarizzata e tecnologica, in alcuni dei suoi settori più significativi: dai processi di sacralizzazione della natura al sacro tecnologico, dalla sfera della politica a quella economica, per terminare con alcune riflessioni sull'imperante individualismo religioso e la sua peculiare sacralizzazione del sé.
Una delle opere più imponenti, sia per ampiezza che per profondità, della letteratura religiosa cattolica è certamente la Mistica Città di Dio di Maria di Gesù di Ágreda (1602-1665), suora spagnola della congregazione delle Concezioniste francescane. Pur avendo subìto, appena dopo la sua pubblicazione, anche sospetti ed accuse di mancata ortodossia, in seguito fortunatamente superati, resta ancora oggi una fonte copiosissima di informazioni, riflessioni ed elevazioni spirituali. Il pregio del lavoro di don Sabatino Sciorio - oltre alla buona introduzione, che inquadra la vita dell'autrice, i contenuti e la forma del testo, e alle puntuali riflessioni che ne attualizzano il messaggio -, è stato quello di ritenere della poderosa opera di suor Maria di Gesù solo gli elementi più significativi per il lettore moderno, eliminando in questa sorta di antologia le numerose immagini, tipiche della teologia mariana del tempo in cui essa è stata redatta, che rendevano Maria eccessivamente lontana dalla concretezza con cui la ritraggono i libri del Nuovo Testamento, che invece l'autore ha posto all'inizio delle meditazioni della suora, proprio per esplicitarne il valore. In questo modo la pubblicazione di questo testo basilare della spiritualità mariana non soddisfa solo l'esigenza storica di recuperarlo alla memoria, ma si offre come utile strumento per la meditazione cristiana delle donne e degli uomini che vogliono approfondire la conoscenza di Maria e che, soprattutto, vogliono farsi accompagnare da lei nel cammino quotidiano di conversione.
La vita di Gesù di Nazareth crocifisso e risorto è una grande storia d'amore per il bene di tutti? Questo libretto cerca di rispondere a questa domanda con serietà e passione
Affrontare questo argomento vuol dire confrontarsi con un aspetto sconvolgente e straziante della vita ecclesiale, nel quale coesistono diversi elementi: sesso e violenza, abuso di fiducia e di potere, vittime non sempre ascoltate e perpetratori troppo in fretta riabilitati, silenzio e poca trasparenza, scarsa formazione e ipocrisia di coloro che per mandato evangelico avrebbero dovuto essere a servizio dell'altrui vulnerabilità. Questo studio è una tappa del doveroso cammino che la Chiesa sta percorrendo: - per affrontare con coraggio e attenzione l'orrore degli abusi sessuali; - per ammettere le proprie responsabilità morali, giuridiche e pastorali al riguardo; - per comprenderne le cause e domandandosi con Francesco «come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male?»; - per individuare le adeguate prevenzioni da mettere in atto e stimolare la ricerca di nuovi paradigmi di riferimento, capaci di rielaborare criticamente gli approcci al fenomeno e di mostrare nuovi sentieri percorribili.
In quest'opera i due autori - un cristiano e una musulmana - si avventurano in un fecondo esercizio che essi chiamano "teologie in dialogo": ciascuno secondo la propria tradizione, ma in maniera congiunta, pensa teologicamente la differenza di fede a partire dall'esperienza dell'incontro spirituale con un altro che crede, ma diversamente, nel Dio unico. Essi scrutano nella propria tradizione ciò che le permette di "leggere" l'altro nel disegno di Dio, con fedeltà alla propria fede e apertura alla religione dell'altro. Il libro offre risposte a domande oggi ineludibili: cosa dicono il Corano e la teologia musulmana dei cristiani e degli altri? Come vede il cristiano, in base alla sua fede in Gesù Cristo, i musulmani e tutti i non cristiani? Cosa significa la fratellanza umana, nella sua dimensione interreligiosa e universale, dal punto di vista della fede, e quali sono le sue conseguenze spirituali, etiche e pratiche?
Michele, il cui nome in ebraico significa "Chi come Dio?", è, con Raffaele ("Dio guarisce") e Gabriele ("Potenza di Dio"), uno degli angeli menzionati col proprio nome nella Sacra Scrittura. Sin dai primi secoli del cristianesimo il suo culto ebbe enorme diffusione in Europa e in Oriente, attraverso una moltitudine di santuari e cappelle, per lo più situati in luoghi elevati, legati a grotte e all'acqua. Una sorprendente particolarità di questa diffusione è costituita da una misteriosa linea retta che attraversa il continente europeo da nord-ovest a sud-est partendo dall'Irlanda e giungendo sino all'Asia Minore, ed è perfettamente allineata con il tramonto del sole nel giorno del solstizio d'estate. Lungo questa linea si trovano sette santuari dedicati a Michele, tre dei quali hanno assunto nei secoli una particolare importanza: Mont Saint-Michel in Normandia, la Sacra di San Michele in val di Susa e il Santuario di San Michele sul Monte Gargano, in Puglia. Tre luoghi elevati straordinari, equidistanti fra loro, meta da sempre di pellegrinaggi ininterrotti. Un'altra caratteristica è data dal legame che san Michele ha con il popolo dei Longobardi, che fra il II e il VI secolo attraversarono nelle loro migrazioni l'Europa, fino a giungere e stabilirsi in Italia. Ciò è bastato a fare di Michele il primo santo realmente "europeo", capace di attirare a sé fedeli di ogni area del continente.
Questo saggio è un estratto dal capolavoro spirituale di Dietrich von Hildebrand, Trasformazione in Cristo, che il filosofo scrisse durante la sua eroica lotta contro i nazisti e che è spesso paragonato a L'imitazione di Cristo da coloro che ne hanno apprezzato la straordinaria saggezza spirituale. In esso von Hildebrand mostra perché per rispondere alla chiamata di Dio con la santità dobbiamo essere trasformati in Cristo, e spiega le virtù a cui occorre tendere per realizzare questa trasformazione. Tra le diverse virtù richiamate da von Hildebrand - contrizione, fame di giustizia, fiducia, mitezza, misericordia, ecc. - l'umiltà ha certo un posto essenziale. Smascherando l'ipocrisia di stampo nietzschiano, che fa dell'umiltà un atteggiamento servile e rassegnato, inadatto a chi vuole imporre i propri diritti e affermare la propria volontà, von Hildebrand mostra, al contrario, come l'umiltà sia una struttura fondante della dignità dell'uomo, premessa di ogni cammino spirituale e presupposto di ogni vera libertà. Non coltivare la vera umiltà espone - come sottolinea Pierangelo Sequeri nella Prefazione - alle insidie dell'orgoglio e soprattutto al proliferare dell'alterigia, perversione capace di minare ogni legame sociale e ogni autentica compassione umana.
La narrazione del Sé, specialmente nel rapporto con l'altro, costituisce un esercizio fondamentale nella tensione verso la comprensione della vita e del mistero, come risulta dallo studio dei testi mistici. Un percorso di scrittura che nel tempo ha visto un protagonismo femminile altrimenti inedito nella storia della letteratura. Attraverso un confronto fra i primi scritti autobiografici di Chiara Lubich e quelli di altre personalità significative del '900, come Etty Hillesum, Madeleine Delbrêl, Itala Mela, Giorgio La Pira e Divo Barsotti, emerge come il linguaggio mistico, inteso come lingua speciale dell'amore, apra il testo a sorprendenti possibilità di conoscenza, nonché di costruzione, della realtà. Un confronto che mette in evidenza anche le potenzialità e le caratteristiche proprie della scrittura femminile e maschile.