
Il fenomeno del pluralismo culturale e religioso sfida le società tradizionali a realizzare il passaggio da forme di società multiculturali a forme interculturali, all'interno delle quali le identità culturali, etniche, religiose, sociali non entrino in conflitto, ma possano costituire lo sfondo a partire dal quale si possono organizzare profili di società e istituzioni democratiche comunicative, partecipative e solidali, in grado di garantire la convivialità delle differenze. Ciò rende particolarmente significativa la presenza delle religioni nelle società attuali, che rivendicano maggiore visibilità, riconoscimento ed efficacia pragmatica del loro messaggio. Non a caso il dibattito degli ultimi anni si è concentrato sul rapporto tra le religioni e le istituzioni democratiche, specialmente in ordine alla definizione di un «incontro» tra i contenuti e il linguaggio delle religioni e quelli delle ragioni pubbliche, al fine di realizzare e praticare la coesistenza plurale delle persone. Il presente lavoro affronta la questione dello statuto etico della traduzione cognitiva delle credenze che deve essere in grado di facilitare il dialogo tra credenti e non all'interno della sfera pubblica. Affinché tale dialogo possa concretarsi si impone la necessità di trovare nel "lògos" filosofico il medium della traduzione, il quale, incaricandosi di comprendere i differenti discorsi ("lógoi") degli altri, si connota come uso «pubblico della ragione» in grado di fornire «la ragione delle ragioni» dello stare insieme sociale, politico e religioso e di determinare l'ordine degli incontri tra gli umani, pur nel rispetto, accoglienza e valorizzazione delle reciproche differenze.
Il campo della psicoterapia è caratterizzato da una pluralità di proposte teoriche e metodologiche che si concretizza nell'esistenza di molteplici indirizzi psicoterapeutici. In questo libro, otto esponenti italiani di altrettanti indirizzi psicoterapeutici (psicoanalitico, cognitivo-comportamentale, cognitivo-costruttivista, sistemico-relazionale, analitico transazionale, centrato sul cliente, gestaltico, corporeo-funzionale) espongono il proprio modello clinico utilizzando una griglia comune, proposta loro dal curatore, che rende ogni contributo direttamente confrontabile con gli altri.
La produzione giornalistica cresce perché aumentano le esigenze di visibilità di fonti e attori sociali. Il mercato dei media giornalistici s'articola con prodotti in grado di rispondere alle richieste specifiche di un pubblico sempre più differenziato. Si diversificano linguaggi, formati, generi, temi coperti. L'ampliamento del campo giornalistico obbliga ad una consistente revisione dei processi produttivi, delle logiche di posizionamento, dei criteri di notiziabilità. Il volume analizza tali cambiamenti esplorando varie zone del campo giornalistico: la stampa quotidiana, l'informazione televisiva, i periodici maschili, i blog, la free press, l'informazione locale e le forme di consumo veloce e apparentemente distratto dei giovani.
Di fronte alla fibrillante attualità politica, la storia costituzionale offre una prospettiva per la comprensione e la ricostruzione sintetica, in quanto invita ad andare alla radice dei meccanismi di regolazione e governabilità delle democrazie. Nell'arco di un sessantennio - dal referendum che sceglie la Repubblica e dall'elezione dell'Assemblea costituente, fino al referendum costituzionale del 2006 - si sviluppano tre stagioni di politiche costituzionali: l'elaborazione, l'attuazione, le riforme della Costituzione italiana. Non si tratta di un percorso in linea retta. In questi decenni il processo di sviluppo del Paese e della democrazia si è accompagnato ad una grande flessibilità e complessità delle risposte istituzionali e di governo e ad elementi strutturali di disfunzione. Il sistema itaLiano si è modificato più volte e si trova oggi a misurarsi con processi di trasformazione dello Stato che trascendono il quadro nazionale, intrecciandosi in particolare con la faticosa ricerca di una originale "costituzione" europea.
La comunicazione e la vita quotidiana: due territori centrali nella moderna riflessione delLe scienze umane, il cui profondo nesso viene indagato dal volume, che intende offrire una ricognizione teorica dei più importanti studi e ricerche compiuti nell'ambito della sociologia delLa comunicazione a questo riguardo. Partendo da un approfondimento del concetto di "vita quotidiana", nella duplice ottica di scenario teorico di riferimento e di specifico obiettivo dell'indagine sociologica, vengono elaborate alcune linee interpretative, in grado di esplicitarne i legami con l'idea di comunicazione, in una prospettiva transdisciplinare. Le scienze della comunicazione, del resto, da sempre si sono orientate allo studio del loro oggetto elettivo da differenti punti di vista, che, nel libro, sono affrontati seguendo un approccio "ecologico", il quale si concretizza in quattro concezioni principali. Le dimensioni che definiscono la comunicazione come tecnica, relazione, cultura e habitus offrono, in questo senso, lo spunto teorico per un'analisi e un approfondimento suLla storia e l'evoluzione dei media studies.
