Joseph P. Zbilut e Alessandro Giuliani hanno collaborato per quindici anni. Insieme hanno compiuto molte scorribande nei campi più disparati delle scienze, testimoniate da altrettanti saggi pubblicati su prestigiose riviste internazionali, che vanno dalla dinamica non lineare alla psicologia passando per la biochimica, la fisiologia, la chimica organica e la biologia. Si tratta di un’apparentemente strana coppia formata da un biofisico (Zbilut) e da uno statistico con formazione biologica (Giuliani) accomunati da una passione fortissima per la scienza intesa come artigianato, nonché da un’insofferenza per le derive idolatriche e arroganti di certo pensiero scientifico. Un elemento centrale della loro tesi sta dunque nell’idea che riportare la scienza alle sue radici artigiane può essere un buon servizio reso alla collettività, oltre che naturalmente alla scienza stessa. In questo libro, gli autori cercano di presentare gli attrezzi e gli stili utilizzati dagli scienziati nei loro ragionamenti, con lo scopo di costruire un senso critico nel lettore e quindi sviluppare in esso un gusto per la «bella» scienza, con la raccomandazione di diffidare di tanta brutta scienza (quindi dannosa) che ci circonda. In effetti, l’ignoranza del pubblico di oggi rispetto al reale funzionamento delle cose cresce in maniera esplosiva man mano che la tecnologia diventa sempre più astratta e la forma si separa nettamente dalla funzione. Non possiamo neanche lontanamente comprendere in maniera dettagliata il funzionamento di ciò che rende possibile la nostra vita nelle metropoli, come i sistemi di purificazione dell’acqua potabile, la rete elettrica, la fornitura e distribuzione di generi alimentari, lo smaltimento dei rifiuti. Ciò che non riusciamo a comprendere ci appare «complesso» almeno fino al momento in cui, attraverso lo studio o la pratica, arriviamo a una sorta di illuminazione nella quale, toccandoci la fronte con la mano (ma come avevo fatto a non pensarci prima?!), la complessità collassa in semplicità e parte della nostra visione del mondo cambia per sempre. In questo libro utile e affascinante gli autori, che hanno raggiunto una certa statura nell’ambito delle scienze teoriche e sperimentali, affrontano il più ambizioso Come funziona possibile, quello legato ai metodi e ai limiti della scienza. Essi affrontano questo tema con piglio informale accessibile ad ogni lettore realmente interessato alla faccenda.
Da un grande studioso, due volte premio Pulitzer, un'opera fondamentale capace di guidarci lungo il processo evolutivo e le sue brusche interruzioni, per farci aprire gli occhi sul futuro del nostro pianeta.
A CENTOCINQUANT’ANNI DALLA PUBBLICAZIONE
DELL’ORIGINE DELLE SPECIE, L’ANALISI DI UN GENETISTA
DI FAMA MONDIALE SULLA TEORIA PIÙ LONGEVA,
FRAINTESA E CONTESTATA DELLA SCIENZA MODERNA.
Il suo editore avrebbe preferito un libro sull’allevamento dei piccioni viaggiatori, argomento molto in auge all’epoca, eppure centocinquant’anni dopo, l’opera fondamentale di Charles Darwin, L’origine delle specie, è rimasta praticamente intatta – caso più unico che raro nel dinamico ambito scientifico – divenendo il perno concettuale attorno a cui ruota tutta la biologia moderna.
Senza la teoria darwiniana non potremmo spiegare la presenza dell’uomo sulla Terra e non potremmo comprendere appieno i meccanismi che regolano la vita, frutto di un lento, ma inesorabile, processo di mutazioni genetiche e di selezione.
Edoardo Boncinelli, con chiarezza e competenza, dimostra l’inconfutabilità dell’evoluzionismo e spiega le varie fasi che hanno condotto alla nascita di nuove specie di esseri viventi, da quando ha avuto origine la vita, attraverso una catena ininterrotta di generazioni. Non tutti gli individui si affermano, ma tutti ci provano. E alla generazione successiva si ricomincia.
Il risultato è un saggio appassionato che libera la teoria dell’evoluzione dalle false interpretazioni e la restituisce alla scienza senza nasconderne i punti deboli, ripercorrendo le tappe che hanno portato a scoperte (come quella dei “geni dell’evoluzione” nei moscerini della frutta, le drosofile) che la migliorano e la completano; perché il darwinismo non è una filosofia, né una teologia. E se resistono degli aspetti ancora poco chiari è perché si parla di scienza; se spiegasse tutto sarebbe una professione di fede.
La morte non è più quella di un tempo. Si arriva spesso a una vecchiaia estrema e innovazioni tecnologiche come le interfacce elettroniche suggeriscono un modo nuovo di sopravvivere alla morte. Aggiornato dal punto di vista scientifico, senza dimenticare il versante poetico e mitologico, questo è un libro su tutti gli aspetti dell'invecchiamento e della morte. Ognuno potrà trovarvi quello a cui è più interessato, dal mito di Aurora e Titone ai meccanismi dell'invecchiamento cellulare, dalla saga di Gilgamesh alle ragioni dell'incredibile allungamento della vita che stiamo tutti vivendo. L'autore Guy Brown dirige un gruppo di ricerca che, presso l'Università di Cambridge, in Gran Bretagna, studia la morte cellulare e i suoi rapporti con le patologie cerebrali e cardiache e con il cancro.
