Penso che sia importante per tutti, non solo noi artisti, fare qualcosa di buono per aiutare gli altri. Quella partita (la partita del cuore del 1993) me la ricordo benissimo e fu motivo di grande orgoglio per tutti noi riuscire ad aprire quel nuovo reparto. Ci sentimmo migliori sia come artisti sia come uomini, dopo aver fatto qualcosa del genere. La Nazionale Cantanti ci ha insegnato a elevarci come persone e anche come artisti con gesti come quello.
Dalla testimonianza di Gianni Morandi
L'Anno Santo della Misericordia promosso da papa Francesco è stato, per milioni di persone nel mondo, un'occasione di riflessione sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Il Giubileo volge ormai al termine, ma non deve venir meno l'attenzione alle opere di misericordia, e non solo da parte del popolo cristiano, ma anche da quello laico e non credente. Esse infatti rappresentano principi e valori assoluti riconducibili a una morale tutta umana, radicati nel cuore dell'uomo in quanto tale. In quest'ottica, Giancarlo Montalbini e Pia Pullici traducono le opere di misericordia in un linguaggio più attuale, che, senza snaturarle, consenta di calarle nella realtà che viviamo oggi affinché siano una guida sicura nel nostro agire quotidiano.
Il volume racconta storie vere di disabilità: da quelle derivanti da incidenti stradali o sul lavoro a quelle dovute a errori umani o a malattie invalidanti. In sé sono storie che normalmente "non fanno notizia", ma sono straordinarie per quanto rivelano della vita e del suo senso e valore. Dice l'autrice: "Ogni occasione di incontro, ogni dialogo con i protagonisti dei racconti ha suscitato in me soprattutto stupore: del tutto eccezionale è stato poter entrare nella vita degli altri, varcare la soglia di un'umanità provata, visitata dal dolore e da contraddizioni a volte laceranti, rivelata senza reticenze, con il cuore oltre che con le parole, a volte bagnate di lacrime. E come in ogni vera avventura, il significato di quel che incontravo e che ho cercato di trasmettere, mi si svelava di volta in volta come una sorpresa, rinnovando un sentimento che, ben oltre la semplice curiosità, ridestava nuove attese, una inesauribile e luminosa promessa".
Questo libro non è la biografia di Nadia, donna straordinaria nella sua normalità, scomparsa prematuramente per un tumore, e neppure la biografia dei coniugi Aimassi. È più semplicemente il diario di un amore "normale", forte e tenero, sereno e fedele, ma non l'amore spensierato di tanti spot pubblicitari. È anche un amore sofferto, perché il dolore è ingrediente ineludibile dell'amore. Il volto che assume qui il dolore è quello della malattia incurabile; un dolore affrontato con coraggio e determinazione, soprattutto affrontato "insieme", da due coniugi che tutto vogliono vivere insieme perché si sono promessi fedeltà per sempre.
Quando propongono a Esperanza Rosillo di lasciare il Kenya, dove lavora da oltre vent’anni come missionaria, qualcosa dentro di lei si spezza. Non è la prima volta che le chiedono di fare le valigie, ma stavolta è diverso. Impellente si fa il desiderio di ripensare alla strada percorsa, dall’arrivo in Africa all’incontro con un’altra realtà e al suo innamoramento per quella gente e per quella terra. Passando per la ribellione davanti all’impotenza, all’ingiustizia, alla povertà e al dover sempre abbandonare le comunità da lei cresciute per un servizio di missione in missione, Esperanza-Matumaini ritrova volti e storie, momenti di gioia e di sofferenza, lezioni di vita apprese e impartite con coraggio e abnegazione. Non basterà il ricordo: Esperanza- Matumaini, prima di proseguire il cammino, deciderà di tornare nei luoghi del suo primo amore e cogliere appieno il senso della sua missione, scoprendone i frutti e ritrovando la forza per aprirsi a nuovi orizzonti, per prepararsi così all’incontro con il Padre- Madre tanto amato.
L'AUTRICE
Esperanza rosillo Jiménez nasce nel 1946 in Spagna, nella terra di Don Chisciotte, la Mancha. Diventa suora missionaria comboniana nel 1967
e, dopo un tempo di preparazione accademica e religiosa, nel 1971 parte per il Kenya, dove rimane fino all’ inizio del 1997. Nel 1998 è in Ecuador e quindi in Costa Rica fino al 2002. Attualmente vive a Verona presso l’Istituto delle suore missionarie Pie Madri della Nigrizia.
La Calabria è terra di contraddizioni, terra di meraviglie e di bassezze, dove la più ricca organizzazione criminale, la ’ndrangheta, allunga le sue mani sporche su luoghi e riti della religione e dove chi dovrebbe impedirlo spesso è impegnato in altro. Ed è proprio da un luogo di culto che l’inchiesta di Annachiara Valle prende il via; dal Santuario della Madonna di Polsi nel Comune di San Luca, luogo del ritrovo annuale dei boss della ‘ndrangheta provenienti da tutto il mondo. Lì si ritiene sia stata presa, nel 2005, anche la decisione di uccidere Francesco Fortugno, vicepresidente della Regione. Fulcro del libro è l’analisi del rapporto tra ‘ndrangheta e Chiesa, una Chiesa troppo spesso distratta, assopita o addormentata. Eppure, sostiene l’Autrice, è proprio nella Chiesa che possono nascere le forze per il cambiamento. Il primo passo è separare il male dal bene, riconoscere gli errori perché non vengano ripetuti. È quello che la Chiesa ha cominciato a fare. E anche la ’ndrangheta, con un qualche disappunto, sembra essersene resa conto.
