Charles Baudelaire, tra i poeti oggi più amati e letti, ha rinnovato con grande originalità i canoni tradizionali della poesia e della prosa gettando le basi della letteratura moderna. I suoi versi – come disse Valéry – sono un mélange di solennità, di calore e di amarezza, di eternità e di intimità, una combinazione di carne e spirito, un’alleanza rarissima della volontà e dell’armonia.Minato fin dall’infanzia dalle contraddizioni più laceranti – l’orrore e l’estasi della vita, il sentimento di un destino d’irrimediabile solitudine e l’amore vivissimo del piacere –, Baudelaire s’inebria e si disgusta nella onnipresente alternativa tra il Bene e il Male, tra voluttà animalesca e disincarnazione. Su tale dilemma, su tale tremenda ambiguità costruisce la sua straordinaria scrittura, passando continuamente dal quotidiano all’universale, dalla pienezza della gioia alla miseria, al nulla. In questo volume sono state raccolte tutte le sue opere “creative”, con testo francese a fronte: I Fiori del Male e tutte le poesie, i poemetti in prosa de Lo Spleen di Parigi, la novella La Fanfarlo, i Paradisi artificiali e gli Scritti intimi.
Un giornalista è scomparso.
Un mistero sepolto da secoli sta per tornare in vita.
Distruggendo l’Islam e il mondo.
Dove sono finiti i soldi? È l’ultima domanda che si è fatto Ned Rush, subito prima di scomparire. Quando l’amico Charles si getta sulle sue tracce sa solo che il giornalista americano stava indagando sulle immense somme spese per la mai avvenuta “ricostruzione dell’Iraq”. Quello che ignora è che Ned è incappato in un segreto che ha già fatto molte vittime: l’operazione Powerball, un complotto che tra pochi giorni costerà all’America un presidente e al resto del pianeta una guerra mondiale. Per questo, a Washington, il capo della sicurezza della Casa Bianca sta lottando contro il tempo per salvare le vite di Charles e Ned – e la propria. E per questo, nelle strade di Baghdad, i mercenari della potente compagnia di sicurezza privata Total Force hanno scatenato contro i due amici una caccia senza quartiere. Insieme al fedele interprete Hikmat e alla dolce Leyla, Charles dovrà scendere nella città sotterranea di Najaf, penetrare nel cuore della Green Zone di Baghdad, raggiungere le vie dei contrabbandieri sul confine siriano e prendere una decisione che potrebbe cambiare la storia del mondo musulmano: rivelare o no il contenuto della lettera perduta di Kerbala, il più pericoloso segreto dell’Islam?
Da un reporter di prima linea, un’avventura mozzafiato che ci conduce nel cuore di un Iraq devastato e affascinante, dominato dalla sete di denaro e di sangue. Il mistero della morte del profeta Hussein e i complotti dell’estrema destra americana, le lotte di potere delle tribù del deserto e gli intrighi dello spionaggio internazionale si intrecciano in una straordinaria opera prima, capace di muoversi ai confini tra l’invenzione narrativa e la conoscenza diretta di uno scenario politico pericolosamente reale.
Tom Boyd è uno scrittore di grande successo, famoso, affascinante: la sua è un'esistenza da favola. Ma la vita ha preso una piega molto amara, e lui sta scendendo lungo una china pericolosa: Aurore, la sua fidanzata bella e altrettanto famosa, l'ha mollato da un momento all'altro e - come se non bastasse - il suo agente è scappato lasciandolo senza un soldo. Tom si sente così solo da non riuscire più a concentrarsi sul suo lavoro, e tutto pare crollargli addosso. È in trappola, una trappola che rischia di distruggerlo. Finché una notte, durante un furioso temporale, pensa di avere un'allucinazione: sulla terrazza, sotto la pioggia torrenziale, compare una ragazza bellissima e confusa. Gli dice di essere la protagonista del suo romanzo, caduta nel mondo reale da una frase che lui ha lasciato in sospeso. Se ora Tom non riprenderà a scrivere, lei morirà. Assurdo, eppure... Eppure, Tom le crede. Perché è già follemente innamorato di lei. Insieme, Billie e Tom affronteranno un'avventura straordinaria, in cui nulla è ciò che sembra. E scopriranno che la vita, a volte, può essere un gioco pericoloso...
