
Quando è iniziata la corsa per la successione di Jean-Claude Trichet alla presidenza della Bce, nessuno avrebbe scommesso sul successo di un candidato italiano, anche se autorevole come il governatore della Banca d'Italia. Invece Mario Draghi ce l'ha fatta, vincendo le resistenze della Germania, che puntava il dito contro la sua nazionalità, e conquistando i consensi dell'Europa intera. A Francoforte lo aspetta la sfida di tenere unita la costruzione dell'euro ma lui nella sua carriera di prove difficili ne ha affrontate e superate molte altre. Draghi non è un personaggio facile da conoscere. Crede molto nella comunicazione ma non per quel che riguarda la sua vita personale e privata. Pragmatico ed equilibrato, sa essere distaccato ma anche ironico. Prudente, guarda ai problemi in modo analitico senza farsi condizionare dalla politica. Questo libro tratteggia la sua storia dagli anni della scuola a quelli da direttore generale al ministero del Tesoro, dall'ingresso a Palazzo Koch al cammino verso il prestigioso incarico di Francoforte ricostruendola attraverso le sue stesse testimonianze, i suoi interventi pubblici, gli scritti e i documenti. Il punto di vista è quello di una cronista che in questi anni lo ha seguito nella sua attività al vertice della Banca d'Italia e negli incontri internazionali in giro per il mondo, per rendere conio sulle pagine del Corriere della Sera dell'evoluzione della crisi finanziaria ed economica. Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi.
La felicità, il benessere, la qualità della vita non hanno alcuna relazione diretta con la ricchezza materiale. Avere molto non significa stare bene. Al contrario, staremo meglio se sapremo proporci come obiettivo non il meno, ma il meno quando è meglio. Maurizio Pallante racconta in queste pagine una rivoluzione fatta di semplicità, di ragione e di rispetto, che si fonda sulla scelta di ridurre la produzione e il consumo delle merci che non soddisfano nessun bisogno. Dalla crisi di oggi - che è ambientale, energetica, morale e politica, oltre che economica - si potrà uscire se la società del futuro saprà accogliere un sistema di vita e di valori fondato sui rapporti tra persone, sul consumo responsabile, sul rifiuto del superfluo.
Il petrolio e gli altri combustibili fossili, le fonti energetiche su cui si basa l'odierno stile di vita nei paesi dell'Occidente, sono in via di esaurimento, e le tecnologie da essi alimentate stanno diventando obsolete. Intanto, i mali che affliggono il mondo globalizzato - crisi economica, disoccupazione, povertà, fame e guerre - sembrano aggravarsi anziché risolversi. A peggiorare le cose, si profila all'orizzonte un catastrofico cambiamento climatico provocato dalle attività industriali e commerciali ad alte emissioni di gas serra, e che già entro la fine di questo secolo potrebbe mettere a repentaglio la vita dell'uomo sul pianeta. La nostra civiltà, quindi, deve scegliere se continuare sulla strada che l'ha portata a un passo dal baratro, o provare a imboccarne coraggiosamente un'altra. E non ha molto tempo per farlo. Dopo trent'anni di studi e di attività sul campo, Jeremy Rifkin decreta la fine dell'era del carbonio e individua nella Terza rivoluzione industriale la via verso un futuro più equo e sostenibile, dove centinaia di milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche, e la condivideranno con gli altri, proprio come adesso condividono informazioni tramite Internet. Questo nuovo regime energetico, non più centralizzato e gerarchico ma distribuito e collaborativo, e che segnerà il passaggio dalla globalizzazione alla "continentalizzazione", dovrà poggiare su cinque pilastri...
