Un sorriso enigmatico che «non passa drento» accompagna sempre Machiavelli da quando, giovanissimo, ascolta le prediche del «profeta disarmato» Savonarola e assiste alla cacciata dei Medici da Firenze, a quando diventa integerrimo segretario della Repubblica di Soderini. Quel sorriso che non si spegne né a seguito del ritorno al potere dei Medici, che lo destituiscono da ogni incarico pubblico e lo rinchiudono nelle carceri del Bargello, né quando, dopo aver quasi perso la vita, si ritira nelle campagne fiorentine e si dedica alla scrittura dei suoi capolavori della politica. I suoi consigli restano inascoltati e, ironia della sorte, la morte lo coglie mentre gli eserciti stranieri saccheggiano quella patria che ha amato più della sua anima. Questa storia di Machiavelli racconta i suoi incontri con i potenti, le amicizie e gli amori, i viaggi, i successi e le sconfitte e getta luce sulla Firenze dei Medici, sul gioco politico degli Stati italiani del Cinquecento e sui profondi mutamenti dell'Europa all'inizio dell'età moderna. Un'edizione completamente rivista e aggiornata di quella che è divenuta ormai una biografia classica di Machiavelli, tradotta in dodici lingue.
"Meretrix Augusta", ovvero prostituta imperiale. Con questo non invidiabile epiteto, il poeta satirico Giovenale tramandò nei secoli l'immagine di Messalina, moglie dell'imperatore Claudio e figura di grande rilievo nella Roma del I secolo. Che cosa si nasconde dietro la leggenda nera che ha infamato il ricordo di questa giovane aristocratica? Non solo Giovenale, infatti, ma molti storici romani - Tacito, Svetonio, Cassio Dione sono i più conosciuti - la descrivono impietosamente come una ninfomane dedita all'appropriazione indebita di tutto, uomini e cose. Quello che suscita sconcerto particolare è una sua supposta bigamia, un legame con il patrizio romano Caio Silio. Che cosa spinge la moglie dell'imperatore, madre di suo figlio Britannico, a comportarsi in questo modo? Questo libro intende fornire una chiave di lettura riguardo a cosa, in realtà, si nasconde dietro questa narrazione su Messalina. Era davvero una adultera e una donna inadatta a coprire il suo ruolo regale o è stata artefice del proprio destino, rendendosi protagonista di una vera e propria congiura politica volta a spodestare il marito?
Già nell'antica Grecia esistevano artiste donne, che hanno decorato palazzi e lasciato tracce del loro lavoro. Durante il Medioevo, per lo più considerato un periodo nel quale le donne non godevano di alcun rilievo nella società, molte opere sono nate grazie alla manualità femminile, che si poteva esprimere soprattutto nei conventi. L'esplosione dell'arte al femminile risale però al Rinascimento, quando alcune artiste sono arrivate a occupare posti di rilievo nelle corti più prestigiose d'Europa godendo di una fama pari ai propri colleghi uomini. Bisogna attendere la fine dell'Ottocento per vedere alcune artiste esporre nelle mostre accanto a pittori uomini: spesso si tratta di compagne di artisti famosi, altre volte di donne capaci di imporre la propria personalità oltre al proprio talento. Sono le apripista di un fenomeno che nel corso del XX secolo diventerà inarrestabile: le artiste firmeranno i manifesti delle avanguardie storiche e saranno sempre più protagoniste, finché nella seconda parte del secolo supereranno i propri colleghi in quanto a fama e quotazioni sul mercato. "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori" è il titolo della celeberrima opera di Giorgio Vasari che, nel Rinascimento, ha costituito un vero e proprio canone. Oggi Costantino D'Orazio rende onore alle tante 'eccellenti artiste' di cui i canoni si sono troppo spesso dimenticati.