Spesso i segreti di famiglia sono il prezzo da pagare per la rispettabilità. E più la famiglia è rispettabile, più inconfessabili sono i segreti. Come scopre sulla sua pelle un giovane professore di lettere francese il giorno in cui, in gita scolastica a Buchenwald, vede in una foto un prigioniero che assomiglia come una goccia d’acqua a suo padre. Ma nessuno nella famiglia Fabre, borghese fino al midollo, ha mai conosciuto i campi di sterminio. Spinto dalla curiosità, e dalle risposte evasive del padre, l’uomo inizia a indagare.
Quella che emerge poco alla volta è la storia di due famiglie nella Francia degli anni Trenta, i ricchi Fabre e i Wagner, ebrei di umili origini. È la storia di David Wagner, affascinante e ambizioso, e della bellissima Virginie, moglie di Marcel Fabre. È la storia di un amore proibito, di un fuoco che una volta acceso non può far altro che bruciare, incurante di ben altri fuochi, che dalla Germania si estendono ovunque.
Mentre procede nella ricerca, il giovane professore avverte che dietro la compostezza senza eccessi della sua famiglia si celano sentimenti torbidi, come un fiume carsico di violenza che sente scorrere anche dentro di sé. Perché non ci si sbarazza facilmente del passato famigliare, anche quando non lo si conosce.
Seguendo le tracce di David Wagner, rivivendo con lui i giorni infernali del campo di concentramento, l’uomo si ritrova faccia a faccia con sconvolgenti verità, e con veri e propri colpi di scena. E la sua indagine, iniziata per conoscere se stesso e le proprie radici, lo porterà all’origine stessa del Male.
Nei primi anni settanta Dominique Lapierre,con Larry Collins, arriva a Nuova Delhi per scrivere la straordinaria storia dell’indipendenza dell’India dall’Impero britannico.
Sarà l’inizio di una prodigiosa storia d’amore. Al volante di una vecchia Rolls-Royce Silver Cloud, la “macchina dei maharaja”, percorre in sei mesi più di ventimila chilometri. Raccoglie testimonianze e documenti unici, vive avventure rocambolesche, conosce e riesce persino a intervistare gli assassini del Mahatma Gandhi. Ne nascerà Stanotte la libertà, racconto epico sulla lotta per l’indipendenza indiana. Ma nascerà anche un rapporto forte, intenso e sincero tra gli ultimi della terra e lo scrittore affermato, che da allora all’India e all’aiuto umanitario dedicherà tutto se stesso.
Dopo il primo viaggio, Lapierre infatti ritornerà in India incessantemente, impegnandosi in programmi concreti contro le condizioni di estrema povertà.
Dormirà nelle bidonville fianco a fianco con gli emarginati della società e con i tanti eroi senza nome che si danno da fare per migliorare le condizioni dei più poveri, incontrerà Madre Teresa di Calcutta; collaborerà con James Stevens, fondatore del centro Udayan, grazie al quale migliaia di figli di lebbrosi vengono strappati dalla miseria e dalla malattia.
L’intervento di Lapierre si rivelerà decisivo per la sopravvivenza e il rilancio di questa istituzione, che garantisce un futuro per tanti bambini malati o con genitori lebbrosi. Seguiranno gli anni vissuti tra i diseredati delle bidonville di Pilkhana, a fianco dell’infermiere svizzero Gaston Grandjean. Anni di grande slancio e di immersione nella sofferenza e nella privazione da cui vedranno la luce un libro e un film celeberrimi: La Città della gioia, di cui in India mon amour Lapierre ci regala inediti dietro le quinte.
La penna di Lapierre accompagna il lettore in ripetuti viaggi nei misteri del paese-continente, immergendolo nella vitalità e il fascino dell’umanità incontrata. Foto, ricordi e riflessioni si mescolano creando una testimonianza unica: India Mon amour.
Un indimenticabile inno alla vita e alla speranza, unito da un fil rouge che deriva da un proverbio indiano: “Tutto ciò che non è donato, è perduto”.