Dal 1985 il Centro Nuovo Modello di Sviluppo lavora per mostrare che vendere e comprare non sono atti così innocui come può sembrare. Hanno un fortissimo impatto, non solo economico. Dietro a questo semplice gesto quotidiano si nascondono problemi di portata planetaria, di natura sociale, politica ed ambientale. Chi sono i gruppi italiani ed esteri che forniscono le nostre botteghe? Cosa fanno? Chi rappresentano? Quali le loro priorità? Hanno responsabilità nei confronti dell'ambiente? Quali rapporti hanno con i paesi poveri? Con il mondo delle armi? Con i paradisi fiscali? Quale il grado di trasparenza delle informazioni che diffondono? Quale l'affidabilità?
Un volume dedicato al bilancio delle banche era necessario. Siamo giunti a questa facile conclusione sulla base delle richieste dei partecipanti alle numerose edizioni del corso che la SDA-Bocconi di Milano organizza su "Il bilancio bancario IAS-IFRS. Struttura, contenuti e modelli di analisi". La stessa carenza è avvertita anche nelle università. Questa lacuna nel panorama bibliografico non era così evidente quando vigevano le precedenti regole per il bilancio bancario codificate dal D.Lgs. 87/92. Forse ciò è conseguenza proprio del grado di analiticità dei principi contabili, che, insieme alla Circolare n.262/2005 della Banca d'Italia, già contengono risposta alla maggior parte delle domande. O forse è conseguenza di una certa instabilità dei principi, un cantiere sempre aperto che rende ben consapevole lo studioso, che pur volesse cimentarsi, del rischio di vedere rapidamente superate le proprie annotazioni e valutazioni. O ancora, potrebbe in parte essere conseguenza delle necessarie, ma non così diffuse, competenze trasversali per affrontare il tema del bilancio bancario, competenze in materia di contabilità e bilancio, finanza e risk management, gestione bancaria. Il libro nasce quindi con la speranza di colmare almeno in parte le carenze riscontrate, proponendosi di esaminare i profili più rilevanti del bilancio bancario, senza la velleità di costituire un trattato omnicomprensivo.
Cos'è il denaro? A cosa serve e come funziona? È il denaro che appartiene agli uomini o sono gli uomini ad appartenere al denaro? Domande semplici come quelle che potrebbe fare un bambino, ma che pure, una volta adulti, dimentichiamo forse perché spaventati da risposte che crediamo troppo astruse. Così si finisce per dare il denaro per scontato, uno strumento "trasparente", quasi una legge di natura. Giorgio Ruffolo, con la chiarezza e lo stile che l'hanno reso popolare, ne traccia una storia molto diversa, ricca di scoperte sorprendenti e clamorose smentite del senso comune. E lo fa raccontando le vicende degli uomini che per la passione, la necessità o il desiderio di denaro, hanno plasmato il mondo. Simbolo del valore materiale, il denaro ha una natura ideale: contrariamente a quello che si potrebbe pensare, infatti, "non è l'oro che da valore al denaro, ma il contrario". La storia del denaro, allora, è anche una storia di smaterializzazione e fiducia. Volatilità perché si passa dalle sonanti monete in oro e argento a pezzi di carta altrettanto preziosi, fino alle carte di credito o agli scambi via internet in cui il denaro diventa puro dato digitale. Fiducia perché accettare soldi in cambio di merce significa credere sulla parola che un giorno ci verrà restituito ciò che ci spetta. Cosa succede quando tale fiducia (o tale fede...) comincia a incrinarsi l'abbiamo scoperto a nostre spese proprio durante la recente crisi finanziaria globale.
I tre saggi contenuti nel libro formano un insieme di passaggi a favore di un argomento che percorre da lungo tempo il mondo moderno, da quando la gente ha cominciato a spostarsi da una stabile esistenza agricola alla più complessa e fragile situazione economica e umana della moderna città industriale, oggi tecnologizzata. La gente con una visione miope delle questioni sociali può credere che l’abbondanza e il potere siano oggi alla portata di tutti, a esclusione di coloro che hanno eliminato gli aspetti umani sui quali si fonda l’ordine moderno, con tutti i suoi autentici progressi. Queste tre voci forti e chiare convergono in una maniera che è tanto più sorprendente quanto più mostra un’armonia fondamentale tra persone le cui vite professionali e vocazioni sono state molto differenti.
