A lungo trattate dagli studiosi come un oggetto misterioso, le opere mnemotecniche di Bruno si sono rivelate come il centro e il motore occulto di tutta la sua opera. Il loro aspetto cifrato non finisce di stupire, sin dalla definizione della disciplina. Nata come tecnica utilizzata dagli oratori per esercitare la memoria, la mnemotecnica è diventata nel corso dei secoli un nuovo "regime delle immagini", intese come fantasmi mentali, una sorta di pratica teurgica, collegata a quella primordiale sapienza egizia che fu lo stendardo dell'ermetismo rinascimentale e che Bruno innova con tecniche appropriate alle sue teorie. All'edizione critica del testo latino si affiancano la traduzione italiana e il commento storico-filosofico.
Uno spaccato essenziale della vicenda storico-teorica dello Stato attraverso la voce dei pensatori, da Machiavelli a Foucault, che maggiormente hanno contribuito a definirne l'identità o a smascherarne l'ideologia. Pier Paolo Portinaro insegna Filosofia politica e Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino.
Karl Löwith e Jacob Burckhardt, un grande filosofo del Novecento di fronte all'autore di opere capitali quali "La civiltà del Rinascimento in Italia" e "L'età di Costantino il Grande". Un confronto ricco e stimolante tra due figure esemplari del pensiero europeo. Karl Löwith (Monaco di Baviera, 1897-Heidelberg, 1973) è una delle figure più originali della filosofia tedesca contemporanea. Fu costretto ad abbandonare la Germania nel 1936 e vi rientrò solo nel 1952, dopo aver insegnato in Giappone e negli Stati Uniti.
Docente di Filosofia teoretica all'Università di Salerno, Elettra Stimilli presenta con questo libro la biografia di Jacob Staubes, uno dei più importanti pensatori ebrei del Novecento. Nato nel 1923 e scomparso nel 1987, Staubes è autore di studi sull'escatologia e la teologia politica. Oltre a ricostruire l'attività di Staubes, Stimilli ne mette in luce i rapporti con Benjamin, Carl Schmitt e con la cultura europea del XX secolo.
I "Tria Opuscola" procliani appartengono al gruppo di opere considerate sistematiche: si tratta di scritti di tenore teoretico dove Proclo espone, in modo organico, la propria sintesi filosofica elaborata, secondo la più tipica vocazione speculativa del neoplatonismo, come esplicitazione e spiegazione del verbo di Platone. I "Tria Opuscola" rappresentano un'articolata sintesi della metafisica neoplatonica e greco-antica tracciata a partire da una prospettiva etico-religiosa; i trattati sulla Provvidenza, la Libertà e il Male costituiscono la risposta della sapienza del mondo greco a quelle questioni esistenziali sul male e il destino dell'uomo alle quali le pratiche magiche e i nuovi culti, come il cristianesimo, stavano dando risposte inedite.
Una mappa concettuale, chiara e originale dell'estetica come disciplina filosofica di frontiera. La prima parte è dedicata all'esperienza del bello attraverso un'analisi delle tematiche della percezione e del dell'emozione giudizio estetico. La seconda parte affronta il problema dell'arte e risponde a sfide teoriche sollecitate dall'oggi. Nell'epoca della svolta multimediale e della diffusione delle tecnologie digitali è ancora possibile parlare di unità dell'arte? Come riconosciamo un'opera d'arte? In che rapporto sta la fruizione delle opere artistica con la nostra più generale esperienza? Quale relazione è ancora pensabile tra finzione artistica e realtà?
