Il volume ricostruisce la storia dell’educazione morale che è stata proposta dai pedagogisti e che è stata realizzata nella scuola dell’infanzia. Prende in esame il pensiero e le opere di alcuni educatori e di alcuni studiosi che hanno costruito la pedagogia dell’infanzia, la quale fin dagli inizi ha avuto una connotazione fortemente, etica convinti come si era che anche all’educazione è legata la possibilità di costruire una società “più umana”. Gli Autori presi in considerazione sono vissuti in secoli diversi, hanno una diversa formazione culturale e hanno risposto a differenti bisogni socio-educativi. 1
In questo momento chi ci crede ancora sta entrando in aula con una nuova lezione in testa, si sta confrontando con i colleghi durante l’intervallo, sta scrivendo sulla LIM, sta organizzando un gruppo cooperativo, sta dando spazio e voce ai pensieri e alle emozioni degli alunni, sta preparando un corso di recupero, sta riflettendo sulla propria giornata tornando a casa in macchina. E, anche se è sera, chi ci crede ancora sta costruendo una scheda per qualche alunno in difficoltà, sta ritagliando immagini per una storia, sta cercando in Internet notizie aggiornate per la classe.
Questo testo corale raccoglie le pagine di un «diario immaginario» scritto da chi, nella scuola, insegna o lavora. Esperienze e sogni, paure e certezze, emozioni e buone prassi, giorni di scuola che rinunciano alla tentazione di essere lezioni pedagogiche o rivendicazioni polemiche per assumere invece i toni dell’impegno, della competenza, della passione. Un volume che vuole essere un segno di stima e di riconoscimento, un messaggio di fiducia e di speranza per chi nella scuola crede ancora.
Il presente studio offre una visione completa dell'opera di Paulo Freire e raccoglie anche gli ultimi scritti dello stesso, pubblicati negli anni Novanta e postumi.
Il libro racconta l'esperienza di un gruppo di scuole della Lombardia, con numerosi bambini dai 3 ai 13 anni, che ha iniziato il progetto delle "aule all'aperto" dal 2005.
Nato da un esperimento condotto tra il 1999 e il 2005 in varie baraccopoli dell'India, questo libro ripercorre le tappe fondamentali che hanno portato a far conoscere nel mondo un metodo alternativo di apprendimento dell'informatica da parte dei bambini, soprattutto nei paesi in cui le scuole non esistono o non funzionano adeguatamente. Il professor Sugata Mitra e i suoi collaboratori hanno infatti dimostrato che, mettendo dei computer nei luoghi pubblici a disposizione dei più giovani, questi ne imparano l'utilizzo in modo autonomo e veloce aiutandosi gli uni gli altri, scoprendo come navigare in Internet, giocare, scaricare file e usare alcune tra le applicazioni più diffuse.
Il metodo del'"apprendimento minimamente invasivo" si basa infatti sulla collaborazione tra i ragazzi, che apprendono e insegnano allo stesso tempo, indipendentemente dal luogo dove si trovano e dalla classe sociale da cui provengono. Per questo, i suoli esperimenti sono stati definiti "armi di istruzione di massa".
L’infradito rappresenta la categoria di persone non vendute al consumismo, non nascoste dietro i piedi scalzi ma in cerca di modi genuini per amare, aiutare, far crescere, ascoltare gli altri. L’infradito rappresenta la fatica per smuovere i piedi nudi verso la scuola, la formazione, l’impegno politico, la promozione sociale, e smuovere anche i portatori di scarpe a cambiare politica passando dall’elemosina, dai concerti benefici, dalle partite del cuore, dai contenitori di vestiti usati, al riconoscimento dei pari diritti e dei pari doveri, alla condivisione di beni, alla promozione dei popoli depressi.
Gli aUToRi Gabriella Ballarini si occupa di formazione in contesti nazionali in seno all’Associazione Educatori senza Frontiere (Onlus ESF). Negli anni ha svolto attività di volontariato con svariate organizzazioni nei Balcani, in Irlanda e in America Latina. Giuseppe Vico è stato Ordinario di Pedagogia Generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Con don Antonio Mazzi ha fondato l’Associazione Educatori senza Frontiere (Onlus ESF).