L'AUTRICE
Annachiara Valle (1967), giornalista di Famiglia Cristiana, vaticanista, ha lavorato nella redazione esteri di Avvenire e per la Rai di Milano. Ha scritto, tra gli altri: Matti da legare, se tornano i manicomi (La Meridiana, 2002); Teresilla, la suora degli anni di piombo (Paoline, 2007); Il cardinale Van Thuan, La forza della speranza (Cantagalli, 2009); Parole Opere e omissioni. La Chiesa nell’Italia degli anni di piombo (Rizzoli, 2008) e, con Mino Martinazzoli, Uno strano democristiano (Rizzoli, 2009).
Beppe Gaido, medico, appartenente alla congregazione del Cottolengo, è arrivato a Chaaria nel 1998, in un territorio assai lontano dal Kenya turistico, segnato dalla povertà e da un’economia di pura sussistenza. Vi ha trovato un dispensario, che ha trasformato in un ospedale, aggiungendovi ogni anno un reparto. Il libro – curato da Mariapia Bonanate, giornalista de «Il Nostro Tempo», e da Miriam Carraretto – è il diario di questa impresa non comune.
Cuore del volume è l’incontro con l’umanità dolente: davanti al lettore si alternano personaggi indimenticabili, capaci di far emergere la vera realtà dell’Africa e delle africane, al di là degli stereotipi e dei pregiudizi occidentali.
Fratel Beppe Gaido, torinese di nascita, classe 1962, è un religioso della comunità dei Fratelli di San Giuseppe Cottolengo dal 1981. È laureato in Medicina e Chirurgia e ha un diploma in Igiene e Malattie Tropicali. Come religioso ha prestato a lungo il suo servizio in Italia. Ha poi studiato a Londra ed è in Africa dal 1997, dapprima in Tanzania e poi in Kenya.
Mariapia Bonanate vive a Torino. È condirettore del settimanale nazionale Il nostro tempo e collabora con Famiglia Cristiana. Come giornalista è sempre andata alla ricerca di “buone notizie”, anche nelle situazioni più difficili. Fra le sue opere, Suore, ripubblicato con il titolo Suore vent’anni dopo; Preti; Donne che cambiano il mondo e Io sono qui. Miriam Carraretto, biellese di nascita e torinese di adozione, è una giornalista specializzata in Esteri, Cultura e Società. È stata redattrice per il settimanale Il nostro tempo, collabora con diverse testate nazionali, quali Repubblica.it, Tiscali e Affaritaliani, e attualmente è caporedattrice per il Diario del Web. Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche con una tesi sul campo in Senegal in Antropologia politica, si occupa da anni di Africa e tematiche del Sud del mondo.
Una cavalcata nella storia della filosofia alla ricerca di quei pensatori che, più di altri, hanno spiegato, con le armi della ragione, la loro fede in Dio.
Semplice e immediato, questo libro è pensato per chi cerca un accesso diretto, ma non per questo banale, alla filosofia, in cui le grandi riflessioni si rapportano alla vita quotidiana così da renderle accessibili: se il Demiurgo di Platone è come la Fiat (sì, quella degli Agnelli), Aristotele e Tommaso non fanno che giocare a domino, perché c’è sempre un modo più semplice di spiegare le cose.
Simone Fermi Berto (1986) ha conseguito la laurea specialistica in filosofia presso l’Università Vita- Salute “San Raffaele” di Milano sotto la guida di Roberta De Monticelli e Roberto Mordacci. È studente della Scuola Internazionale di Alti Studi della Fondazione “San Carlo” di Modena, dove sta sviluppando un progetto di ricerca sul pensiero di Albert Schweitzer. Sta conseguendo, presso l’Università degli Studi di Parma, l’abilitazione all’insegnamento della filosofia e della storia nei licei. È docente di religione cattolica nelle scuole della Diocesi di Piacenza- Bobbio.
Mario Melazzini, malato di SLA, è ormai da anni noto anche al grande pubblico per le sue battaglie per gli ammalati, perché siano messi nelle condizioni migliori possibili. Alla luce di quanto elaborato dall’Onu circa la disabilità, che introduce il concetto di “persona con disabilità” - disabilità che può toccare ogni persona – Melazzini ha portato la Regione Lombardia a elaborare un piano decennale d’Azione per le disabilità estremamente innovativo, sia per contenuti che per modalità.
Il volume, scritto da Mario Melazzini e Emma Neri, è un mix di racconti, testimonianze e interventi che hanno portato appunto ad elaborare coloro che hanno aiutato Melazzini nel suo compito.
“Nella camera di Daniele, arredata con un amore che i colori, il cestone di pupazzi, gli omini della Playmobil non bastano a descrivere, c’è un grande disegno appeso alla parete. Lo ha fatto Daniele: al centro, c’è lui, con una corona reale sulla testa. Intorno, la mamma e il babbo, le sorelle, la nonna. Perché Daniele è un bambino felice: ogni sua mossa comunica una gioia di vivere che incanta e stupisce. Daniele che alla sua famiglia dà molto più di quanto chieda: «Qualche volta ha un attimo di tristezza, ma il suo bello è che è sempre allegro» dice Paola. «Se è contento lui, non posso dire di essere triste io. Se è felice lui, possono esserlo tutti: questo è il grande insegnamento che ti danno bambini come lui e tanti altri che ho conosciuto»”.