In breve
...Vedo su un tavolo qualcosa di rosso, tondo, che ha un certo odore: il mio cervello mette insieme queste informazioni, cerca nella memoria qualcosa di simile, mi fa riconoscere che quella cosa è una mela, mi fa allungare la mano per prenderla, aprire la bocca per morderla e magari mi fa anche pensare "Mhhh... buona...!"
A partire dalle sensazioni elaborate dal nostro cervello, Marta Dell’Angelo e Ludovica Lumer – un’artista e una neuroscienziata – compiono in queste pagine un viaggio stimolante e avventuroso nei complessi meccanismi cerebrali dell’essere umano. Con l’ausilio di immagini insolite e divertenti, fotografie e collage, il libro propone ai lettori un percorso istruttivo e coinvolgente alla scoperta di realtà molto piccole e difficili da vedere, come i neuroni o i neurotrasmettitori, e di realtà astratte come la memoria o la coscienza, trasformate in oggetti più ‘amichevoli’, con cui giocare e interagire. La voce narrante di un neurone racconterà ai bambini la grande avventura della neuroscienza, mentre scienziati come Semir Zeki, Antonio Damasio, Vittorio Gallese ed Elkhonon Goldberg spiegheranno le loro scoperte in modo semplice e accessibile. Un libro per imparare divertendosi.
Indice
1. Anatomia - 2. I neuroni - 3. Neurotrasmettitori e recettori - 4. La sensazione - 5. La banana blu - 6. Fai un salto fanne un altro... - 7. Gli studi sugli animali - 8. Gli studi sugli uomini - 9. Casi clinici - 10. Il linguaggio - 11. La memoria - 12. Le emozioni - 13. Specchio riflesso - 14. Il sogno
La scienza si scontra sempre più spesso con posizioni che si oppongono alle sue conquiste in nome della religione o dell'etica. Il più delle volte questa opposizione si risolve in un doppio dogmatismo. Da una parte l'inflessibilità di chi, soprattutto nella gerarchia cattolica odierna, ritiene di avere accesso a una verità trascendente o comunque superiore alle conoscenze empiriche. Dall'altra si contrappone la rigidità di quanti, dall'interno del mondo scientifico, tendono a presentare le proprie conoscenze come certezze, ignorandone o fingendo di ignorarne i limiti. I guasti di queste due debolezze travestite da dogmi si vedono nel dibattito, ormai quasi quotidiano, su argomenti come il cambiamento climatico, le cellule staminali, il prolungarsi artificiale e magari indesiderato della vita e della morte. Quasi tutti abbiamo la sensazione di essere "agiti" in queste discussioni, senza mai realmente capire quali sono i fatti e quali sarebbero le decisioni giuste. Il libro non pretende di dare risposte, ma afferma alcuni semplici presupposti che consentono di condividere un metodo di deliberazione partecipata sui temi rilevanti per la società intera. Il primo è che la scienza non è una ricetta per trovare risposte "giuste" ai dilemmi etici e politici della società contemporanea. Il secondo è che le conoscenze prodotte dalla scienza sono comunque quanto di meglio abbiamo a disposizione per illuminare (non dettare) le scelte e soprattutto per scartare le opzioni non più sostenibili.
Gli esperimenti scientifici che oggi si guadagnano le prime pagine dei giornali sono frutto del lavoro di folte équipe e richiedono ingenti risorse tecnologiche e finanziarie. Ma c'è stato un tempo, non troppo lontano, in cui le scoperte rivoluzionarie erano frutto della curiosità, dell'intuizione e dei calcoli di un singolo. I dieci esperimenti raccontati in questo libro non hanno in comune uno specifico ambito di ricerca, né la posizione al vertice di una ideale - e impossibile - gerarchia stilata in base all'importanza: sono, a giudizio di George Johnson, noto divulgatore scientifico, i più belli. Includono il motivetto cantato da Galileo per scandire il tempo mentre la palla rotola sul piano inclinato, il braccio di Harvey stretto nel laccio emostatico per provare che il sangue circola, il bastoncino con cui Newton fruga dentro la propria cavità oculare per capire come avviene la percezione dei colori, per arrivare all'apparato da tavolo messo a punto da Millikan per osservare gli elettroni e misurarne la carica. Sono storie in cui lo sperimentatore, dopo essersi posto una domanda precisa, ha sondato la realtà tramite un procedimento lineare ed elegante e ne ha ottenuto una risposta altrettanto chiara, riuscendo nell'intento, per citare lord Kelvin, di scrutare più da vicino i segreti della natura.