Il 2 luglio 1944 parte l'ultimo treno di deportati da Compiègne, direzione Dachau. Su quel treno, composto da ventidue vagoni più quelli di scorta e un vagone di coda, sono ammassate duemilacentosessantasei persone. Per coprire un tragitto che in tempi normali richiederebbe una giornata, quel convoglio impiega settantasette ore, attraversando regioni in cui si registrano le temperature più alte della stagione. All'arrivo i morti sono più di cinquecento.
Questo incredibile romanzo è la storia di quel viaggio vissuta dall'interno di uno dei vagoni, un racconto che è puro orrore, un incubo divenuto realtà: cento persone ammassate come bestiame nello spazio di un carro merci, una calura insopportabile, senza aria, e poi la fame, la sete, la morte che si può toccare. La morte e il suo odore... Un viaggio di tre giorni in cui, all'interno di ogni vagone, individui ai quali "hanno tolto anche la vergogna" sperimentano l'inferno, dentro e fuori di loro. Tre giorni che il narratore descrive ora per ora. Tre giorni di lotta contro se stessi e contro gli altri: la paura, il panico, lo schifo, e poi la rabbia e l'odio per il vicino. Ma anche la speranza, a volte, quando il treno all'improvviso si ferma. E la solidarietà, totale e intensa come mai nella vita. La disumanizzazione degli ebrei compiuta dai nazisti cominciava qui, su questi treni, dove l'umanità ha toccato il fondo dell'abiezione. Rykner ce la racconta in presa diretta, e per il lettore è un'esperienza che non lascia indenni.
Non ha avuto vita facile Oscar Chabut. Ha lavorato duro e, dal nulla, è riuscito a costruire un impero. E che importa se il suo Vin des Moines, miscela di vini del Midi e d'Algeria, fa storcere il naso agli intenditori? Moderni uffici in avenue de l'Opera, un appartamento in place des Vosges, una villa in campagna a Sully-sur-Loire, una casa a Cannes, amicizie altolocate: non male per il figlio di un oste del quai de la Tournelle bocciato due volte alla maturità. Aggressivo e sprezzante com'è, sempre calato nella parte dell'uomo d'affari insensibile e senza scrupoli, sempre pronto a ostentare la sua ricchezza e il suo potere, Oscar Chabut pare ci provi gusto a farsi odiare. Tanto più che non esita a portarsi a letto, oltre alle sue dipendenti, le mogli di tutti gli amici. Sicché, quando lo freddano con quattro colpi di pistola all'uscita di una lussuosa casa d'appuntamenti di rue Fortuny - dove si appartava ogni mercoledì con la sua segretaria -, nessuno si stupisce più di tanto. Ma come scovare l'assassino di un uomo che in pratica aveva solo nemici? Un vicolo cieco, si direbbe. E non è certo un caso che Maigret conduca questa inchiesta davvero impossibile febbricitante, vittima di un'influenza che sembra appannarne la leggendaria sagacia. Maigret, lo sappiamo, è più vulnerabile di quanto non si creda: e questa volta ha tutta l'aria di uno scolaro che si sente male il giorno dell'interrogazione.
Eshter Vital, ebrea sefardita nata a Strasburgo, ha il destino inscritto nelle proprie radici che affondano nel lontano Marocco. In un popolo e in una cultura che la fecondano e al contempo la soffocano. Eshter ha scelto di essere una donna libera e moderna, ma la sua è un'identità franta, multipla. La tradizione e la voglia di fuga lottano nella sua anima inquieta. A trentatré anni l'amore per Charles Tolédano la travolge. Pensa di lasciarsi alle spalle il passato e le incertezze, legandosi per sempre al suo uomo. Ma alla vigilia delle nozze, a Tel Aviv, lei vestita di porpora come le promesse spose sefardite deve fare ancora i conti con la storia della sua famiglia e del suo travagliato popolo. Insieme ai canti, ai colori, alle cerimonie rituali, compaiono le ombre. La sua famiglia e quella di Charles sono opposte da oscuri segreti e rancori mai sopiti. Un antico maleficio spunta a turbare una modernità apparentemente priva di contrasti. Eliette Abécassis mette in gioco tutta se stessa in questo romanzo, e lega la ricerca erudita sulla storia degli ebrei sefarditi allo studio delle misteriose geometrie del cuore umano.
