Il testo affronta il tema del lavoro minorile in modo critico rispetto alle posizioni di chi vorrebbe eliminare del tutto la possibiltà di svolgere un'attività economica da parte di un ragazzo. La questione viene affrontata da diverse prospettive: normativo-legislativa, storica, psicologica, teorica, metodologica e delle politiche di intervento. L'ipotesi di fondo che muove il volume è che non tutte le esperienze lavorative siano da eliminare. Se lo sfruttamento e le occupazioni pericolose o dannose vanno combattute, tuttavia esistono forme di attività economiche che possono essere ritenute accettabili e che possono costituire per i ragazzi un'occasione di apprendimento e crescita, in termini di conquista di maggiore autonomia, senso di autostima, socializzazione economica. Da questo punto di vista, il lavoro degli adolescenti non va interpretato come un fenomeno patologico, che riguarda principalmente soggetti in situazione di disagio sociale o povertà, ma, al contrario, va visto come un'esperienza possibile (anche se non necessaria) per gli adolescenti di tutte le fasce sociali ed economiche, proprio per gli aspetti positivi che tale esperienza può offrire.
A cosa serve la comunicazione organizzativa? È fondamentale per l'organizzazione? Che cosa comunica? Come l'hanno cambiata le innovazioni tecnologiche? Si può essere contro la comunicazione organizzativa? Nel rispondere a questi interrogativi, il testo illustra con ricerche empiriche, film e romanzi come non si possa lavorare senza comunicare e invita a una comprensione critica dei suoi innumerevoli volti.
La collaborazione è una qualità innata dell'uomo, che fin da neonato è in grado di cooperare con la madre. La collaborazione è essenzialmente un'arte, un'abilità sociale, e richiede un suo rituale, che va dal semplice dire grazie alle più sofisticate forme di diplomazia. È necessaria per operare con persone che non ci somigliano, non conosciamo, magari non ci piacciono e possono avere interessi in conflitto con i nostri. È quindi un'abilità fondamentale per affrontare la più urgente delle sfide dell'oggi, ossia vivere con gente differente nel mondo globalizzato. Nonostante ciò è poco considerata nella società occidentale che le preferisce il modello della competizione individualistica o quello della chiusura di tipo tribale. Richard Sennett discute del perché ciò accada e che cosa si possa fare per porvi rimedio, visto che per prosperare le società hanno bisogno di quello scambio da cui si può trarre beneficio reciproco e mutuo soccorso. In un'indagine di ampio respiro, insieme antropologica, sociologica, storica e politica, mostra che cosa si intenda per collaborazione, spaziando dalle gilde medioevali al social networking; quali fattori ne abbiano determinato la crisi, nell'educazione e sul lavoro, con le conseguenti ricadute sul piano psicologico; in che modo la si possa ristabilire, a partire dalla pratica, dall'abilità di fare e riparare le cose, e dalle motivazioni che spingono l'uomo a cooperare con i propri simili, traendone soddisfazione e piacere.
"Suggerimenti e suggestioni rispetto al modo in cui si può presentare la filosofia a persone da 0 a 150 anni e oltre, che non la conoscono, che la conoscono per luoghi comuni, che la odiano per colpa di qualche professore o di qualche 'autore'". Così recitava, tra il serio e il faceto, il primo sottotitolo di quest'opera, che in un primo momento voleva essere un semplice vademecum per invogliare docenti di scuola alla pratica filosofica con bambine e bambini. Negli anni, il fiorire e il consolidarsi di questa pratica ha arricchito di esperienze, esempi e riflessioni teoriche e suggestioni pratiche questo libro, dove si parla di filosofia, ma filosofia intesa come pratica, "cantiere" e non "tempio", ricerca continua, per e a tutte le età, di quel sapere che, come dice lo stesso dizionario, "porti un effettivo vantaggio all'uomo". In questa investigazione, che ha come coordinate forti la relazione (dunque la comunicazione) e il grande rispetto per tutto ciò che concerne l'umano, si attraversano scuole, università e luoghi "altri", come quelli della riflessione personale e dei rapporti umani, fino a quello più compiuto di tutti, l'amicizia.
