Il desiderio di essere felice e l'esperienza della delusione che suscita infelicità sono tappe della crescita di ciascuno di noi. Partendo da interrogativi semplici e spontanei, questo volume cerca di capire se è possibile ipotizzare un'educazione a partire dal desiderio, spesso frustrato, di una vita felice e duratura, una nuova educazione integrale della persona.
SOMMARIO
Alla ricerca della vita felice - Legami di cui morire, legami che riportano alla vita - La revisione dei legami e la necessità di ri-orientarsi - Ri-orientamento di sè, conversione, educazione - Educazione e cultura: alcuni miti da decostruire
La comunicazione è uno dei grandi temi del nostro tempo perché accompagna ogni tipo di attività umana. La politica, l’economia, la ricerca scientifica, l’educazione, lo sport e il mondo dello spettacolo vivono grazie ai rapporti intersoggettivi che si stabiliscono attraverso la comunicazione. Ma la sua imprescindibilità non la rende “buona” di per sé: solo quando gli uomini decidono di rivolgersi la parola reciprocamente mettono in gioco la loro libertà e il loro essere.
La comunicazione, pertanto, influisce sulla dimensione conoscitiva, affettiva e comportamentale dell’uomo e, con ciò, su quella ontologica.
«Stabilire relazioni, gettare ponti: questo, in realtà, è il compito della filosofia. Essa, se vuole ancora far valere la sua vocazione ermeneutica, si configura come “filosofia di”: come una filosofia rivolta a quel qualcosa d’altro che la stimola a sempre nuovi approfondimenti. Questo “altro”, come accade in questo libro, può essere rappresentato dall’ambito comunicativo. Ecco perché il libro di Mariano Ure – una vera e propria “filosofia della comunicazione” – ha in effetti, nell’implicito, un’ambizione ancora più grande: quella di approfondire filosoficamente, seguendo il filo conduttore della comunicazione, il legame fra essere ed agire, nonché di definire l’ambito d’indagine di quelle discipline che tradizionalmente hanno riflettuto su questi concetti, cioè l’ontologia e l’etica».
Dalla Premessa di Adriano Fabris
Mariano Ure insegna Etica del giornalismo all’Università Cattolica Argentina di Buenos Aires.
Proseguendo nella ricerca iniziata con "La città originaria, Metafisica della politica, Metafisica del giusto", l'autore si interroga sui fondamenti della democrazia nel tempo della globalizzazione. Uno spazio che obbliga a considerare non i singoli ma i popoli - i "molti" - come soggetti dei processi di democratizzazione, tanto che anche gli altri concetti chiave della filosofia politica - giustizia, diritti, libertà - vanno rideclinati al plurale, in un tentativo di pensare la democrazia sotto la forma di un "esistenziale": condizione affinché ciascuno, in dialogo con i tanti volti del prossimo, trovi nel convivere la forma più autentica di riconoscimento.
La prima riflessione sulla figura dello straniero in quanto tale, sul suo ruolo ambivalente, di minaccia e insieme di dono. Oltre ogni schematica contrapposizione tra rifiuto e accoglienza, emerge nell’analisi dell’autore l’irriducibile duplicità di una presenza con la quale ciascuno di noi è chiamato a confrontarsi.
Un testo asciutto e scritto con grande chiarezza, per capire a fondo l’inquietante prossimità dello straniero.
L'autore
Umberto Curi insegna Storia della filosofia all’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni, Meglio non essere nati (Bollati Boringhieri 2008) e, nelle nostre edizioni, Lo schermo del pensiero (2000).
Tutto cade dentro una fuga di sguardo. Quando guardiamo ci lasciamo prendere. E ciò che ci prende ci affascina. In qualche modo ci sentiamo attratti e come trascinati via. È così che nasce la fuga dello sguardo.
Si fissa un punto dal quale nascono come delle linee o fasci che legano la visione. Nell’arte si chiama prospettiva. In filosofia si chiama punto di vista. Nell’uno e nell’altro caso il risultato è un quadro, un disegno, una visione. Le cose che si vedono sono sempre le stesse, ma il modo nel quale le si vede cambia. La filosofia è un continuo esercizio prospettico mirando un punto di fuga. La fuga è il rifugio delle cose che si guardano: il mondo, la vita, l’Occidente e l’Oriente, la musica di Bach, la poesia e la sua logica di immagini, l’anima con la sua sensibilità e i suoi temperamenti. E guardare altrove mentre si vive il presente è un modo per viverlo integralmente. Lo si vede nell’intero, come in un quadro complessivo dove tutto è centrato prospetticamente. Anche Dio cade in questa fuga di sguardo.
Ma allora la filosofia è costretta a un capovolgimento: perché il punto di fuga è lo stesso sguardo di Dio nel quale ci accorgiamo di essere guardati e in cui noi guardiamo il nostro essere visti.
Nel pensiero di Arthur Schopenhauer un posto particolare viene occupato dalla riflessione attorno al linguaggio, quale veicolo della comunicazione umana e soprattutto quale abito del pensiero; ma è anche una riflessione sulle lingue stesse, intese come idiomi. Risulta abbastanza facilmente comprensibile come, all’interno di un modello di filosofia quale quella del Nostro, tale tema assuma un carattere del tutto particolare.