"Da oltre trent'anni dedico la mia vita alla ricerca su una malattia neurodegenerativa ereditaria, la Còrea di Huntington. L'Italia è disseminata di storie di ricerca e di passione simili alla mia. Questo volume è il racconto di storie di scienza, di studiose e delle loro domande. Attraverso le voci delle protagoniste accompagnerò i lettori nell'esplorazione di ambiti di studio molto diversi, dalle lingue antiche all'astrofisica passando per la vita degli scimpanzé, con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza collettiva sul contributo delle tante scienziate alla crescita culturale, scientifica, sociale del paese. Credo che le storie tracciate in questo libro rappresentino una rivoluzione in corso, l'inizio di un cammino che libererà le ragazze da zavorre e pregiudizi che in passato ne hanno impedito o rallentato i percorsi di emancipazione. Una rivoluzione in cui si moltiplicano quei modelli di riferimento che sono mancati a tante ragazze di ieri ma che mi auguro possano aiutare quelle di oggi e di domani a realizzare in pieno le loro aspirazioni."
Nel turbine della vita, siamo felici? La domanda ci può apparire persino superflua, occupati come siamo nelle attività e nei pensieri quotidiani. Come tutti, non se la poneva Giovanni Allevi, immerso in una vita impegnativa: composizione, concerti, tour, registrazioni, conferenze stampa e viaggi in tutto il mondo. Poi, è arrivato lui, il mieloma. Tutto è crollato, la fragilità del corpo è diventata all'improvviso una tangibile realtà quotidiana, è cominciato un lungo e dolorosissimo percorso terapeutico. Ma camminando sopra l'inferno, Giovanni è riuscito a mantenere lo sguardo fisso sui fiori. E ad accogliere così nove specialissimi doni: come la libertà dal giudizio altrui, la coscienza di sé e l'autenticità, la prospettiva regalata dalla storia e dalla cultura, l'amore per la bellezza e per la Natura che guarisce, la gratitudine per gli incontri con persone, come i medici e gli infermieri, capaci di cambiare il corso dei suoi giorni. E una nuova e profonda dimensione dello Spirito che anche oggi, tornato sul palco, si fa tutt'uno con la Musica. Perciò, questo libro non è la storia di una malattia, ma una testimonianza sincera, una riflessione filosofica profonda, la proposta di un modo nuovo per guardare la vita, abbracciando se stessi e la propria umana fragilità. Anche attraverso le difficoltà, quando gli ostacoli sembrano invalicabili, la via verso una più compiuta felicità esiste, e su questa strada ci sono doni da scoprire: aspettano solo che noi impariamo a vederli. Così, come un vaso kintsugi riparato con l'oro, la nostra anima potrà risplendere di una luce nuova.
L'attualità del conflitto israelo-palestinese e la relativa attenzione mediatica rendono di estremo interesse un testo che raccoglie storie attuali di pace e speranza dalla viva voce dei protagonisti. Testimonianze raccolte da un'autrice estremamente autorevole: Chiara Zappa infatti si occupa da anni di Medio Oriente.
«Sono stato ritualmente affiliato all'età di 19 anni, credo di essere stato uno dei più giovani nella storia di Cosa Nostra...». Giovanni Brusca è l'uomo che il 23 maggio 1992 premette il telecomando che fece saltare in aria il giudice Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. Ma prima di quella data, per anni aveva ucciso, imprigionato, minacciato, da vero uomo di mafia. La sua è stata una lunga "carriera" e prima di tutto una "esistenza" nell'inferno della violenza come sistema di potere. Senza chiedere troppo facilmente di dimenticare le sue terribili responsabilità, Giovanni Brusca dialoga con don Cozzi e racconta il suo percorso. In questo dialogo con un sacerdote abituato a confrontarsi con tragedie e ingiustizie e con faticosi percorsi di riconciliazione, si espone al giudizio del lettore, ma soprattutto si mette nelle mani di un mistero di misericordia più grande di lui.