Questo manuale nasce nel territorio ed è pensato per il territorio. La necessità di garantire agli utenti dei Servizi di Salute Mentale i migliori trattamenti possibili in termini di appropriatezza e di rigore metodologico è il denominatore comune dell'opera. Alla stesura dei capitoli hanno partecipato con contributi originali ed esaustivi prestigiosi specialisti nella psichiatria di comunità italiani e stranieri. Si parte dalla definizione di territorio e si individuano, in un percorso ideale, le varie tappe per costruire un'assistenza e un'organizzazione dei servizi centrati sulla persona. Questo approccio non trascura in nessuna delle sezioni del manuale l'accurata ricerca di fonti scientifiche accreditate. Con una modalità, forse insolita per un manuale di psichiatria, ma fortemente voluta dagli autori, il filo che unisce i vari capitoli non è quello tradizionale della descrizione clinica e della terapia dei singoli disturbi psichiatrici, bensì quello di un'analisi approfondita delle questioni vive e reali che impegnano quotidianamente gli operatori della salute mentale. Sono quindi esaminati gli aspetti organizzativi e di politica sanitaria che talvolta "assediano" i servizi. Una particolare attenzione è stata rivolta ai trattamenti integrati territoriali e alle singole tecniche che li compongono (psicofarmacologia, psicoeducazione, cognitive remediation, psicoterapia dei pazienti gravi) fornendo basi teoriche e modelli applicativi.
L'Assessment ha ormai quasi cento anni di storia. Dalle sue prime applicazioni nel '26 nella selezione in ambito militare, al suo impiego nella valutazione del potenziale nell'industria, fino ai più recenti utilizzi nella formazione/sviluppo, la sua forma e le sue tecniche hanno subìto notevoli mutamenti. Tale evoluzione di contenuti ed impieghi, che lo vedono oggi sempre più spesso caratterizzarsi quale Development Center, si è accompagnata con un proliferare di ricerche scientifiche volte ad attestare la validità dei sui metodi. Questo libro nasce dall'esigenza di fare il punto di tali studi con la finalità di comprendere quali tecniche possono considerarsi attendibili e quali pratiche debbono essere privilegiate tra le altre. Alla presentazione di tali ricerche, segue nel volume, la sintesi che allo stato attuale risulta possibile delineare di ciascuno strumento o prassi impiegata, con l'indicazione finale del metodo che, sulla base delle evidenze scientifiche, è possibile delineare come più efficace e scevro da errori. I temi che il libro affronta sono molteplici estendendosi dalla progettazione dell'architettura dell'Assessment e del Development, alla definizione degli strumenti che concretamente possono essere utilizzati nelle sessioni valutativo/formative.
Un testo innovativo per chi vuole essere davvero un manager positivo e uno strumento fondamentale per formatori e consulenti.
Manager e dirigenti sono spesso considerati dai dipendenti una delle più significative cause di stress. Fondamentale è dunque il loro ruolo nel prevenire, gestire e ridurre lo stress al lavoro.
Come si diventa manager positivi? Imparando a controllare le proprie emozioni, mantenendo una propria integrità morale, assumendo un atteggiamento proattivo ed empatico, coinvolgendo il proprio team, gestendo i conflitti.
Questo volume propone una metodologia innovativa per diventare manager positivi in ogni relazione con i membri del proprio team. Offre la chiave per potenziare sia le skill fondamentali che il manager deve possedere per prevenire l'insorgere dello stress tra i propri dipendenti, sia i comportamenti che possono risultare vincenti per promuovere un ambiente di lavoro sereno e produttivo. Per ciascun comportamento vengono proposti esempi concreti di atteggiamenti sia positivi che negativi e vengono riportati esercizi e case studies che possono essere utilizzati nella formazione, nel coaching e nella consulenza.
"I tre autori - tutti affermati psicologi del lavoro - attingendo alla loro esperienza professionale ed integrandola con la ricerca e la teoria hanno dato vita ad un eccellente 'how to'. Arriverei a dire che questo è un volume indispensabile per tutti coloro che, per il ruolo strategico che rivestono, desiderano proteggere e supportare la loro organizzazione" ( People Management, Luglio 2011).
