Le conseguenze generate dalla crisi economica e finanziaria che ha avuto origine nel 2008 hanno messo a nudo l'immagine di un'umanità ferita. Le tante disuguaglianze sociali che portano ad escludere larga parte della popolazione mondiale dal godimento di un qualche benessere confermano che questo è un mondo malato, che ha bisogno di cure e di regole per evitare di cadere in un baratro ancora più profondo nel futuro, magari dopo aver faticato enormemente per risalire la china. Il volume, dopo una presentazione delle previsioni sulla realtà contemporanea proposte dai sociologi classici ed un'analisi sintetica della visione offerta da quelli contemporanei, indica una strada possibile per contenere la vulnerabilità diffusa che attanaglia la nostra società, umanizzando la globalizzazione e gettando le basi perché un accentuato individualismo non la conduca alla deriva dell'"indecenza" permanente.
Il volume presenta la parte maggiore e più significativa dei Canti di Leopardi, ognuno corredato, oltre che di note esplicative, di una scheda descrittiva e interpretativa anche molto ampia. In questa non mancano mai da un lato un'analisi degli aspetti stilistici del testo (metrica, retorica, scelte lessicali), dall'altro l'indicazione di quanto connette il testo singolo alla totalità dell'opera leopardiana. Ma scopo finale di queste schede è sempre quello di suggerire il significato, e non solo la fulminante bellezza, delle poesie del più grande lirico italiano.
I numerosi cambiamenti interni al modello familiare e il dialogo con altri approcci, come la teoria dell'attaccamento, la psicoanalisi relazionale e la teoria dell'intersoggettività, possono contribuire a facilitare il compito dello psicoterapeuta familiare che deve affrontare sempre più spesso molteplici contesti di intervento, da articolare in uno stesso percorso terapeutico (individuale, di coppia, familiare). La prospettiva originale di questo contributo sta nell'attenzione rivolta alla costruzione di un assetto mentale dello psicoterapeuta che, coerentemente, lo guidi ad utilizzare l'ottica sistemico- relazionale per orientarsi, attraverso la sua storia-modello, nella scelta del setting più appropriato e nella modulazione del processo terapeutico. In questa cornice gli autori offrono nuovi strumenti che traducono operativamente le recenti acquisizioni sulla qualità della trasmissione generazionale e sulla dinamica tra famiglia rappresentata e famiglia reale. Il volume è rivolto agli allievi in formazione, agli psicologi clinici e agli psicoterapeuti interessati all'ottica sistemico-relazionale per promuovere un dialogo e una collaborazione, al di là dei modelli di appartenenza, e per riaffermare, al di là di un apprendimento tecnico, la centralità di un uso consapevole, flessibile e coerente del proprio Sé, come strumento indispensabile ad un ascolto maturo, empatico, rispettoso e alla costruzione di una relazione di dipendenza evolutiva.
Una presentazione della sociologia destinata a quanti ne affrontano lo studio per la prima volta: l'autore espone in modo chiaro ed efficace i problemi tipici, gli approcci fondamentali e le basi concettuali della disciplina, così come le acquisizioni della ricerca empirica. In questa nuova edizione il volume è stato accuratamente riveduto e aggiornato, grazie soprattutto ai box di approfondimento, che allargano lo sguardo sia su alcune pagine esemplari della letteratura sociologica classica e contemporanea, sia sugli sviluppi recenti della disciplina.
La storia del giornalismo è la storia di una professione: la storia di uomini e donne che hanno dato vita a un nuovo mestiere, lo hanno reso autonomo da altre figure lavorative, lo hanno fatto crescere in complessità e potere sociale. Da molto tempo gli effetti di questo processo plurisecolare sono davanti agli occhi di tutti: il potere incarnato dal sistema dell'informazione è oggetto di una costante discussione civile che lo esalta o lo demonizza a seconda delle circostanze. Il panorama tracciato da Gozzini restituisce l'identità complessa e plurale della stampa che è, nello stesso tempo, libertà e diritto, industria culturale e monopolio privato, tecnologia complessa e strumento per creare consenso. Le vicende dei diversi giornalismi nazionali dalle prime gazzette degli imperatori cinesi a Internet - vengono raffrontate tra loro per mettere in evidenza analogie e differenze, ritardi e anticipazioni, modelli e imitazioni. Questa nuova edizione è arricchita dal quadro delle più recenti trasformazioni del mondo della notizia, tra la crisi della carta stampata e le rivoluzionarie modalità di informazione condivisa del web 2.0, che hanno portato alla nascita di nuove prospettive e professionalità.
Ha scritto il premio Nobel per l'economia Stiglitz: "ogni esperienza storica di crescita economica persistente, perlomeno, a partire dalla Rivoluzione industriale inglese, trova condizioni necessarie in un ricco complesso di istituzioni complementari, norme comportamentali condivise e politiche pubbliche". Per questo motivo, è necessario assumere una prospettiva teorica e un approccio operativo di tipo integrato, in grado di agire in modo contestuale e coerente su più livelli e su diversi frangenti: contrariamente a una diffusa vulgata, l'azione a favore dello sviluppo non tollera politiche pubbliche né isolate né parziali. In questa prospettiva, l'assenza di una adeguata e pertinente riforma burocratica rende difficile anche solo immaginare l'effettivo sviluppo di politiche di sostegno all'impresa e al lavoro.