"Saltabeccando da un libro a un film, da un episodio di cronaca all'analisi di un quadro a una polemica intellettuale di lungo periodo, Savater può dare finalmente corso alla sua vena di grande dilettante, nell'accezione stendhaliana del termine. E quello che potrebbe sembrare soltanto un insieme di materiali diversi lascia intravedere una trama ben precisa: trama disegnata da un giornalista sui generis, simile a un philosophe che può essere apparentato a quella tradizione di illuminismo scettico francese che da Montagne passa per Voltaire e conduce poi a Camus e da ultimo a Cioran." (Franco Marcoaldi)
Robert Nozick, uno tra i più importanti filosofi contemporanei, affronta i grandi problemi della nostra esistenza in questo libro che si pone a metà strada tra la più seria divulgazione e la più ardita sperimentazione. Che cosa ci lega ai nostri figli e ai nostri genitori; perché le emozioni più forti che proviamo sono legate alla sfera della sessualità; come possiamo accettare il fatto inevitabile della morte. Un libro che non offre risposte definitive, ma traccia un ritratto di vita. Introdotto da uno scritto di Salvatore Veca, il testo di uno dei massimi filosofi contemporanei impegnato a riflettere sulla felicità, sulla morte, sul sesso, sul bene e sul male.
Prendendo le distanze da quello che ormai viene considerato come un semplice dato di fatto, ovvero la caratterizzazione della nostra epoca come quella dell'immagine, il libro di Petrosino si interroga sulla visione, proponendo una teoria generale dello sguardo come momento e luogo in cui il soggetto risponde e reagisce, drammaticamente, all'avanzare della luce. Quello della visione è uno dei grandi temi della tradizione filosofica occidentale del cui dibattito viene dato conto nella seconda parte del volume che raccoglie letture di autori che a vario titolo si sono confrontati con il tema della luce e/o con quello dello sguardo: Cusano, Hegel, Schopenhauer, Lacan, Goux, Dufrenne, Snell, Levinas, Debray ed altri.
Il nesso tra affetti e legami è questione decisiva nell’odierno contesto culturale, sempre più incline a ridurre l’affezione a emozione e la ragione a calcolo. Ne consegue una razionalità astratta senza eros e un’affettività narcisistica senza legami, che minacciano l’unità dell’esperienza, la ricchezza delle relazioni, la realtà familiare, l’affidabilità sociale. Nel rapporto tra pathos e logos, tra affezione e ragione, dove sono implicate l’identità dei soggetti e la capacità di relazione, sta un nodo antropologico dell’Occidente. È possibile una diversa visione dell’uomo, nella quale trovino conciliazione il sentire e il pensare, il coinvolgimento e il giudizio, il patire e l’agire? Si dà un’etica degli affetti, di cui la famiglia sia struttura esemplare?
A queste domande cerca risposte il primo volume dell’Annuario di Etica, concepito come inedito luogo di incontro e di elaborazione teorica, come proposta e confronto sui grandi temi dell’etica, a partire dall’attualità dell’esperienza morale. Esso coltiva una linea che pone a confronto alcune grandi tesi, nella convinzione che è ancora possibile la determinazione della verità e del bene, a fronte di una situazione presente rassegnata ad una pratica indifferenza reciproca dei diversi saperi e credenze, incline alla privatezza della verità e del bene e alla retorica del frammento.
In questa condizione culturale l’etica assume paradossalmente spazio e rilievo, come luogo di interessata ricerca e di possibile intesa, in cui è sollecitato il ripensamento delle premesse antropologiche e dei fondamenti ultimi della realtà.
Francesco Botturi è ordinario di Filosofia morale nell’Università Cattolica di Milano.
Carmelo Vigna è ordinario di Filosofia morale nell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dirige il Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica (C.I.S.E.).
Fisica, politica, economica e psicologica, la violenza - tanto a livello personale, nazionale che internazionale -, sconvolge in grado diverso la vita di tutti, restando tuttavia "un mistero". L'autore si sforza di comprendere le radici della violenza e di trovare possibili vie per arginarla evitando l'errata convinzione di poterla annientare annientando il "nemico" con una guerra "santa" o "giusta". Convinto che la possibilità di superamento della violenza sia anche legata al "fare memoria", Molla ripercorre il pensiero di una serie di personaggi e movimenti storici che, a partire dalla Riforma protestante, hanno tentato di coniugare le loro convinzioni di fede con l'impegno per la pace.