Mario Melazzini è nato a Pavia il 10 agosto del 1958. Il 17 gennaio 2003 gli viene confermata la diagnosi di SLA, che lo obbliga ad affrontare un lungo percorso verso l’accettazione dei propri limiti e a raggiungere la consapevolezza che a volte può accadere che una malattia che mortifica e limita il corpo possa rappresentare una vera e propria medicina per chi deve forzatamente convivere con essa senza la possibilità di alternative.Tra i vari incarichi che ricopre ricordiamo quello di Presidente della Consulta Ministeriale delle Malattie NeuroMuscolari. Dall’aprile 2006 è Presidente Nazionale AISLA e dal novembre 2008 è Presidente di AriSLA. È autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Ma che cosa ho di diverso? Conversazioni sul dolore, la malattia e la vita (2009) e Io sono qui (2011).
Emma neri, giornalista professionista, critico cinematografico, ha lavorato al Sabato e in Rai. È autrice di filmati e saggi. Collabora con diverse testate, si occupa di comunicazione. Ha pubblicato Il Meeting. La storia e i testimoni (2004), Erano ridotti a desiderare l’officina. I ragazzi della riforma lombarda (2008), Lavorare è il miglior modo di imparare (2012).
Uno straordinario reportage che racconta la sanguinosa guerra in atto in Messico tra lo Stato e i cartelli della droga; che, a loro volta, sono in guerra tra di loro, avvalendosi dell’alleanza di parti consistenti dello Stato, le quali parteggiano – contro lo Stato stesso e contro i cittadini – ora per l’uno ora per l’altro cartello della droga. Questa guerra è mossa dalla volontà di controllare i principali business gestiti dai clan criminali, primo fra tutti quello della droga. La droga viene inviata in Europa utilizzando il porto di Gioia Tauro, come snodo logistico, e la ‘ndrangheta, come «partner commerciale». Lucia Capuzzi ha girato le zone «calde» del Messico per raccogliere informazioni e testimonianze: Città del Messico,Tijuana, Ciudad Juárez, Saltillo, Ixtepec e altre città e stati del Messico. Ha intervistato decine di persone: dai residenti di Juárez che si organizzano in gruppi di autoaiuto per resistere alla violenza, ai migranti latinos vittime dei sequestri, alle ragazze violentate e alle madri dei desaparecidos; ha incontrato personaggi straordinari (giornalisti, genitori, sacerdoti, vescovi, poliziotti...) e gente comune, e racconta le loro storie e testimonianze.
La narcoguerra messicana riguarda l’Italia e gli italiani molto più di quanto si pensi. Non solo perché i narcos fanno affari con la ‘ndrangheta, la quale poi reinveste i guadagni di questi traffici in attività dell’economia «lecita». Ma anche perché è proprio la «domanda» di cocaina che arriva dall’Europa ciò che attiva il narcomercato messicano e mondiale, con le tremende violenze ad esso connesse.
lucia Capuzzi è nata a Cagliari nel 1978 dove si è laureata in Scienze Politiche. Ha poi conseguito un dottorato di ricerca in «Storia dei Partiti e dei Movimenti Politici» all’Università di Urbino, svolgendo una ricerca sull’emigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerra. Da questo studio è nato il libro La frontiera immaginata. Profilo politico e sociale dell’emigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerra (Franco Angeli 2006). Ha pubblicato inoltre Colombia. La guerra (in)finita (Marietti, 2012); Adiós Fidel. Fede e dissenso nella Cuba dei Castro (con Nello Scavo), (Lindau, 2011); Haiti. Il silenzio infranto (Marietti, 2010). Dal 2004 ha intrapreso la carriera giornalistica. Ha lavorato per il Tg Leonardo della Rai. Attualmente lavora nella redazione Esteri di Avvenire e si occupa in particolare di questioni latinoamericane.
Nel III secolo d.C. Apollonio, giovane rampollo di una nobile famiglia di Alessandria d’Egitto, è costretto a rifugiarsi nel deserto della Tebaide per salvarsi dalle persecuzioni scatenate contro i cristiani dall’imperatore romano Decio. Questa fuga precipitosa, dovuta a tragiche circostanze, si rivelerà l’inizio di un suggestivo percorso di formazione che Apollonio dovrà affrontare per comprendere il significato profondo delle virtù che caratterizzano la vita eremitica. Il deserto, custode di antichi misteri e creature leggendarie, luogo ideale per intraprendere la purificazione dell’anima, offrirà ad Apollonio numerose occasioni di incontro con gli anacoreti che avevano deciso di ritirarsi dai futili affanni della vita materiale per ricercare qualcosa di più puro e autentico nello spazio profondo della propria interiorità. Personaggi santi e talvolta bizzarri, spinti da motivazioni diverse e spesso ancora legati alle passioni umane, ciascuno però portatore di un ammaestramento morale utile per entrare in comunione con il grande mistero del Divino. Il giovane Apollonio sarà protagonista di una ricerca della propria armonia spirituale, offrendo un messaggio straordinariamente valido anche per la nostra inquieta società contemporanea.
Luca Desiato (Roma, 1941), scrittore e giornalista, si occupa attualmente di ricerche d’archivio e consulenze editoriali. In gioventù ha vissuto per diversi anni in America Latina, dove si è dedicato anche agli studi teologici. Come narratore ha pubblicato romanzi prevalentemente di carattere storico, tra cui Il Marchese del Grillo (Newton Compton, 1981, 2011); Galileo mio padre (Effatà, 1983); La notte dell’angelo. Vita scellerata di Caravaggio (Santo Quaranta, 1994, 2011); Minotauro (Mondadori, 2008).