Un giorno, a New York, Oliver Sacks partecipa all'incontro organizzato da un batterista con una trentina di persone affette dalla sindrome di Tourette: "Tutti, in quella stanza, sembravano in balia dei loro tic: tic ciascuno con il suo tempo. Vedevo i tic erompere e diffondersi per contagio". Poi il batterista inizia a suonare, e tutti in cerchio lo seguono con i loro tamburi: come per incanto i tic scompaiono, e il gruppo si fonde in una perfetta sincronia ritmica. Questo stupefacente esempio, spiega Sacks, è solo una particolare variante del prodigio di "neurogamia", che si verifica ogniqualvolta il nostro sistema nervoso "si sposa" a quello di chi ci sta accanto attraverso il medium della musica. Presentando questo e molti altri casi con la consueta capacità di immedesimazione, Sacks esplora la "straordinaria forza neurale" della musica e i suoi nessi con le funzioni e disfunzioni del cervello.
Se la matematica è così bella, come mai solo pochi ne subiscono il fascino? Proviamo vergogna a confessare di non conoscere Dante o Picasso, ma non è raro sentire qualcuno ammettere, magari con una punta di orgoglio, un'assoluta ignoranza in matematica. Eppure, l'eleganza di un teorema è paragonabile all'armonia di un quadro o alla perfezione di una melodia, e per apprezzarla bastano alcune nozioni elementari. Questo libro si rivolge a un pubblico di non addetti ai lavori, nell'intento di far assaporare al lettore curioso e bendisposto il fascino di alcune teorie matematiche. Ambrosetti espone, con linguaggio chiaro e puntuale, una selezione di modelli teorici, dalla dinamica delle popolazioni alla meccanica celeste: un percorso che da un lato da conto di quella sinergia tra matematica e scienze applicate i cui grandiosi risultati non cessano di stupirci, dall'altro ci rende partecipi dell'entusiasmo del matematico di fronte al fascino della scoperta.
Questo libretto vuoi dare un'idea di come l'uomo si è sempre meravigliato davanti allo spettacolo del cielo e si è interrogato fin dall'antichità su cosa erano le stelle, sui loro movimenti, sul loro rapporto con la Terra, di come siamo arrivati, nel corso dei secoli, a imparare a leggere il gran libro della natura, come diceva Galileo. Idee e pregiudizi di ordine religioso e filosofico sono stati lentamente smantellati dalle osservazioni e dagli esperimenti che hanno caratterizzato la nascita della scienza moderna con Keplero, Galileo, Newton. Nell'800 nasce la moderna astronomia che costruisce gli strumenti e la fisica per interpretare i messaggi contenuti nella luce irradiata dalle stelle e scoprire la loro natura, lo stato della materia di cui sono fatte, le fonti della loro energia, la loro formazione ed evoluzione, tutti problemi che hanno trovato soluzione nel corso del XX secolo. La scienza spaziale ci ha aperto nuovi insospettati paesaggi e la cosmologia è diventata una scienza osservativa. Inoltre dalla fine del XX secolo a oggi si sono susseguite scoperte di pianeti extrasolari e quindi abbiamo la consapevolezza che nell'Universo esistono miliardi di pianeti e fra questi certamente anche pianeti adatti ad ospitare la vita. Pensare di essere soli nell'Universo sarebbe altrettanto assurdo come credere che la Terra sia il centro dell'Universo, costruito per noi attorno a noi. Le grandi orecchie dei radiotelescopi che partecipano al programma SETI sono in ascolto.
L'idea che gli esseri viventi abbiano trovato origine in forme elementari primordiali, dalle quali si sarebbero poi sviluppate per gradi le specie attuali, si ritrova già accennata nella storia del pensiero dai Greci in poi: ma solo con Charles Darwin questa intuizione raggiunge una struttura sistematica e una fisionomia definita. Sulla base d'un numero imponente di dati, osservazioni, raffronti sulla flora e la fauna di differenti latitudini, il giovane naturalista inglese giunse, verso la metà del secolo XIX, a conclusioni sconvolgenti, rivoluzionarie circa l'origine della vita. La pubblicazione, nel 1859, dell'"Origine delle specie", che raccoglieva i risultati delle sue ricerche, procurò a Darwin la notorietà, la gloria, e il biasimo a un tempo. Il successo editoriale fu prodigioso, la prima edizione (oltre mille esemplari) fu esaurita in un giorno. Con quest'opera rigorosa e straordinaria, Darwin scardinava la tradizione biblica della creazione del mondo, in-troducendo il concetto di una lenta evoluzione delle specie animali e vegetali da antenati profondamente diversi. Introduzioni di Pino Cacucci, Giuseppe Montalenti, Pietro Omodeo, Luca Pavolini.
Questa storia del pensiero scientifico vuol documentare, su un piano di alta divulgazione, che la scienza è stata, ed è tutt'oggi, un processo rivoluzionario in continuo divenire. L'Autore, per dimostrare questa sua tesi, si avvale di un metodo già in uso presso la scuola platonica: il dialogo tra maestro e allievo. Joseph Agassi e suo figlio Aaron vengono così via via scoprendo i momenti chiave della storia della scienza. Il controllo reciproco è serrato e continuo; la forma espositiva si riallaccia alla vivacità del dialogo platonico e ne conserva il rigore.