Il lavoro mette in evidenza i motivi scatenanti, gli episodi, gli aspetti di circolarità, il livello di consapevolezza. I dati di cui si dispone suggeriscono che il 4-6 per cento della popolazione anziana subisca forme di maltrattamento all'interno della propria abitazione, e che nella maggior parte dei casi le persone maltrattanti siano membri della famiglia. Nel testo sono presentati i risultati di una ricerca che ha indagato la presenza e le caratteristiche di forme di maltrattamento psicologico nell'ambito della relazione di cura dell'anziano in famiglia. L'ampiezza e la complessità delle storie raccolte evidenziano da un lato gli sforzi compiuti dalle famiglie per conservare la relazione, dall'altro i bisogni di aiuto non sempre soddisfatti dai servizi esistenti. Il fine ultimo di questo lavoro va individuato nella prospettiva di attuazione di possibili strategie, a partire da quelle di sensibilizzazione a livello culturale, di orientamento per le politiche sociali, sino alla realizzazione di interventi preventivi e di presa in carico del sistema familiare curante nell'ambito dei servizi pubblici, del privato sociale e del volontariato. Il testo è uno strumento di lavoro utile agli studiosi dell'ambito gerontologico, agli amministratori e ai decisori delle politiche sociali e di quelle per le famiglie in particolare, ai responsabili e agli operatori dei servizi socio-sanitari e assistenziali.
Oggetto di studio della semiotica è il testo, sia esso un racconto o un quadro, una fotografia o uno spot, un centro commerciale, un'intera città, ma anche una conversazione fra amici o una pratica rituale. Preoccupandosi di rintracciare le forme mediante cui le culture umane si dotano di un senso umano e sociale, la semiotica descrive testi, analizzandone i modi di funzionamento, le strategie di costituzione e di dissoluzione, le stratificazioni, le trasformazioni, le procedure di traduzione in testi ulteriori. Così facendo, essa si propone come uno sguardo critico nei confronti della società e della cultura, come analisi, interpretazione e vantazione di tutto ciò che ci circonda. Gianfranco Marrone introduce ai principali modelli d'analisi semiotica dei testi, mostrando con semplicità e chiarezza il loro uso con una serie di esempi a vasto raggio.
Il libro presenta un'essenziale esposizione dei problemi fondamentali riguardanti la grammatica comparata e la storia delle lingue indeuropee. Nella seconda parte vengono presentati testi, con ampio commento, delle lingue indeuropee antiche. Il volume è destinato alla didattica universitaria, ma risulta utile anche per l'autodidatta che vuole avere un'informazione sintetica, ma completa della disciplina.
Che rapporto c'è tra il clima e la storia degli uomini? Sulla base di dati scientifici e di documenti storici, Pascal Acot ricostruisce la lunga storia del clima, a partire dal crepuscolo polare di due miliardi di anni fa, e mostra come essa sia inestricabilmente connessa con quella degli esseri umani, da quando hanno cominciato ad abitare la Terra. Il percorso all'indietro nel tempo contribuisce a chiarire alcuni passaggi storici controversi della storia delle società umane, dal declino dell'impero romano alle carestie in età medievale, dalla fine della Fronda alle disfatte militari attribuite in Russia al Generale Inverno. E tuttavia l'autore invita alla più grande prudenza: nulla, per esempio, autorizza a dire che la Rivoluzione francese è legata alla piccola glaciazione, anche se quest'ultima ha certo svolto un ruolo rilevante nella storia economica e sociale della Francia di età moderna. Come che sia, l'umanità è fin qui sempre riuscita ad avere ragione dei vincoli che le erano imposti dal contesto ambientale. Nella fase più recente, però, è intervenuta una vera e propria rivoluzione: mai, prima dell'era industriale, l'uomo aveva potuto influire direttamente sul clima. Gli scienziati sono ormai concordi nell'affermare che il riscaldamento del pianeta connesso con le attività umane rende assai più gravi le attuali irregolarità. E tuttavia non si può pensare di cambiare il rapporto tra l'umanità e la biosfera senza cambiare i termini delle relazioni che gli uomini intrattengono tra loro.
Lazzaro, l'amico di Gesù, è malato. Marta e Maria, le sorelle, lo mandano a dire a Gesù. "Signore, ecco, il tuo amico è malato". Udendo quelle parole, Gesù dice: "Questa malattia non è per la mor-te, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato" (Giovanni 11,4). Lazzaro però morì, dunque la sua malattia era mortale. Eppure quella malattia non fu per la morte, non fece il gioco della morte, perché divenne fonte di fede. Se quella malattia non è per la morte, c'è nella nostra epoca una malattia che sia per la morte? C'è, risponde Kierkegaard, ed è la disperazione. La disperazione è il peccato dell'uomo contro il mondo, contro gli altri, contro Dio. E la malattia dello spirito, del sé, la malattia che fa desiderare la morte pur tenendo sempre in vita, pur condannando sempre alla vita. Per questo la disperazione è per la morte, è a servizio della morte senza essere mortale, fa vivere la morte senza concedere la morte. La malattia per la morte, pubblicata nel 1849, è una fenomenologia della disperazione, e descrive una parabola che va dalla disperazione che non sa di essere tale alla disperazione che sa se stessa e sfida il mondo e Dio. È il capolavoro di Kierkegaard, in cui i fili della sua riflessione psicologica, teologica e filosofica trovano la più alta e compiuta formulazione.