Diritto di morire o libertà di vivere? Eutanasia o accanimento terapeutico? Autodeterminazione o alleanza? Il confronto serio e costruttivo con tutti i protagonisti del dibattito in corso passa da una condizione preliminare: intendersi sulle parole. Mario Melazzini, noto al grande pubblico per i suoi interventi su questi temi, contro una certa “bioetica laicista”, più volte intervistato in TV in soprattutto in occasione del “caso Welby”, è malato di SLA ma non vuole morire:“Io non ho mai sentito dire a dei malati che hanno provato sulla loro pelle determinate situazioni: non voglio che mi sia fatto questo trattamento, voglio morire a tutti i costi”. Secondo Melazzini, che in questo libro riflette sui pregiudizi del dualismo “sano/malato”, siamo di fronte ad una società folle, che ha perso di vista la posta in gioco, il senso del vivere e del morire. Al fondo del dibattito sta il vero problema, la disabilità come nuova frontiera della giustizia: “Perché noi disabili non possiamo essere liberi di vivere? Perché le nostre città sono disseminate di barriere architettoniche? Questo dimostra che siamo di fatto degli emarginati. La fragilità e la malattia diventano veicoli di isolamento sociale”.
Destinatari
Ampio pubblico
Autore
Mario Melazzini è nato a Pavia il 10 agosto del 1958. Il 17 gennaio 2003 gli viene confermata la diagnosi di SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, che lo obbliga ad affrontare un lungo percorso verso l’accettazione dei propri limiti, sia come uomo che come malato, ed a raggiungere la consapevolezza che a volte può accadere che una malattia che mortifica e limita il corpo possa rappresentare una vera e propria medicina per chi deve forzatamente convivere con essa senza la possibilità di alternative.
Tra i vari incarichi che ricopre ricordiamo quello di Presidente della Consulta Ministeriale delle Malattie NeuroMuscolari. Dall’aprile 2006 è Presidente Nazionale AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) e dal novembre 2008 è Presidente di AriSLA (Agenzia Nazionale di ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica).
È autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Per le edizioni San Paolo ha pubblicato: Ma che cosa ho di diverso? Conversazioni sul dolore, la malattia e la vita (2009) e Io sono qui (2011)
Una trentina di colpi in tutto, quasi due minuti d’inferno. Sulla fiancata del veicolo hanno lasciato fori di proiettile grandi come palle da biliardo. Shahbaz Bhatti è stato trascinato fuori dall’auto da tre uomini con il volto coperto, e giustiziato senza pietà. Sugli interni del sedile posteriore color beige è rima- sto il suo sangue, schizzato ovunque, e i suoi documenti di lavoro. A terra, i vetri in frantumi del finestrino.
Shahbaz Bhatti è stato ministro per le Minoranze Religiose del Pakistan dal 2008 al 2 marzo 2011, quando è stato ucciso da un commando di terroristi talebani. Nato nel 1968 da una famiglia cattolica, uomo di profonda fede, di lungimirante sapienza e di tenace carità, attento ai poveri, agli oppressi e ai bi- sognosi, tessitore instancabile di dialogo interreligioso, ha dedicato la sua vita affinché fosse garantita la libertà di tutte le minoranze religiose nel suo Paese.
“Qui c’è un martire che ha pagato per la sua fede, lui non è stato ucciso perché era un ministro qualsiasi del governo pakistano, lui è stato ucciso perché si era battuto per la libertà di tutte le minoranze religiose, questa è la verità”. (on. Franco Frattini)
Destinatari
Un ampio pubblico
Autore
Francesca Milano. Nata nel 1980 a Vico Equense, in provincia di Napoli. Ha studiato Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Perugia, ha frequentato un master di II livello in “Teorie e tecniche dell’investigazione criminale” all’Università La Sapienza di Roma e la scuola di giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
È diventata giornalista professionista nel 2008. Come giornalista ha lavorato al «Corriere dell’Umbria» e al «Corriere di Arezzo», prima di arrivare a «Il Sole 24 Ore», quotidiano per il quale lavora tutt’ora. Vive a Milano, città di cui è profondamente innamorata. Questo è il suo primo libro.
Questo libro e il DVD allegato, raccontano come, giorno dopo giorno, ora dopo ora, Mario Melazzini convive con la sua condizione di malato di SLA, affrontando con coraggio le difficoltà e senza mai perdere la gioia di vivere.
«La nostra società, noi tutti spesso viviamo la malattia, la disabilità, la fragilità come un qualcosa che non ci appartiene, che ci angoscia, che ci crea disagio.
Ed ecco nascere in me l’idea, il desiderio di condividere con più persone possibili il percorso che mi ha permesso di fare della mia sofferenza, del mio dolore, una concreta e reale esperienza.
Tutti noi, nella nostra quotidianità, potenzialmente possiamo incontrarci, prima o poi, con la sofferenza, non solo fisica, il dolore, la malattia, la fragilità. Dovremmo riuscire a farne tesoro, farli diventare un valore aggiunto al nostro percorso di vita.
A me è successo e, grazie alla malattia, vivo ogni giorno, come uomo, come medico e come malato, con gioia e umiltà l’infinita bellezza dell’esistere».
Mario Melazzini
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Mario Melazzini è primario del day-hospital oncologico alla Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia e da sei anni è malato di SLA, sclerosi laterale amiotrofica, una patologia degenerativa con la quale, mediamente, non si vive più di tre anni. È anche presidente dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica). Per le edizioni San Paolo ha pubblicato: Ma che cosa ho di diverso? Conversazioni sul dolore, la malattia e la vita (2009).