Pubblicato nel 1850, François le Champi divenne in seguito un libro di culto per gli amanti della Recherche proustiana, dove viene definito "straordinario". La storia del trovatello François, allevato amorevolmente dalla moglie di un mugnaio, è solo all'apparenza una favola di buoni sentimenti. Nella forma di un romanzo di formazione nasconde infatti in ogni piega il motivo scabroso dell'incesto, che vede una madre adottiva trasformarsi dapprima in amica e poi in moglie. François le Champi è da sempre, a pieno merito, uno dei romanzi più celebri di George Sand, scrittrice francese impegnata e anticonformista, di cui Gustave Flaubert ebbe a dire: "Bisognava conoscerla come l'ho conosciuta io, per sapere quanta femminilità c'era in quel grand'uomo".
Germain è un po' lo “scemo del villaggio”. Centodieci chili di muscoli per sorreggere una testa selvatica, un passato di mancata educazione sentimentale e un presente di conta dei piccioni e pomeriggi spesi al bar. Nel più ordinario dei luoghi, un parco pubblico, Germain fa un incontro straordinario. E nasce la più improbabile delle complicità, quella tra un gigante semianalfabeta e una vecchina con i capelli viola e la passione per i libri. Perché l'intelligenza è altra cosa dalla cultura.
Dal 21 agosto 1944 al 3 giugno 1947, Camus è caporedattore e editorialista di Combat, quotidiano nato in clandestinità come organo di stampa della Resistenza francese. Questo volume raccoglie tutti i suoi 165 articoli – firmati, di riconosciuta autenticità o comunque a lui attribuibili – con presentazione e commento. Legati agli accadimenti di quel periodo convulso, a distanza di oltre cinquant’anni gli scritti di Camus non hanno perso la loro forza, consegnandoci la testimonianza di un intellettuale profondamente consapevole delle proprie responsabilità in un momento storico cruciale. Un giornalista attento, che affronta molteplici argomenti: la politica interna con i dibattiti sociali, ideologici e costituzionali; quella estera, guidata dal sogno nascente di organismi internazionali capaci di garantire un futuro di pace; e ancora la questione coloniale e la riflessione, tra diritti e doveri, sul ruolo della stampa nel dopoguerra. Combat restituisce, insomma, la voce appassionata di uno scrittore che si confronta con la Storia, di un uomo assetato di giustizia, libertà, verità, che si batte con ostinazione per una decisa presenza della morale in politica; una voce che continua a risuonare nella coscienza contemporanea.
1906, Senlis, cittadina medievale a pochi chilometri da Parigi: nella solenne cattedrale gotica, la Vergine Maria ordina a una donna di quarantadue anni di dipingere. Séraphine è una domestica, figlia di povera gente, e ha sempre obbedito. Obbedisce anche ora, senza esitare; del resto il suo desiderio di dipingere è più forte del pensiero. Séraphine è un'ispirata. Non ha mai preso una lezione di pittura né di disegno, né mai vorrà prenderne. Dipinge di notte, al lume di una lampada a petrolio, cantando salmi, dopo aver portato a termine i "lavori neri" del giorno, le umili fatiche quotidiane che le permettono di guadagnarsi da vivere e sono l'opposto dei suoi "lavori colorati" notturni. Dipinge unicamente fiori, frutta, alberi, forse un ricordo della sua infanzia in campagna - è nata nel 1864 ad Arsy, un villaggio dell'Oise, nel Nord della Francia. Mai una figura umana nelle sue tele, mai un volto. Questa routine è spezzata dall'incontro con il collezionista Wilhelm Uhde, scopritore di Picasso, Braque e del doganiere Rousseau, che la fa conoscere ai più importanti galleristi di Parigi. Séraphine continua a dipingere grandi tele di impressionante intensità, ma la sua mente è destinata a smarrirsi. Nonostante le premure di Uhde e i tentativi di guidarla su una via di regolare creatività, la donna è sempre più in preda alle sue ossessioni. Nel 1931 viene ricoverata nell'ospedale di Senlis e l'anno successivo nel manicomio di Clermont dove resterà fino alla morte.