Psicologi e linguisti, neuroscienziati e filosofi hanno sondato la natura della vita mentale. È mancata, tuttavia, una prospettiva interdisciplinare che riuscisse a fornire risposte soddisfacenti a questi interrogativi fondamentali o che, se non altro, portasse a formulare una definizione di "mente". Daniel J. Siegel realizza qui un collegamento tra i differenti domini della conoscenza, creando un testo che, fin dal modo in cui è organizzato, mostra come funziona la mente. La struttura del volume, che si può leggere per "mappe" o "percorsi guidati", rispecchia infatti la naturale modalità di apprendimento del cervello. Aprendo il libro a una pagina qualsiasi, troverete un "punto d'ingresso" che vi guiderà, in un modo che voi stessi potrete scegliere, alla scoperta della rete integrata di conoscenze. Accompagnandoci tra le multiformi fondamenta della neurobiologia interpersonale, l'autore ci spiega come le conoscenze derivanti da questo nuovo approccio possano essere applicate, nella vita personale e in diversi ambiti professionali, per favorire lo sviluppo di una mente sana, di un cervello integrato e di relazioni empatiche.
La tecnologia, il mercato editoriale, la dialettica tra libertà di stampa e poteri economici e politici, il lavoro del giornalista nelle sue eccellenze e meschinità. La storia del giornalismo è tutto questo, ma è anche e soprattutto storia di uomini e donne che nell'arco del tempo, attraverso i loro articoli, fotografie, riprese televisive e più recentemente materiali digitali, hanno raccontato eventi epocali e fatti minimi, contribuendo a modellare abiti mentali e fantasia dei lettori, talvolta manipolandoli, talvolta portando alla luce notizie scomode e verità nascoste. Con ritmo appassionante, Oliviero Bergamini racconta l'evoluzione del giornalismo dagli albori dell'era dell'informazione nel Cinquecento sino alle ultimissime innovazioni digitali. Con particolare attenzione alla contemporaneità, la trattazione spazia tra Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, le nazioni dove il giornalismo ha avuto i suoi maggiori sviluppi, tocca la Russia e i paesi del socialismo reale, dove la libera informazione è stata più a lungo negata, ma si concentra soprattutto sull'Italia, dove il giornalismo è storicamente segnato da limiti e carenze strutturali, ma anche da eccellenze di livello europeo.
Come si può descrivere il senso dei testi e delle culture? La semiotica dagli anni Sessanta ai giorni nostri - ha elaborato degli strumenti per analizzare il senso, diventando così una scienza della significazione. Il libro di Stefano Traini presenta in modo articolato le teorie e gli strumenti messi a punto da quattro semiologi che, da prospettive diverse, hanno gettato le basi di questa disciplina: Roland Barthes, Umberto Eco, Algirdas Julien Greimas, Jurij M. Lotman. Alla base delle loro teorie c'è la linguistica strutturale della prima metà del Novecento (con Ferdinand de Saussure e Louis Hjelmslev), che viene presentata nella prima parte del libro, ma vi sono anche influenze, innesti e contaminazioni (con l'antropologia, con la narratologia, con la filosofia del linguaggio, con le scienze cognitive) che vengono via via descritte nel corso della trattazione.
Il management della comunicazione rappresenta un elemento fondamentale nel governo delle imprese, alla continua ricerca di consenso e di legittimazione nel loro contesto di riferimento. Questo libro affronta il tema del governo della comunicazione d'impresa sotto il profilo teorico, degli strumenti manageriali e delle tecniche operative, anche attraverso il sistematico ricorso a casi aziendali presentati dai diretti protagonisti. Dopo aver delineato il ruolo della comunicazione nella creazione e diffusione di valore, il testo analizza i fabbisogni comunicativi espressi nelle diverse aree della comunicazione: istituzionale, economico-finanziaria, di marketing e organizzativa. Successivamente vengono analizzati il brand management e il complesso di strumenti e mezzi del communication mix. Nell'ultima parte vengono esaminate le attività di ricerca, pianificazione, organizzazione e controllo per la comunicazione d'impresa.
La semiotica è considerata generalmente una disciplina complicata. La sua terminologia è fatta di neologismi apparentemente astrusi dietro i quali vi sono spesso concetti semplici, legati a operazioni comuni, quotidiane, come il costante impegno dell'essere umano a dare un senso a ciò che lo circonda. I suoi concetti principali, se spiegati con chiarezza, sono quindi tutt'altro che difficili. Il testo, ricchissimo di esempi concreti, nato dall'esperienza di insegnamento più che ventennale dell'autrice, ha lo scopo di introdurre agli assunti di base della semiotica, rimandando a successivi approfondimenti gli aspetti tecnici e filosofici più complessi della disciplina.