"Con il termine "Anticristo" i primi cristiani intendevano non soltanto e non necessariamente il Demonio in persona, ma anche gli uomini che ne preparavano l'avvento, che lavoravano all'edificazione del "suo regno" sulla terra. L'odio radicale di Hitler verso il cristianesimo e verso la Chiesa cattolica come non è mai stato raccontato". Del nazismo si parla moltissimo, non di rado a sproposito, per ignoranza o con intenti strumentali. Possedere e confiscare la memoria di un simile evento, infatti, garantisce rendite politiche e culturali non indifferenti. Si pensi a come il nazismo è stato utilizzato dai comunisti, per ripulire la propria immagine (loro cattivi, noi buoni). O agli incredibili tentativi di collegare lo sterminio degli ebrei all'antigiudaismo cristiano, facendo di Hitler una sorta di vendicatore del "deicidio" ebraico. Si pensi alla demonizzazione dell'uomo che più di tutti ha contribuito a salvare i perseguitati di ogni popolo, Pio XII, presentato addirittura, in qualche volgare libello, come un alleato di Hitler! Prefazione del cardinale del Gerhard L. Muller.
Fra tutti i Paesi dell'Europa orientale soggetti al giogo comunista, l'Albania è quello in cui la persecuzione contro la Chiesa cattolica è stata più violenta. Sotto il regime di Enver Hoxha, nel 1967 il Paese fu dichiarato primo Stato ateo al mondo. Tutte le chiese vennero distrutte. Dom Simon Jubani è stato uno dei tanti custodi silenziosi della fede, nei ventisei anni di carcere subiti nell'Albania comunista solo perché sacerdote. In questo libro dom Simon racconta la sua vita e il lungo periodo trascorso nelle carceri comuniste albanesi, dove subì torture tali da perdere tutti i denti. Arrestato e rinchiuso nel carcere di Burrel, in una cella di otto metri per quattro con altri 36 prigionieri, dom Simon e i suoi compagni vennero picchiati, torturati e vessati senza motivo e alcuna pietà. Durante la prigionia dom Simon scrisse queste sue memorie, per evitare che quanto subirono lui e i suoi compagni venisse cancellato dalla memoria e dalla storia. Dom Simon Jubani è nato a Scutari l'8 marzo 1927. A 16 anni iniziò la Scuola apostolica dei gesuiti. Dopo la chiusura delle scuole cattoliche, nel marzo 1946 passò al Liceo statale. Successivamente si trasferì a Tirana. Dopo aver lavorato per un periodo nell'ospedale militare della capitale, venne mobilitato nell'esercito. Nel 1957-'58 ricevette gli ordini sacerdotali e fu inviato come parroco a Mirdita, dove venne arrestato e imprigionato per 26 anni. Il 4 novembre 1990 celebrò la prima Messa pubblica, nella cappella bruciata del cimitero di Rrëmaj, alla presenza di centinaia di fedeli. Nel 1992 l'Università di San Francisco, in California, gli ha conferito la laurea honoris causa in discipline umanistiche. È morto il 12 luglio 2011, nell'ospedale di Scutari.
Don Miguel Mañara, ricco nobile spagnolo, ha tutte le donne che vuole, ma è insoddisfatto. Nell’incontro con una giovane donna scopre che cosa il suo cuore desidera davvero, la sposa e inizia per lui una nuova vita. Ma poco dopo lei, Girolama, muore, e l’esperienza del dolore costringe Miguel ad andare fino in fondo al suo desiderio. Diventerà frate, e morirà in odore di santità. Come tutte le opere di Franco Nembrini, anche la lettura del Miguel Mañara di Milosz nasce da una lunga frequentazione, che inizia quasi quarant’anni fa, quando Franco usa questo testo per le sue lezioni di religione, e prosegue fino a oggi. Come tutte le sue letture, non è un’analisi estetica o accademica, ma un’introduzione appassionata, tesa a mostrare come le vicende di don Miguel mettano in scena il dramma umano di ciascuno. La presente pubblicazione nasce da un ciclo di incontri svoltisi nella primavera del 2014 presso il centro culturale Rosetum di Milano.