Punti forti
Un autore già conosciuto.
Una tematica importante.
Il documentario allegato andrà in onda su
Sky e Rete 4.
La rievocazione dell’infanzia dell’autore in un vicolo malfamato della Civitavecchia del Ventennio incastonato tra le carceri, i lupanari, il lavatoio pubblico e l’osteria. Una galleria di personaggi umili che ritornano alla memoria dell’anziano autore.
La memoria è una macchina prodigiosa che va avanti nel tempo, fa congetture, sogna, costruisce e distrugge; oppure torna indietro, ricorda e rende presente. Spesso mi vengono in mente le tante persone incontrate, e a cui ho tentato di trasmettere, malgrado la mia miseria, il nucleo essenziale della fede. La mia storia, in ogni modo, non è storia importante, ma forse è bene che si sappia come Dio sia capace di dipingere anche con un pennello spelacchiato come me. Eccomi perciò a sfogliare con altri l’album dei ricordi fatto di tradimenti, perdono, poesia, malinconia e nostalgia per un tempo che non c’è più e che è racchiuso nella misericordia di Dio.
Destinatari
Per tutti.
Autore
Ennio Staid è nato a Civitavecchia il 30 luglio 1930. Laureato in economia e commercio, a trentatré anni è entrato nell’ordine dei domenicani e si è laureato in teologia. Già docente nelle facoltà teologiche di Bologna, ha all’attivo numerose pubblicazioni. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato San Domenico: il fascino di un profeta attuale (19992).
Con questo volume si vuole mettere a disposizione di un ampio pubblico alcuni brani scelti e significativi dei «Padri della Chiesa», senza esitare ad affiancare ai primi scrittori cristiani dei secoli II-VIII, altri scrittori, testimoni e pastori della Chiesa, che successivamente, come san Bernardo, sant’Anselmo o altri, hanno permesso di plasmare e approfondire i dati della fede cristiana.
Con queste 36 domande su Dio si tenta di presentare alcuni punti di riflessione per tutti coloro che, confrontandosi con gli interrogativi contemporanei, vorrebbero trovare elementi di risposta: in ogni capitolo, dopo un breve testo di un Padre, attireremo l’attenzione su ciò che questa lettura può suggerire, su come essa rinvia al tempo stesso alla Scrittura, o anche in certi casi ad altri aspetti considerati da autori di altre epoche, ma anche su come essa sia profondamente radicata in esperienze contemporanee, esperienze di sempre come la sofferenza, la gioia, la morte, la speranza, il desiderio...
Destinatari
Religiosi, studiosi.
Autrice
Marie-christine Hazaël-Massieux, docente di linguistica presso l’Université de Provence (Aixen-Provence) è autrice di numerose opere e articoli. È inoltre responsabile della formazione dei catecumeni per la regione apostolica «Provence Méditerranée», redattrice del sito del Catecumenato nazionale (Église en France) e del sito dedicato alla conoscenza dei Padri della Chiesa.
Pubblicato per la prima volta in occasione del trentesimo anniversario della nascita della fraternità di Comunione e Liberazione, questo volume propone una ricostruzione delle fasi principali che hanno caratterizzato la storia del movimento, dai suoi inizi fino a oggi. I testi sono tutti del fondatore, don Luigi Giussani, e ripercorrono gli antefatti, l’origine, la definizione e lo scopo, la vita dei gruppi, le opere e la missione della fraternità di CL.Arricchiscono il libro una introduzione storica del presidente della fraternità, il prof. Feliciani, le lettere di Giovanni Paolo II e di mons. Giussani per il ventennale della fraternità e una serie di documenti di grande importanza (Decreto di riconoscimento, Statuto, Lettera ai nuovi iscritti, Direttorio per i gruppi, Lettere di don Giussani alla fraternità, Lettere autografe di Giovanni Paolo II a don Giussani).
Ricevuta la notizia della morte di un suo alunno proprio alla vigilia dell’or- dinazione sacerdotale, padre Zanotti parte per visitare il luogo dove il ra- gazzo si apprestava a celebrare la sua prima messa. Il viaggio del vecchio professore diviene, man mano, una riscoperta dell’allievo. Mentre cerca di conoscere il mistero di quel giovane che Dio ha voluto con sé, agli occhi di padre Zanotti si rivela un nuovo modo di guardare alla fede, al rapporto con gli altri, alla vocazione francescana.
«Bisogna diffidare dei giorni ordinari, di quelli che scorrono e che sembrano da niente, come fossero scrittoi ove il destino poggia apparentemente cieco e senza rispetto alcuno, gravando un cuore pieno di gioia con il suo vomito di sangue nero. Non ce lo si aspetta. Il dramma è scritto. Il colpo cade sulle fragili spalle, fa piangere, penetra fino alla cartilagine dell’anima. Così è stata, quella notte di venerdì che non faceva presagire nulla, notte di sonno pesante lungo ogni ora».
Destinatari
Un ampio pubblico
Autore
Padre Zanotti-Sorkine opera da vari anni in una parrocchia di Marsiglia; soprannominato «il parroco che moltiplica i parrocchiani», è da anni anche autore apprezzato.
Punti forti
Una storia vera.
Un linguaggio poetico ed evocativo.