Il volume affronta il periodo più controverso della TV in Italia, quello che ha visto l'affermazione della televisione commerciale, la confusa sovrapposizione tra politica e televisione, la coabitazione Rai-Fininvest, l'arrivo della pay tv e del digitale. La vicenda complessiva della "neotelevisione" italiana è indagata nei suoi dati strutturali e nel rapporto con la società, il costume, il carattere degli italiani.
A partire dagli anni Cinquanta del Novecento la Sicilia di Danilo Dolci è stata al centro di una rete di impegno civile dalle dimensioni internazionali. Giunto nelle "zone del banditismo" non ancora trentenne, Danilo Dolci vi declinò la sua proposta politica e pedagogica, attraverso alterne stagioni, per quasi tutto il primo cinquantennio dell'Italia repubblicana. Attorno a lui si ritrovarono presto spezzoni di culture politiche che scontavano la propria irriducibilità alle asprezze del bipolarismo; l'attrattiva esercitata dalla sua originale figura di intellettuale impegnato contribuì ad orientare percorsi di impegno culturale, sociale e religioso che difficilmente si sarebbero incrociati altrove. Le ragioni di un così ampio coinvolgimento sono individuabili già nella prima fase della sua esperienza, e risiedono in buona parte nel modo in cui essa si pose in sintonia con le aspettative che tanti nutrivano guardando al farsi dell'Italia democratica a partire dai suoi luoghi estremi.
Lo sviluppo travolgente del web e dei social media sta sconvolgendo molte certezze acquisite in tema di fenomeni mediali e logiche di marketing. La velocità di cambiamento è tale da lasciare indietro non solo molti manager aziendali ma anche molti analisti. In questo quadro, mentre gran parte dell'attenzione è rivolta alla novità che i social media rappresentano dal punto di vista tecnico, tende a essere trascurata un'area tematica non meno rilevante al fine di creare comunicazioni online di successo: quella dei contenuti.
Il libro interviene precisamente su questo terreno, concentrandosi su una dimensione della comunicazione di marca che è il filo rosso dell'argomentazione: lo storytelling, o meglio, tenuto conto del contesto, il web storytelling. In altre parole, l'arte e la pratica di sviluppare contenuti per la comunicazione di marca sulla rete che abbiano profondità simbolica, valore narrativo e capacità di appellarsi all'immaginario del pubblico.
L'assunto di base è che nel nuovo mondo dei social media, caratterizzato da libertà di scelta, dialogo e partecipazione, le storie conservino tutto il loro potere e lo storytelling di marca abbia nuove opportunità di ispirare i consumatori. Le aziende tuttavia devono reinterpretare profondamente il loro ruolo. L'epoca in cui storie di marca precostituite e di carattere invasivo potevano spingere in modo soddisfacente le vendite si sta esaurendo. Gli utenti del web sono sempre meno interessati a racconti unidirezionali e vogliono essere coinvolti in forme nuove di "condivisione narrativa".
Il passaggio ai social media, in breve, costituisce un vero salto di paradigma che impone nuovi modi di pensare. In tale prospettiva, dopo aver presentato un quadro dei mutamenti in atto, alcune riflessioni teoriche e un'ampia serie di case histories, l'autore offre una serie di principi e regole pragmatiche che possono risultare assai preziose per impostare correttamente lo storytelling di marca sulle nuove piattaforme online.
Dopo più di dieci anni dalla sua prima edizione, il volume appare ora in una veste rinnovata anche nel titolo per presentare una nuova serie di buone pratiche che testimoniano il cammino fatto, e quello ancora da fare, dalla Scuola italiana nella direzione di una didattica inclusiva. Oggi sappiamo che per fare una buona scuola non basta fare una buona integrazione: bisogna valorizzare le infinite varietà della diversità umana (dalle disabilità alle eccellenze, dalle differenze di stile e di apprendimento a quelle di genere, culturali e sociali) e tendere a un'idea di giustizia come equità, personalizzando strumenti e strategie e distribuendo le risorse secondo i bisogni di ciascuno. Queste nuove 20 buone prassi, realizzate nella scuola dell'infanzia, primaria e secondaria, costituiscono una documentazione preziosa e fruibile in qualsiasi contesto: dagli effetti della recente normativa sui BES e i DSA nella didattica alle metodologie di apprendimento, vengono forniti spunti e indicazioni per gestire ogni aspetto della complessità scolastica e compiere il definitivo passo che porterà, dalle (e grazie alle) conquiste dell'integrazione alla piena realizzazione dell'inclusione.