Nei dibattiti sul cattolicesimo democratico e sulla Democrazia Cristiana, spesso il Dossetti politico riemerge quasi come una figura mitologica giudicata o in maniera polemica oppure enfatizzata positivamente. Studiare criticamente il Dossetti politico in quest'ora drammatica per la politica italiana è importante. Assistiamo all'emergere sempre più evidente di un'instabilità della vita politica del nostro Paese che probabilmente non ha pari nella storia nazionale. Sarebbe inutile affermare che se ci fossero uomini come Dossetti la situazione politica sarebbe migliore. A noi compete leggere fra le righe della storia di uomini come Dossetti per capire che non è sempre stato così e che un'alternativa è possibile. Il libro di Gumina ripercorre la parabola politica di Dossetti attraverso il recupero della sua tensione esistenziale e credente che genera uno sguardo critico per la lettura dell'odierno scenario. Così il volume si presenta come un'opportuna e urgente occasione per tornare a pensare alla luce di una delle figure più straordinarie, e oggi dimenticate, del cattolicesimo italiano.
Un’esperienza spirituale fortissima è
quella di Dale Recinella che ha stravolto la sua esistenza passando dal mondo della
finanza al mondo del carcere. Il volume Un cristiano nel braccio della morte. Il mio
impegno a fianco dei condannati (Libreria Editrice Vaticana, pp. 192, euro 17),
disponibile da oggi in libreria, racconta il percorso di un uomo che ha preso sul serio
le parole di Cristo. Dale Recinella era un avvocato di successo, maneggiava milioni
di dollari a Wall Street per conto di facoltosi clienti. Ha deciso di cambiare tutto,
seguendo il consiglio del suo parroco: «Vedere il mondo come lo vede Dio». Per una
serie di rocambolesche vicende, Recinella arriva un giorno davanti alla Florida State
Prison con un compito da far tremare i polsi: lui, marito e padre, diventare
l’accompagnatore spirituale di un condannato a morte. Da quel giorno sono decine i
carcerati destinati al patibolo per mano dello Stato cui Recinella è stato accanto,
vincendo ostracismi sociali, critiche personali e perbenismi moralistici. Ai quali l’ex
avvocato di New York risponde: «È Gesù a non darmi scelta. Egli lascia i
novantanove giusti nel deserto e va in cerca di chi si è smarrito». Assassini,
pluriomicidi e autori di efferati crimini: questi diventano i nuovi amici di Dale
Recinella, che porta loro lo sguardo di un Dio che mai condanna nessuno, ma che
tutti guarda con infinita dolcezza e tenerezza. Queste pagine, intrise di una
semplicità evangelica davvero unica, raccontano la forza inesauribile che la fede in
Cristo può generare, anche nei luoghi dove meno penseremmo di incontrare
l’irriducibile novità del Vangelo.
Nella prefazione, il Papa ringrazia Recinella per la sua azione. «Il suo impegno come
cappellano laico, proprio in un posto disumano come il braccio della morte, è
testimonianza viva e appassionata alla scuola della misericordia infinita di Dio».
Francesco ribadisce inoltre che «la pena di morte non è in alcun modo la soluzione
di fronte alla violenza che può colpire persone innocenti».
«Proprio il Giubileo dovrebbe impegnare tutti credenti per chiedere con voce
univoca l’abolizione della pena di morte».
L’autore
Dale Recinella (1951), laureato in legge e in teologia, è stato avvocato a Wall Street
nell’ambito della finanza pubblica e privata. Dal 1998, accompagna spiritualmente
come cappellano laico i condannati a morte in alcuni penitenziari in Florida insieme
alla moglie Susan. Per questo suo impegno ha ottenuto diversi riconoscimenti: nel
1997 la Notre Dame University l’ha nominato Cittadino e credente esemplare, nel
2000 i cappellani dell’Union Correctional Institution l’hanno proclamato Cittadino
volontario dell’anno, nel 2021 la Pontificia Accademia per la Vita gli ha assegnato il Premio "Custode della vita".