Nel 1996, sette monaci trappisti vengono sequestrati nel monastero in cui vivono, lavorano, soccorrono i malati, anche quando si tratti di terroristi. Successivamente vengono barbaramente trucidati e decapitati.A Tibhirine, in Algeria, a distanza di quindici anni dalla consumazione del martirio, il monastero continua a vivere di una presenza diversa. «Le relazioni di buon vicinato, il lavoro agricolo in comune e l’accoglienza al monastero continuano ad approfondire le radici di questa presenza e tengono viva la testimonianza dei monaci». Così come il giardino, luogo di memoria, di pace, di incontro con la popolazione musulmana. Domanda aperta sul futuro dell’uomo.
«Non è al cielo, non è altrove, che io sono chiamato a essere testimone del Vangelo e dell’amore di Dio. È qui, oggi, sulla terra di Tibhirine».
Jean-Michel Lassausse
Jean-Marie lassausse è sacerdote della Mission de France e agronomo; nel 2001 è stato incaricato dall’arcivescovo di Algeri di prendersi cura delle coltivazioni dell’abbazia di Tibhirine. Lui stesso si reca sotto scorta a questa attività, che lo occupa per una parte della settimana. Christophe Henning vive a Parigi ed è presidente dell’Association des écrivains croyants d’expression française. Giornalista e romanziare, scrive su «Panorama», mensile di spiritualità cristiana del Gruppo Bayard.Collabora inoltre con numerose riviste: «Pèlerin», «La Documentation catholique», «Le Magazine des livres», «Etudes ou Christus».
Paolo, giornalista, viene licenziato. Cosa fare adesso? Si possono fare molte cose quando si è disoccupati; anche andare nel deserto del Negev. Queste pagine sono il racconto del suo viaggio, delle persone incontrate, di un pellegrinaggio spirituale alla ricerca di luoghi, suoni ma soprattutto di un modo coerente di essere nel mondo, alla ricerca di un Dio che scuota.
Scritto con intelligenza e ironia, un libro di spiritualità laica capace di trascinare il lettore in un tourbillon di incontri indimenticabili e di far riflettere.
Destinatari
Un ampio pubblico di credenti e non credenti.
L’autore
Paolo Paci è nato a Milano nel 1959. Giornalista professionista, ha realizzato reportage di viaggio in tutto il mondo.Alpinista e gastronomo ha pubblicato guide, manuali sportivi e racconti di viaggio. Tra gli ultimi suoi titoli: Alpi . Una grammatica d’alta quota e Evitare le buche più dure.Vent’anni di viaggi al contrario (Feltrinelli Traveller).
Argomenti Divendita
Un autore già conosciuto. Una scrittura che fa presa sul lettore. Una spiritualità laica che sarà apprezzata da credenti e non credenti.
L’amicizia spirituale, eredità del mondo greco, è stata praticata come una virtù fin dai primi secoli del cristianesimo. Non di rado essa si è trasformata in emulazione, sia per migliorare la vita sulla terra, sia come cammino verso il cielo. L’amicizia è infatti all’origine della fondazione di ordini, di slanci missionari, di scambi epistolari e opere di mistica.
Il volume è organizzato in tre parti – l’amicizia spirituale al maschile, l’amicizia spirituale tra donne e l’amicizia spirituale fra uomo e donna – dove vengono presentati brevi ma incisivi ritratti di cristiani la cui amicizia è stata feconda per sé e per gli altri.
Fra le coppie di amici famose che il lettore ritroverà: Girolamo e Paola, Francesco e Chiara, Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce,Vincenzo de’ Paoli e Luisa di Marillac, Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr.
Jacqueline Kelen, laureata in lettere classiche, da più di vent’anni lavora per FranceCulture e tiene conferenze e seminari sulla comunicazione in pubblico nelle scuole superiori. Studiosa dei miti della tradizione occidentale e della vita mistica, ha scritto molti libri tra cui Aimer d’amitié, La Déesse Nue e L’Esprit de solitude (premio Alef 2002).
Cosa possono avere in comune un uomo e una donna; due diverse generazioni; lei scrittrice piemontese; lui professionista romano; lei con in carrozzina fin da piccola; lui che fa footing per tenersi in forma? Dalla politica alla religione, dalla musica al costume, una riflessione a tutto tondo di due voci autentiche.
Destinatari
Un libro per tutti.
Gli autori
Rita Coruzzi è nata e vive a Reggio Emilia. Laureata in Lettere e Filosofia, frequenta il secondo anno della laurea specialistica in giornalismo. Il suo ultimo libro è Un volo di farfalla (Piemme, 2010).
Enrico Saletnich è nato a Roma. Coniugato e con un figlio, è funzionario della Presidenza della Repubblica.Tra le sue pubblicazioni, saggi sulla storia della dirigenza d’impresa e sulle riforme costituzionali.
Continua la lotta spirituale di Chiara M. Continua il suo interrogare e il suo affidarsi, la sua protesta e la sua lode, il suo oscuro dolore e la sua gioia luminosa. Sono stati in molti, tra i numerosi lettori di Crudele dolcissimo amore, a chiedere a Chiara di scrivere un altro libro per poter sentire ancora la sua voce. Ma se Chiara ha scritto di nuovo non è solo per questo, è anzitutto per un intimo bisogno della sua anima di dare oggettività all’ininterrotto colloquio con Dio. Lei lo chiama il suo Socio. Ma non si tratta di una società tutta rose e fiori, vi sono anche spine, crisi, momenti di buio. Anzi, è proprio la notte la categoria più adatta per descrivere il viaggio di Chiara incontro all’eterno.
Dagli strani costumi dei monaci che pregano sugli alberi al frate heavymetal, dai papi dei record a quelli deposti, assassinati, eletti tre volte... E poi ancora, il bancomat del Vaticano che parla latino, le curiosità della Bibbia, dei santi e delle loro (molte) reliquie, i misteri dei luoghi sacri... Il volto curioso del cristianesimo presentato con ironia e stile.