"Immagini della desocializzazione" completa il panorama storico del cinema americano nel Novecento analizzato dall'autore nel volume "La Hollywood classica". Se il cinema hollywoodiano conquistò il mondo affidandosi ad un'etica umanista e cristiana, nel corso del tempo questa caratteristica originaria si è persa. La tesi presentata in "Immagini della desocializzazione" è che a partire dagli anni Sessanta del secolo passato potenti spinte nichiliste e antiumaniste hanno attraversato il cinema americano. Hollywood, superato il "canone classico", è tornata a dominare l'universo della celluloide. Addirittura surclassando il cinema europeo non solo nella produzione commerciale, ma anche in quella d'autore. Abbiamo così opere non troppo distanti rispetto ai kolossal del passato (i blockbuster dal 1980 ad oggi lo dimostrano chiaramente) e opere radicali, formalmente eccellenti, espressione però di un'etica postmoderna che in maniera crescente sta trasformando la cultura americana. È il sintomo di un inarrestabile declino morale, così come è successo al cinema europeo dopo il 1968? Saranno gli anni futuri a rispondere a questa domanda.
Questo libro offre una nuova visione del mondo. La prospettiva che cambierà le nostre idee sulla società e ispirerà le nostre scelte quotidiane. Ci aiuterà a comprendere come il nostro corpo si protegge dalle malattie e le specie viventi si evolvono, come la libertà d'impresa crea prosperità e il genio si trasforma in innovazione. La chiave di tutto è l'antifragilità. Sappiamo che la nostra incapacità di comprendere a fondo i fenomeni umani e naturali ci espone al rischio degli eventi inaspettati. Ma l'incertezza non è solo una fonte di pericoli da cui difendersi: possiamo trarre vantaggio dalla volatilità e dal disordine, persino dagli errori, ed essere quindi antifragili. Medicina, alimentazione, architettura, tecnologia, informazione, politica, economia, gestione dei risparmi: sono solo alcuni dei campi di applicazione pratica in cui Nassim Nicholas Taleb ci accompagna, con l'ironia e la verve polemica che lo hanno reso celebre. Attingendo da uno sconfinato repertorio di episodi storici, fenomeni biologici e naturali, curiose esperienze personali, unendo la logica alla scettica saggezza degli antichi e allo spirito pratico dell'uomo della strada, Taleb è riuscito nel tentativo di creare una guida eclettica, scanzonata e iconoclasta per orientarsi in un mondo imprevedibile e dominato dal caos, il mondo del Cigno nero.
La storia del cinema europeo, dal neorealismo al Sessantotto, è anche la storia di una serie di problematiche legate alla vita e allo spirito. Il neorealismo rappresenta il primo squillo della rivoluzione estetica dalla quale nasce il cinema moderno. La «politica degli autori» a livello teorico, la successiva nouvelle vague e soprattutto il «nuovo cinema» d'autore affermatosi a livello planetario negli anni Sessanta, non rappresentano, come molti sostengono, solo una «forma» nuova. La «forma» naturalmente ha una rilevanza non trascurabile. Ma se oltre alle questioni meramente formali, ampliando il campo di osservazione, si evidenziano le tensioni etiche presenti nelle opere cinematografiche, ne viene fuori una storia molto più complessa, caratterizzata da una forte tensione filosofica, morale e spirituale. Il neorealismo è animato dal desiderio di guardare in faccia le tragedie umane, e il passo successivo compiuto dalla ricerca del cinema d'autore europeo orienta lo sguardo cinematografico verso la descrizione della libertà di autodeterminazione, tratto peculiare della modernità, le cui conseguenze sono intimamente connesse con le filosofie dell'esistenza proprie dell'età dell'eclissi del sacro. Alla conclusione dello straordinario decennio - gli anni Sessanta - di effervescenza, originalità, profondità e creatività incarnate dal cinema d'autore europeo, proprio nel ribollente crogiolo culturale del Sessantotto, alla disumanizzazione estetica finisce per legarsi una virulenta ideologia politica, anticristiana e impegnata a rappresentare la «privatizzazione esistenziale». Il cinema diventa militante, a stretto contatto con la realtà ribollente. La macchina da presa deve riprendere l'esistenza nella maniera più spontanea possibile, partecipando così al cambiamento, saldando tecnica e ideologia.