Nei Parerga, di cui qui presentiamo un capitolo (i paragrafi dal 298 al 303a) riuniti sotto il titolo Űber Sprache und Worte, si assiste a una ampissima analisi non tanto riferita al “Che cos’è” della lingua e dei suoi oggetti (e, sottinteso, del suo soggetto, il parlante), ma volta a – per così dire – circoscrivere, attraverso il riverberare di mille sfumature concettuali, il “Come” il linguaggio si struttura e si dispone, nell’azione stessa del pensiero.
“La vera immagine del passato guizza via. È solo come immagine che balena, per non più comparire, proprio nel momento della sua conoscibilità che il passato è da trattenere. Se essa è autentica, lo deve alla sua fugacità. In essa sta la sua unica chance. Proprio perché questa verità è caduca e basta un alito di vento a spazzarla via, molto dipende da essa."
L'Io impara a parlare sempre più onestamente:
e quanto più impara, tanto più trova parole per onorare
il corpo e la terra. Un nuovo orgoglio mi insegnò
il mio Io, ed io lo insegno agli uomini: di non ficcare
più il capo nella sabbia delle cose celesti, ma di portarlo
libero, un capo terreno che dà senso alla terra!
Una nuova volontà insegno io agli uomini: volere questa
via che l'uomo ha finora percorso alla cieca, e approvarla
e non discostarsene più furtivamente come fanno
gli ammalati e i moribondi!
Così parlò Zarathustra (1883-1885), uno dei cinque libri titanici dell’umanità secondo T.E. Lawrence, è, nel “sistema Nietzsche”, l’esplosione del suo genio linguistico e un’opera misteriosa, nella sua abbagliante chiarezza, che illumina le opere precedenti e susseguenti come il sole i suoi pianeti. È, in una corona di tutte opere scettiche, un’opera affermativa, in cui Nietzsche raggiunge le sue dimensioni ottime e massime, facendo rifulgere le sue grandissime doti di moralista, poeta, psicologo e profeta. È il vangelo della purezza, che si contrappone al vangelo della carità, l’esaltazione della vita nella sua tragica caducità contro ogni trascendenza, un inno alla grandezza con radici terrestri e la sua fenomenologia nel mondo, la sua “storia ideale eterna” iscritta nell’accidentato cammino del suo divenire terreno e del martirio che incombe a chi si mette sul suo sentiero solitario. È il vero Ecce homo, non sbandierato al pubblico, ma sussurrato a se stesso in timore e tremore. La classica traduzione di Sossio Giametta, uno dei più rinomati interpreti italiani di Nietzsche, viene presentata per la prima volta con il testo tedesco a fronte dell’edizione Colli-Montinari, con un ampio saggio introduttivo, un commento analitico e una bibliografia nietzschiana aggiornata al 2010.
"Il teatro è la cessazione del segreto, se il segreto è quello dell'essere in sé o quello di un'anima ritratta in un'intimità. È l'in se stesso o l'intimità che come tale esce e si espone. È il "mondo come teatro" così come lo conosciamo fin da Calderon e da Shakespeare, ma così come in effetti tutta la nostra tradizione - almeno fin dalla caverna platonica - l'ha rimuginato, quel "mondo come teatro" in quanto verità, proprio come e proprio perché il corpo si rivela la verità dell'anima: verità che si spinge anch'essa sulla scena o più precisamente verità che fa scena." (Jean-Luc Nancy)
In breve
Una chiara ed esaustiva presentazione del padre della psicoanalisi occidentale.
Un profilo completo di Sigmund Freud che ne rivendica anche tutto lo spessore filosofico. Attraverso le sezioni caratteristiche della collana – ricostruzione dettagliata della teoria, cronistoria della vita e il primo saggio di storia della critica – la psicologia del profondo si dimostra in conclusione come un evento fondamentale della vita culturale del nostro secolo, e Freud entra a pieno titolo nel novero dei grandi pensatori. La nuova edizione è ampliata con un approfondimento sugli sviluppi del dibattito che si è aperto all’indomani della ricorrenza dei 150 anni della nascita di Freud. Fra interventi storici, teorici, polemici e rievocativi, la dialettica si è arricchita di nuovi spunti e interpretazioni.
Indice
SIGMUND FREUD - Abbreviazioni - I. La scuola di Müller; II. Una vocazione filosofica; III. Il paradigma psicologico; IV. Tra fenomenologia e teoria; V. Il postulato della coscienza; VI. Antinomia dell’analisi; Cronologia della vita e delle opere; Storia della critica; Bibliografia.
In breve
«Sappiamo che cos’è un’idea? No. Sappiamo come può nascere una buona idea? Non direi. Possiamo fare qualcosa per favorire lo sbocciare di nuove idee? Ne dubito»: Boncinelli mostra uno scetticismo provocatorio ma a leggere il libro di risposte se ne trovano. Il volume tocca vari aspetti, in particolare il rapporto tra sensazioni e idee, tanto caro ai filosofi empiristi inglesi, e aiuta il lettore a porsi domande inusuali: anche questo è un aspetto della creatività. Alberto Oliverio
Quale distanza passa tra una mente innovatrice, un guizzo di ingegno e un progetto fallimentare? Da dove provengono le intuizioni ardite, le idee ispirate, le fantasie più astruse? Questione di genetica, casualità ed esperienze di vita, parola di Edoardo Boncinelli.
Indice
Premessa - Punti interrogativi - Le idee - Come nascono le idee? - Le grandi idee - Commiato - Per approfondire