Una serie di curiosità che rispondono alle domande che spesso ci si pone o anche a quelle che nemmeno si immaginano!
Un libro per tutti
Autore
Giorgio Nadali, nato a Milano nel 1962, è giornalista, docente di religione e scrittore. Ha pubblicato, tra gli altri, "Sessualità, Religioni e Sette. Amore e Sesso nei culti mondiali" (1999), "Strano, ma Sacro. Enciclopedia delle curiosità religiose. Volume 1" (2003), "Quale proposta educativa nei nuovi movimenti religiosi e nel cattolicesimo?" (2007).
Una preziosa testimonianza che documenta le gesta di Madre Teresa di Calcutta. Dagli incontri con Giovanni Paolo II alla rievocazione delle vicende che la spinsero a lasciare le Suore di Loreto per fondare una propria congregazione; dalla coppia di giovani indù che rinuncia agli abiti e al pranzo di matrimonio per fare un’offerta a madre Teresa, al bimbo di Calcutta che dona tutto ciò che ha, la sua tavoletta di cioccolato, per i bambini poveri dell’Etiopia. Scritto dal suo amico di vecchia data, il sacerdote tedesco Leo Maasburg – che gli è stato vicino per tutta la vita – il libro rivela i miracoli, piccoli e grandi, che Madre Teresa compiva ogni giorno e ci ricorda dell’amore sconfinato che viene dal donarsi del tutto agli altri.
destinatari
Un ampio pubblico.
L’autore Leo Maasburg è nato a Graz nel 1948, e ha studiato diritto, scienze politiche, teologia, diritto ecclesiastico e missionologia a Innsbruck, Oxford e Roma. È stato ordinato sacerdote nel 1982 a Fatima. Ha incontrato e frequentato Madre Teresa per molti anni, in India, a Roma e nel corso di numerosi viaggi. Dal 2005 è direttore nazionale della pontificia opera missionaria in Austria (Päpstlichen Missionwerke in österreich, www.missio.at).
David Maria Turoldo è sì facilmente riconoscibile per il suo stile, ma brilla ancor più per le “cose” che egli vuole non solo dire, ma annunciare, proclamare.
Queste pagine, che raccolgono riflessioni e poesie composte in momenti differenti, recano tutte la stessa impronta di stile e di contenuto.
Basta leggere a caso qualche frammento per risentire il ritmo, l’ardore e la passione turoldiana, ma anche i temi teologici ed esistenziali; gli stessi temi, poi, i “verticali” e gli “orizzontali”, cioè quelli mistici e quelli sociali, s’incrociano ostentatamente.
destinatari
Un ampio pubblico
l’autore
David Maria Turoldo nato a Coderno (Udine) il 16 novembre 1916, entrò giovanissimo nell’Ordine dei Servi di Maria e a soli ventiquattro anni fu ordinato sacerdote. Laureatosi in filosofia, visse nel convento di San Carlo al Corso in Milano gli anni della Resistenza, cui partecipò direttamente fondando e dirigendo un foglio clandestino antifascista, «L’Uomo». Morì a Milano il 6 febbraio 1992 ed è sepolto nel piccolo cimitero di Fontanella. Le prime liriche apparvero nel dopoguerra e una prima raccolta complessiva è del 1971. La successiva è del 1990, O sensi miei..., e gli valse l’ammirazione di illustri protagonisti della poesia contemporanea, quali Andrea Zanzotto, Luciano Erba, Giovanni Giudici. Seguirono Canti ultimi (1991) e Mie notti con Qohelet (1992) e alcuni significativi saggi sulla problematica religiosa ed esistenziale: Alla porta del bene e del male (1978), Anche Dio è infelice e Neanche Dio può stare solo (entrambi del 1991). Di padre Turoldo le Edizioni San Paolo hanno pubblicato: «Lungo i fiumi...». I Salmi, Opere e giorni del Signore. Commento alle letture liturgiche festive, La speranza non muore, Via Crucis. Il cammino verso la vita, Il sapore del pane, Diario dell’anima e il ben noto Amare.
Don Luigi Melesi racconta storie di chi sta in carcere e di chi mai ha pensato di entrarci.
Vallanzasca, le armi delle BR restituite al card. Martini, il suicidio di Cagliari, ma anche tanti volti sconosciuti di reclusi e secondini che compongono un mondo.
Il libro si declina lungo un’ampia serie di storie con protagonista (e/o narratore) don Luigi Melesi, raccontate con il piglio del narratore: passano in rassegna davanti al lettore una miriade di figure che vanno a comporre l’universo carcerario. Si incontrano così i carcerati rinchiusi su un traghetto che va a Pianosa, in mezzo ai turisti spaventati; uomini che hanno deciso di andare in carcere al posto di un loro amico che aveva quattro figli; i secondini, figure spesso denigrate; uomini e donne famosi come Vallanzasca, i vari brigatisti....
Ciascuna di queste persone è colta nell’intimo incontro con don Luigi Melesi, che svela l’umanità nascosta dietro le drammatiche vicende di ognuno.
Destinatari
Un libro per chiunque voglia conoscere vite ai margini, ma anche pagine della storia contemporanea.