La formazione in quanto sistema non è ancora compiutamente visibile. Occorre esplorare. I risultati che ne derivano costituiscono i materiali per una futura scienza della formazione, nella consapevolezza che, quando si sarà costituita, potrà dare alla cultura pedagogica un posto di primo piano tra le scienze. Di qui l'impegno teorico dell'Autore che, sulla scorta di una domanda fondamentale - esiste un sistema della formazione? -, avverte la straordinaria complessità del problema, a partire dalla consapevolezza che la formazione si verifica nella molteplicità degli aspetti della cultura. La natura umana è infatti solo in parte diretta dal codice genetico, ma si amplia e si sublima con gli apprendimenti culturali, ossia le varietà delle forme di socializzazione, il trasferimento delle conoscenze, l'educazione ai valori, alla stimolazione verso una continua ricerca di significati. Un progetto ambizioso, in cui la differenziazione tra istruzione, educazione e formazione è il segno di un conflitto che ha per oggetto la modernizzazione.
Un albergo isolato, tre insegnanti, il problema della gestione della classe. Sono questi gli elementi che danno vita ai dialoghi rappresentati in questo libro, nel quale Tuffanelli immagina tre insegnanti rinchiusi per una settimana in un albergo a discutere su come gestire la classe. Ogni giorno viene affrontato un nuovo argomento: il ruolo e della responsabilità sociale dell'insegnante, i problemi di stress e di autostima, l'autorevolezza dell'insegnante, la programmazione e i diversi modi di fare lezione, le dinamiche di classe e le strategie per governarle, i saperi, le abilità e le competenze, i modi diversi di valutare e i rapporti che intessono la funzione docente. I tre attori - un giovane laureato, un'insegnante di scuola secondaria di primo grado ottimista e fiduciosa e un professore di filosofi a che ha perso l'entusiasmo per il suo lavoro - aiuteranno insegnanti e educatori a riflettere su un tema difficile e poco affrontato come la gestione della classe in modo ironico e leggero.
Viviamo in un momento di rapido cambiamento culturale. Anzi, secondo il giudizio di Wolfgang Brezinka, grande teorico tedesco dell'educazione, la nostra è ormai una società 'disorientata', nella quale i mutamenti scientifici, economici e culturali hanno portato a considerare desueti i valori tradizionali e a sostituirli con una pluralità eterogenea di riferimenti e con una forte tendenza all'individualismo. Questa situazione di libertà dalle tradizioni e di promozione spinta dell'autodeterminazione ha generato una profonda insicurezza della persona, che ha perduto la stabilità e la certezza dei valori fondamentali in ambito culturale, morale, religioso. Sicuramente nessuna tradizione è immutabile e anche sul versante valoriale il cambiamento è una molla importante di progresso. Ma l'orizzonte delle cose che 'contano', che indirizzano la vita di ciascuno e le danno senso deve rimanere un punto fermo, da condividere con la propria comunità e di cui avere cura. L'attuale crisi dei valori di base è una grande sfida per l'educazione. Una sfida che Brezinka raccoglie in questo volume, non solo analizzando in profondità i termini della questione, le sue ricadute sul sistema scolastico e il ruolo, non sempre felice, della scienza dell'educazione, ma non tirandosi indietro di fronte all'esigenza di proporre indicazioni per venire in aiuto alle giovani generazioni, vere vittime della frantumazione dei valori fondativi.
Molti bambini non temono di nascondere la loro passione per tutto ciò che fa schifo ai grandi. Ma perché bisce, caccole, insetti, viscidumi assortiti attraggono? Qual é il segreto del loro potere di seduzione sui piccoli? Un libro per genitori, insegnanti, educatori. Per quanti di fronte alle schifezze provano schifo, pur non riuscendo a smettere di guardare...
La tavola è, in questo volume, l'occasione per invitare genitori ed educatori a riappropriarsi del momento quotidiano del pasto in famiglia. Ogni capitolo propone approfondimenti e spunti operativi in merito ai temi della condivisione delle regole, del potenziamento dell'autonomia e della responsabilità dei figli, della comprensione del valore del cibo, e del consolidamento del senso di identità familiare.
La centralità della persona diventa sempre più importante ai fini della progettualità educativa. L'organizzazione della scuola dovrebbe fondarsi sullo stesso principio e valore, così come del resto previsto dalla nostra Carta costituzionale. Ma può l'autonomia scolastica trasformare il momento formativo da una semplice parentesi di vita a una preparazione all'esistenza nella comunità sociale?