I social network rappresentano la più recente e rivoluzionaria metamorfosi della rete. Facebook, Youtube, Myspace, Flickr sono entrati nella quotidianità di milioni di cittadini così come, non molti anni fa è accaduto per email e quotidiani online. Forti delle potenzialità del web 2.0, le piazze virtuali hanno ben presto permeato il mondo professionale divenendone un alleato sempre più indispensabile. "Combook" è una guida pratica all'utilizzo di questo mondo. Offre istruzioni, analisi e suggerimenti all'uso degli strumenti e delle applicazioni più utilizzate da addetti stampa e professionisti dell'informazione e della comunicazione. Settori, questi ultimi, costantemente a confronto con le dinamiche, le relazioni e le opportunità che scaturiscono dall'affermazione prorompente dei social media. "Combook" propone anche un'analisi puntuale dello scenario sociale e del contesto tecnologico in cui è esploso il fenomeno dei social network e del loro impatto su modi, stili e tempi nell'uso della rete, per informarsi, per fare informazione e comunicazione. Le nuove tecnologie e la loro applicazione ai social media sono però in continua trasformazione. Per questo, profili Combook sono stati creati su Facebook, Twitter e Youtube. Per confrontarsi con i lettori e per pubblicare novità sui temi affrontati nel volume, "Combook" si propone anche come "Laboratorio social network" su Internet dove aggiornare le informazioni, scambiare esperienze e nuovi progetti. Prefazione di Sergio Rizzo.
Un omaggio al genio e alla creatività degli italiani, ma soprattutto un'occasione unica per ripercorrere un secolo e mezzo di campagne pubblicitarie create e diffuse nel nostro paese. Dal lontano 1863, quando il farmacista Attilio Manzoni ebbe l'idea di fondare la prima concessionaria italiana di spazi pubblicitari - A. Manzoni & C. -, fino agli esempi più recenti. Una storia, quella della pubblicità italiana, che s'intreccia inevitabilmente con l'evoluzione dei costumi, del gusto e delle correnti artistiche del momento e che Vanni Codeluppi ricostruisce in questo libro - da leggere e da sfogliare - attraverso oltre cento immagini interamente a colori.
Come alcune intuizioni classiche anticipano, fra senso del limite, libertà e legittimazione di comportamenti individuali e collettivi c'è un rapporto stringente. Ciò conduce a ritenere che il vero ostacolo alla realizzazione del mondo comune risiede nell'interdizione progressiva della cultura del limite dai contesti di vita. Nello scenario odierno la questione è di ampia portata e si presenta con forme contraddittorie. Processi di globalizzazione e tendenze tardomoderne da una parte vanno nella direzione dell'illimitato e dall'altra procedono a ristabilire quei confini che dichiarano di voler abbattere, attraverso canalizzazioni che alimentano vie di fuga, nuovi eccessi ma anche miopie verso il problema. In un'epoca che ha voluto circoscrivere la socialità in perimetri funzionali alla gestione della complessità sociale, l'umanità rischia infatti non solo lo smarrimento del senso del limite ma anche una deriva delle proprie capacità critiche. Partendo da queste considerazioni, il volume intende recuperare il significato sociologico del limite attraverso le interpretazioni che più esplicitamente lo hanno introdotto per cogliere gli aspetti più controversi della modernità e ancor più di alcune sue declinazioni. Può essere questa una strada per riconsegnare alla sociologia l'impiego di concetti e semantiche utili ad analizzare criticamente il mondo in cui viviamo.
L'autore, dopo un lavoro di ricerca cominciato nel 2008, rivede parte della teoria e della pratica delle relazioni pubbliche e passa in rassegna tutte le novità e gli strumenti introdotti dal web, dando ampio spazio ai nuovi media, compresi quelli "social" e tenendo conto anche delle novità che con la velocità tipica della Rete stanno arrivando alla ribalta. Il volume, che intreccia una lunga competenza teorica con una variegata esperienza internazionale sul campo, vuole essere un punto di riferimento per i professionisti del settore, ma anche per tutti i manager che sono ogni giorno alle prese con la promozione delle proprie aziende. Il libro si rivolge inoltre agli studenti di Scienze della comunicazione e ai lettori che vogliono conoscere il fondamentale e imprescindibile campo della comunicazione in riferimento all'impresa pubblica, privata, multinazionale e locale.