"Non ci sono più le famiglie di una volta"; "Stiamo diventando sempre più vecchi: ci aspetta un futuro di povertà"; "Gli italiani non vogliono più avere bambini"; "L'unico investimento sicuro è il mattone"; "Nel nostro paese ci sono troppi immigrati": sono alcuni dei luoghi comuni che ascoltiamo ogni giorno. Luoghi comuni basati su paure e incertezze per le possibili conseguenze di alc cambiamenti della nostra società, fra cui la sempre maggiore longevità e l'aumento delle migrazioni globali. Nel clima di vera e propria rivoluzione demografica che sta toccando tutti i momenti cardine della vita degli italiani, la prima sfida che bisogna affrontare è alle mentalità individuali. Gianpiero Dalla Zuanna e Guglielmo Weber smontano pregiudizi e descrizioni sommarie per comprendere cosa sta veramente accadendo nel nostro paese e restituire un'immagine dell'Italia fondata su numeri e dati reali perché "il senso comune si nutre di miti, il buon senso di fatti".
Il volume prende in considerazione i principi organizzativi tecnici e gestionali dei sistemi di trasporto e i rapporti tra territorio e sviluppo delle reti e nasce dall'esperienza dell'insegnamento della materia trasportistica in un corso universitario triennale di scienze del turismo. Vengono analizzate le differenze tecniche ed economiche delle diverse modalità e presentate le basi dell'analisi delle reti. Alcuni casi di studio trattano esempi di evoluzione su scala regionale dei rapporti tra i sistemi di trasporto e il turismo, nonché i possibili sviluppi di progetti di recupero di infrastrutture dismesse, destinate a diventare reperti di archeologia industriale oppure oggetto di interesse del turismo culturale.
Risultato del compromesso tra la prepotenza statale, la mania di spesa dei governanti e la vanità che spinge a consumare beni inutili, il capitalismo si manifesta oggi nel suo esito cinese e omologante. Con l'autonomia di giudizio e la libertà d'intelletto che lo contraddistinguono, Geminello Alvi si cimenta nell'impresa di una nuova definizione del capitalismo. Capitolo conclusivo della trilogia iniziata con "Le seduzioni economiche di Faust" e "Il secolo americano", il libro prende le mosse dalla crisi del 2008 e dall'ambigua posizione dell'economia cinese per tracciare le vicende delle varie spiegazioni e restituzioni del capitalismo, gli errori e gli abbagli, e giungere a una descrizione opposta a quella marxista. Dopo averci mostrato perché il Novecento è stato "il secolo americano" e averne messo a nudo i tratti della storia segreta, Alvi ci guida attraverso la lettura di un percorso storico che sembra, inevitabilmente, condurci verso "l'ideale cinese". E spiega perché il dono debba tornare a essere elemento centrale della vita economica.
Anche in Italia si vanno diffondendo sempre di più le esperienze e i progetti di "housing sociale": si tratta di programmi che comprendono l'offerta integrata di alloggi, ma anche di servizi rivolti a coloro che non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno abitativo, per ragioni economiche o per l'assenza di un'offerta adeguata. Figura chiave dell'housing sociale è il cosiddetto "gestore sociale". Ma chi è e che cosa fa il "gestore sociale"? Quali competenze deve possedere? Il gestore deve in primis selezionare gli inquilini per il progetto di housing sociale ma anche coinvolgere i residenti in azioni che sviluppino il senso di comunità e appartenenza Questa guida descrive minuziosamente tutte le procedure che competono alla figura del gestore sociale e le loro variabili. A partire dai progetti concreti che la Fondazione Housing sociale sta sviluppando in Italia, il volume entra poi, con grande chiarezza e con gli opportuni esempi, nel merito delle scelte e delle pratiche deputate al gestore sociale. Il libro è stato curato da professionisti ed esperti della Fondazione Housing sociale di Milano.