Le tecnologie digitali sono state, nel corso degli anni, accusate di danneggiare i rapporti sociali, fino a condurre gli individui all'isolamento, o entusiasticamente esaltate come infallibile strumento di democrazia e di coesione sociale. "Networked" propone una lettura finalmente libera da accentuazioni utopiche e distopiche, attenta solo a "ciò che le persone fanno con le tecnologie". Gli autori illustrano la tripla rivoluzione (la diffusione dei network sociali, di internet e del mobile) attraverso un solido apparato teorico e un'ampia evidenza empirica, in larga parte basata sulle ricerche del Pew Internet and American Life Project.
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<tr><th colspan=2>Database Error</th></tr>
<tr><td align="right" valign="top">Message:</td><td><b>WARNING:</b> No link_id found. Likely not be connected to database.<br />Could not connect to server: <b>5.135.208.142</b>.</td></tr>
<tr><td align="right">Date:</td><td>Monday, May 2, 2022 at 7:08:21 PM</td></tr>
<tr><td align="right">Script:</td><td><a href="/demo/obtain_abstract.php?codice=978883401635">/demo/obtain_abstract.php?codice=978883401635</a></td></tr> </table>
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<tr><th colspan=2>Database Error</th></tr>
<tr><td align="right" valign="top">Message:</td><td><b>WARNING:</b> No link_id found. Likely not be connected to database.<br />Could not open database: <b>libreriacoletti</b>.</td></tr>
<tr><td align="right">Date:</td><td>Monday, May 2, 2022 at 7:08:21 PM</td></tr>
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A livello internazionale, l'atteggiamento è unanime: non possono lavorare i soggetti che non abbiano ancora raggiunto almeno i 14 anni, come stabilito dalla Convenzione ILO n.138. Non esiste però un accordo per quanto riguarda il lavoro degli adolescenti. Nei paesi ad economia avanzata prevale un approccio di tipo abolizionista, secondo cui gli unici lavori ammessi per un adolescente dovrebbero essere quelli leggeri, non retribuiti, come la partecipazione nelle faccende domestiche o nelle attività economiche della famiglia; viceversa, il lavoro svolto nel mercato del lavoro è considerato un'attività da limitare o addirittura da bandire. Tuttavia un approccio drasticamente abolizionista rischierebbe di eliminare la possibilità per un adolescente di svolgere un'attività formativa, di vivere un'occasione di socializzazione economica, di acquisire maggiore autonomia. Viceversa, l'adozione di un approccio possibilista dovrebbe prevedere le condizioni e i criteri per definire con una chiarezza la soglia di accettabilità dei lavori consentiti per legge ad un adolescente. Questo testo intende offrire un contributo in questa direzione, presentando appunto un gruppo di ricerche sulla socializzazione al lavoro e degli adolescenti.
Da sempre il cinema è stato lo strumento attraverso cui la società ha messo in scena se stessa, ha analizzato le problematiche, le paure e le speranze che l'attraversano. Già nel Novecento e ancora di più nella nostra postmoderna contemporaneità, la grande problematica che riguarda la società è il nostro rapporto con la tecnologia, una tecnologia sempre più sviluppata e invasiva. Il genere della fantascienza cinematografica è per sua natura un genere tecnologico: primo, perché utilizza effetti speciali sempre più sofisticati; secondo, perché racconta storie riguardanti un futuro sempre più iper-tecnologizzato, in cui l'uomo sembra perdere la sua centralità. Il libro analizza, dunque, i film di fantascienza contemporanei, pellicole di grande successo al botteghino, come degli specchi attraverso cui analizzare e comprendere la nostra contemporaneità dominata dal paradigma tecnologico e che deve affrontare sempre nuovi problemi.
Questo volume presenta alcune ricerche esemplari che hanno scandito il percorso della psicologia sociale moderna, ponendosi come pietre miliari della disciplina e inaugurando filoni di studio tuttora aperti. Si tratta di contributi concettuali e di ricerca che hanno permesso di affrontare e di interpretare, in una prospettiva genuinamente socio-psicologica, alcuni dei problemi più sentiti della società contemporanea.