Gli autori
Silvio Valota (Milano, 1949) è fondatore e amministratore della società di formazione Sphera S.r.l. di Milano (www.spheraformazione.it). Con Franco Angeli Edizioni, ha pubblicato Come migliorare la comunicazione in banca? e, sul tema della creatività, La testa e il cuore. Infine, nel 2009, Come litigare e vivere felici. Nel 2008, con Edizioni Pendragon, ha pubblicato il suo primo romanzo, La regola del colore. don luigi Melesi è stato ordinato sacerdote l’11 febbraio 1960. Ha vissuto la prima esperienza di contatto con il mondo del carcere con i ragazzi difficili del riformatorio Ferrante Aporti di Torino. Presso la casa di rieducazione di Arese ha poi operato come insegnante e catechista, rimanendo sette anni a contatto con i 250 ragazzi mandati dai tribunali minorili italiani. Dal 1978 è cappellano presso il carcere di San Vittore a Milano.
Il nome di Ernesto Olivero è legato al Sermig, l’Arsenale della Pace di Torino, cui hanno fatto seguito altri arsenali in Brasile e Giordania. La scommessa di Olivero, che può vantare interlocutori in tutto il mondo ed è stata sostenuta da personaggi del calibro di Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, è che la pace sia possibile a partire dai luoghi più disagiati e dalle persone più a rischio, ma anche più generose, i giovani.A loro principalmente egli si rivolge con questi pensieri.
Destinatari
Giovani, credenti e non, e chi con i giovani opera.
Gli autori
Ernesto Olivero è nato a Mercato San Severino (SA) il 24 Maggio 1940. Nel 1964 lascia il lavoro in banca e, a soli 24 anni, fonda a Torino il Sermig e, vent’anni dopo, l’Arsenale della Pace a Borgo Dora, uno dei quartieri più malfamati della città. Negli anni Novanta i volontari dell’Arsenale hanno dato vita al movimento Giovani della Pace. Nello stesso periodo Olivero apre a San Paolo, in Brasile, l’Arsenale della Speranza (1996) e, ad Amman in Giordania, l’Arsenale dell’Incontro (2003). Migliaia di persone in stato di disagio sono state reinserite grazie a Ernesto Olivero e al Sermig. Legato da personale amicizia con la beata Madre Teresa di Calcutta e con Giovanni Paolo II, Olivero ha potuto incontrare capi di Stato italiani e stranieri. Oltre alla laurea honoris causa in Sociologia ottenuta dall’Università di Torino, è stata ripetutamente proposta la sua candidatura al premio Nobel per la pace. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Aprimi gli occhi: preghiere di speranza, 2004; e L’amore ha già vinto: pensieri e lettere spirituali, 2005. Gianluigi pasquale, cappuccino, dottore di ricerca in Teologia e Filosofia, è professore presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e nello Studio Teologico affiliato Laurentianum di Venezia, di cui è anche preside. È membro del CISE all’Università di Venezia e della SAFF all’Università di Torino. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato nove volumi su Padre Pio, già tradotti in undici lingue straniere, e due su Francesco d’Assisi.
Nell’indire l’anno sacerdotale Benedetto XVI ha proposto come modello Giovanni Maria Vianney. A nessuno, però, può sfuggire la consonanza di stile di vita e di pensiero tra il Curato d’Ars e Padre Pio. Per questo vengono qui proposte alcune lettere del santo di Pietrelcina sul ministero dei presbiteri.
Sono lettere vivificate dalla passione bruciante per il sacerdote, per il suo ministero, per la sua vicinanza a Gesù.Vanno al cuore del mistero cristiano e come tali sono d’interesse sia per i credenti sia per quanti desiderano comprendere la forza di irradiazione che ancora promana da Padre Pio.
Destinatari
Sacerdoti e l’ampio numero di devoti a Padre Pio.
Autore
Gianluigi Pasquale, cappuccino, dottore di ricerca in Teologia (Pontificia Università Gregoriana) e dottore di ricerca in Filosofia (Università degli Studi «Ca’ Foscari» di Venezia), è professore presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e lo Studio Teologico affiliato «Laurentianum» di Venezia, di cui è anche preside.
Direttore della collana «I Mistici Francescani», per la San Paolo ha pubblicato Frate Francesco (2009) e, oltre al presente, ha curato altri sette volumi su Padre Pio, poi tradotti in undici lingue straniere: Padre Pio. Le mie stimmate (2002); Padre Pio. Vittima per consolare Gesù (2002); Padre Pio. Modello di vita spirituale (2003); Padre Pio. Nel segno di Francesco (2004); Padre Pio. Profeta obbediente (2005); Padre Pio. Maestro e guida dell’anima (2006); 365 giorni con Padre Pio (2007) e Padre Pio. San Paolo modello del vero cristiano (2008).
Il volume è un’antologia di scritti dell’attuale arcivescovo di Milano sul suopredecessore Giovanni Battista Montini, poi papa Paolo VI. I testi hannol’origine più diversa – omelie, presentazioni di volumi, interviste, contributia convegni, commemorazioni – e testimoniano, da parte del cardinaleTettamanzi,il costante riferimento al magistero di Montini-Paolo VI.
DESTINATARI: Ampio pubblico,in particolare religioso
AUTORE: Il cardinale Dionigi Tettamanzi (Renate, Milano, 1934) è arcivescovo di Milano dal 2002. Sacerdote dal 1957, è stato docente di teologia morale e sacramentaria, rettore del pontificio Seminario Lombardo in Roma, arcivescovo di Ancona-Osimo, segretario e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana e, dal 1995 al 2002, arcivescovo di Genova. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato L’avventura cristiana(2003),Farsi prossimo in san Carlo(2003) e Non c’è futuro senza solidarietà (2009).