Gli interventi qui raccolti, di studiosi di diversa nazionalità e formazione, sono un primo tentativo di affrontare il tema del dopo-sviluppo. Attori sociali del Nord come del Sud si riconoscono in una comune riflessione sul tema di una decostruzione del pensiero economico che vede nello sviluppo e nella crescita del PIL il motore delle relazioni umane e l'obbiettivo delle scelte politiche dei governi. Quello che si vuole mettere in discussione è il concetto stesso di sviluppo, di povertà, di bisogni, di globalizzazione a partire dal concetto di de-crescita.
A partire dal 1978 i progressi registrati dall'economia cinese sono stati sempre più vistosi: il ritmo di crescita è stato ampiamente superiore al tasso medio mondiale e la Cina appartiene al ristretto gruppo di paesi in via di sviluppo che si trovano su una traiettoria di convergenza economica verso i livelli di reddito dei paesi industrializzati. Sull'onda della globalizzazione la Cina ha attirato sul proprio territorio le industrie dei paesi in cerca di manodopera a buon mercato, ha portato a termine con successo il proprio inserimento nell'economia globale e nel 2001 è entrata a far parte dell'Omc. Questo volume ci aiuta a capire una realtà, quella dell'economia cinese, difficilmente decifrabile.
L'espresione "Ricerca & Sviluppo", abbreviata R&S, è ormai entrata a far parte del lessico comune per indicare l'insieme di tutte quelle attività teoriche e sperimentali volte ad accrescere le conoscenze e a renderle utilizzabili per nuove applicazioni. Questo libro definisce la R&S con rigore, fornisce dati sulle risorse finanziarie e umane in essa investite non solo nei Paesi europei ma anche negli Stati Uniti e nelle grandi economie asiatiche.
L'ascesa economica della Cina ha sottoposto il sistema commerciale internazionale ad una tensione molto elevata. Tutti i paesi stanno assistendo all'invasione di prodotti fabbricati in Cina che fanno concorrenza ai prodotti e alle attività produttive nazionali. La concorrenza montante dai paesi a basso costo è un fenomeno ben conosciuto, la novità è l'entità del fenomeno. Un'onda la cui altezza, la cui portata e la cui durata sono state sottovalutate, soprattutto dalle imprese italiane, che avvertono ormai da lungo tempo la necessità di una internazionalizzazione più profonda. Il libro raccoglie le analisi originali di alcuni studiosi italiani sulle opportunità e sulle minacce rappresentate dal mercato e dalla concorrenza cinesi.
Dodici ritratti inediti di grandi economisti. Dodici quadri vivaci e divertenti che non vogliono essere né biografie esaustive, né saggi del pensiero economico. Dodici reportage scritti da un economista non accademico che rifiuta l'immagine dell'economia come scienza triste o senza cuore e che racconta con passione il piacere nato dall'incontro con questi grandi personaggi per trasmetterlo a un lettore non specialista ma curioso.
Alla domanda "che cos'è il capitalismo?" le risposte si differenziano a seconda che si consideri l'evento del capitalismo un fenomeno pertinente alla macroeconomia piuttosto che alla sociologia politica, alla storia o ad altra disciplina. Si dirà che la differenza fondamentale sta nella separazione tra difensori e oppositori del capitalismo. Ma questa seconda differenza, o se vogliamo primaria dialettica, oggi si sta sempre più sfumando nei Paesi che si autodefiniscono sviluppati.
Sia gli Stati Uniti che l'Europa sono società democratiche. Hanno radici culturali e religiose comuni. Sono società ricche. Eppure gli americani sono meno disposti degli europei a ridistribuire le ricchezze. Perché l'Europa ha sviluppato un approccio tanto diverso da quello statunitense rispetto alla ridistribuzione del reddito? Esiste davvero una linea divisoria che separa le due sponde dell'Atlantico? E se esiste, si basa su realtà economiche, istituzioni politiche o sulla psiche delle nazioni? Cercano di rispondere a queste domande Alesina e Gleaser, rispettivamente preside e docente della facoltà di Economia alla Harvard University.
Il volume espone i principali mutamenti intervenuti nell'economia mondiale dal 1900 a oggi, dividendo il secolo in sei periodi. Il primo è il quindicennio che precede la prima guerra mondiale, segnato dalla crescita dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione, e dagli ultimi anni di dominio incontrastato dell'Occidente coloniale; il secondo lega la crisi della guerra e il dopoguerra; il terzo ha come inizio la crisi del '29 e la depressione mondiale; il quarto comprende la ricostruzione postbellica; il quinto il boom degli anni Sessanta; il sesto copre il periodo successivo alla crisi petrolifera del 1973 e vede emergere i temi attuali della crisi delle risorse, dell'inquinamento, della globalizzazione.
Apprezzato ora in tutto il mondo, il caffe e diventato in tempi brevi un'importante materia prima, la seconda dopo il petrolio. Ma come si profila lo scenario della sua gigantesca economia produttiva?